Le successioni

 

 

back to HomePage

 

La successione testamentaria

La successione legittima

La successione necessaria

 

 

 

 

 

 

 

 

La successione testamentaria

La successione testamentaria è una successione per causa di morte, a differenza del contratto, che è una successione per atto fra vivi. Essa consiste nel fatto che alla morte di un soggetto coloro che sono indicati nel testamento subentrano in tutti (successione a titolo universale) o in alcuni (successione a titolo particolare) diritti del defunto come erede o legatario.

Vi sono vari tipi di testamento:

  Testamento olografo

E' scritto interamente a mano, datato e sottoscritto dal testatore.

  Testamento pubblico

Viene redatto dal notaio con l'assistenza di due testimoni a cui viene letto il contenuto

  Testamento segreto

E' ricevuto dal notaio in busta chiusa e i testimoni non ne leggono il contenuto.

Normalmente si tratta di diritti di natura patrimoniale.

Anche un incapace può essere erede o legatario. Anche un feto concepito ma non ancora partorito al momento della morte e dell'apertura del testamento può ereditare o acquisire legati, purché nasca vivo.

Non possono acquistare diritti coloro che si sono resi colpevoli di indegnità" per gravi fatti contro il defunto (omicidio o tentato omicidio, calunnia ecc.)

Gli eredi si distinguono dai legatari. Le persone nominate eredi acquistano tutto il patrimonio: se sono più d'uno ciascuno ha diritto ad una quota dell'intero patrimonio, compresi i debiti.

Il legatario acquista invece solo i singoli beni indicati nel testamento, e non risponde dei debiti ereditari.

La persona nominata erede nel testamento entra in possesso dell'eredità con l'atto di accettazione. Con tale atto egli si accolla automaticamente anche tutti i debiti del defunto. Per evitare il rischio che i debiti siano superiori al valore dell'eredità egli può dichiarare di accettare "con beneficio di inventario": in questo caso, se l'eredità non basta a soddisfare i creditori del defunto egli non sarà tenuto a pagarli con il proprio patrimonio.

Il chiamato all'eredità deve accettarla entro dieci anni dal giorno della morte del defunto (chiamato "giorno della apertura della successione"). Se una persona ha interesse ad accelerare i tempi può chiedere al giudice la fissazione di un termine più breve per l'accettazione. Fino al momento dell'accettazione l'eredita viene amministrata da un curatore. Normalmente il giudice nomina amministratore colui che il testamento indica come erede.

 

La successione legittima

Si ha successione legittima quando non esiste testamento, e i successori vengono individuati in base alle norme del codice civile.

Sono successori legittimi il coniuge, i discendenti, gli ascendenti, i collaterali fino al sesto grado e lo Stato. Alcuni soggetti possono concorrere insieme (es. coniuge e figli); altri soggetti invece si escludono a vicenda (ad es. i figli escludono dalla successione i collaterali). A seconda di quali soggetti concorrano (es. coniuge con figlio; figlio con figlio ecc.) cambiano le quote di eredità. In linea di massima si può dire che i congiunti più prossimi escludono i più lontani e che lo stato eredita solo in mancanza di altri successibili.

 

La successione necessaria

Con il termine di successione necessaria ci si riferisce a quell'insieme di norme che garantiscono ai parenti più stretti il diritto di succedere comunque in una parte del patrimonio del defunto, anche se il testamento dispone diversamente. Essi si chiamano "legittimari" e la quota che loro spetta di diritto si chiama "legittima". Sono legittimari i figli, il coniuge, gli ascendenti senza figli.