PERSONALITA' MULTIPLE, "PERDITA DELL'ANIMA" E POSSESSIONE DEMONIACA

 

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INDICE

 

 

La credenza nella possessione diabolica nel mondo di oggi

La credenza della possessione in Eurasia

Il caso di possessione di Anna Maria Uz all'inizio dell'Ottocento

Un caso di possessione nello Yucatan negli anni Ottanta

Il caso di possessione di Anneliese Michel in Germania negli anni Settanta

La sindrome di personalità multipla o disturbo dissociativo di identità

Possessione e disturbo di personalità multipla. Il caso dei Tre volti di Eva e altri casi

Il caso di Carrie

Personalità multiple e possessione secondo lo psichiatra Ralph Allison

La "perdita dell'anima" e il punto di vista sciamanico. La teoria e la pratica di Sandra Ingerman.

"Perdita dell'anima" e dissociazione nella prospettiva junghiana

Possessione ed esorcismo dal punto di vista junghiano

Ipotesi antropologiche sulla possessione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

la credenza nella possessione diabolica nel mondo di oggi

 

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Dai riti sciamanici ai culti mistici medievali, alle pratiche ufficiali del cattolicesimo moderno, al fondamentalismo settario protestante, alle nuove chiese cristiane del Terzo Mondo che incorporano elementi della religione nativa fino a credenze istituzionali e non religiose, si ritrova oggi nel mondo la credenza universale nella possessione.

Ma si tratta di un argomento, di una serie di credenze e di pratiche, che riveste importanza per il mondo in cui viviamo, e se così è, perché? La tipica persona laica normalmente liquida l'esorcismo come una arcaica cerimonia cattolica, del tutto irrilevante per gli interessi di oggigiorno. Ma il fatto che a dispetto (o forse a causa?) della sofisticazione, ricchezza e miglioramento della qualità della vita le credenze irrazionali sono in crescita nel mondo occidentale moderno, in particolare la paura dei demoni e della possessione, come è risultato chiaro dopo che versioni romanzate per masse di spettatori avidi di brivido, annoiati, disincantati, abituati alla narrativa e al cinema sono diventate best-seller dall'oggi al domani. La proliferazione sintomatica della credenza nella possessione, con o senza coloriture cattoliche, comunque, non è confinata ai membri di sette religiose. La stampa è il più affidabile indicatore che la possessione è diventata una malattia domestica agli occhi del pubblico e l'esorcismo un metodo credibile di guarigione. La caratteristica di questi pezzi nella stampa quotidiana è, invece del sensazionalismo, una reportage succinto e rigorosamente limitato ai fatti.

La Corte criminale di Danbury, nel Connecticut, ha tenuto udienze riguardanti una uccisione per accoltellamento attribuita a possessione diabolica (New York Times, 1981); una donna ha fatto causa alla TWA per lesioni fisiche subite nel momento in cui il suo gemello era morto in un incidente aereo (UPI, 1983); il gesuita Karl Patzelt ha esorcizzato con successo, a San Francisco, una giovane coppia e il figlioletto di due anni (Der Spiegel, 1974); un insegnante di scuola superiore esorcizza abitualmente le sue alunne a Fallbrook, in California (Louisville Courier Journal, 1974); una bambina posseduta di tre anni tiene in ansia la famiglia a Gillingham, in Inghilterra (Winnipeg Free Press, 1985); Annette Hasler, di 12 anni, è stata percossa a morte, in un villaggio svizzero, quando un sacerdote e i suoi genitori la esorcizzarono (Time, 1973); un neonato di 20 mesi è rimasto ucciso quando sua madre, a New York, l'ha messo in un forno rovente durante un rito di esorcismo (UPI); Madame Esnaut, di 74 anni, in Normandia, considerata da alcuni come una santa, da altri come una strega, è stata incarcerata perché ha ferito un uomo tormentato da spiriti maligni durante un esorcismo (General Anzeiger, 1977, Bonn).

Sembra che la credenza nei cattivi spiriti che è alla base di tutto questo sia, volenti o nolenti, confermata dalla pratica delle autorità della Chiesa Cattolica di Inghilterra. Il vescovo e capo esorcista della Chiesa di Inghilterra Neil Smith ha riferito di più di un migliaio di casi di possessione all'anno mentre il rituale romano è utilizzato di routine dagli esorcisti regionali nominati dalla Curia. Padre Jean Bosco è stato recentemente nominato esorcista della diocesi del cantone svizzero di Wallis (Aargauer Tagblatt, 29 marzo 1986). Dopotutto, nella cultura cristiana sono stabilite e date per scontate norme culturali per il bene e per il male. Una persona non deve essere un fanatico religioso, e neanche un frequentatore occasionale di una chiesa per accettare la mitologia sottostante secondo la quale se dio esiste esiste anche il suo antagonista, Satana e che la loro lotta riguarda le sorti dello spirito dell'uomo.

 

 

 

 

 

la credenza nella possessione diabolica in eurasia

 

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Oltre la variante africana della possessione demoniaca, ci sono innumerevoli storie di un altro tipo di possessione, che chiameremo la variante eurasiatica,  perché è riportata in India, Cina e nell'Europa cristiana. Riguardo un certo numero di caratteristiche questa forma eurasiatica di possessione concorda con la controparte africana. In entrambi i casi le entità spirituali malevole invadono la vittima non invitate, ma devono attendere il momento opportuno, quando una via si apre loro, una sorta di breccia nella personalità della vittima. La loro presenza è segnalata da una malattia. Se è instaurata una trance con un rito, gli spiriti rivelano la loro presenza. La guarigione è ottenuta scacciando, espellendo, e cioè esorcizzando l'entità malvagia.

Ma al contempo emergono differenze rispetto alla variante africana, che appare più semplice in ogni punto e al tempo stesso molto meno sinistra, il che conferma la sua maggiore antichità. Nella variante africana, gli invasori sono sempre fantasmi. Invece in Eurasia c'è una grande varietà di esseri malvagi. Secondo il folklore europeo, a cui i fondamentalisti religiosi occidentali danno assoluto credito, c'è una sfilza di demoni, associati a Satana e al suo entourage, angeli caduti e anime dannate che vagano per la terra, desiderosi di possedere, corrompere e tormentare l'umanità. Nell'occidente cristiano il principale guardiano delle tradizioni sui demoni è la Chiesa Cattolica. Secondo un catechismo contemporaneo i demoni o diavoli rappresentano confusione, tentazione, inganno; sono nemici dell'umanità, impediscono il suo ingresso in paradiso.

In entrambi i tipi di possessione, la condizione di posseduto è riconoscibile da segni esteriori. Nel voodoo la presenza del "morto" è segnalata da una singola acuta e devastante malattia. Nel tipo eurasiatico, c'è una fase cronica di depressione e di visioni spaventose, intervallata con episodi di possessione violenta, spesso descritti come "attacchi". Essi hanno un inizio ben definito, col soggetto che scivola in una trance religiosa e che è caratterizzato da furia incontrollabile. Oltre a questo, nel caso eurasiatico, c'è un certo numero di segni tipici di possessione. Quando nella chiesa cattolica è richiesto al vescovo il permesso per la celebrazione di un rituale esorcistico completo, si procede ad un test che consiste nello stabilire l'esistenza di un ben noto gruppo di sintomi, costituiti principalmente o dal fatto che il demone si è impadronito del corpo della vittima, ciò che è indicato da una violenta avversione a qualsiasi cosa sacra o dal fatto che il demone parla per bocca della vittima. In più c'è un certo numero di segni fisiologici e neurofisiologici tipici che indicano la possessione diabolica, sebbene non tutti siano presenti in ogni caso. Essi includono:

 

- Insonnia

- Febbre

- Agitazione

- Vagabondaggio

- Ingestione compulsiva di sostanze strane o repellenti, o rifiuto del cibo che conduce ad anoressia

- Odore repellente

- Salivazione copiosa

- Tremori, che possono divenire convulsioni

- Rigidità dei muscoli che può arrivare alla catatonia

- Acuti dolori addominali

- Urla improvvise

- Digrignamento dei denti

- Pianto incontrollabile

- Forza sovrumana

- Cambiamento pressoché totale nei tratti del volto

- Un certo numero di differenti tipi di aggressione, specialmente autoaggressione che si spinge al suicidio e aggressioni contro i congiunti

- Voce raschiante, bassa, completamente differente da quella naturale del soggetto che parla, che spesso giunge alla coprolalia (frasi di contenuto osceno e/o volgare o di insulto) unita a abbondanti dichiarazioni profetiche o divinatorie.

 

L'ultimo dei fenomeni citati, che i demoni proferiscono rasi oscene e insultanti e in secondo luogo hanno da rivelare cose che sono altamente significative nel quadro culturale in cui si verifica la possessione, è una delle caratteristiche che colpisce di più nella possessione demoniaca euroasiatica e che è spesso riportata. Justinus Kerner un medico tedesco dell'inizio dell'Ottocento e un pioniere nello studio moderno della possessione cita una cronaca del sedicesimo secolo:

 

 

Una ragazza era posseduta dal demonio, che spesso la gettava a terra come se avesse una malattia che la facesse venir meno. Ben presto il demonio iniziò a parlare con la sua bocca e disse cose non umane e meravigliose che non possono essere riportate… Tutti i sacerdoti del luogo e dei dintorni vennero e parlarono con lei, ma il diavolo rispose loro con un disprezzo che superava ogni limite, e quando fu interrogato su Gesù la sua risposta fu di tale derisione che non può essere trascritta.

 

 

La propensione dei demoni a proferire parole al contempo "non umane" e "meravigliose" naturalmente spingeva per un loro utilizzo culturale. Il modo in cui ciò avveniva era che ciò che il demonio approvava doveva essere malvagio; che ciò che essi attaccavano doveva essere degno di lode; e che ciò che essi affermavano sotto costrizione, in particolare dietro ordine della Vergine Maria, poteva essere considerato come proveniente dall'autorità celeste. Così in Europa, in un passato non molto remoto, ciò che dicevano i demoni parlando per bocca dei posseduti divenivano presto noti e avevano lo stesso peso della opinione di un influente politico di oggi in una conferenza stampa. Le dichiarazioni dei demoni erano armi disponibili e versatili nei conflitti all'interno delle chiese, controversie teologiche e faccende politiche delle chiese. Nel sedicesimo e diciassettesimo secolo, ad esempio, le affermazioni dei demoni furono utilizzate da ogni parte nella lotta della chiesa cattolica contro i luterani. All'inizio del diciannovesimo secolo i demoni diedero voce entro la chiesa cattolica all'opposizione ai movimenti di riforma giudicati troppo razionalisti. I demoni di Anneliese Michael, la studentessa universitaria tedesca che fu esorcizzata a metà degli anni '70 dalla Chiesa Cattolica ebbero molto da dire sulle riforme introdotte col Concilio Ecumenico Vaticano II: essi le approvavano caldamente. Dieci anni dopo la sua morte questo materiale circolava ancora ampiamente negli ambienti cattolici di orientamento tradizionalista, non solo nei paesi di lingua tedesca, ma anche in quelli anglosassoni, come gli Stati Uniti. Ci sono differenze tra la tipologia africana e quella eurasiatica anche rispetto le ragioni per cui uno spirito maligno invade una persona. I "morti" voodoo sono entità passive utilizzate contro natura al servizio della stregoneria. I cattivi spiriti nella variante eurasiatica della possessione demoniaca invadono perché sono attivamente e intrinsecamente nemici degli uomini. Tutto ciò di cui hanno bisogno è una via di accesso nella loro potenziale vittima, fornita da magia o stregoneria o da una maledizione. La violazione di un potente tabù o il compimento di un grave atto criminale possono anch'essi aprire la porta alle forze demoniache. Una volta che la vittima sia in serio pericolo, avrà visioni degli spiriti maligni che aleggiano intorno. Un'altra importante differenza tra le due varianti è il fatto che nel tipo eurasiatico i demoni hanno caratteristiche personali sebbene non qualità benefiche; non sono fantasmi indifferenziati. Come esseri ingannatori essi tentano gli uomini perché compiano azioni socialmente inaccettabili e condannate, cioè culturalmente minacciose in un determinato tempo e luogo.

Una volta che le entità maligne sono entrate, esse si trattengono per l'intera vita, tormentando le vittime e tentando di ucciderle. Cosicché diviene importante che il rituale esorcistico sia celebrato. Come già detto, questo è il procedimento di elezione per la possessione demoniaca in tutto il mondo, e c'è una concordanza generale nelle sue caratteristiche. Come nell'esorcismo africano, viene mobilitato il gruppo sociale, normalmente la famiglia estesa a cui appartiene la vittima, coinvolgendoli nel rituale. Il rituale eurasiatico appare come una versione ridotta di talune cerimonie voodoo di morte e rinascita. Comunque, non comporta nessun contatto fisico col paziente, eccetto che l'imposizione di mani o di oggetti sacri. L'esorcista chiede aiuto alle entità positive e “buone" delle rispettive realtà alternative delle varie società umane. Le entità maligne che attuano la possessione, e che inizialmente rifiutano di fare una comparsa personale, sono chiamate per nome finché non lo fanno. In altre parole sono ripetutamente forzate a fronteggiare le loro vittime e l'esorcista. Sono forzate a rivelare i loro nomi e la ragione per cui stanno tormentando il paziente. Sono poi attaccate con lunghe preghiere, ripetuti tentativi di persuasione, patteggiamenti, e ordini di andarsene. Si tratta di un dramma sociale su vasta scala, che spesso ha anche aspetti frivoli. Alla fine le entità ammettono la loro sconfitta. Annunciano il giorno e l'ora della loro uscita di scena e questa dichiarazione è strettamente rispettata. E' una sorta di contratto che non può essere rotto. La vittima è liberata dalle forze maligne e rimessa in salute. In casi di possessione severa e multipla, l'esorcismo potrebbe dover essere ripetuto, perché i demoni hanno paura di essere espulsi, e quindi resistono, e una volta espulsi, possono tornare.

Sebbene i casi di possessione demoniaca non si vedano molto spesso, essi sono così spettacolari che ad esempio in Europa e nel Vicino Oriente ci sono documenti scritti che risalgono fino a due millenni fa. Sfogliando le storie riportate nel Vecchio Testamento o nelle fonti classiche greche e nel Medioevo, troviamo che, comprensibilmente, esse non forniscono l'intero quadro riportato sopra. Ma forniscono sufficienti dettagli da essere immediatamente riconoscibili. Prendiamo l'incontro di Gesù con un uomo posseduto, riportato nel Vangelo di Marco:

 

 

Essi arrivarono nel territorio di Gerasa, dall'altra parte del lago. Come egli scese dalla barca, fu avvicinato immediatamente da un uomo che proveniente dalle tombe e che aveva uno spirito impuro. L'uomo si era rifugiato tra le tombe; egli non poteva più essere contenuto, persino con una catena. Infatti era stato più volte assicurato con catene e ceppi, ma aveva spezzato le catene e fracassato i ceppi. Nessuno si era rivelato abbastanza forte da domarlo. Notte e giorno, tra le tombe e le colline, gridava e si lacerava con le pietre. Vedendo Gesù da distante, corse e gli rese omaggio gridando con voce forte: "Perché ti impicci con me, Gesù, figlio di Dio l'Altissimo? Ti imploro, in nome di Dio, di non torturarmi!" (Gesù gli aveva detto "spirito impuro, esci da quest'uomo!"). "Qual è il tuo nome?" gli chiese Gesù. "Legione è il mio nome", egli rispose, "ci sono qui centinaia di noi". Egli pregò con tutte le sue forze Gesù di non scacciarli da quei dintorni. Accadde che un grande gregge di maiali stava pascolando sulle pendici della montagna. "Mandaci nei maiali" essi lo pregarono. "Facci entrare in loro". Egli pronunciò la parola e con essa gli spiriti impuri uscirono ed entrarono nei maiali. Il branco di due migliaia di maiali venne giù di corsa dal promontorio nel lago, dove iniziarono ad affogare. (Marco, V: 1-13)

 

 

L'antico cronista, in altre parole, nota la forza sovrumana dell'uomo posseduto, le sue urla, il digrignare dei denti e la violenza contro se stesso. I demoni parlano attraverso la sua bocca. L'esorcismo è ridotto all'essenziale: i demoni si identificano, pregano di non essere scacciati, pongono le loro condizioni - se ne andranno se gli sarà dato permesso di entrare nei maiali. Poi Gesù pronuncia la formula esorcistica: "disse la parola". Il rituale esorcistico è un completo successo:

 

 

I pastori dei porci corsero via e riportarono il fatto nelle campagne e nei villaggi e la gente venne a vedere cos'era capitato. Come si avvicinarono a Gesù essi videro l'uomo che era stato posseduto dalla Legione che sedeva vestito e completamente guarito

 

 

Come altro esempio, uno scrittore classico greco del III secolo, Flavio Filostrato, scrisse la biografia di un mago chiamato Apollonio di Tiana. In essa racconta di una donna che ricorse all'aiuto del mago perché il suo figlio adolescente è posseduto da un demone. Il demone, ella diceva, trascinava suo figlio in luoghi solitari, minacciava di uccidere il ragazzo; suo figlio non possedeva più la sua voce abituale, ed emetteva invece suoni profondi e raspanti di uomo adulto. In questo caso osserviamo il vagabondare del ragazzo posseduto, i suoi tentativi di suicidio, la sua voce aspra e mutata. Il demone aveva proibito alla donna di portare il figlio dal saggio, minacciandola di ucciderlo se l'avesse fatto. Ma il mago la consola:

 

 

"Stai in pace", disse il Saggio; "egli non ucciderà tuo figlio quando leggerà questo". E tirò fuori una lettera che diede a questa donna. La lettera era indirizzata al demone e conteneva le più terribili minacce nei suoi confronti

 

 

Presumibilmente la lettera liberò il ragazzo, perché non ne sentiamo più parlare.

Dal Medioevo abbiamo la descrizione, nella storia della vita di un santo del settimo secolo, San Gallo, di una ragazza posseduta che fu portata al monastero dai suoi genitori. Non appena entrò, il demoni l'assalì, e lei cadde al suolo. Cominciò ad emettere "grida alte e terribili, accompagnate dalle parole più impure". La sua furia era tale che parecchie persone tentarono invano di tenerla a terra. Le caratteristiche evidenziate qui sono un attacco che simula l'epilessia, la coprolalia e la forza sovrumana. Un monaco che ebbe pietà di lei recitò su di lei un esorcismo che la liberò. Poi le spiegò le penitenze che doveva effettuare, incluse restrizioni della dieta. "Ma non appena la sciagurata donna fece libero uso di carne il demone la invase ancora così fortemente che poteva essere trattenuta a stento da parecchie persone".

Una ricaduta è un evento familiare, riportato in molti casi di possessione demoniaca sebbene di solito, a differenza del caso sopra riportato, non se ne scopra la possibile ragione. L'esorcismo sembra avere successo, i demoni sono mandati via, solo per ritornare con furia ancora maggiore. C'è un resoconto dettagliato di questo problema frustrante negli anni intorno al 1830 nei lavori di Justinus Kerner, il medico tedesco già menzionato. Non si tratta di un racconto sommario come quelli riportati sopra, ma di una anamnesi moderna fatta in modo valido. I dettagli non solo sono affascinanti, ma il resoconto acquista ancora più rilevanza, perché Kerner era uno di coloro che curavano la donna e un testimone della maggior parte della sua possessione demoniaca. Si tratta del caso di Anna Maria Uz.

 

 

 

 

 

il caso di possessione di anna maria uz agli inizi dell'ottocento

 

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Il caso riguarda una contadina luterana, Anna Maria Uz, nata nel 1799. Era sempre stata sana, era felicemente sposata, aveva partorito tre figli, si era presa buona cura della sua famiglia ed era religiosa senza essere fanatica. Nel 1830, senza nessun segno premonitore, fu presa da attacchi di paurose convulsioni. Per quattro mesì soffrì di digrignamenti dolorosissimi durante le crisi, e continuava a dimenarsi in modo incontrollabile. Poi improvvisamente una notte in cui sembrava essere entrata in una condizione di trance - nel linguaggio della sua epoca Kerner lo definisce il suo stato "magnetico" - una voce demoniaca cominciò a parlare dalla sua bocca. L'estraneo si identificò come il fantasma del vicino X, ricordando al fratello di Anna Maria che quando era quest'ultimo era giovane gli aveva rubato delle pere dolci.

Quando Anna Maria ritornò in sé, non ricordava niente dello scambio, né ricordava che suo fratello avesse rubato pere a quest'uomo. Da questo momento, quando X si faceva vivo con lei e le subentrava, la sua individualità appariva essere completamente estinta. X dava sfogo alla furia, bestemmiava in modo violento, indirizzando specialmente la sua furia a Dio e a qualsiasi cosa fosse sacra, e usando le braccia colpiva con cattiveria qualsiasi persona gl capitasse a tiro. La cosa andò avanti per un anno e le condizioni della donna non cambiarono neanche quando divenne di nuovo incinta.

Dal momento che gli svariati medicinali somministrati non la aiutavano e solo la preghiera produceva apparentemente un qualche sollievo, le fu consigliato di andare alla chiesa cattolica di W. a qualche distanza dal suo villaggio e rivolgersi al prete del luogo per un esorcismo. Lungo la strada il demone infuriò terribilmente nel suo corpo, urlando e bestemmiando. La scagliò ripetutamente su e giù nel carro a causa delle convulsioni che le causava, tanto che quelli che erano con lei temettero che entrasse in travaglio. Quando arrivarono finalmente a W. il prete si rifiutò di effettuare l'esorcismo, perché Anna maria non era cattolica. Ma la ammise nella chiesa per pregare, ciò che lei fece contro le proteste violente del demone. Pe parecchie ore pregò di fronte all'altare con le sue parole, rotornando il giorno successivo. Questo tenne lontano il demonio per otto settimane, in modo che poté avere un parto normale. Ma ben presto quello rotnò ancora una volta, torturandola anche quando si occupava e nutriva il bambino, bestemmiando e colpendola. Solo quando lei prendeva il neonato tra le braccia, desisteva temporaneamente.

Rinnovati tentativi di curarla con medicine rimasero senza successo. Il Dottor Kerner ha fornito una lista delle medicine che furono utilizzate: un composto di ammoniato e solfuro di rame, come pure rimedi vegetali che avevano un effetto calmante, come la valeriana, la belladonna, l'assafetida e bacche di biancospino. Essi "non ebbero più effetto dell'acqua". Così la donna provò di nuovo con l'intensa preghiera, recandosi in una particolare cappella, nonostante la feroce opposizione del suo demone. Dopo molte ore di fronte all'altare, cadde indietro e giacque per lungo tempo come morta. Si pensò che questa volta si sarebbe definitivamente liberata. Ma invece di un demone, dopo pochi giorni, due demoni iniziarono a parlare dalla sua bocca e a infuriare più di prima, maledicendo, abbaiando come cani e stridendo come gatti.

La sua famiglia allora la portò da un contadino noto per la sua magia e la sua compassione. Questi la curò con preghiere, imponendo le mani e cominicando coi demoni, che cercò di convinvere a pentirsi e confessare i loro peccati. Dopo undici settimane, la donna entrò come in travaglio, e con un botto udibile, il demone uscì.

Sfortutatamente il contadino non poté continuare con la sua cura, perché le autorità lo denunciarono per le sue attività di guaritore, sostenendo che esse violavano la legge. Egli fu successivamente scagionato, ma nel frattempo, Anna Maria fu riportata a casa, e il demone rimasto ricominciò a tormentarla. Dopo inutili tentativi da parte di un altro medico, fu in queste circostanze, il 23 febbraio 1833, che suo marito la portò dal Dottor Kerner:

 

 

Ben presto giunsi a considerarla una donna rispettabile, timorata di dio, che era stata messa duramente alla prova dalle sue sofferenze. Appariva emaciata, e i suoi occhi avevano un particolare sguardo spettrale, penetrante. Sentiva costantemente dolore agli occhi e sosteneva che era attraverso di essi che il demone continuava ad osservare.

Non contestò la mia critica che non erano i demoni che le causavano sofferenza, dicendo, "non mi importa cosa la gente pensa che sia, se solo si potesse fermarlo". Tranne che per i suoi attacchi, non mostrava alcun segno di problemi mentali. I suoi attacchi cominciavano senza nessuna causa fisica e senza preavviso. Improvvisamente era scossa da tremiti in tutto il corpo e chiudeva i suoi occhi e a questo punto il demone ricominciava a parlare dalla sua bocca. Si identificava come un mugnaio da J., che si era impiccato quindici anni prima. La donna non lo conosceva e era molto giovane quando quello si suicidò

 

 

Durante gli attacchi le sue pulsazioni erano basse, e percepiva il demonio alla sua sinistra. Secondo uno schema ormai familiare, il demone vomitava oscenità e insulti contro qualsiasi cosa sacra. Non le consentiva di nutrirsi adeguatamente, accettando solo zuppe acquose fatte con pane nero. La faceva colpire con i suoi pugni, lasciando il suo corpo con chiazze nere e bluastre. Se lei tentava di pregare, invece di quello dalle sue labbra uscivano bestemmie e paurosi rumori animali; il demone tirava fuori la lingua dalla sua bocca allungandola incredibilmente e distorcendo i suoi muscoli facciali in un ghigno satanico. Quando era libera dagli attacchi, aveva forti mal di capo e soffriva di un dolore intollerabile all'addome, alle gambe e alle braccia.

Kerner cita testimoni del fatto curioso che il demone comprendeva il latino (mentre la contadina luterana ovviamente non lo capiva), eseguendo correttamente ordini dati in latino come "alza il braccio destro" o "muovi la testa". Herr von Wagenheim, un amico di Kerner che questi aveva invitato a osservare Anna Maria insieme a lui, aggiunse un'altra descrizione delle straordinarie performances intellettuali di cui era capace questa posseduta:

 

 

Si inginocchiava presso la finestra aperta e in stato di rapita devozione e con voce implorante, diceva le preghiere più magnifiche; recitava esattamente a memoria e con profonda emozione gli inni più belli, invariabilmente quelli più adatti alla situazione

 

 

Come cura, Kerner provò con infuso di erba di San Giovanni (iperico), considerata scacciadiavoli. Ma questa produceva furia violenta. Egli utilizzò il counseling e specialmente l'ipnosi, la sua specialità. Fu ben presto capace di metterla in uno stato di dormiveclia, in cui lei poteva udire la voce du uno spirito protettivo che la consolava e le prometteva una pronta guarigione. Ma l'ipnosi poteva anche richiamare il demone in azione, e era ovvio che questo odiava l'aiutante buono. Se Kernere chiedeva dov'era lo spirito della donna, quello diceva in una voce di sfida "se ne è andato con quella canaglia".

A volte gli sforzi di Kerner apportavano un qualche sollievo. Anna Maria andava alla finestra e con sforzo sovrumeno vomitava e tossiva, come per liberarsi di qualcosa. Poi cadeva supina in unosvenimento e rimaneva per quindici minuti circa in uno stato catatonico. Ma il demone tornava subito. Kerner giunse alla conclusione, raggiunta anche da terapeuti moderni di soggetti con personalità multipla, che l'ipnosi era al più una aggiunta utile; non poteva curare il problema alla base. Così Kerner decidette di tentare un altro approccio:

 

 

Quando queste condizioni che si alternavano di continuo erano durate per un lungo periodo, e sia l'ipnosi che le cure mediche erano rimaste infruttuose, mi sembrò di non avere altra scelta che tornare al metodo dell'esorcismo, che prima aveva costretto i presunti demoni a lasciare la presa e era sembrato fornisse almeno un sollievo temporaneo alla donna sofferente

Herr von Wangenheim dice che l'esorcismo con preghiere e imposizione di mani continuò tutto il giorno e per buona parte della notte:

Verso l'una o le due del mattino, gli attacchi sembrarono perdere un po' del loro orrore, e il linguaggio del demone divenne più blando, quasi piagnucoloso. Egli poteva sentire, disse attraverso la bocca della paziente, che avrebbe dovuto lasciare il corpo della donna, ma essi avrebbero dovuto dargli qualche tempo e non fare pressioni così forti… Se loro avessero compreso quanto orribile era là fuori (a questo il corpo della donna rabbrividì), essi avrebbero avuto pietà di lui e non gli avrebbero dato addosso così crudelmente

 

Sotto ipnosi il mattino seguente, Anna Maria riferì che il demone era ancora dentro di lei, ma che stava divenendo più docile e che era pronto a pentirsi. Sarebbe in verità uscito quel giorno, tra le undici e mezzogiorno, ma non poteva farlo prima di aver confessato tutti i suoi peccati. Essi avrebbero dovuto trascrivere, aiutarlo con domande e ricordargli continuamente dire la verità. Questo fu fatto, e la storia che venne fuori era quella di un uomo che durante la sua vita aveva commessio ogni tipo di trasgressioni, bevendo, fornicando, mentendo, rubando e commettendo adulterio, e alla fine finì suicida. Secondo von Wangenheim, che registrò la confessione, un certo numero di dettagli furono successivamente verificati. Anna Maria fu presa da gravi convulsioni; soffiò e gridò e per tre volte cadde in uno svenimento simile alla morte. Poi il demone se ne andò.

Sfortunatamente per l'infelice donna, la sua malattia riprese qualche giorno dopo, questa volta con un demone differente. Questo fu espulso, ma ne arrivò un altro, cosicché ora si erano avute cinque ricadute. La liberazione arrivò, finalmente, ma in modo completamente inaspettato per il lettore, e il resoconto di Kerner termina con una intrigante nota di mistero.

 

 

Era diventato chiaro che il solo scacciare il demone non era sufficiente, perché ogni volta appariva un altro a prendere il posto lasciato dal precedente. Se la sfortunata donna doveva essere curata completamente, si doveva trovare una via di proteggerla in futuro. Alcuni miei amici indagarono per mio conto e scoprirono che esisteva una persona che viveva molto lontano da lì che oltre ad avere una forte fede, aveva anche avuto parecchie esperienze in materia. Non sono autorizzato a rivelare niente di più su di lui. Egli venne e riuscì con la forza della sua fede e della sua magia (di cui non è permesso dare una descrizione dettagliata) a compiere ciò che prima non era stato possibile. Non solo liberò l'infelice donna dal demonio, ma la protese pure contro ogni futura possessione. Dopo un fiero combattimento di tre giorni e nelle solite circostanze, il demone se ne andò, un diavolo che era ritornato tra i diavoli.

 

 

Anna Maria Uz non ebbe più incidenti demoniaci e più di un anno dopo suo marito scrisse una lettera contenta al Dottor Kerner, dicendo che ella continuava a stare bene, a pregare e a lavorare e a ringraziare Dio, che con l'aiuto del Dottor Kerner l'aveva liberata dalla malattia che l'aveva gravata per così tanti anni.

Quando al misterioso guaritore del resoconto di Kerner, che impedì così efficacemente qualsiasi ricaduta di Anna Maria Uz, Kerner non rivela la sua identità in nessuno dei due suoi libri sulla possessione diabolica. La risposta all'enigma fu trovata con una laboriosa ricerca di archivio dal folklorista tedesco Heino Gehrts, un noto esperto della vita e dei tempi di Kerner, e ciò che egli trovò rende il mistero più profondo. Il nome del guaritore era Jacob Dürr. Era un sarto di Kirchheim unter Teck, un villaggio vicino a Tubinga, una città universitaria della Germania settentrionale. Gehrts lo chiama "l'ultimo sciamano tedesco". Quest'uomo era nato nel 1777. Come abbia potuto aver accesso a antiche e dimenticate tradizioni pagane rimane ignoto. Ma i suoi contemporanei attestano il fatto che possedeva quella che chiamava una cintura magica, aveva una estesa conoscenza del folklore e delle formule magiche e conosceva come fare amuleti e come usarli. Era un esperto erborista, e creava innumerevoli preparati e polveri altamente efficaci, come pure applicava una antica forma di aromaterapia, dando alla vittima di possessione demoniaca sacchetti di erbe dal forte aroma da annusare per ridurre gli attacchi demoniaci. Era anche chiaroveggente, in continuo contatto col mondo degli spirito, e comunicava con i suoi abitanti in un "inintelligibile linguaggio spirituale". Se non poteva recarsi immediatamente ad aiutare un paziente, era noto che mandava spiriti aiutanti, e raccontava molte storie stupefacenti sui demoni e i morti, gli angeli e i diamoni che erano la sua compagnia quotidiana.

Giudicanto dalle notizie su di lui, Dürr doveva essere stato in uno stato di ininterrotta trance religiosa, col conseguente disorientamento interpretato dai contemporanei come "ubriachezza". Ma non era un ubriacone. Come scrisse il professor Eschenmayer, un amico di Kerner, aveva una costituzione peculiare. Persino poche gocce di caffè lo facevano tremare, e un po’ di vino lo poneva in uno stato estatico. Questo ci ricorda le bevande rituali degli sciamani del centro america, che usano bevande alcoliche come droghe per l'induzione della trance. "Cosa dovrei fare?" è stato riferito che dicesse il sessantenne Dürr. "Dove traggo la forza per le cure? Sono a stento capace di mangiare qualcosa, il vino è l'unica cosa che mi aiuta a reintegrare le forze".

Kerner si rivolse a Dürr per aiuto quando capì che non poteva chiudere con successo il cado di Anna Maria Uz, il suo primo paziente con possessione demoniaca. Dopo aver lavorato con Dürr, capì che senza le abilità esorcistiche di questo vecchio guaritore campagnolo, non avrebbe potuto ottenere la sua guarigione permanente. Da allora, Kerner non intraprese alcuna cura per possessioni demoniache senza l'aiuto del vecchio sciamano. Quando, alcuni anni dopo, Dürr si sforzò eccessivamente durante uno degli esorcismi e apparentemente perse la sua forza, Kerner interruppe la loro collaborazione, rimandò a casa tutti i pazienti che venivano per essere curati, e non intraprese più alcun esorcismo. Dürr, comunque, successivamente recuperò i suoi poteri, e un impressionante numero di casi curati con successo sono oggetto di resoconto

Il fatto che Kerner non rivelò l'identità di Jacob Dürr non è solo perché le loro strade si separarono. Era anche una espressione del conflitto tra la nuova biomedicina basata scientificamente insegnata nelle università e le pratiche del folklore. Questo conflitto, come nota Gehrts, stava appena emergendo durante la prima metà del diciannovesimo secolo. Medici con preparazione universitaria tentavano di sottrarre la gente al barbiere, al fabbro ferraio, e dall'erborista a cui essa era solita rivolgersi per le cure della propria salute. Gli accademici avevano lo stato dalla loro parte e vennero approvate leggi contro le "frodi". A dispetto di questo evidente successo come guaritore e malgrado le intercessioni dei suoi numerosi pazienti, Dürr fu ripetutamente multato e persino messo in carcere. Kerner si rese conto che il tirocinio accademico che aveva ricevuto l'aveva privato della sua fede ingenua ma potente ed era per questa ragoine che non eveva successo nella cura della possessione demoniaca. Dürr era solo uno di tanti guaritori popolari a cui egli si rivolse per aiuto, sebbene il più efficiente, e con l'anonimato forse Kerner tentò di proteggere il suo sciamano di campagna da ulteriori persecuzioni.

Sebbene siano passati più di due secoli, quel conflitto tra le tradizioni popolari e il potente establishment della medicina moderna non è stato tolto di mezzo come si può vedere dalla storia di Anneliese Michel.

 

 

 

 

un caso di possessione diabolica nello yucatan negli anni ottanta

 

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Le storie di possessione demoniaca hanno sempre affascinato la gente e il ventesimo secolo non fa eccezioni. Il film L'esorcista,basato su un caso reale, è stato riproposto più volte, negli USA e altrove. Ostaggio del diavolo, del padre gesuita Malachi Martin, che ricostruisce sei casi di possessione contemporanea, fu ampiamente letto in Germania e nei paesi dilingua tedesca. Il caso di un'infermiera chiamata Magda, descritto da Adolf Rodewyk, altro padre gesuita, ha avuto quattro edizioni dalla data della pubblicazione, nel 1965.

E tuttavia la possessione demoniaca non è semplicemente materia di storie spaventose. Come spiegato sopra, si tratta di cambiamenti fisi e fisiologici catastrofici, che danno grande sofferenza a chi ne è afflitto. Per dimostrarlo, saranno descritti due casi recenti. Essi mostrano anzitutto quanto poco i sintomi di questa malattia siano cambiati nel corso del tempo, cioè, quanto sia stabile la sindrome, e in secondo luogo sollevano l'importante questione sul ruolo, se ce ne può essere uno, che la moderna psichaitria e medicina allopatica (la medicina moderna a base scientifica) possono avere nella cura.

Entrambi i casi riguardano ragazze giovani. Una, chiamata Marci, è di Xb. una piccola comunità di contadini Maya nello Yucatàn, circa sei chilometri da Utzpak, il villaggio dove si trova la congregazione che se ne è occupata. L'altra è Anneliese Michel, una studentessa universitaria tedesca. In molti aspetti le loro esperienze di possessione sono identiche, sebbene esse provengano da background così tanto differenti, la prima da un villaggio tradizionale, la seconda da una moderna città occidentale. Ma ci sono anche differenze, come vedremo, la più significativa delle quali è che Marci oggi è viva e in buona salute, mentre Anneliese morì.

 

La storia di Marci

L'esperienza della possessione e dell'esorcismo di Marci si intrecciarono con le vivende di Felicitas D. Goodman nel gennaio 1985, quando riprese il lavoro sul campo con la congregazione. L'esorcismo era statao concluso qualche settimana prima del suo arrivo, ed era il principale argomento di conversasione, tanto più che Gregoria (nome fittizio), uno dei suoi più fidati informatori, era stata uno dei due esorcisti. Gragoria era una contadina estremamente intelligent, la madre di dieci figli e un membro attivo della congregazione del Tempio. Goodman registrò l'intervista di Gregoria e in più parlò con tutti coloro che erano stati coinvolti nel caso, inclusa la stessa Marci.

Quando Marci aveva dodici anni, suo padre, per una notevole somma di denaro, acconsentì a mandare la ragazzina da un vecchio come partner sessuale stabile. In precedenza aveva stipulato un analogo affare riguardo la sua figliastra più vecchia. Marci, però, rifiutò di andare dal vecchio e stabilirsi a casa sua. Un giorno, qunado sua madre era assente per lavorare nel campo della famiglia, il padre di Marci preparò un piatto di uova strapazzate e ne fece anche per Marci. La madre di Marci in seguito insistette che l'uomo aveva mescolato una polvere magica nella porzione di Marci. Queste polveri sono vendute alla luce del sole nel mercato di Tizimin, una vicina città di provincia. Questo perché non appena mangiate le uova, Marci si ammalò. Era sconsolata, piangeva incessantemente, e per ore correva senza sosta per le strade del villaggio. Sua medre laportò dai medici nella clinica statale. Dopo averla esaminata, arrivarono alla cunclusione che soffriva di nervi. Nell'America Latina è una diagnosi onnicomprensiva adottata ogni volta che le donne lamentano depressione. Non c'era bisogno di preoccuparsi, dissero, sarebbe passata.

Ma invece, le condizioni di Marci presero decisamente a peggiorare. Sua madre la portò dagli "spiritisti", guaritori spirituali a Tizmin e anche a Motul, un'altra città provinciale. Ma Marci era impaurita dai teschi che vedeva in queste case, e i guaritori non poterono aiutarla. Marci reagiva a stento quando qualcuno le parlava. Si spogliava di fronte ad estranei e una volta, durante una visita a Utzpak, scandalizzò la madre di Gregoria, Dona Eusebia, la principale informatrice di Goodman, andando al suo cancello tirandosi giù i pantaloni e sporgendo il bacino, urinando in piena vista degli uomini all'angolo della strada. Ebbe anche numerosi attacchi di convulsioni. Come Gregoria racconta la storia:

 

 

Vidi Marci per la prima volta a metà del 1983. Ero al mercato e la notai perché l'intera parte superiore del suo braccio era bruciata. Dal momento che non la conoscevo, chiesi a un ragazzo che vendeva a un banchetto, "Che è successo a quella ragazza?" "Dicono che è caduta nel focolare, nella pentola del cibo" "E perché è caduta?" "Dicono che soffre di los nervios, e ha anche degli attacchi" disse quello.

Il giorno successivo la vidi ancora al mercato, era accovacciata in mezzo alla strada. "Che succede a quella ragazza?" chiesi a sua madre. Con una voce sconfortata sua madre dissa "E' malata. I dottori dicono che sono los nervios. Non ri rimette proprio. Ho provato aportarla dai dottori per due anni e non possono fare nulla". Coì le disi, "Se credi che Dio può curarla, abbiamo un tempio e puoi andarci e pregheremo su di lei, cosicché Dio la farà star bene. "Lei ascoltò ma non venne mai al tempio, dicevano perché era cattolica.

Circa un anno dopo al merato, incontrai Chucha, la sorella di sua madre, che è un membro della nostra congregazione. Mi disse che Marci d sua madre erano andati da Xb a visitarla, ma Marci era molto malata. Così dissi "verrò il pomeriggio per vedere cosa c'è con lei, che malaggia ha e pregheremo per lei" Chiesi se dovessi dire di venire a Manuel, il nostro predicatore. "No", disse "glie l'abbiamo ciesto ma è venuto solo una volta e non è tornato. Ha detto che era posseduta dai demoni, e che non vuole pregareper lei. Dice che se una persona come lui non è preparata, i demoni lascereblero la ragazza e possiederebbero lui. Manuel è spaventato dal Diavolo" disse Chucha, "non può resistergli , e d ecco perché non è tornato". Così chiesi a Fratello Alfredo, cheè anche lui un predicatore e è imparentato per parte di madre a Chucha.

Alfredo arrivò a casa di Chucha per primo e Marci non era tanto malata che lui ripartì alla ricerca qi qualcuno che avesse potuto aiutarlo nella preghiera. "Vieni subito" gli disse "sua madre non mi è di alcun aiuto, non ha alcuna idea di cosa significh pregare e non conosce niente della Parola di Dio". La ragazza, disse, era in fin di vita. Si rotolava sul pavimento, il diavolo stava per ucciderla.

Così corremmo a casa di Chucha,lui con la bici, io a piedi, e cominciammo a pregare. Non appena cominciammo, il diavolo la attaccò anche peggio. Si contorse al suolo, la schiuma alla bocca, ebbe un attacco che poteva a stento sopportare, era vicina al soffocamento e non poteva neanche più gridare Continuammo a pregare, e alla fine si calmò e poté alarsi dal pavimento. Ma non era guarita. Iniziò a insultarci nel modo più osceno, persino Alfredo, e disse blasfemie su Dio. Alfredo, che non era preparato per questo, afferrò un bastone e cominciò a picchiarla, ma gli chiesi di fermarsi. "Stiamo combattendo uno spirito maligno", dissi, "e stai battendo la carne. La Bibbia dice che il diavolo può esere sconfitto solo con digiuno e preghiera"

 

 

Durante le settimane successiva, Gregoria e Alfredo, spesso insieme al padre di Gregoria e alla figliastra di Chucha, vennero ogni giorno dopo il servizio al tempio e perarono per Marci per molte ore. Essi tentarono di portarla al tempio ma Manuel lo proibì, perché lei spesso vomitava o sputava, sebbene sua madre mettesse della carta sul pavimento di fronte a lei. Quando era sveglia piangeva come un bambino e li pregava, "lasciatemi morire. sto bruciando. Mi stanno torturando. Mi fa male dappertutto, mi vogliono uccidere". O diceva, "Non pregate, quando pregate mi brucia". Poi iniziava a tremare e entrava in convulsioni e si contorceva. Fequentemente Gregoria la doveva tenera a terra mentre Alfredo leggeva la Bibbia, specialmente il salmo 91, pregava con parole sue, o imponeva la Bibbia sulla ragazza presa da furia. Provarono a farla inginocchiare, ma lei resisteva. Spesso aveva dei conati, come se stesse per vomitare qualcosa di grosso. Produceva grandi quantità di saliva che lasciava una macchia bluastra sul pavimento di cemento e con questo i suoi attacchi cessavano, solo per ricominciare di nuovo. Persino quando giaceva nella sua amaca, la schiuma usciva dalla bocca e ristagnava in pozze sul pavimento. Alla notte qualche volta i presenti udivano un rumore come se un cavallo era saltato sul pavimento. I piatti si scuotevano nella credenza e l'intonaco cadeva dai muri. Poi i demoni si annunciavano. Nel racconto di Gregoria:

Riconoscevamo l'arrivo del diavolo perché Marci cominciava a bestemmiare, e urinava. E' così che sapevamo che era arrivato il diavolo.

All'inizio c'era un gran numero di demoni; in seguito rimasero solo due, ma rifiutarono di dire i loro nomi, sebbene Gregoria continuava a chiederglielo. Marci era praticamente analfabeta, non sapeva leggere né scrivere, tuttavia i demoni apparivano altamente istruiti. Essi indicarono un gran numero di luoghi dove "senza usare un autobus o un aereo" avevano vagato negli ultimi duemila anni, località del Messico e degli Stati Uniti e altri luoghi i cui nomi Gregoria non riconosceva. I demoni descrissero anche dispute nel tempio di cui Marci non poteva avere consocenza. Quando i demoni parlavano, non sembravano mai come Marci. O usavano una voce sottile o la voce tremula di una donna molto anziana, e persino il tono profondo di un vecchio. C'era una curiosa intonazione in quello che dicevano, una cantilena monotona con un occaionale singulto che la figlia di otto anni di Gregoria era felice di imitare e mostrare a Goodman.

Persino quando non c'erano preghiere esorcistiche, Marci assudava un odore repellente, tanto che la nonna che viveva con la famiglia nella loro casa composta di una sola stanza non poteva sopportarla. Così la famiglia aveva costruito una capanna di carta catramata e pietra calcarea per Marci e sua madre a qualche distanza dalla casa. Questo rischiò di causare una tragedia. I demoni di Marci tentarono di uccidere la madre. Gregoria e un gruppo di donne che erano venute a visitare udirono grida, "venite, aiutateci, la uccideremo!". Essi arrivarono alla capanna appena in temo, Marci aveva afferrato la madre alla gola e stava per ucciderla strangolandola.

Ella causava alla famiglia molta angoscia anche in altri modi. Continuava ad attaccarli con torrenti di insulti e maledizioni. Li scandalizzava prendendo il gatto e mettendoselo al seno come per allattarlo. Se aveva un attacco particolarmente grave, persino sua nonna cominciava a tremare. Creature mostruose invadevano la casa. Enormi tarantole uscivano da una crepa del muro e passavano sul pavimento e durante la notte un gufo continuava a fare il suo verso sul muro del giardino.

Marci acchiappava anche alcuni polli della zia e anche il suo prezioso tacchino. Li uccideva torcendogli il collo e poi tentava di lacerarli con i denti. Strappava banane acerbe dagli alberi e le mangiava con la buccia e tutto e prendeva manciate di peperoncino selvatico e se ne riempiva la bocca. Aveva una forza enorme; poteva sradicare alberi di banana alti più di sette piedi, o strappare larghi pezzi di calcare, il materiale da costruzione della regione, e metterli in mezzo alla strada. Spesso lanciava pietre ai passanti, e in almeno una occasione ferì una donna. Con le sue mani rigide come artigli afferrò la lingua di sua zia e la lacerò. Chucha mostrò a Goodman la lacerazione quando arrivò a gennaio. La ragazza sentiva sempre caldo e continuava a chiedere un bagno.

Un giorno sfuggì alla madre e andò ad una piccola cappella ai bordi del villaggio, dove un contadino aveva messo una statua della Vergine Maria e di San Isidro, il santo patrono dei contadini. Gettò le statue in mezzo alla srada, le ruppe e poi fuggì nei boschi pieni di rovi di una masseria abbandonata. Sua madre la rotrovò e la trascinò per i capelli. Se si fosse trovata lì la notte, il proprietario infuriato della cappella l'avrebbe sicuramente uccisa. A volte c'erano periodi in cui non poteva muoversi, e giaceva nell'amaca come morta.

Le preghiere esorcistiche non sembravano avere molta efficacia. la stagione delle piogge era passata; il tempo divenne asciutto, prima Ottobre poi Novembre. Ripetutamente, Manuel dichiarò nel Tempio che ciò che gli esorcisti stavano facendo non era di Dio. Dopo tutto, gli apostoli non avevano dovuto pregare per mesi quando esorcizzavano spiriti maigni. Essi li scacciavano con un unico comando. Era ovvio che la ragazza non poteva essere curata. Persino la famiglia di Marci era pronta ad arrendersi. "Non posso più sopportare tutto" si lamentò la madre. "Infuria notte e giorno, non può dormire, né avere riposo per un istante. Non mangia niente, sta diventando sempre più emaciata. Sicuramente ci morirà". Gli esorcisti alla fine concordarono che dovevano ancora una volta cercare aiuto medico. Con le parole di Gregoria:

 

 

Così andammo alla clinica pubblica. Alfredo, io, Chucha e sua madre. Il dottore le chiese "Quando è iniziata la tua malattia?" perché gli avevamo detto cosa era avenuto. "Io non sono malata" disse. "Per duemila anni ho vagabondato sulla Terra, per duemila anni ho tormentato le persone in questo modo" "Tua madre mi dice che non la rispetti, che urli continuamente" "Non mi hai mai sentito. Mai in nessun momento hai sentito una cosa simile" rispose lei. Parlava in modo del tutto ragionevole. "Bene" disse il dottore, "non c'è medicina per questo tipo di malattia. Possiamo restituirvi il denaro dell'autobus. Vi suggerisco di portarla al manicomio"

Discutemmo la faccenda e io dissi, "non accetteremo il denaro. Dopotutto non c'è modo che possiate curare uno spirito. Voi sapete che non ci sono cure per gli spiriti maligni. Come potete guarire uno spirito, è come il vento. I medici non possono vederlo, e così come possono dire ciò che non va? Persino questo medico, che è protestante, non conosce a sufficienza la bibbia. Non aveva idea di cosa si trattasse quando Marci ha detto, "Ho vagabondato sulla terra per duemila anni e tormentato la gente" Questa faccenda non è cominciata adeso. Avete sentito che ha chiesto alla ragazzina "A perché stai faendo queste cose?" e il modo in cui lei ha risposto, "Perché mi fai queste domande?"

E così Alfredo disse, "Va bene, andiamocene. Questo medico non ci può aiutare". "Noi ce ne andiamo" disse al dottore "e la ringraziamo" perché il dottore non ci aveva fatto pagare la visita. Ci diede delle compresse che avremmo dovuto dare a Marci in modo che si calmasse un po' e potesse riposare. Ma dopo che le prese, il demone aveva ancora più furia. Dissi alla madre, "Se credi che tua figlia possa stare meglio, allora sarà curata, devi essere paziente, perché non possiamo sapere quando Dio fa i suoi miracoli".

 

 

Così gli esorcisti continuarono con le loro preghiere, e di tanto in tanto chiedevano ai demoni quando si sarebbero decisi ad andarsene. La risposta era "Ce ne andremo immediatamente, ma domani mattina alle cinque saremo di nuovo qui". E puntualmente, non appena l'orologio della città suonava le cinque, ritornavano. Ma un giorno, circa due mesi prima di Natale, il demonio improvvisamente disse, "In mezz'ora me ne andrò, e non tornerò". Nelle parole di Gregoria:

 

 

Il giorno successivo era domenica, verso le undici di mattina, esattamente quattro settimane fa, e incontrai Chucha al mercato, e mi disse, "Lo sai, Marci ha dormito da ieri. Non si muove, non si alza, non fa niente. Non ha fatto colazione". "Lasciamola stare" dissi, "verrò appena posso". La famiglia aveva paura di svegliarla, perché in passato li aveva colpiti. Verso le quattro del pomeriggio, mi recai a casa di Chucha. "Non si è ancora alzata" disse sua madre. "Sta sotto le coperte e non si muove". Io la toccai, ed era molto calda. Provai a sentire le pulsazioni, ma non potei percepirle. Mi chiesi se si trattva di un altro attacco. Così dissi alla madre "Prepara un tè di foglie di arancio sbriciolate". Provai a sollevare Marci, ma non ce la feci. Lacrime scorrevano dai suoi occhi, ma non poteva aprirli. Le chiesi se sentiva male da qualche parte ma lei scosse la testa. Così le sollevai la testa e le diedi il decotto. Ne bvve nezza tazza. Dissi alla madre, "Preparatele qualcosa da mangiare". Poi con l'aito del fratello, che è più giovane di me, la facemmo mettere seduta sull'amaca, perché se la lasciavamo giacere sarebbe morta di inedia. Prese il cibo e ne mangiò due scodelle colme "Meglio toglierglielo ora" dissi alla madre" Non ha mangiato niente ieri, forse ne assumerò altro pià tardi" Poi Marci uscì dalla capanna per fare i bisogni, poi torno e iniziammo a parlare "Perché ti sei messa a letto ieri?". "Mi faceva male la pancia". "Verrai alla funzione al Tempio, stasera?". "Sì", disse in modo abbastanza normale.

 

 

Le portarono un secchio d'acqua, in modo che potesse lavarsi, e la sera venne alla funzione. Un altro fratello conduceva la cerimonio,non manuel. Cantammo molti inni, e lo Spirito Santo si manifestò in Marci, e lei danzò in modo bellissimo e sembrava che non si fermasse mai.

Durante le prime due settimane del gennaio del 1985, cioè appena quattro mesi dopo la sua liberazione, Goodman fece visita a Marci e alla sua famiglia un certo numero di volte e parlai con lei. Era timida, come erano normalmente le adolescenti Maya. Gregoria provò a farle raccontare alcune delle cose che i demoni avevano detto, ma era ovvio che era diventata completamente amnesica rispetto agli eventi dei sei mesi passati. Ricordava come era cominciata la malattia e sapeva che era stta malata a lungo. Con calma continuava a dedicarsi al lavoro di casa e al telaio verticale dove lei e la madre tessevano amache per venderle.

Gregoria confidò di essere preoccupata che la malattia non ricominciasse, perché c'erano delle chiacchiere al ritorno delle due donne a Xb. Era preoccupata che il padre di Marci potesse ancora usare la stregoneria contro sua figlia. Due volte era venuto a vederla quando era malata, ma le arance che aveva portato le avevano fatto male. Si diceva anche che spandesse polveri maleficiate in casa di Chucha, perché dopo le sue visite i demoni erano ancora più rabbiosi. Così Chucha gli chiese di non venire più. Comunque, secondo le lettere ricevute da Goodman, Mari continuò a stare bene. L'ultima volta che Goodman vide Marci al tempio, la domenica prima di lasciare lo Yucatan, era inginocchiata all'altare con sua madre tra quelle che avevano chiesto di essere battezzate la settimana successiva.

Se paragoniamo ciò che sperimentò Marci con i sintomi di possessione demoniaca precedentemente descritti, notiamo che l'unica cosa che manca è l'autoaggressione, che è così evidente nel caso di Anna Maria, come descritto da Kerner. Possiamo ipotizzare che questo comportamento estremo non ebbe luogo perché gli esorcisti apostolici la trattarono più o meno all'inizio della fase acuta, che nel caso della paziente di Kerner si era ripetuta più volte prima che a Kerner fosse chiesto di curarla.

 

 

 

 

il caso di possessione di anneliese michel in germania negli anni settanta

 

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La storia di Anneliese Michel

Felicitas Goodman ebbe notizia del caso da un breve pezzo su Newsweek del 23 agosto 1976, che riferiva che questa studentessa universitaria di 23 anni, affetta da crisi di epilessia, era morta mentre veniva esorcizzata. Presunti demoni, tra cui Lucifero, Giuda, Nerone e Hitler avevano parlato dalla sua bocca. C'erano delle registrazioni delle sessioni esorcistiche che contenevano "grida incoerenti mescolate a furiose bestemmie e volgarità". Goodman archiviò il documento per uso futuro come un altro caso moderno di possessione demoniaca.

Inaspettatamente, la faccenda ebbe un seguito nella primavera del 1978, quando un notiziario della NBC riferì che il caso di Anneliese Michel aveva condotto ad una indagine criminale. Al processo che ne seguì i quattro imputati, i genitori di Anneliese e i due saerdoti che col permesso del loro vescovo avevano effettuato l'esorcismo furono arrestati per omicidio accidentale. Essi ottennero la libertà condizionale e la condanna al pagamento delle spese giudiziarie. Sembrò da questa svolta degli eventi che la corte fosse convinta di una connessione causale tra l'esorcismo e la morte della ragazza. Questo ere curioso, perché in tutte le numerose comunità religiose sparse per il mondo in cui 'sorcismo era praticato, l'esperienza era che il rituale salvava la vita dell'ammalato e non facendolo se ne poteva causare la morte. Goodman decise di provare ad indagare sul caso

Alla fine, con l'aiuto di uno degli avvocati difensori, ottenne accesso a tutti i documenti giudiziari, più di ottocento pagine. Padre Renz, il principale esorcista, le permise di fare una copia dei nastri audio di quarantadue sedute di esorcismo. Goodman si recò in Germania e intervistò tutti i personaggi principali coinvoltinella storia. Alcuni di loro scrissero ciò che ricordavano su sua richiesta. In tal modo Goodman disponeva di una completa documentazione sul campo completa quanto poteva essere senza essere stata presente al tempo dei fatti. Questo le rese possibile di ricostruire ciò che accadde ad Anneliese Michel, e di formulare delle ipotesi sulla sua morte.

Anneliese era nata nel 1952, figlia di una famiglia di artigiani cattolico di classe medio-bassa. Suo padre e suo fratello possedevano una segheria a Klingenberg, una piccola cittò bavarese, dove Anneliese crehhe. Era una bambina malaticcia, un anno indietro a scuola a causa di diverse malattie avute nell'infanzia. Ma negli studi andava piuttosto bene. Poi, verso i sedici anni, ebbe un momentaneo e totale mancamento a scuola, e la notte successiva un attacco convulsivo in cui si morse la lingua. Sentiva come se una forza gigantesca la tenesse a terra. Il tutto durò quindici minuti.

Un intero anno passò senza eventi di rilievo, poi, nell'Agosto del 1969 si ebbe lo stesso tipo di attacco. Questa volta sua medre la portò dal medico di femiglia, che li indirizzò al Dottor L. un nrurologo di Aschaffenburg, una cittadina di maggiori dimensioni dei dintorni. Egli fece un certo numero di test e non trovò nulla. Come dichiarò al pubblico ministero successivamente, "Neurologicamente e psicologicamente tutti i riscontri erano negativi". L'EEG era normale. Ma per spiegare i due attacchi notturni, suppose che la ragazza avesse una patologia cerebrale di tipo convulsivo, cioè epilessia. Durante le udienze, non si ricordò se le avesse prescritto come anticonvulsivante il Dilantin (fenitoina sodica) a quel tempo, o se fu più tardi, durante la seconda visita.

All'inizio del nuovo anno scolastico, Anneliese si ammalò. Dovette togliersi le tonsille, poi contrasse polmonite e pleurite complicate da una infezione tubercolotica. A Gennaio dovette essere spostata in un ospedale di Aschaffenburg, e poi a un sanatorio sui monti della Bavaria meridionale. Fu lì, nel giugno 1970, che arrivò un altro attacco. Venne esaminata da un neurologo della città vicina. Il suo EEG era normale, ma dal momento che lei aveva avuto accacchi in precedenza il medico raccomandò un medicinale anticonvulsivante. Fu subito dopo la visita, mentre Anneliese era ancora nel sanatorio, che ebbe la prima visione di volti satanici con ghighi crudeli.

Sebbene le paurose visioni avvennero molte altre volte, lei non lo disse al neurologo. I risultati del suo EEG erano normali e in agosto fu dimessa dal sanatorio. Proprio prima l'inizio della scuola a Settembre, ci fu un altro attacco. Le sue nuove compagne di classe la trovarono chiusa in se stessa e "profondamente religiosa". Durante visite di controllo presso vari specialisti, le furono diagnosticati problemi circolatori, ma al riguardo non fu atto niente. Invece, il medico di famiglia, notando la ripresa delle crisi, le prescrisse un altro anticonvulsivante.

Gli ultimi due anni delle superiori videron Anneliese sempre più apatica e depressa. Ebbe alcuni episodi di breve "assenza". cioè incoscienza, poi nel giugno 1972 ci fu un'ultima intensa crisi e dopo di quella il problema sparì del tutto. Ma ricordando che all'inizio del precedente anno scolastico c'era stato un altro attacco, sua madre preoccupata insistette per un'altra visita col neurologo di Aschaffenburg. L'EEG era normale e rimase normale anche negli esami successivi, ma tenuto conto degli episodi pregressi, il medico prescrisse l'anticonvulsivante Dilantin.

Nel frattempo, comunque, Anneliese non si sentiva affatto normale. Diventava "rigida" di frequente, cominciò ad emanare un puzzo terribile non notato da altri, le facce ghignanti la affliggevano dovunque si trovasse e un terrore gelido sorgeva improvvisamente nel suo corpo. Ricorse sempre di più all'aiuto della preghiera, sebbene sua madre osservasse che quando passava accanto alla statua della Vergine Maria nel soggiorno, le sue mani si trasformavano in artigli e i suoi occhi divenivano completamente neri, come se odiasse la madre di Dio.

Questi problemi divennero anche più evidenti quando visitò con suo padre un santuario della Vergine Maria in Italia, a San Damiano. Il santuario non era ufficialmente riconosciuto da Roma, ma era molto popolare tra i fedeli e era la meta di molti pellegrinaggi organizzati. la visita si trasformò in un devastante disapponto per Anneliese. Non riuscì neanche a entrare nel santuario; il terreno bruciava sotto i suoi piedi e doveva distogliere lo sguardo dall'immagine di Cristo. Sulla via di casa, nell'autobus, ruppe un rosario, essudò un puzzo repulsivo, e parlò per la prima volta con una voce mascolina e profonda. Canzonò anche la devota guida del tour e strappò una medaglia che la donna aveva. "La mia volontà non è propriamente la mia", avrebbe detto in seguito. Sentiva che qualcun altro stava manipolandola, e non poteva farci niente.

Prima di andare all'università a Wurzburg, nel settembre del 1973, dietro insistenza di sua madre, tornò dal Dottor L. per un'altra visita. Si lamentò che non aveva potere di decisione e si sentiva completamente vuota dentro. Gli disse delle distorge facce spettrali che la tormentavano e che pensava fossero entro di sé. Rifiutò di descrivere a cosa somigliassero, ma le chiamò diavoli. Quando il medico chiese cosa le facesse pensare che lo fossero, non rispose. Predisse una imminente fine del mondo a causa di un acceso conflitto. Il medico aggiunse un altro anticonvulsivante alle sue prescrizioni e, secondo la madre di Anneliese, suggerì anche che consultassero un gesuita. E' rivelatore del clima dell'epoca che costui successivamente negasse con forza questa accusa.

Anneliese non tornò più da lui, rivolgendosi invece a specialisti di Wurzburg. Come ovvia reazione allo scetticismo del Dottor L., non menzionò più i mostri ghignanti o la fine del mondo a nessun esponente della classe medica. Disso loro solo di ciò che a lei sembrava essi potessero gestire, la sua depressione, i suoi gravi mal di testa, il puzzo continuo. Per i suoi altri problemi, quelli che iniziò a considerare esclusivamente entro i confini della religione, lei e i suoi genitori iniziarono a consultare vari sacerdoti.

Il primo suggerì cure mediche. Ricordando il consiglio del Dottor L. riguardo ad un geuita, essi si rivolsero successivamente per lettera a Padre Adolf Rodewyk, un noto autore sul tema della possessione diabolica. Egli ritenne che si trattasse di possessione, ma si rifiutò di intervenire a causa della sua età avanzata. Dette loro il nome di un altro sacerdote che pure rifiutò di intervenire, consigliando test neurologici. Ma nel frattempo, due giovani preti di Aschaffenburg avevano avuto notizia del caso e avevano cominciato a interessarsi della malattia di Anneliese. Uno specialmente, Padre Erst Alt, sebbene consigliasse di continuare le cure mediche iniziò anche a pregare con lei, e iniziò a scrivere al vescovo della diocesi per conto della ragazza. Divenne sempre più convinto che era necessario un esorcismo, ma era necessaria l'approvazione ufficiale della Chiesa cattolica prima che il rito potesse esere celebrato e il vescovo esitava. Il permesso fu concesso solo dopo un esame approfondito del caso. Nel frattempo padre Alt parlò molto con lei e questo, insieme alle preghiere e alle benedizioni sacerdotali sembrò giovarle. La ragazza si sentiva abbastanza fiduciosa da andare a Wurzburg e iniziare l'università, per laurearsi in educazione elementare.

Una volta là, però, e a dispetto della guida spirituale di padre Alt, delle sue stesse lunghe preghiere nelle chiese di Wurzburg e di un nuovo fidanzato comprensivo, i suoi problemi si aggravarono. Alla clinica neurologica dell'università un EEG mostrò alcune scariche nella regione temporale sinistra, che nell'opinione del terapeuta addetto al caso confermava la diagnosi di epilessia. Il suo medicinale fu cambiato nel Tegretol, ma questo non portò alcun sollievo. Fu mandata alle sessioni di terapia di gruppo, dove si sentiva del tutto fuori posto. Perciò rifiutò di continuare. Soffriva di improvvise paralisi del lato sinistro, ma il suo EEG non mostrava più alcuna irregolarità. Solo le preghiere, la guida e le benedizioni di padre Alt e qualche visita a San Damiano col suo fidanzato, Peter arrecavano qualche aiuto. Ma tutto considerato lei sentiva di star perdendo terreno.

Nell'estate del 1975 la nonna materna di Anneliese, che aveva vissuto con la famiglia Michel morì, e nelle sue visite settimanali a casa, Anneliese non trovava più neanche le sue due sorelle, che erano andate a lavorare altrove. Solo Roswita, la sua sorella più giovane, era ancora a casa. La sua perenne ansietà aumentò; iniziò a sentire che era dannata in eterno. Una delle sue amiche all'università ricordò una scena di quel tempo nel loro dormitorio:

 

 

Ricordo un incidente nel luglio 1975. Sedevo con lei nella sua stanza, ed era presente anche il suo fidanzato Peter. Improvvisamente, proprio nel mezzo della conversazione, la sua faccia si contrasse in un vero Fratze, un orribile sogghigno che non posso descrivere in dettaglio. Il suo corpo divenne completamente rigido. Ci volle mezz'ora prima che i crampi scomparissero

 

 

Questi attacchi divennero più frequanti. Anneliese si mise a letto, impossibilitata a muoversi o mangiare. Qualche volta piengeva o urlava incontrollabilmente. Alla fine i suoi genitori la riportarono a casa e lì la fase acuta si scatenò in tutta la sua forza. Camminava su gambe rigide come bastoni. Distrusse rosari e infuriò con urla gutturali. In un momento di remissione, Peter la portò a Wurzburg in modo che potesse iscriversi al semestre successivo, ma la dovette riportare a causa di rinnovati attacchi

Ora le cose divennero ancora peggiori. Anneliese non poteva dormire, al massimo un'ora di riposo per notte. Qualche volta pregava, ma poi continuava a urlare la stessa formula per ore: "O mio Gesù, perdono e misericordia, perdono e misericordia…". Correva per la casa su e giù pe le scale "caracollando come un caprone", nelle parole di Padre Rodewyk, che era venuto per vederla. Si inginocchiava, poi saltava su con incredibile velocità, finché le sue ginocchia non divennero ulcerate, e tuttavia continuava. Poi tremava e si contorceva e cadeva in una completa rigidità che durava giorni.

Aveva una forza sovrumana, prendeva una mela e apparentemente senza sforzo la strizzava finché i suoi frammenti non esplodevano per la stanza. Afferrava Roswita e la scagliava a terra come una bambola di pezza. I suoi muscoli erano tesi come corde, cosicché non poteva inghiottire e iniziava a soffocare. Il suo corpo ribolliva di caloe, e cercando sollievo si rotolava nella cenere di carbone della cantina, riempiva una vecchia vasca di acqua gelata e vi saltav adentro, o metteva la testa nel cassettone del bagno. Si strappava gli abiti e correva per la casa nuda. Il letto le era intollerabile, cosicché provò a dormire al freddo nell'attico, ma urlava tutta la notte e correva su e giù per le scale. Si riempiva la bocca di mosche e ragni e li masticava con carbone o con le sue mutandine bagnate di urina. Attaccava i suoi genitori con colpi ben assestati e morse Peter ad un braccio.

Qualsiasi cosa fosse sacra era un bersaglio. Strappava le foto dei santi dal muro, distruggeva rosari, gettava l'acqua santa di San Damiano nel bagno e rompeva il crocifisso. Dileggiava i sacerdoti  che venivano per pregare per lei, dicendo ad uno "Tieni lontane da me le tue zampe, bruciano come fuoco". Ma per qualche misterioso luogo veniva anche consolazione. La sua nonna morta e una sorella morta da piccola le apparvero e piccole ferite si aprirono nelle sue mani e piedi in una forma che la famiglia interpretò come stigmate.

Disperata, la famiglia cercò l'aiuto di Padre Alt, ma era in vacanza. Così si rivolsero a padre Rodewyk ancora una volta, e questi arrivò all'inizio di Settembre. In una lettera al procuratore generale, descrisse il suo incontro con Anneliese:

 

 

Quando entrai nella casa, Anneliese Michel giaceva, completamente vestita sul pavimento della cucina e naturalmente non le si poteva rivolgere la parola. Credo che fosse in un tipico stato ipnotico, una forma di sonno profondo.

Devo precisare che questo stato è un sintomo di possessione. Io lo designo come una condizione critica.

Inizialmente andai in soggiorno con i genitori e mi riferirono  sulla condizione della figlia. Poi dissi loro di portare Anneliese nella stanza e di farla sedere sul sofa.

Suo padre la condusse nella stanza e la tenne per mano perché tentò di mordere i genitori. Non sembrava emaciata.

Sedetti accanto a lei e tenni le sue mani. Nel suo stato di trance un secondo personaggio si annunciò, dichiarando di chiamarsi "Giuda". Parlava con una voce alterata, molto più bassa di quella di Anneliese.

La tenni per i polsi. Durante la conversazione notai che i suoi muscoli contratti si rilassavano. Lei rinvenne e mi guardò con sorpresa. Apparentemente non mi aveva consciamente notato fino a quel momento. Da quel momento in poi fui in grado di condurre una conversazione completamente razionale con lei. Le dissi che non l'avremmo abbandonata e che l'avremmo aiutata. Stavo pensando ad un aiuto ecclesiastico sotto forma di esorcismo.

Improvvisamente le contrazioni ripresero. Io chiesi alla sua famiglia di riportarla di nuovo in cucina. Dissi loro che sapevo abbastanza sul caso, che avevo trovato conferma delle mie supposizioni che avevamo di fronte un caso di possessione, e che avrei considerato il da farsi. Quando lasciai la casa Anneliese uscì fuori e mi diede uno schiaffo sulla guancia.

 

 

Dopo essere tornato a Francoforte, Padre Rodewyk formulò una opinione, sostenendo che Anneliese era realmente posseduta, e rimarcando il fatto che lei mostrava un disprezzo per gli oggetti sacri e una paura dell'esorcismo, e che il demone che si era impadronito del suo corpo aveva tradito la sua identità. Come risultato dell'influenza di padre Rodewyk e di un ulteriore scambio di corrispondenza con padre Alt, il vescovo finalmente diede il consenso ufficiale per l'effettuazione di un esorcismo e nominò Padre Arnold Renz, un sacerdote parrocchiale di una località vicino Klingenberg, per eseguire il rituale.

Il grande esorcismo della Chiesa Cattlica romana fu messo da ultimo per iscritto nel Rituale Romanum nel diciassettesimo secolo. E' tradizionalmente recitato in latino. Dal momento che è un sacramento e non un rito, l'esorcista possiede una estesa facoltà di variare ciò che dice e in quale linguaggio, e Padre Renz fece ampio uso di questa facoltà, il che conferisce all'esorcismo come registrato nei nastri grande forza e immediatezza.

Come si fa in genere nei rituali esorcistici, anche l'esorcismo cattolico romano avviene in presenza della persona posseduta, dell'esorcista e di un gruppo, spesso familiari e amici della persona tormentata. Il rito inizia con una invocazione pronunciata in comune, a Dio e agli angeli e ai santi. Continua con altre preghiere e passaggi della Bibbia, intercalati con molte preghiere al Signore e alla Vergine maria. L'esorcista può spruzzare acqua santa e toccare la persona posseduta con un oggetto sacro, la sua stola, un crocifisso, o qualche reliqua. A intervalli irregolari pone delle domande al demone che possiede la persona. Perché si è impadronito dell'ammalato? Quando intende andarsene? Qual è il suo nome? Segue un comando esorcistico: al demonio, una volta chiamato per nome, è ordinato di lasciare la sua vittima e di tornare all'inferno da dove proviene.

Il primo esorcismo di Anneliese ebbe luogo il 24 Settembre 1975. Per quella seduta non esistono nastri, solo le annotazioni nel diario di Padre Renz. Esse ci danno una buona idea di come Anneliese apprese rapidamente ad entrare in trance, cioè a istaurare un controllo rituale della possessione:

 

 

24 Settembre 1975. Arrivo alle 16. Iniziato l'esorcismo secondo le istruzioni. Anneliese, o piuttosto i demoni, all'inizio si comportavano abbastanza quietamente. Anneliese è scossa sempre più fortemente. Anneliese, o piuttosto i demoni, reagiscono assai violentemente contro l'acqua santa. Lei inizia a gridare e a scatenarsi.

Anneliese si rende conto di ogni cosa. Si rende conto di ciò che dice; apparentemente è sempre pienamente cosciente. Nessuna amnesia assolutamente. Anneliese è tenuta da tre uomini perché non ferisca sé o altri, dal Signor Hein, dal suo amico Peter, e da suo padre. Vuole mordere a destra e a sinistra. Calcia verso di me. Qualche volta colpisce davanti a sé. All'inizio siede su una sedia, poi sul divano. Non le è consentito stendersi. Talvolta lo fa ma si deve rialzare subito. Si lamenta che il diavolo le siede in fondo alla schiena.

Occasionalmente urla, specialmente se è spruzzata con acqua santa. A volte abbaia come un cane. Dice ripetutamente "basta con questa merda", o "tu pezzo di merda", "tu sporca scrofa", "metti via quella merda" (l'acqua santa). Di fatto non dice molto, anche le oscenità sono usate con parsimonia.

Alla fine, durante il Gloria Patri, che preghiamo insieme ripetutamente, diviene furiosa. L'intera seduta è durata dalle 16 alle 21.30.

Lei disse dopo: "avreste dovuto continuare". Apparentemente sentiva che i demoni erano stati messi in fuga. Quando ci augurò la buonanotte era effettivamente abbastanza vivace. L'intera faccenda deve essere molto dura per lei. Consuma moltissima energia, considerando che tre uomino la trattengono, e che continua a lottare contro di loro.

 

Durante le settimane seguenti, un totale di sei demoni annunciarono la loro presenza e si rifiutarono testardamente di essere espulsi, ringhiando e bestemmiando con le loro voci roche. Poiché essi avevano molte cose affascinanti da dire, specialmente sulle riforme introdotte come risultato delle decisioni del Concilio Vaticano II, Padre Renz decise di registrare su nastro le sedute. Padre Alt venne anche di frequente da Ettleben, la sua nuova parrocchia, per partecipare al rito. Anneliese si sentiva bene, continuava con i suoi studi a Wurzburg, e tornava a casa a Klingenberg ogni pochi giorni per le sedute esorcistiche. Assumeva anche coscenziosamente il Tegretol.

Verso metà di Ottobre, entità buone iniziarono ad avvicinarla, specialmente la Vergine Maria e il Salvatore e lei iniziò un diario di queste rivelazioni, che trascrisse man mano che le sentiva, o meglio, come disse, "non sento propriamente voci, mi è dato da comprendere". Contemporaneamente, i demoni mostrarono di indebolirsi. Finalmente, il 31 Ottobre, una data ripetutamente predetta sia nelle sua rivelazioni sia dai demoni, gli spiriti maligni furono scacciati uno ad uno. Ogni volta l'uscita avvenne con Anneliese che si sforzava enormemente, aveva conati e vomitava. Sfortunatamente, come la piccola comunità intorno a lei rese grazie con preghiere e canti, un nuovo demone senza nome annunciò la sua presenza.

Da quel momento in poi le cose andarono sempre peggio. Le sedute esorcistiche continuarono, ma il nuovo demone era sempre più taciturno, e verso Febbraio divenne del tutto silenzioso, come fecero anche le sue controparti celesti. Anneliese non poteva più mangiare, si percuoteva a sangue, e entrò in convulsioni ininterrotte e attacchi di urla, mentre negli intervalli di lucidità rifiutava recisamente di cercare un qualsiasi ulteriore soccorso medico. Morì il primo luglio 1976, il giorno in cui aveva predetto che "tutto andrà bene".

Abbastanza chiaramente, ciò che soffrirono le tre donne, Anna Maria un secolo e mezzo prima, Anneliese negli anni '70 e Marci negli anni '80, era un processo pressoché identico. In tutti e tre i casi, i loro sintomi coincidevano, quasi in ogni punto con la lista che si è indicata più sopra. Per Marci non esistevano esseri buoni che le dessero aiuto. Ma forse lei non si curò di rivelarlo, o non è stato riportato alla Goodman. I suoi esorcisti furono subito messi in allerta dalle sue condizioni e iniziarono l'esorcismo all'inizio della fase acuta. Questo potrebbe aver reso le cose più facili, e una ricaduta, di cui soffrirono sia Anna Maria che Anneliese, divenne meno probabile per la detta ragione. Anneliese, però, era l'unica ad essere consapevole di ciò che i demoni dicevano con la sua bocca e a ricordarne gran parte. Come diceva, si trovava confinata in un buco e da lì, poteva percepire cosa stava accadendo. Questo è alquanto insolito e potrebbe essere avvenuto a causa della sua lunga battaglia per tentare di convincere le autorità ecclesiastiche che necessitava del loro aiuto, in modo che aveva una idea molto chiara di ciò che stava accadendo. In un certo senso, è possibile che abbia addestrato se stessa a ricordare.

La domanda è, perché morì? La Corte suppose che fu uccisa dall'esorcismo, nel senso che avrebbe dovuto invece ricevere cure mediche. Come suggerì uno degli psichiatri consultato come esperto dalla Corte, avrebbe dovuto essere sedata, sottoposta a nutrizione forzata e ad elettroshock. Gli psichiatri comunque, come è chiaro dalle loro deposizioni, non sapevano nulla sulla possessione demoniaca e l'esorcismo. Né erano al corrente delle esperienze di personalità multipla, dove anche una cura come quella suggerita non funziona.

In retrospettiva, sarebbe difficile anche per un medico stabilire cosa esattamente la uccise. Il referto autoptico punta il dito sulla denutrizione. Noi possiamo però ipotizzare che i medicinali psicoattivi che le furono somministrati, molto più potenti di qualsiasi cosa il Dottor Kerner provò su Anna Maria, possono di fatto aver impedito proprio quei processi cerebrali che dovevano avvenire per liberarla dalla sua malattia. C'è qualche prova di questo punto di vista nei nastri.

Quando Goodman studiava la glossolalia, ovvero il "parlare in lingue" dei Pentecostali, ne individuò le caratteristiche del tutto peculiari. Sovente tale vocalizzazione consise di sillabe, che sono "vuote", non avendo alcun significato, co,e "lalalalala", "?ulalaladalalala" o "tsetsetsetse". Dopo una attenta analisi linguistica delle registrazioni di tali vocalizzazioni da parte di persone che parlavano vari dialetti inglesi, Goodman trovò che le emissioni di voce avevano in comune un certo numero di caratteristiche che non incontrano nell'inglese, e neanche in nessun altro linguaggio naturale. Ogni sillaba inizia con una consonante, se consideriamo consonante anche il colpo di glottide, anche detto occlusiva glottidale sorda, indicata nel secondo degli esempi con una "?". Esse sono ritmiche in modo superiore persino a quello della poesia e hanno più in comune con la musica che col linguaggio naturale; questa impressione è accresciuta dal fatto che in virtù degli accenti, ogni emissione risulta suddivisa in spezzoni di egual lunghezza. E, cosa più importante, tutte mostrano uno schema di intonazione comune, che ha un picco alla fine del primo terzo dell'unità e poi discende gradualmente verso la fine. Può essere tracciata una curva che illustra queste variazioni del suono, che Goodman chiama "curva della glossolalia" (glossolalia curve).

Quando i demoni parlano, le loro dichiarazioni mostrano la tipica curva di glossolalia che Goodman è stata in grado di stabilire analizzando la registrazione in laboratorio. Ma nell'ultima fase, le grida non hanno più questa tipico schema di intonazione. Padre Renz notò intuitivamente la stessa cosa. "I demoni non hanno più niente da dire", afferma ripetutamente nell'ultimo nastro. La curva della glossolalia è alla fine una linea retta e indifferenziata: la posseduta ha perso l'abilità di entrare in trance, sicuramente una cosa spaventosa date le circostanze.

 

 

 

 

 

la sindrome di personalità multipla o disturbo associativo di identità

 

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La sindrome di personalità multipla (MPD) o disturbo dissociativo di identità (DID) come lo chiama il Diagnostic Statistic Manual of Mental Disorders giunto alla quarta edizione (DSM IV), è classificata come "disturbo dissociativo". I disturbi dissociativi sono costituiti da una frattura o rottura di funzioni come coscienza, memoria, identità o percezione del mondo esterno. Il DSM IV riporta quattro tipi noti di sindromi dissociative: 1) Amnesia dissociativa (difficoltà di ricordare importanti informazioni personali, di natura traumatica o stressante); 2) Fuga dissociativa, chiamata in gergo fugue (improvviso e immotivato allontanamento da casa e assunzione di una nuova identità in un'altra città o paese); 3) Depersonalizzazione/derealizzazione (senso di irrealtà o distacco dal proprio sé o dal mondo esterno oppure ottundimento e distorsione delle percezioni della propria vita psichica o dell'ambiente in cui si vive); 4) Personalità multipla

Fino a tempi molto recenti si credeva che la sindrome di personalità multiple o disturbo dissociativo di identità fosse molto raro, mentre in realtà è ben più frequente di quanto si pensi. Il fatto è che molti casi di disturbi dissociativi sono erroneamente diagnosticati come psicosi maniaco-depressiva o schizofrenia:

Schizofrenia, sindrome maniaco-depressiva e disturbo di identità multipla (MPD) sono tre malattie mentali che le persone tendono a confondere, sebbene abbiano poco in comune:. L'esatta natura di ciascuna malattia varia da individuo a individuo, ma sono sempre decisamente differenti l'una dall'altra.

Molti di noi definiscono la schizofrenia come "personalità divisa", sottintendendo che colui che ne soffre agisce come persone diverse. Ma questo non è esatto. Immaginate invece che tutti gli esseri umani abbiano tre livelli: i pensieri formano il primo livello, le emozioni formano un altro livello, e le reazioni fisiche formano il terzo livello.

In una persona normale, questi tre livelli sono simmetrici. Voi divenite intellettualmente consapevoli di qualcosa, come la morte di vostra nonna, poi aveve una consapevolezza emotiva e delle reazioni fisiche alla notizia. La consapevolezza intellettuale dell'evento, in questo caso una morte, è identica sia nell'individuo normale che in quello schizofrenico. Però, mentre la persona normale ne risulterà anche addolorata, lo schizofrenico può avere una risposta emozionale completamente diversa. Può ridere, trovare la tragica notizia comica. O può non reagire affatto. Le risposte emotive di uno schizofrenico sono inappropriate per la realtà della situazione.

Ciò che rende lo schizofrenico unico è che questo tipo di cortocircuito emozionalle continua per tutta la vita. Non capita una volta a settimana o al mese. la persona esibisce un comportamento incongruo ogni giorno.

Si ritiene attualmente che la schizofrenia sia una condizione determinata geneticamente. La tendenza è ereditata ed è probabilmente il risultato di uno squilibrio biochimico del cervello. Sebbene sia solo una teoria, è possibile controllare il disturbo con farmaci chiamati fenotiazine. I pazienti non sono guariti, ma con una costante somministrazione possono condurre vite normali.

Molti membri del personale e infermiere di ospedali psichiatrici affermano di essere in grado di identificare gli schizofrenici dal loro odore. Non è forte né sgradevole, ma è sufficientemente differente da essere evidente.

I pazienti bipolari hanno pure loro un problema ereditario, ma la loro biochimica differisce da quella degli schizofrenici, cosicché la loro reazione alla vita è differente. Nella sindrome maniaco-depressiva il disturbo mentale si manifesta in estreme variazioni dell'umore. L'umore cambia da alto a basso. I pensieri della persona saranno concentrati su esperienze gioiose o su idee morbose, in dipendenza da questi stati d'animo. Qualcuno oscilla tra comportamento normale e maniacale, mentre altri alternano mania e depressione. Comunque, la maggior parte di quelli che ne soffrono passano da estrema euforia a ed estrema disforia, con un periodo normale a metà di questo ciclo. Questi cambiamenti di umore sono completamente scollegati da eventi esterni che influenzano le persone normali. Il terapeuta non riconosce che non si tratta di due diversi stati della mente, quello depresso e quello esaltato, ma di due personalità del tutto diverse.

La diagnosi della psicosi maniaco-depressiva può essere difficile perché pazienti con altre turbe psichiche spesso mostrano molti dei sintomi della fase maniacale. Pazienti in questa fase sono euforici, convinti che sono le più grandi persone sulla terra. Sfortunatamente, una persona che usa un ingiustificato senso di grandezza come meccanismo di difesa di solito finisce per combattere la terapia. Non vuole vedersi obiettivamente e resisterà alle cure.

Un vero paziente bipolare, d'altro canto, non nasconde o finge nulla. Si sente realmente, alle volte, il padrone del mondo e non sta cercando di reprimere un complesso di inferiorità. Il paziente è estremamente collaborativo e, come prova ulteriore, mostrerà anche le fasi down della malattia. Per questo la possibilità di diagnosi errata non è tanto grande quanto sembrerebbe.

Il litio è il farmaco che modifica lo squilibrio chimico del vero paziente bipolare. Porta stabilità nella sua esistenza. Permette al paziente di funzionare su un piano emozionale uniforme senza danneggiare la sua capacità di ragionamento o la sua creatività.

Litio e fenotiazina sono però completamente inefficaci nei confronti di una sindrome di personalità multipla, e questo spesso consente di fare la corretta diagnosi.

Altre volte ancora è diagnosticata semplice rimozione patologica o amnesia. La scienza occidentale è rimasta a lungo sotto l’influenza dell’idea platonico-cartesiana dell’indivisibilità dell’anima. Poi è arrivato il freudismo, con la sua enfasi sul rimosso, piuttosto che sul dissociato, e gli psicologi hanno perso un'altra occasione di mettere a fuoco il fenomeno. E tuttavia alcuni studiosi moderni come Pierre Janet, Gustav Jung, Morton Prince, hanno sviluppato un notevole interesse per gli stati dissociativi, e le moderne teorie della psiche, come quelle di Jung, non sono incompatibili con l’esistenza di ruoli o funzioni differenti all’interno della psiche, che in certi momenti possono trasformarsi in vere e proprie personalità. Con Freud si credeva ancora che le emozioni spiacevoli dessero luogo ad una repressione o rimozione, non ad una dissociazione: esse non trovavano mai la strada della coscienza, e comunicavano la loro esistenza attraverso i sogni.

Possiamo tracciare una progressione che va dai disturbi dissociativi lievi a quelli più gravi, e vede all’opera gli stessi meccanismi. Di fatto, la dissociazione è un meccanismo che fa parte del funzionamento ordinario della psiche. Quando parliamo con noi stessi. Quando sentiamo la voce della coscienza rimproverarci. Quando un attore si immedesima in una parte. Siamo di fronte ad una dissociazione, sia pure di grado lieve. E’ per questo che la psiche può attingere a questa risorsa nei momenti di estremo pericolo per la sua integrità.

Non ce ne rendiamo conto, ma persino nella vita quotidiana un certo grado di dissociazione è normale. Ogni volta che guidiamo ascoltando la radio e non prestiamo attenzione a quello che vediamo lungo la strada, ci siamo parzialmente dissociati: alla fine del percorso ci rendiamo conto con sorpresa che non ricordiamo niente di ciò che era fuori dai finestrini. Oppure stiamo leggendo un libro e non sentiamo una persona che ci chiama. Oppure, al contrario, una madre sta svolgendo delle faccende in un'altra stanza ma un debole rumore dalla stanza del bambino la fa subito accorrere. A tutti noi è capitato di "saltare di palo in frasca", cambiando bruscamente discorso, e con stupore del nostro interlocutore passare ad un argomento che corrisponde ad un corso di pensieri del tutto diverso, che si era venuto sviluppando accanto a quello di cui stavamo dicendo. Ogni volta che entriamo in uno stato di coscienza alterato, siamo immersi in preghiera o veniamo ipnotizzati, abbiamo sperimentato uno stato dissociativo diverso dalla nostra ordinaria attenzione in stato di veglia. I bambini non di rado si creano un "amico fantasma" con cui giocano e conversano. Molte delle "persone scomparse" hanno avuto un episodio psicotico in cui hanno lasciato improvvisamente casa ed affetti e si sono costruiti una nuova identità molto lontano dalla famiglia originaria.

Quando diciamo che un medico o un professionista indossa una "maschera professionale" alludiamo a quella che Jung chiama "persona", cioè una personalità che viene richiamata per far fronte ai doveri e ai compiti sociali. Nel caso di serial killer dalla vita insospettabile, si nota una netta dissociazione tra la personalità sociale onesta, estroversa e positiva e la personalità criminale. Nella vita di ogni giorno impersoniamo molti ruoli diversi, adattando la nostra risposta emotiva e intellettuale all'interlocutore o all'ambiente. Gli stessi sogni potrebbero essere interpretati come esperienze dissociative, in cui talvolta agiamo con personalità diverse dalle nostre, legate a rimozioni inconsce.

Gli indigeni che credono che sia stata rubata loro l'anima soffrono di una sindrome dissociativa. Ma ci sono esempi ben più consistenti. La possessione diabolica è quasi sicuramente un disturbo dissociativo di identità. Come pure lo sono le trance medianiche in cui si manifestano entità. Le trance profetiche delle sibille. L’invasamento degli sciamani da parte degli spiriti degli antenati o dei berserk da parte dello spirito degli animali totemici, orso e lupo. In Malesia è nota come amok, la presa di possesso della mente della persona da parte di un demone, che culmina in atti di follia omicida. In un suo racconto del 1894, Through a Window, Herbert George Wells descrive la follia omicida di un malese - amok nella lingua originaria - come una specie di "idrofobia umana", caratterizzata dall'appartarsi del protagonista e dal suo cattivo umore, seguiti da una serie di omicidi sanguinosi commessi con un kriss e da una caccia all'uomo, fino all'abbattimento  del responsabile come una bestia pericolosa.

Le straordinarie performances di alcuni attori non possono essere spiegate se non con un certo grado di capacità di dissociazione. Si sono avuti casi di romanzieri che hanno dichiarato di essere posseduti dal protagonista: famoso il caso dello scrittore finlandese Mika Waltari, che dichiarò di aver scritto il suo celebre romanzo storico, Sinhue l'egiziano in una sorta di stato di possessione da parte di questa entità. Lo scrittore di racconti e romanzi horror Robert Bloch ha descritto magnificamente, in una sua prefazione, questo immergersi ed immedesimarsi dello scrittore con la sua parte oscura, il suo camminare in spirito fianco a fianco con mostri e vampiri, il suo partecipare al Sabba delle streghe. La scrittrice Marguerite Yourcenar racconta di aver scritto in una sorta di trance identificativa uno dei suoi racconti più belli ed intensi, Anna, Soror. Carl Gustav Jung racconta nel suo diario numerosi episodi in cui gli sono apparsi dei "consiglieri interiori" di cui quattro, Filemone, Elia, Salomé e Ka, non l'abbandonarono mai durante il corso della sua vita. Il Daimon socratico e altri casi del genere potrebbero essere un caso di sdoppiamento della personalità. Lo stesso i colloqui dei santi e dei mistici con figure divine.

Anche i sogni da svegli, la scrittura automatica, l'osservare immagini in movimento o che parlano entro di sé sono tutti fenomeni in cui un io, passivo, assiste alla dissociazione di alcuni contenuti e processi mentali.

I medium, i negromanti o gli sciamani che parlano con lo spirito dei morti sono tutti casi di sindromi dissociative. Molti sciamani sostengono che per bocca loro parlano spiriti di sciamani defunti e altri spiriti ancestrali che danno consigli al villaggio o alla comunità. La fuga dello sciamano lontano dalla famiglia e dal villaggio, il suo vagare in luoghi solitari e selvaggi, così simile all'amok dei Malesi, indica chiaramente le fasi iniziali di un disturbo dissociativo che sfocia successivamente nelle trance e nelle possessioni da parte degli spiriti dei morti.

Ci sono i casi di esperienze extracorporee in cui il soggetto si vede dall'esterno e sovente dall'alto o le near-death expeiences, in cui il soggetto fluttua lontano dal corpo in un tunnel che conduce ad un luogo luminoso. Ci sono le esperienze sciamaniche in cui lo sciamano lascia il corpo addormentato per entrare nei reami soprannaturali. Le visioni dei santi potrebbero essere interpretate come stati dissociativi.

Molte droghe, tra cui in particolare quelle allucinogene, producono stati dissociativi di distacco dal corpo e dai suoi pensieri.

Nel caso di sindrome di personalità multipla non si tratta solo di atteggiamenti diversi della mente, o di complessi che in certe condizioni possono dettare un comportamento diverso dal nostro solito, ma della creazione di una vera e propria altra persona, completa di tutti i tratti di carattere e distinta dalle altre. Ciascuna delle personalità multiple è caratterizzata da un certo grado di incapacità amnesica di avere accesso ad importanti informazioni personali o da un certo grado di distacco dalla realtà, simile a quello della schizofrenia.

Il disordine da personalità multiple può essere causato da una varietà di situazioni traumatiche o stressanti, che includono l'abuso in età infantile, lo stupro, lo stress da combattimento, la perdita di un genitore in tenera età.

Quando un bambino subisce un abuso fisico o sessuale o psichico (umiliazioni, rimproveri e correzioni continue, aggressione verbale, ostilità, abbandono) essi non sono costituzionalmente capaci di sopportare una situazione così estrema. Non possiedono le capacità cognitive sviluppate dall'adulto di valutare la situazione, di capire ciò che sta avvenendo, di conoscere le opzioni a loro disposizione. Spesso sono incapaci di capire se ciò che stanno subendo sia anormale o dovuto a un loro comportamento sbagliato. Perciò possono pensare di aver meritato l'abuso, e pertanto che loro sono cattivi e orribili. Tentano di trovare un modo per far cessare l'abuso, ma semplicemente non sono in grado di riuscirci. Sono troppo piccoli, troppo privi di difese. I bambini sottoposti ad abusi sono terrorizzati, profondamente tristi e depressi, completamente soli, e si sentono come se nessuno possa venire in loro soccorso e aiutarli a combattere e sopravvivere.

Alcuni bambini sembrano sopravvivere all'abuso senza alcun grado rilevante di dissociazione. Essi hanno trovato il modo di costruire delle pareti isolanti, di attenuare le loro risposte emotive. Ma queste strategie di sopravvivenza sono la fonte in seguito di seri problemi, con promiscuità sessuale, paura del sesso, disordini alimentari, depressione, bassa autostima, incapacità di avere fiducia degli altri, e una varietà di disordini post-traumatici da stress. Altri sono in grado di ricorrere a difese molto più elaborate per evitare il dolore e l'angoscia dell'abuso. Trovano il modo di ignorare in grado più o meno grande o dimenticare tramite amnesia attraverso un processo caratterizzato dalla separazione di parti di se stessi, che vengono in misura maggiore o minore personificati in individualità alternative. La dissociazione diviene un modo estremamente efficace per sopravvivere al trauma, consentendo loro di fuggire mentalmente dal dolore. Probabilmente utilizzando processi psicologici e neurobiologici legati alla trance autoipnotica, essi sono in grado di tenere fuori dolore e ansia e persino credere che non stiano effettivamente sperimentando un abuso. Spesso credono o immaginano che l'abuso stia capitando a qualcun altro (cioè ad una delle personalità multiple). Quando subisce un abuso un bambino può talvolta fluttuare al disopra del suo corpo e osservare l'abuso sull'individuo che si trova sotto di lui.

Un bambino può creare più sé alternativi per gestire differenti reazioni all'abuso, in modo da proteggersi. Queste personalità alternative hanno spesso nomi simbolici che indicano gli aspetti o funzioni della personalità normale (integrata) che essi rappresentano o svolgono in modo dissociato da tale personalità. Una sub-personalità può ospitare i pensieri e le reazioni connesse al senso di impotenza ("il perdente"), un'altra i pensieri di innocenza magica e creativa ("il mago"), un'altra gli aspetti promiscui e sessuali del sé ("la sgualdrina"), un'altra il rigetto puritano ("il puritano").

Spesso c'è una figura caratterizzata da rabbia o anche da furia intensa ("il cattivo", "il malvagio"). I terapeuti che trattano casi di personalità multiple possono trovarla veramente molesta, e talvolta pericolosa. Spesso costituisce un serio ostacolo al progredire della terapia, e in alcuni casi sostiene addirittura di essere un demone o un cattivo spirito. I terapeuti interpretano questa personalità come incaricata di gestire i sentimenti di collera che per il bambino non è opportuno sfogare. Si ritiene che è importante entrare in rapporto con questa sub-personalità, cambiare i suoi obiettivi allontanandola dall'atteggiamento di persona cattiva verso l'atteggiamento di una persona che ha giustificati sentimenti di collera che possono essere sfruttati a vantaggio dell'intera persona dando loro uno sfogo costruttivo. Ma questo non è sempre possibile e ci sono casi documentati di possessione distruttiva intrattabile, di fronte alla quale alcuni psichiatri sono persino ricorsi al potere simbolico di rituali esorcistici. Può capitare che due sub-personalità, una aggressiva e una conciliante, si alternino nella stessa persona, ad esempio confondendo e allontanando gli uomini che vogliono entrare in rapporto con una ragazza che ha subito abusi infantili, senza che la personalità conscia e normale riesca a capire la natura dei suoi fallimenti sentimentali.

Purtroppo, la dissociazione patologica, se pure serve a far fronte ad immediate e urgenti situazioni di pericolo per la psiche, diviene poi un ostacolo al normale funzionamento nella vita successiva della persona. Possono ricomparire le personalità multiple, specie come riflesso condizionato ad uno stimolo che ricorda la situazione traumatica infantile (un profumo, un volto, un tono di voce). Se l'episodio traumatico non è trattato terapeuticamente, ricordato consciamente, compreso nel suo giusto quadro ed elaborato, possono permanere disturbi come alzarsi nel cuore della notte oppure periodi di amnesia che impediscono di capire come siamo giunti in un certo luogo o abbiamo fatto una certa azione. Altri conducono delle esistenze patologicamente caotiche.

Le personalità multiple offrono una forte resistenza all'integrazione, che è l'obiettivo che il terapeuta normalmente si pone. Il modello di cura impiegato da un certo numero di terapeuti è organizzato in quattro fasi: 1) riacquistare le memorie del trauma, anche utilizzando l'ipnosi o in stato di trance naturale; 2) accettarle cognitivamente ed affettivamente; 3) Integrare le sub-personalità in un'unica persona; 4) Imparare a funzionare efficacemente senza ricorrere alla dissociazione

 

 

 

 

 

possessione e disturbo di personalità multipla. il caso dei tre volti di eva e altri casi

 

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Nel corso di una singola cerimonia voodoo, che spesso dura tutta la notte, una persona può essere posseduta da una successione di divinità, ciascuna delle quali mostra un comportamento completamente diverso. La possessione svanisce alla fine della danza. L'antropologo americano Melvillle J. Herskovits, che assistette ad una di queste cerimonie, fu profondamente impressionato dal cambiamento che la persona "ospite" subiva quando diveniva posseduta. Lo definisce "radicale".

E' ovvio che gli spettatori che assistono un comportamento così fuori dall'ordinario non sanno come interpretare ciò che vedono. Alcuni antropologi parlano di "giochi di ruolo" durante le cerimonie riguardanti la possessione. Di fatto, questa è la spiegazione più frequentemente avanzata nella letteratura. Per usare le parole di Erika Bourguignon, "la possessione offre ruoli alternativi, che soddisfano certe necessità degli individui, e lo fa fornendo l'alibi che il comportamento è quello degli spiriti e non quello dell'essere umano stesso". In altre parole, secondo questo punto di vista, i partecipanti ad una cerimonia voodoo come quella a cui si è accennato, sono eccellenti attori, e cambiano il loro comportamento a seconda delle necessità e delle attese sociali. Rilievi meno diplomatici, specie della scuola freudiana, parlano di autosuggestione e autoipnosi favorite da un uditorio disposto ad accettarle, o anche di vere falsificazioni.

Ad un primo esame, l'interpretazione della possessione come gioco di ruolo sembra molto interessante, principalmente perché non viola nessuna delle assunzioni predilette dagli studiosi su come le cose sono o si suppone che siano: non c'è nulla di realmente fuori dell'ordinario, solo un gruppo di persone ignoranti e superstizione che partecipano ad un gioco. Ma ci sono antropologi come Herskovits i quali, dopo aver assistito a scene come quelle descritte, non sono tanto sicuri che si tratti solo di questo. L'ipotesi della mistificazione sembra da escludere decisamente, in vista della natura sacra del rituale considerato. Ancora più importante, questi operatori religiosi subiscono un cambiamento tanto radicale che è difficile considerarlo solo come abilità di attore, non importa quanto eccezionale o aiutata da "autosuggestone e autoipnosi", quale che sia il modo in cui queste possano operare. Si riporta la netta impressione che accada qualcosa di più incisivo, non un gioco di ruolo, ma una trasformazione.

Come possano intervenire simili alterazioni nessuno riesce nessuno può nemmeno indovinare. I nostri informatori, le persone coinvolte che sono disposte a parlare agli antropologi circa la loro cultura, le loro esperienze religiose, gli hungans, i medicine-men, gli sciamani, i medium, i pentecostali che parlano in lingue diverse indicano unanimemente la presenza di esseri spirituali come spiegazione sufficiente. Ma mentre da un lato noi riconosciamo la validità delle loro esperienze per loro stessi, essendo occidentali, noi abbiamo tutta bisogno di qualcosa di più tangibile, di più "reale". In altre parole, desideriamo che vi sia qualcosa di testabile scientificamente a cui guardare. Il problema è che la nostra scienza è stata sviluppata per testare come vere o false proposizioni riguardo la realtà ordinaria. Non possiamo testare la presenza di spiriti. La nostra sola speranza è che, nel caso dell'estasi, ci sia qualche processo fisico parallelo che non sia elusivo come la presenza di esseri spirituali e che ci possa fornire un quadro esplicativo. Fino a tempi recenti, la possibilità di scoprire fatti simili sembrava alquanto remota. E' difficile immaginare uno sciamano collegato a strumenti di laboratorio. Tuttavia, negli ultimi anni gli psichiatri hanno prodotto risultati di ricerche sui cosiddetti disordini di personalità multipla, che potrebbero essere rilevanti per il nostro problema.

Le ricerche in questione riguardano una categoria diagnostica denominata sindrome di personalità multipla o dissociata, una sottocategoria dei disturbi dissociativi. I pazienti di questo tipo mostrano non una sola personalità, come il resto di noi, ma diverse personalità, che essi considerano abitanti entro di loro. Questo richiama immediatamente il tema della possessione come descritta più sopra, una somiglianza che non è sfuggita a una serie di ricercatori. Questa condizione è relativamente rara, e frequentemente non cade sotto l'attenzione degli psichiatri fino a quando non capita un problema come un conflitto con la legge. Un caso famoso, che qualche volta è ancora riportato sui giornali, è quello di Billy Milligan, che nel 1976 subì un processo in Ohio per violenza carnale, rapina e rapimento e fu dichiarato non colpevole per infermità mentale. L'eccezione di insanità mentale era basata sull'affermazione che si trattasse di un caso di personalità multipla, cioè che aveva un certo numero di personalità distinte, solo una delle quali era responsabile per gli atti criminali di cui era stato accusato. Egli necessitava una cura, non una punizione. Il pubblico americano venne a conoscenza di questo disordine negli anni '50, attraverso una monografia, I tre volti di Eva, scritta da due psichiatri, Corbett H. Thigpen and Hervey M. Cleckley. Il libro contiene una quantità di osservazioni dettagliate e precise che rafforzano la convinzione che il fenomeno della personalità multipla sia simile per molti aspetti a quello della possessione. Il resoconto descrive una giovane donna che mostrava quelle che sembravano essere tre personalità: la calma, compassata e timida Eve White, la personalità principale; la frivola, irresponsabile ma nondimeno affascinante e brillante Eve Black, e la matura e riflessiva Jane. Eve White si recò dal dottor Thigpen perché soffriva di terribili emicranie. Ecco una breve descrizione dell'impressione iniziale che fece al suo psichiatra, prima che questi si rendesse conto della vera natura del disturbo:

 

 

A tutta prima non sembrava una paziente fuori dell'ordinario o particolarmente interessante. La linda, scialba giovane donna aveva, come disse tranquillamente, venticinque anni. Con voce uniforme e leggermente monotona descrisse i mal di testa di cui soffriva ormai da parecchi mesi… Schiva ed equilibrata, sedeva con i piedi accostati, parlando con chiarezza ma in tono morbido e basso.

 

 

Ora guardiamo la scena in cui per la prima volta il medico viene faccia a faccia con Eve Black, l'"uscita" o manifestazione di essa. La somiglianza con quanto avviene quando si verifica una possessione è qui impressionante. In questo momento Eve White si è recata al suo studio ancora una volta, perché durante diversi mesi ha udito una voce "quando non c'era nessuno". Si sforzò di descrivere l'esperienza in modo adeguato e seguì un minuto o due di silenzio. Poi

 

 

Lo sguardo meditabondo dei suoi occhi divenne quasi fisso. Eve sembrò momentaneamente stordita. Improvvisamente la sua postura cominciò a cambiare. Il suo corpo si irrigidì lentamente finché non sedette rigidamente eretta. Una espressione estranea e inesplicabile si dipinse sul suo volto. Essa fu improvvisamente cancellata da una completamente vuota. Le linee del suo viso sembrarono cambiare in una trasformazione a stento percepibile, lenta, a ondate. Per un momento ci fu l'impressione di qualcosa di arcano. Chiudendo i suoi occhi, sussultò nel momento in cui portò le mani alle tempie, le premette con forza, torcendole come per contrastare un improvviso dolore.

Poi le mani si staccarono dalle tempie. Lei si rilassò con disinvoltura in un atteggiamento di benessere che il medico non aveva mai visto nella sua paziente. Un paio di occhi blu si aprirono. C'era un sorriso pronto e sbarazzino. In una voce brillante e non familiare che sfavillava di vivacità la donna disse: "Ciao, Doc!".

 

 

Eve White se n'era andata e un'altra personalità totalmente diversa, che chiamava se stessa Eve Black aveva preso il suo posto, un cambiamento accompagnato da quel peculiare mal di testa, cioè da un sintomo fisico. Eve White, la piccola, autocontrollata, modesta personalità ospite ebbe un blackout, essa divenne "non più operativa" come nel caso dell'officiante voodoo descritto sopra. Eva White non aveva la più pallida nozione dei guai che avrebbe combinato questo doppio impertinente, seduttivo, disinvolto e persino della sua esistenza.

Questa nuova personalità disse il suo nome, proprio come i loa, gli spiriti, facevano nel voodoo e divenne identificabile da parte del terapeuta non solo dalle sue azioni, ma anche dalla profonda trasformazione che operava in Eve White. Ogni cosa cambiava quando ella appariva sulla scena, l'espressione facciale, il tono dei muscoli, la voce, la postura, i  movimenti e gli atteggiamenti, proprio come nella possessione ad Haiti, dove il venir fuori di un loa cambiava radicalmente il suo "cavallo", la persona posseduta.

Dove però il fenomeno della personalità multipla differisce dalla possessione, ed è un punto importante, è nel controllo rituale. Niente accade a casaccio durante un rito. Il voodoo non è semplicemente un caotico episodio di possessione. La gente si raduna in un certo luogo; devono essere completati preparativi esteriori; il giusto momento in cui deve iniziare la possessione è marcato da segni inequivocabili nella cerimonia. E' ipotizzabile, sebbene assolutamente non provato, che la ragione della forte emicrania riferita dalle varie sub-personalità, inclusa Eve White, quando cedono il posto ad un'altra, è che non hanno un aiuto rituale. Uno dei miei informatori ebbe una esperienza simile. Nel tempio spesso parlava in lingue, cambiando il comportamento in modo agevole e senza sforzo, stimolata dalle induzioni che procedevano intorno a lei, vale a dire dalle condizioni del rito. Era in grado di ripetere l'esperienza pregando in privato. Però, come mi disse, una notte che giaceva su un'amaca, pregando Dio per una migliore comprensione della Bibbia e il cambiamento entro una esperienza più intensa avvenne spontaneamente, e certamente non andò liscio:

 

 

Improvvisamente, invece di addormentarmi dopo la preghiera, la mia testa cominciò a farmi terribilmente male, come se si stesse spaccando in due, e vidi una grande luce. Non potei smettere di pregare in lingue fino alle due del mattino seguente.

 

 

Perdipiù, gli dei voodoo possono entrare solo nei membri della famiglia presso cui si svolge il rito con la danza. Come nota Herkovits, "la possessione avviene secondo certe regole definite e in specifiche circostanze". Ciò che è anche più importante in vista del problema che hanno i pazienti con personalità multipla quando vogliono liberarsi dei loro doppi non ben accetti è il fatto che nel momento stabilito dal rito la possessione cessa del tutto. Invece Eve White non aveva potere né sull'arrivo né sull'uscita di Eve Black. Col tempo, il terapauta di Eve White raggiunse una certa misura di controllo rituale su Eve Black, divenendo capace di chiamarla pronunciando il suo nome, ma non poteva impedirle di farsi viva in momenti inopportuni, quando i suoi gesti fuori controllo contribuivano al conflitto tra Eve White e il marito e in numerose occasioni le fecero perdere il lavoro. Il terapeuta non poteva assolutamente operare la sparizione della sub-personalità inopportuna, che avrebbe costituito la effettiva cura. Sotto questo aspetto il disordine di personalità multipla opera in modo molto simile alla possessione demoniaca.

Come era avvenuto nel caso della possessione da parte degli antropologi, la sindrome di personalità multipla venne interpretata da numerose autorità mediche come niente più che role play, usato probabilmente da furbi ingannatori per sfuggire da situazioni sociali penose o minacciose. Dovevano passare quasi trent'anni dall'apparizione di Eve White nello studio del suo psichiatra prima che questa opinione largamente diffusa potesse essere confutata con una certa sicurezza, quando i cambiamenti neuurofisiologici correlati alla straordinaria trasformazione subita dai pazienti con personalità multiple furono finalmente identificati nei laboratori di ricerca. La ricerca che ha condotto alla scoperta che c'erano cambiamenti osservabili nel cervello di pazienti che sostenevano di possedere personalità diverse fu portata avanti da Frank W. Putnam Jr., uno psichiatra presso il National Institute of Mental Health, e riferite nel 1982. Questi risultati furono confermati da Colin Pitblado, uno psicologo che aveva lavorato all'Institute for Living ad Hartford, in Connecticut ed è ora al Post College a Waterbury, in Connecticut. I ricercatori utilizzarono una proprietà ben nota del sistema nervoso, cioè il fatto che esso reagisce istantaneamente a certi stimoli, come un lampo di luce, con un debole ma identificabile cambiamento in particolari zone della corteccia. Questa reazione è chiamata evoked potential ("potenziale evocato") e può essere prodotta ripetutamente e registrata con gli elettrodi dell'encefalogramma (EEG). Dopo che i tracciati sono stati amplificati e ne è calcolata la media con l'aiuto del computer, può essere tracciata una curva di tali potenziali. La proprietà veramente interessante di tali schemi o patterns è il fatto che sono molto stabili, nel senso che sono, si potrebbe dire, legati stabilmente ad una determinata persona o - sarebbe meglio dire - ad una determinata personalità, perché Putnam trovò, ad esempio, che i pattern di vari pazienti ossessivo-compulsivi tendono ad essere somiglianti. La stabilità era il perno della ricerche di Putnam e Pitblado. Se i soggetti con personalità multipla, si chiesero questi ricercatori, non erano ingannatori o attori molto dotati, ma rappresentavano invece l'assemblaggio di distinte personalità, questo fatto non si sarebbe rivelato in differenze dei patterns formati dai potenziali evocati?

Negli esperimenti di Putnam il paziente, accompagnato da lui e dal proprio terapeuta, era posto in una camera isolata con installato un lampeggiatore. Il paziente aveva elettrodi posizionati sulla calotta cranica, uno dei quali sopra l'area delle corteccia visiva. Il terapeuta quindi faceva venir fuori una o più sub-personalità del paziente chiamandole per nome e quindi verificando la loro presenza mediante l'osservazione della tensione dei muscoli e di altre caratteristiche comportamentali loro tipiche. A questo punto veniva attivato il lampeggiatore e misurati i potenziali evocati dall'elettroencefalografo e il tracciato risultante veniva analizzato.

I risultati indicavano che le sub-personalità di un paziente con identità multipla avevano propri schemi caratteristici che variavano in modo significativo dall'uno all'altro. Non solo, ma confrontando i patterns delle personalità ossessivo-compulsive dei pazienti con identità multipla con i patterns di pazienti senza identità multipla ma con la stessa personalità, i ricercatori trovarono che erano molto simili. Ma quando Putnam testò soggetti di controllo che erano stati addestrati dai ricercatori a simulare personalità alternative il loro gioco di ruolo non influenzò minimamente i loro potenziali evocati, che rimasero invariati per tutta la durata dell'esperimento. I patterns di un particolare paziente non cambiavano col passare del tempo, come trovò Pitblado quando sottopose a nuovi test le quattro personalità multiple di un soggetto dopo quindici mesi dal primo esperimento. Queste personalità multiple si erano mantenute, e così pure l'organizzazione cerebrale collegata a loro come rivelata dai potenziali evocati. Ancora più suggestive sono le rappresentazioni di questo fenomeno tramite mappe visualizzate come aree di colore diverso sulla figura della calotta cranica, ottenute da sedici elettrodi tramite calcoli matematici al computer.

I soggetti con personalità multiple e i posseduti sperimentano gli stessi cambiamenti neurofisiologici? Sino ad ora non è stato possibile fare esperimenti in laboratorio simili a quelli riportati sopra su persone in stato di possessione da parte di spiriti. Comunque, come si è detto, ci sono impressionanti somiglianze tra i vari aspetti del comportamento di soggetti che sperimentano personalità multiple e i soggetti posseduti dagli spiriti. Ecco alcuni altri punti di concordanza delle ricerche.

Esistono indicazioni che non solo i soggetti posseduti, ma anche i soggetti MPD sperimentino una trance. Ad esempio alcune delle sub-pesonalità di un soggetto MPD, come ad esempio Eve Black nel caso dei Tre volti di Eva, e le personalità spiritiche che si manifestano in un officiante voodoo sono altamente eccitate, molto caricate psicologicamente. Eva Black "scintilla", canta e danza, la sua tensione muscolare è aumentata. L'officiante voodoo, con i muscoli estremamente tesi, danza egualmente, o continua a saltare, come osservò Herskovits.

I soggetti MPD e quelli posseduti facilmente inducono la loro stessa condizione in altri, che possono essere semplici spettatori. Thigpen racconta un incidente in cui Eve White era paziente in un ospedale. Inaspettatamente Eve Black "venne fuori" un giorno, come disse lei stessa per dare uno sguardo al reparto psichiatrico. Si imbatté in un paziente che si era appena ripreso da un episodio di alcolismo e lo fece danzare con lei. Sebbene l'incontro fosse stato breve, perché un'infermiera riportò Eve nella sua stanza, il paziente parlò ripetutamente e a lungo dell'esperienza. Ciò che l'aveva turbato di più non era stato il fatto che la gentile e schiva Mrs. White era diventata improvvisamente una persona del tutto diversa, ma che aveva avuto una reazione peculiare danzando con lei: "Sebbene non fosse esattamente preso da capogiro, il pavimento e i muri sembravano lontani e si ritrovò instabile sulle sue gambe". In altre parole il suo stesso stato percettivo era stato alterato.

Questo tipo di fenomeno per associazione, come descritto, è largamente riportato nella letteratura etnografica. Herskovits riferisce un episodio in cui un uomo non aveva alcuna intenzione di diventare posseduto. Di fatto esistevano forti restrizioni culturali che operavano in senso contrario alla sua partecipazione all'esperienza. Costui si considerava superiore come classe sociale agli abitanti del villaggio, e il suo prete (cattolico) l'aveva ammonito contro ogni contatto con i "falsi dei". E tuttavia la sua sola presenza ad una danza voodoo produsse in lui una possessione molto agitata. Per coloro che hanno esperienza di trance è ancora più difficile resistere:

 

 

Nel tentativo di resistere ai loro dei… sono stati visti uomini afferrarsi così forte alle travi della capanna dove la danza aveva luogo che i muscoli degli avambracci sembravano corde tese, mentre gocce di sudore scendevano loro dalla fronte.

 

 

A parte l'eccitazione, l'espressione facciale si altera radicalmente, e c'è un cambiamento nella tensione dei muscoli. Putnam considera l'aumento di tensione muscolare uno dei più eloquenti segni esteriori dell'"arrivo" o "fuoriuscita" di una sub-personalità in un soggetto MPD. Tutto questo vale a dire che i soggetti MPD e i soggetti posseduti hanno pure in comune che il loro corpo (muscoli, espressioni facciali) e il loro comportamento (nella forma di ipereccitazione) cambiano in speciali circostanze, nel caso dei soggetti MPD quando una sub-personalità è "fuori", nel caso degli officianti a una cerimonia religiosa quando sono posseduti. E se teniamo conto che Eve Black percepisce il mondo non nel modo in cui lo fa Eve White, ma in modo piuttosto differente e che l'officiante voodoo vede il mondo con gli occhi di una divinità Yoruba, possiamo giustificatamente concludere che sia il paziente che l'officiante voodoo sono in uno stato percettivo alterato, in trance.

Come già ripetuto abbondantemente, c'è una differenza rivelatrice: mentre nel caso del danzatore voodoo la possessione inizia in un momento demarcato ritualmente, e finisce alla conclusione del rito, non esiste un tale controllo per il soggetto MPD. E' per questa ragione che con logica ammirevole nella cultura haitiana voodoo la possessione non è considerata un disturbo psichico; è un comportamento non unusuale e approvato. Citando ancora Herskovits: "In termini di religione haitiana la possessione non è anormale, ma normale". E' egualmente corretto da questo punto di vista, tenendo conto dell'ingovernabilità delle condizioni, che i soggetti MPD siano classificati pazienti psichiatrici.

Possiamo ipotizzare nel seguente modo. Assumiamo che a livello neuropsicologico abbiamo a che fare con manifestazioni della stessa capacità umana. Nel caso del danzatore voodoo la mappa della nuova organizzazione cerebrale è creata sotto l'effetto del rituale e si dissolve a tempo debito. Vale a dire che la possessione costituisce una manipolazione dei processi cerebrali che può essere appresa. Nel caso dei soggetti con personalità multipla il fenomeno non è iniziato intenzionalmente. Al contempo la mappa cerebrale risultante è incisa più profondamente, per la ragione che elude il controllo del terapeuta. Esiste qualche supporto per queste idee nel voodoo?

In effetti esiste. Una persona può essere posseduta "accidentalmente" da uno spirito non controllato e non autorizzato, un loa bossal. Una tale entità incontrollata è molto difficile da controllare, e c'è un rituale piuttosto impressionante, chiamato "battesimo" che deve essere svolto per domarlo. In altre parole, qui ci troviamo a fronteggiare una mappa o (ri)organizzazione cerebrale che si presenta non durante la corretta cerimonia, ma per ragioni sconosciute, e che è più resitente al controllo rituale delle possessioni istituite in base ad un comportamento appreso. Alcune forme di possessione più lieve possono essere considerate variare intorno al livello dell'esperienza del loa bossal. In tal modo dovremmo pensare al fenomeno come un continuum. Ad un estremo c'è la possessione appresa e controllabile ritualmente; al capo opposto c'è la possessione demoniaca e il disturbo di personalità multipla

L'esperienza o "disordine" di personalità multipla non è normalmente tirata in ballo nelle discussioni sulla possessione diabolica. Questo è deplorevole perché, come abbiamo visto, c'è molto che può insegnarci sulla possessione, e può offrire squarci di comprensione riguardo la variante demoniaca. Forse perché la sindrome di personalità multipla (MPD) è relativamente rara gli autori di testi di religione comparata normalmente non sono neanche consapevoli della sua esistenza e la ignorerebbero comunque, a causa dell'opinione prevalente che si tratti di un problema psichiatrico.

Riassumendo brevemente quanto detto più sopra, i pazienti che soffrono di questo disturbo sperimentano se stesso come aventi diverse personalità distinte che chiameremo sub-personalità (in gergo anglosassone alternates) che non condividono consapevolezza o ricordi con la persona ospite. Questo significa che la personalità ospite non conosce o non ricorda cosa fanno le varie sub-personalità e sono caratteristici di questi pazienti estesi periodi di amnesia, che spesso iniziano nell'infanzia. Ciascuna delle sub-personalità ha i suoi propri complessi schemi di socializzazione e comportamento. Quando una data personalità è dominante, essa controllerà il comportamento dell'individuo. Come dovrebbe essere ovvio sin da ora, questa descrizione potrebbe essere citata altrettanto bene in una qualsiasi discussione sulla esperienza della possessione. Ci sono comunque due principali differenze tra questo disturbo e la possessione come esperienza religiosa. Una di queste riguarda il modo in cui il fenomeno è inquadrato culturalmente, cioè cosa pensa che sta succedendo la società e specialmente quelli che sono incaricati di trattare la persona. Il disturbo di personalità multipla, come già detto, è considerato raro. In precedenza si riteneva che interessasse soprattutto le donne, ma, influenzati dal cambiamento culturale attuale, i terapeuti hanno dato un secondo sguardo e ora credono che questa impressione possa essere dovuta ad un pregiudizio o distorsione nella selezione dei casi. In altre parole un clinico che si aspetta di trovare il problema di personalità multipla in pazienti di sesso femminile potrebbe non riconoscere la stessa descrizione fatta da un uomo e la popolazione maschile probabilmente viene sottorappresentata negli studi statistici. Nel passato la malattia non veniva identificata correttamente e i casi erano erroneamente diagnosticati come schizofrenia o depressione, epilessia, nevrosi isterica o erano semplicemente visti come uno scaltro gioco di ruolo, e così rimanevano non riportati come MPD. Per ragioni sconosciute, e torneremo su questa osservazione più avanti, un numero insolitamente grande di casi apparve nella decade degli anni '70.

Dato che gli operatori sanitari cominciavano a vedere più pazienti che lamentavano questo disturbo e disponevano di maggiori dati per procedere ci fu una crescente realizzazione del fatto che si trattava in verità di una entità diagnostica separata. Dietro le insistenze degli psichiatri che trattavano questi casi e nonostante una forte opposizione il DSM-III, il Diagnostic Statistical Manual of Mental Disorders, terza edizione (1980) finalmente riconobbe la sindrome di personalità multipla come un distinto disturbo dissociativo cronico. La dissociazione di cui si parla qui è un processo psicopatologico durante il quale c'è un disturbo del senso di identità e della memoria.

Ci sono varie teorie circa le cause di questa condizione. L'idea prevalente è basata sull'osservazione, ben supportata da recenti studi, che riguardano un centinaio di casi, che la stragrande maggioranza degli individui che mostrano una personalità multipla hanno subito abusi fisici o sessuali da bambini. Questa situazione, secondo Putnam, fa sì che varie personalità alternative si "scorporano" dal nucleo del sé. Si noti che l'esperienza non viene interpretata in termini religiosi. Le distinte personalità riunite nel paziente non si originano al difuori della persona, in un'altra realtà, che sarebbe l'interpretazione della "teoria dell'anima", ma avviene in forza di una esperienza interna all'individuo. Secondo questo punto di vista le entità non sono spiriti, esse sono "sub-personalità" (alters).

Quanto alla natura delle personalità alternative, una sub-personalità può essere di sesso e/o con uno stile di vita molto diverso da quello della personalità ospite. I medici si trovano sovente di fronte a tipi di personalità che hanno una funzione definita da svolgere nella vita del paziente. Cìè una personalità infantile che deve contenere esperienze traumatiche, e ci sono gli "aiutanti interiori" ("Inner Self Helpers"). Di contro a queste entità buone, almeno una delle personalità alternative è nociva in vario grado. Una paziente il cui caso è stato riportato da Edward W. Beal aveva tra le sue tre personalità una chiamata Marie, che era "insensibile, ostile, eccessivamente sospettosa e prepotente". Altri terapeuti hanno trovati sub-personalità che erano fredde, bellicose, scontrose, e "spaventose da intervistare" e terapeuti esperti ammoniscono che gli psichiatri devono essere cauti e possono aspettarsi violenza da parte del paziente quando tali sub-personalità sono "fuori". In più, i soggetti MPD sperimentano persecutori che infliggono punizioni, specie sotto forma di automutilazione o suicidio. In altre parole, le entità che appaiono in questo tipo di persone possono essere gentili, pericolose, o persino demoniache.

La sindrome di personalità multipla non venne riconosciuta in Europa fino al 1700, quando nella letteratura medica cominciarono ad apparire descrizioni della stessa. La questione che dobbiamo porci è, perché in questo particolare momento nella storia europea? La ragione è che questa è l'era che segna l'avvento dell'illuminismo. Uno dei tratti caratteristici di questa età fu che le città divennero emancipate dalle tradizioni della cultura agricola, e i pensatori non furono più costretti ad interpretare ogni cosa che veniva osservata in termini religiosi.

Saremmo tentati di concludere che fu lo stile di vita delle città a portare questa forma di problema della personalità. Ma se fosse stata la vita nelle città che produceva questa condizione, numerose persone avrebbero dovuto venir fuori con questo disturbo, come accade ad esempio alle malattie da stress, che sono comunemente associate alla vita urbana. Ma invece il disordine di personalità multipla è alquanto raro; esso semplicemente salta fuori qua e là senza uno schema definito. E i ricercatori non possono neanche mostrare che la maggioranza degli adulti che hanno subito abusi da bambini diventano successivamente soggetti MPD. Il legame tra abuso infantile e disturbo nei soggetti MPD è una faccenda del tutto diversa, significa che l'abuso è stato un fattore determinante. Dove ci porta quindi tutto questo?

Come già detto, l'abilità di entrare in una trance religiosa, di sperimentare delle estasi, è una caratteristica ereditaria, e questo potrebbe essere vero anche per l'abilità di cambiare mappe cerebrali. Se si tratta di una caratteristica ereditabile, dobbiamo averla avuta sin da tempi remoti della nostra evoluzione culturale e, come per la trance religiosa, possiamo supporre che i nostri antenati impararono, nel corso dei millenni, a controllare questa peculiare capacità in modo rituale, come abbiamo visto nelle varie cerimonie di possessione, in modo che potesse essere utilizzata per importanti scopi religiosi e sociali. Con l'aiuto della trance poteva essere evocata una diversa mappa cerebreale, e successivamente la stessa poteva essere tolta di mezzo.

Ma cosa accade ad una dote genetica che non è più necessaria alla cultura in cui si vive? Naturalmente essa non sparisce dall'oggi al domani. Continua ad essere disponibile e delle persone vi si imbatteranno accidentalmente, esattamente come per la trance. Questo può accadere con più probabilità se la persona ha subito gravi abusi, la struttura della personalità è stata danneggiata, l'integrità della persona è stata violata, come accade nel caso di abusi infantili.

Un rilievo che si trova in parecchi autori fornisce ulteriore supporto a questa argomentazione: "Per ragioni ignote - essi scrivono - i casi di personalità multipla si sono moltiplicati negli anni '70". Di fatto, le ragioni di questo aumento non sono difficili da capire, se teniamo presente che in tutti i casi di possessione controllati ritualmente è la trance religiosa a mediare l'esperienza. Il corpo è reso pronto per la possessione dai cambiamenti che hanno luogo quando è indotta la trance. Nel corso degli anni '60 e nella prima parte degli anni '70, durante il tempo dei movimenti giovanili e della controcultura, molta più gente sperimentò vari stati alterati di coscienza. Occorre ricordare che una trance è tirata in ballo quando una personalità multipla "viene fuori". E' semplicemente questione di probabilità statistica che, dato un maggior numero di persone che sperimentano una trance religiosa, e dato che l'abilità di cambiare mappe cerebrali è una abilità genetica, alcuni di questi soggetti sarebbero caduti nel disordine di personalità multipla. Sfortunatamente per loro, i rituali per gestire in modo sicuro questa dote genetica non sono più conosciuti nella realtà urbana. Così, una volta incappati nel comportamento che abbandona la loro mappa abituale della personalità e ne instaura un'altra, la gente non ha idea di come togliere di mezzo quello che è avvenuto senza conoscenza o intenzione, e non c'è alcuno specialista con le informazioni necessarie a cui possano rivolgersi. Il paziente è in certo qual modo come la principessa che lo stregone ha chiuso nella torre. Ella può affacciarsi a chiedere aiuto alla finestra della torre, ma nessun pretendente può liberarla a meno che qualcuno non gli dia la chiave della porta. Con i terapeuti incerti su come aiutare i loro pazienti, praticamente tutti i casi conosciuti nella letteratura sull'argomento danno una impressione di tragina ineluttabilità. C'è stato il caso di Miss Beuchamp, descritto nel 1906 da Morton Prince, un neurologo con un'ottima reputazione. Egli divenne molto noto per aver descritto dettagliatamente il caso di questa donna:

 

 

Ella aveva peculiarità individuali di carattere, di inclinazioni, di temperamento, di memoria e di salute fisica, che la distinguevano nettamente da B.I. (un'altra personalità). Persino molte delle sue reazioni fisiologiche agli stimoli ambientali erano differenti.

 

 

Prince la esaminò, scrisse sul suo caso, ma alla fine non fu in grado di aiutarla, e la donna dovette continuare a vivere col suo spaventoso problema. Possiamo ricordare ancora Eve White, il cui caso è descritto ne I tre volti di Eva, e che gli sforzi del dottor Thigpen non liberarono dalle sue moleste sub-personalità. Al contrario, ella finì con sviluppare sedici differenti personalità, come se tutto quello che la terapia aveva provocato fosse una riduzione in frantumi della mappa cerebrale originaria.

Normalmente non si sa molto della sorte dei soggetti MPD, una volta che smettono di andare dal loro psichiatra. C'è un resoconto, nella letteratura su una donna il cui caso è stato seguito per 38 anni. Nel corso di un intervallo di tempo così ampio, furono tentati diversi trattamenti, alcuni, inizialmente, in base all'erroneo assunto che soffrisse di schizofrenia. Fu trattata con l'ipnosi e con sostegno psicoterapeutico, come pure col metodo psicanalitico classico e con quello modificato. Ma l'autore del rapporto giunse alla sconfortata conclusione che persino se gli approcci terapeutici che da ultimo furono disponibili fossero stati applicati sin dall'inizio, il risultato non sarebbe cambiato: la paziente sarebbe rimasta con una personalità multipla.

Alcuni sfortunati malati furono trattati con insulina o con elettroshock e con farmaci psicoattivi accanto ai tentativi di "fondere" le loro distinte personalità in una persona nuova e integrata. Sebbene alcuni medici riportino casi di integrazioni avvenute con successo, nessuna di queste si è dimostrata in generale e affidabilmente efficace. Il massimo che si può sperare di ottenere con i modelli terapeutici attuali è rendere il paziente più rilassato e fargli accettare la sua condizione, rendendolo così in grado di affrontarla meglio e di non mostrarla nel suo comportamento sociale.

Ma cosa avviene se una delle sub-personalità è cattiva e provoca caos e morte senza che la personalità ospite ne sia consapevole e ne abbia alcun ricordo? Né Miss Beauchamp né Eve White possedevano delle sub-personalità criminali, ma la tesi che il crimine sia stato compiuto mentre l'autore del reato era posseduto da un demone continua a saltar fuori come difesa in processi criminali. La letteratura riporta i casi di un certo numero di famosi assassini che fino al giorno dell'esecuzione affermarono di non essere colpevoli del crimine per cui erano stati condannati e che non avevano alcun ricordo di aver commesso qualcosa del genere. Erano le personalità ospiti in questo caso innocenti e furono giustiziate per i crimini delle loro sub-personalità?

Un famoso esempio di una sub-personalità criminale, sebbene la persona non sia stata poi giustiziata, è quello del "Killer Burke", uno degli uomini responsabili per il massacro di San Valentino. Burke era il figlio di una famiglia di agricoltori ed era perfettamente normale fino a 24 anni. Senza alcun stimolo noto, improvvisamente lasciò casa e visse per sei mesi come un vagabondo violento e pericoloso. Ritornò poi a casa ed era l'uomo che era stato una volta, si sposò e visse una vita ordinaria e rispettabile per quattro anni, quando un'altra ricomparsa della sua sub-personalità lo portò a Chicago. Divenne un temuto gangster, e nel 1929, il giorno di San Valentino lui e altri criminali si recarono in un garage dove si era riunito un certo numero di gangster rivali e li uccisero con mitragliatrici. Burke tornò a casa da sua moglie senza ricordare niente se non che era stato a Chicago in cerca di lavoro.

Per anni Burke andò avanti alternando le personalità di un marito e padre lavoratore e piacevole e di un feroce assassino, arrivando ad uccidere probabilmente trentadue persone. Fu finalmente arrestato quando, vivendo come rispettabile uomo d'affari in una città del Michigan, fu fermato per un banale incidente del traffico. Invece di rispondere con calma alle domande del poliziotto, la sua sub-personalità criminale emerse improvvisamente ed iniziò a sparare. Secondo le parole del poliziotto colpito a morte, "si trasformò in un demonio". Fu condannato all'ergastolo e, sebbene fosse un prigioniero modello, persino i detenuti che erano con lui ne erano spaventati, perché la sua personalità omicida poteva venire fuori senza preavviso. Rimase una personalità multipla fino alla fine dei suoi giorni.

Mentre i trattamenti psichiatrici e biomedici di stampo occidentale di questo stato patologico spesso rimangono inefficaci, sembra che almeno in alcuni casi un esorcismo funzioni rapidamente e bene. Quello che distingue i casi trattati in questo modo, secondo le osservazioni dello psichiatra californiano Ralph B. Allison, sono certe caratteristiche delle sub-personalità. Egli sostiene che in circostanze normali le personalità alternative nascono e servono per uno scopo definito. Una sub-personalità "è un mezzo per far fronte ad un'emozione o situazione che il paziente non è in grado di gestire". Qualche volta è difficile scoprire quale fosse lo scopo originario, ma alla fine lo psichiatra riesce ad individuare sia la causa che il momento o l'occasione, nella vita del paziente, in cui si è avuta la "nascita" di una tale personalità. La terapia mira ad insegnare al paziente le strategie messe in atto dalla sub-personalità, il che, teoricamente, implicherebbe che quest'ultima sparisca. Ma, tralasciando il fatto che nell'esperienza di Allison questa speranza non si concretizza sempre, egli occasionalmente si è imbattuto, nel suo lavoro con le personalità multiple, in soggetti con sub-personalità che agivano indipendentemente. La loro "nascita" non poteva essere individuata, esse non servivano ad alcuno scopo riconoscibile e con una certa frequenza si riferivano a se stesse come "spiriti". Esse non erano sempre assolutamente cattive. In un caso una entità maschile chiamata Dennis si manifestò apparentemente dal nulla e poi si rifiutò di andarsene perché si era innamorato di una delle personalità alternative della paziente di Allison. L'entità non era demoniaca ma fastidiosa. Ma nel caso di Carrie, una paziente con personalità multiple che Allison aveva avuto in terapia per anni, ebbe luogo una autentica e furiosa possessione, improvvisamente e senza alcun preavviso, che mostrava le caratteristiche della possessione demoniaca di cui abbiamo parlato illustrando le tradizioni occidentali e eurasiatiche; questa personalità urlava oscenità, aveva forza sovrumana, ed era ferocemente aggressiva. Prima che Allison potesse fare qualcosa, Carrie si suicidò. Le persone che soffrono di possessione demoniaca spesso riferiscono che i demoni vogliono ucciderli forzandoli a commettere un atto suicida. In questo caso l'atto fu portato a termine.

Allison ritenne che se queste sub-personalità affermavano di essere o erano effettivamente spiriti, non poteva venir alcun male ai suoi pazienti se tentava un esorcismo. Sembrò logico andare a vedere come era descritto il rituale dell'esorcismo negli episodi biblici spesso citati a proposito della possessione. Usando una strategia modellata su questi antichi resoconti, Allison fu effettivamente in grado di curare un certo numero di pazienti le cui sub-personalità presentavano un quadro come quello descritto. Funzionò nel caso di Dennis. In un caso, Allison si procurò l'assistenza di uno specialista religioso:

 

 

Una volta incontrai il caso di un giovane uomo che era stato ferito al lavoro: un macchinario gli era caduto in testa. Egli ebbe a seguito di questo parecchi episodi convulsivi di tipo epilettico, ma gli esami neurologici non mostrarono lesioni tali da dar luogo a tali episodi. Iniziò anche ad udire una voce che gli diceva che stava per morire. Sotto ipnosi, chiesi di conoscere la causa di questi sintomi. Uscì una voce, che affermava di essere il diavolo. Questo diavolo affermava di essere entrato in quell'uomo parecchi anni prima, quando era nell'esercito americano in Giappone. L'uomo era entrato in una casa incendiata per salvare un giapponese che vi abitava e in quel momento una esplosione lo scaraventò fuori della casa. L'uomo fu ospedalizzato per molti mesi… Questo diavolo sostenne di essere entrato nell'uomo durante l'incendio e di essere responsabile di tutti i sintomi fisici e mentali che seguirono. Io richiesi un colloquio con un sacerdote del luogo, che si trovò di fronte lo stesso diavolo, nel corso dello svolgimento di alcuni riti. Il sacerdote espresse l'opinione che non si trattasse in realtà come conosciuto dai teologi, ma di uno spirito maligno così confuso da pensare di essere effettivamente il diavolo.

 

 

Il sacerdote effettuò un esorcismo ed ebbe tanto successo che, secondo Allison, che rimase in corrispondenza col paziente, "i sintomi delle voci e degli attacchi epilettici non continuarono dopo che lasciò il sacerdote".

Che io sappia, sfortunatamente non vi sono molti psichiatri che di fronte ad un disturbo di personalità multipla siano disposti a tentare un esorcismo o almeno ricorrere ai servizi di un esorcista. Il che è un peccato, perché l'esorcismo è fondamentalmente concepito per ottenere controllo rituale di entità moleste ed è possibile che funzioni, che le entità si dichiarino spiriti o no. Nell'Umbanda, una religione diffusa nel Brazile meridionale, affine al Candoble, che combina religioni braziliane indigene, africane, cattolicesimo e spiritismo, come in altre religioni simili, si sostiene che gli spiriti indisciplinati necessitano e possono essere controllati.

Il disordine di personalità multiple è collegato a quello della possessione demoniaca. Questo disordine ci consente di esaminare senza paradigmi religiosi, come fenomeno delle civiltà urbane contemporanee, una abilità genetica del cervello. Le persone hanno apparentemente, in certe circostanze, la capacità di cambiare o creare nuove mappe cerebrali, nella realtà urbana attuale, ovviamente messa al servizio di esigenze di sopravvivenza psicologica. Entità o sub-pesonalità di diverse sfumature possono apparire. Ma senza interventi rituali, la eliminazione degli schemi mentali che si sono venuti a creare è estremamente difficile, specialmente se la sub-personalità è malevola o, in termini religiosi, se l'entità che attua la possessione ha poteri demoniaci. Nell'ambiente religioso la scelta più appropriata per la cura è l'esorcismo. Come abbiamo visto, è l'unica strategia usata da tutte le culture contro la possessione demoniaca, e in tutti i casi in cui può operare senza impedimenti, ha un notevole successo.

 

 

 

 

il caso di carrie

 

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Ecco cosa racconta lo psichiatra Ralph Allison del suo caso più drammatico di personalità multipla, che è terminato con un suicidio, e che mostra risvolti legati alla possessione.

Stavo dormendo della grossa quando i primi squilli penetrarono nel mio cervello. Era intorno alle due di mattino di un giorno di inverno all'inizio del 1973, e la mia prima reazione fu di seppellire la testa nel cuscino finché lo squillo non fosse cessato. Dopo il terzo squillo mi resi conto che era un'ora in cui le persone depresse spesso giungono al punto più basso. I ristoranti sono chiusi. I bar sono chiusi. Cinema e sale da bowling sono generalmente chiusi per la notte. Non c'è nessun posto in cui cercare compagnia, e l'oscurità della notte sembra accrescere il senso di isolamento dagli altri. E' un'ora in cui la gente pensa al suicidio e alcuni effettivamente prendono un rasoio, una pistola o del veleno per farlo. Se uno dei miei pazienti aveva raggiunto questo punto, forse mi aveva telefonato per chiedere aiuto.

Rotolai velocemente fuori dal letto, afferrai il ricevitore del telefono, e mi identificai. L'adrenalina cominciò a montare nel mio corpo, rendendomi teso e in guardia. Se era uno dei miei pazienti, dovevo stare vigile. Non potevo permettermi di fallire. Le potenziali conseguenze erano troppo terribili.

"Qui è l'ufficio del coroner, Dottor Allison", disse la voce all'altro capo della linea. "Sono spiacente di disturbarla a quest'ora ma…"

La persona all'altro capo del filo era molto professionale. Uno dei miei pazienti, Carrie Hornsby, era stata trovata morta a casa sua per una overdose di farmaci e alcol. L'ufficio del coroner aveva avuto il mio nome da suo marito e pensavano che avessi voluto saperlo.

Gli psichiatri non dovrebbero piangere. Ci si aspetta che manteniamo una maschera di indifferenza, ascoltando a storie di abusi infantili estremi, deviazioni sessuali e incredibili tormenti senza mostrare alcuna reazione. Noi non giudichiamo nessuno. Noi non dobbiamo imporre il nostro sistema di valori ai nostri pazienti. Noi non dobbiamo rimanere coinvolti nella vita personale del paziente. Noi dobbiamo negare la nostra stessa umanità e compassione durante le ore che passiamo con le persone tormentate che entrano nel nostro studio.

Suppongo che i miei colleghi criticherebbero le mie reazioni quella notte. Avrebbero senz'altro preferito l'atteggiamento dell'ufficio del coroner - che la morte è un aspetto della vita che deve essere affrontato con serenità.

Ma era più facile per l'ufficio del coroner gestire la situazione con una simile fredda professionalità. Erano stati chiamati a gestire un corpo - un insieme di pelle, ossa, capelli e sangue. La forma che vedevano era umana, ma non aveva più vita o personalità di un manichino in una vetrina. Per loro Carrie era un numero, una statistica da classificare e mettere nel libro delle registrazioni di quell'anno. Non avevano mai conosciuto Carrie come un individuo vivente, che respirava. Non l'avevano mai sentito la sua risata contagiosa nei giorni in cui il suo morale era alto, e il mondo le sembrava il luogo più meraviglioso dell'universo in cui vivere. Non avevano mai visto come i suoi lunghi capelli, fiammanti e rossi, oscillavano contro le sue spalle mentre camminava. Non avevano mai ascoltto le sue speranze e i suoi sogni, né avevano condiviso la sua angoscia e i demoni della sua mente che la facevano urlare senza sosta. Ma io l'avevo fatto.

Dormire fu impossibile quella notte. Tutti i miei pensieri erano su Carrie, una delle più belle donne che io abbia mai visto, che era anche condannata dalla stessa malattia mentale che avevo già incontrato con un'altra paziente che era guarita completamente, Janette. Carrie era il second dei miei casi di personalità multipla.

Carrie Hornsby venne nel mio studio con una storia di frequenti e gravi depressioni e disturbi dell'umore. Per molti anni aveva agito in un modo che la sua famiglia trovava strano, ma non avevano prestato molta attenzione al suo comportamento fino al Capodanno del 1975. Quella notte non si presentò ad un party, e suo marito, Randolph, la scoprì a casa di un altro uomo.

Randolph Hornsby era un individuo violento ed egocentrico, che pensava che fosse dovere di Carrie accettare qualsiasi cosa lui decidesse di fare. L'idea che lei avesse una relazione lo sconvolse e divenne fuori di sé. Quando lui si calmò, Carrie si infilò un ferro da calsa nel suo polso sinistro.

Niente appariva particolarmente insolito nel caso di Carrie quando varcò per la prima volta la porta del mio studio, sebbene fisicamente fosse una delle più belle donne che io abbia mai visto. Era alta e snella, e i suoi magnifici capelli di un rosso fiammeggiante valorizzavano il suo volto adorabile. Era il tipo di donna che appariva completamente libera di fare quello che voleva. Non avrei mai pensato di dover sviluppare tecniche particolari, incluso l'esorcismo, per aiutare Carrie.

Ebbi una reazione nei confronti di Carrie che non era obiettiva e razionale, ma che ora capisco fu in qualche modo profetica. Avevo la strana sensazione che questa giovane donna avrebbe giocato un ruolo fuori dell'ordinario nella mia vita. Avrebbe influenzato il mio lavoro, le mie emozioni o qualche altro aspetto della mia esistenza, sebbene non sapevo come o perché e certamente non potevo analizzare razionalmente questa sensazione. Avessi saputo quanto doveva dimostrarsi profetica queta reazione non penso che ci avrei creduto. Gli eventi successivi si dimostrarono troppo dolorosi e bizzarri per essere prevedibili in base delle mie precedenti esperienze come psichiatra.

Carrie era stata sempre bellissima. Anche da bambina, i suoi capelli rossi e il volto radioso deliziavano chiunque la vedesse. Tutti i parenti stravedevano per lei, prestandole costante attenzione. A dispetto di queste attenzioni, la sua prima infanzia fu caratterizzata da una forte pressione.

Suo padre era un ufficiale di marina in carriera, che viaggiava costantemente. Sua madre sviluppò un tumore cerebrale quando Carrie era neonata, una condizione che richiese una terapia con radiazioni con accompagnamento di nausea e altri effetti collaterali. Come risultato, Carrie fu affidata alle zie, zii e altri parenti. Passò molto del tempo con i suoi nonni, uno dei quali, la madre di suo padre, aveva gravi problemi emotivi.

Quando sviluppai una maggiore comprensione dei casi di personalità multipla, scoprii che tutti erano stati non desiderati da uno dei genitori o avevano percepito l'esistenza di una tale situazione. Nel caso di Carrie, sua madre proprio non la voleva. Il concepimento fu accidentale, e la madre aveva sperato in un aborto spontaneo.

Il padre di Carrie era un militare che era raramente a casa. Alla fine fu trasferito in Giappone ma non poteva occuparsi di Carrie senza l'aiuto di sua moglie. Entrambi i genitori concordarono nel lasciare che di Carrie si occupassero i nonni.

Quando Carrie aveva sei mesi, il trattamento della madre ebbe successo, e l'intera famiglia si riunì in Giappone. Sfortunatamente questo pose un certo numero di pressioni emotive su Carrie. Si sentiva abbandonata dai nonni, la fonte primaria di affetto e amore che aveva conosciuto sin dalla nascita. Suo padre era normalmente via da casa, sua madre era ancora debole, e Carrie era accudita da domestiche giapponesi che non parlavano la sua lingua e non erano molto interessate a lei. C'era una tremenda ostilità dei Giapponesi nei confronti degli americani a quel tempo, cosicché la famiglia viveva in un'area isolata e sorvegliata con altri americani. C'erano pochi bambini piccoli, e Carrie passava molto del suo tempo senza reali amici.

In Giappone Carrie prese l'abitudine di mettere tra i denti ciocche dei suoi bellissimi capelli rossi e di inghiottirle. Sua madre la portò dal medico di base, che fornì una risposta semplice. Carrie non avrebbe potuto strapparsi i capelli se non ne avesse avuti, e quindi fu rasata a zero.

Avere la testa rasata a diciotto mesi, l'età di Carrie a quel tempo, avrebbe scioccato chiunque. Ma Carrie aveva altri traumi emozionali da sopportare. Non era voluta e all'atto pratico era stata abbandonata emozionalmente. Quando finalmente sua madre passò del tempo con lei, era solo per il tempo necessario per raderla, una azione che Carrie percepiva come indicibilmente brutale.. Carrie era inorridita da ciò che le stava accadendo. Era arrabbiata, impaurita e voleva disperatamente fuggire. Si dibatteva e si voltava con suo piccolo corpo, cercando di scappare dalla presa di sua madre mentre forbici e rasoio la riducevano ad una "pelata". Urlava di terrore, sopraffatta da circostanze che non poteva capire né sfuggire.

La sua mente intraprese l'azione che il suo corpo non poteva compiere. Carrie si ritirò nei recessi della sua mente e fu creata Wanda.

Wanda nacque in mezzo alla violenza, piena di odio e capace di esprimere tutta la rabbia che Carrie non era in grado di esprimere. Wanda era destinata a trattare il mondo con il disprezzo con cui percepiva di essere trattata lei stessa. Avrebbe fatto del male alle persone in ogni modo possibile.

Da quel momento, i problemi mentali di Carrie divennero sempre più gravi. Durante tutta l'infanzia e l'adolescenza affrontò una serie di episodi traumatici e continuò a farvi fronte creando personalità alternative.

Quando aveva quattro anni, lei e sua sorella passavano la maggior parte del tempo giocando giocando con i figli di un militare temporaneamente oltreoceano. Questi bambini, un ragazzino e una ragazzina di un solo anno più vecchi di Carrie, erano piuttosto violenti. Un pomeriggio la sorella di Carrie e l'altra bambina erano andate a gironzolare, lasciando Carrie, che aveva quattro anni, sola col ragazzino. Quello cominciò subito a picchiarla, poi la gettò a terra e le sedette sopra. Lei lo colpì con i pugni, calciando e lottando invano, mentre diveniva sempre più debole per la mancanza d'aria. Quando ne uscì era quasi inconscia. Nel suo panico, mentalmente creò un aspetto maschile. Questo non era una sub-personalità, sebbene alla fine lo divenne. In un certo senso lei stava ponendo le fondamenta per ciò che sarebbe poi divenuta una scissione psichica vera e propria.

Questo aspetto maschile della mente di Carrie era il risultato di ciò che è noto come identificazione con l'aggressore. E' un normale meccanismo di difesa che si attiva in circostanze estreme. Quando ad una persona viene fatto del male da un'altra e si sente impotente, essa può alterare psicologicamente le circostanze per sentirsi sicura. Una ragazza picchiata da un bullo può immaginarsi come ragazzo, dal momento che i ragazzi fanno del male, e le ragazze sono le loro vittime. Se lei fosse un ragazzo, non soffrirebbe più.

L'identificazione con l'aggressore è di norma una faccenda temporanea. Ma nel caso di Carrie, l'aspetto maschile fu rafforzato da una esperienza che avvenna mentre viveva nel ranch di sua nonna.

Sua nonna paterna odiava gli uomini e non voleva aver niente a che fare con altri che suo figlio. Assumeva solo donne per lavorare nel ranch, e almeno alcune di queste erano omosessuali. Carrie, nei confronti di queste spesso giocava il ruolo della cattiveria maschile e del maschio, e in questo modo rafforzò gli aspetti maschili che aveva sviluppato nell'infanzia.

Carrie si sentiva un'intrusa al ranch. Non aveva particolare affetto per sua nonna o le altre donne. Voleva starsene lontano dalle persone quanto possibile. Il suo unico piacere era un cavallo che sua nonna le aveva donato. Carrie cavalcava ogni volta che poteva. Spesso sgattaiolava nelle stalle la notte per prendere il cavallo senza essere vista e cavalcava per ore. Sfortunatamente questa abitudine doveva produrre un'altra sub-personalità.

Questo capitò una notte, molto tardi, quando Carrie aveva difficoltà ad addormentarsi. C'era luna piena e lei pensò che sarebbe stato divertente cavalcare fino al parco vicino, dove avrebbe potuto guardare le stelle. Non si rese conto che un gruppo di motociclisti era arrivato nella zona. Non appena arrivò al lago, la aggredirono, costringendola a bere liquori. Dopo pochi minuti di questo "party", la gettarono a terra e la violentarono a turno. Fu la sua prima esperienza sessuale e fu terribile. La sua mente fu di nuovo sopraffatta quando il suo corpo non poté fuggire. Così creò un'altra sub-personalità.

Carrie non rivelò mai lo stupro e riuscì persino a rimuoverne il ricordo. Era terrorizzata che sua nonna venisse a sapere quello che aveva fatto - sgattaiolare via senza il suo permesso - perché il cavallo le sarebbe stato tolto. Quell'animale significava per lei più di qualsiasi altra cosa al mondo e lei non poteva rischiare di perderlo. Mantenne il silenzio, costringendosi a dimenticare lo stupro.

Seth fu il primo boyfriend di Carrie alle superiori. Uscirono insieme per un anno prima che lui proponesse di fare sesso. Lei rifiutò, entrando nel panico quando lui glie lo propose. Era riuscita a sopprimere ogni ricordo dello stupro, ma questa richiesta creò un senso di paura nella sua mente. Non sapeva perché l'idea di un rapporto la terrorizzasse, dal momento che amava Seth, ma non poteva farlo. Lui ne fu frustrato e le disse che non avrebbe continuato la relazione senza sesso. Quando lei continuò a rifiutare non la vide più.

Presto Carrie iniziò ad uscire con Randolph Hornsby, uno dei ragazzi più malfamati della sua scuola. La sua famiglia era famigerata. Si parlava di diversi crimini che avevano commesso. Gli uomini della famiglia litigavano per qualsiasi pretesto ed erano frequentemente ubriachi e aggressivi.

La famiglia di Carrie fu sconvolta dalla relazione di Carrie con Randolph, ma poteva fare poco. Carrie si era sentita non voluta ed estranea rispetto alla sua famiglia per parecchi anni. In risposta, si aggrappò a Randolph, determinata a tenerselo.

Dopo qualche appuntamento, Randolph disse a Carrie che era deciso a fare sesso con lei. Lei era spaventatissima, anche se di nuovo non sapeva perché. Capì che se non lo avesse fatto l'avrebbe perso come aveva perso il ragazzo precedente. Come cominciò a sbottonarsi la camicetta sembrò perdere la conoscenza.

La cosa successiva che Carrie ricordava era che Randolph la stava riportando a casa. Dai suoi commenti comprese che era stata molto attiva durante il rapporto sessuale, anche se lui aveva pensato che era ancora vergine. Lei ne dovette concludere che avevano fatto sesso, anche se non riusciva a ricordarlo. Ciò che non sapeva, e io non scoprii se non quando la terapia durava già da tempo, era che il sesso era stato goduto da un'altra sub-personalità creata a questo preciso scopo. Questa sub-personalità sarebbe divenuta una adescatrice di uomini con un appetito sessuale insaziabile, sebbene senza consapevolezza da parte di Carrie.

Tutte queste informazioni su Carrie non vennero fuori durante la prima seduta, né appresi la verità sulle sue condizioni durante diverse sedute sucessive. Carrie era fortemente tormentata, ma appariva abbastanza normale. Ne conclusi che la risoluzione dei suoi problemi sarebbe stata piuttosto semplice. Janette sarebbe stata la mia quota massima di casi di personalità multipla per il resto della mia carriera. Mi era capitato di incontrarne una, una esperienza in cui la maggior parte degli psichiatri non si sarebbe mai imbattuta, e non potevo certo immaginare di trovarmi di fronte ad un altro caso. Mai una volta durante quelle sedute sospettai che vi fosse qualcosa di molto più grave in Carrie.

Ricordo ancora il giorno in cui scoprii il vero problema di Carrie. Lei era molto agitata quando entrò nel mio studio. Mi disse che amava camminare in riva all'oceano. Ma si trovava improvvisamente nell'acqua. Spesso le arrivava fino al petto o al mento prima che si rendesse conto che stava accadendo. Doveva nuotare a riva, terrorizzata dal pericolo di affogare, in apparenza a causa sua, e tuttavia senza aver avuto consapevolezza di aver abbandonato la spiaggia e essere passata nell'acqua. Mi disse che spesso sentiva una voce che la chiamava tra le onde.

Le azioni di Carrie mi sembravano altrettanto strane di quanto sembravano a lei. Sapevo di casi di pazienti che avevano tentato il suicidio entrando in acqua, ma essi sapevano ciò che stavano facendo. Era un atto pienamente deliberato.

Gli inspiegabili problemi di Carrie erano particolarmente allarmanti a causa della posizione di responsabilità che aveva a quel tempo. Lavorava come infermiera in un centro di riabilitazione per alcolisti e doveva essere costantemente attenta ai problemi dei pazienti.

Il lavoro le creò ancora più stress perché il dottore che gestiva la struttura la convinse ad avere sesso orale con lui nel suo ufficio. Sebbene la porta fosse sempre chiusa, sua moglie, che lavorava per lui, normalmente batteva a macchina proprio lì fuori. Dopo che Carrie soddisfaceva i desideri del dottore, quello le addebitava il costo di una seduta come paziente regolare. E lei pagava le fatture.

Per aiutare Carrie a scoprire perché camminava nell'acqua suggerii di tentare con l'ipnosi. Speravo che questo l'avrebbe aiutata a concentrarsi sull'incidente e a rivelare la verità.

"Lei mi ucciderà" disse Carrie. La sua voce era piena di paura mentre parlava di questo qualcuno che viveva nella sua testa. Aveva una certa consapevolezza di questa altra parte entro di sé, ma molto prima che potesse capire che questa personalità piena di ira era solo un altro aspetto di sé.

Io cominciai a dire qualcosa, ma Carrie continuò a parlare. "Mi ucciderà. Ha preso delle pillole, dove lavoro, e mi ucciderà"

La menzione delle pillole mi preoccupò tanto quanto lo shock di quanto veniva dicendo. Sapevo bene quanto le sarebbe stato facile impadronirsi delle pillole al centro di riabilitazione. Come infermiera aveva accesso ai medicinali per i pazienti prescritti dal dottore. Sarebbe stato facile per lei intascare le medicine per un paziente, poi scrivere una annotazione nella tabella clinica del paziente che la medicina era stata somministrata.

"Mi ucciderà questo weekend. Ha preso tutte quelle pillole al lavoro e le ha nascoste a casa mia. Ha in mente di farmi morire di overdose questo fine settimana".

"Chi sta per ucciderti" chiesi.

"Wanda. Wanda staper uccidermi"

"Chiè wana?" Chiesi. Forse era paranoide. Frrse c'era unaltra infermiera di nome Wanda che Carrie percepiva avesse ostilità nei suoi confronti.

Improvvisamente la postura di Carrie cambiò. La sua bellissima faccia sembrò indurirsi e discorcersi. Il suo corpo si tese, come se si preparasse per un combattimento. Sembrava furiosa col mondo intero e era completamente diversa dalla Carrie che conoscevo. "Sono io Wanda, tu testa grossa figlio di puttana!".

In quel momento seppi. Non riuscivo a capire come o perché, ma in qualche modo avevo due pazienti con MPD, non solo durante la mia carriera, ma nello stesso momento. Doveva essere una cosa senza precedenti negli annali medici, ma al momento non ero troppo entusiasta all'idea di stabilire un record. Ciò che realmente volevo era fuggire, cambiare campo di attività. Forse avrei potuto lavorare ad una catena di montaggio da qualche parte, svolgendo un lavoro di routine per otto ore. Se potevo mandare Carrie da un altro dottore, l'avrei immediatamente fatto non appena la personalità principale fosse tornata.

Parlai per un po' con Wanda, senza sapere bene cosa dire. Discutemmo i piani del suicidio, e io ebbi la netta impressione che Wanda voleva vivere. Lei non voleva semplicemente spartire il corpo con altri e pensava che se li avesse uccisi, avrebbe avuto il corpo tutto per lei. Non aveva alcuna remora nei confronti dell'assassinio. Era un mezzo giustificato dal fine che intendeva perseguire.

Dopo diversi minuti di conversazione convinsi Wanda che anche lei avrebbe sofferto. A lei non piacque ciò che le dissi, né intendeva crederci. Dal momento che Carrie alla fine pose fine alla sua vita, è ovvio che mantenne l'idea della uccisione/suicidio nella sua mente. Comunque, prima che lasciasse l'ufficio quel giorno, ero convinto che non fosse in imminente pericolo.

Ebbi una lunga conversazione con Carrie quel pomeriggio. Le dissi che sapevo che stava vivendo una simile bizzarra esperienza. Non formulai la mia diagnosi di MPD, però, perché intendevo spiegare questo fenomeno durante la visita della settimana successiva. Decisi di invitare Janette a quella sessione, nella speranza che potesse abituare Carrie a familiarizzarsi con l'idea.

Carrie aveva una intelligenza non superiore alla media e, sebbene una infermiera diplomata per sua scelta e convinzione, aveva scarsa preparazione psicologica. Era difficile per lei comprendere ciò che tentavo di dirle, sebbene ciò che capì la terrorizzò. Gestì lo stress ne modo che era diventato abituale per lei - creò una nuova personalità per far fronte al resto della sessione terapeutica.

Janette offrì un confronto con la mia esposizione, sebbene non fece niente per alleviare la crescente paura di Carrie. Janette non aveva un training medico, ma era in grado di riferire alcune delle sue esperienza a Carrie. I blackout e gli altri aspetti della sua insolita esistenza erano tipici delle esperienze della stessa Carrie. Il risultato fu che Janette divenne amica e consigiera di Carrie, in grado di capire l'altra donna anche se era troppo disturbata per fare qualcosa di più che prestare un orecchio empatico.

Il volto di Carrie non mostrò alcun cambiamento mentre le spiegavo il concetto di disturbo di personalità multipla. Di tanto in tanto annuiva sempre guardandomi intensamente. Tutto sembrava andare bene all'apparenza. Ciò che non potevo vedere era una isteria interna che stava avendo il sopravvento su di lei. Non era in grado di tollerare il mio discorso e reagì formando una nuova personalità.

Io accettai la realtà di tutto questo al tempo della cura. Però, quando cominciai a vedere altri pazienti con problemi simili, capii che le sub-personalità non appaiono istantaneamente in pubblico. Hanno un periodo di gestazione, durante il quale sviluppano la loro piena forza. Solo allora acquistano uno specifico schema di pensiero, atteggiamento corporeo e le altre caratteristiche che rendono qualcuno un individuo. Prima che questo avvenga, esse hanno coscienza del mondo esterno e una consapevolezza generale di ciò che sta accadendo intorno a loro. Però non possono essere identificate come una sub-personalità.

Questa nuova sub-personalità non necessitava il normale periodo di gestazione. Qualcuno che fosse nuovo doveva controllare il corpo, e questa personalità assunse immediatamente il controllo. Non aveva sviluppato un personaggio con peculiari preferenze e avversioni, ma era in grado di servire allo scopo per la quale era stata creata facendo superare a Carrie la mia sessione e facendola uscire dalll'edificio.

Durante una successiva sessione di erapia, incontrai la nuova personalità di Carrie. Entrò nel mio ufficio, con le spalle incurvate, la sua testa nelle sue mani. Allargò le dita, sbirciando attraverso di essse e sorridendo in modo impertinente. "Hello", disse con la voce di una ragazzina, molto più acuta di quella di Carrie. "Chi sei?". Fece una risatina, poi mise la mano sulla bocca.

"Carrie?" chiesi, rendendomi subito conto che questo era qualcosa di nuovo. "Carrie non è qui" disse la nuova sub-personalità, ridacchiando di nuovo. "Chi sei. Sei mio papà?"

E lo ero. Questa nuova perosnalità , che chiamai Debra, era nata nel mio ufficio. Credeva che Janette e io fossimo i suoi genitori dal momento che eravamo i primi adulti che avesse visto. Era infantile, tuttaviaproteggeva Carrie da ogni nuova ferita, incluso, peri il momento il dover fronteffiare la verit sulla su amalattia.

Debra alla fine iniziò a visitare Janette di quando in quando sempre comportandosi come se Janette fosse sua madre. Fortunatamente, Janette accettò Carrie/Debra, dal momento che anche una circostanza così bizzarre era più facile da gestire che la realtà della propria malattia.

Non avevo alcuna idea di come una paziente, ancora in terapia, avrebbe interagito con u'altra paziente con lo stesso grave disturbo. Comunque, una volta che le presentai, la cosa era fuori della mia portata, dal momento che Debra prese a frequentare la casa di Janette. La situazione non sembrava turbare Carrie in alcun modo e poteva aver rafforzato la determinazione di Janette di migliorare il suo stato. Lei poteva capire meglio il suo stesso comportamento attraverso le sue osservazioni dei cambiamenti nelle condizioni di Carrie. Messa di fronte ai bizzarri schemi di comportamento di un'altra persona le sue stesse azioni, riferitele da altri, diventavano più reali e meno tollerabili. Janette non volle mai più essere tormentata da una malattia che poteva creare tali insolite condizioni di vita.

Io personalmente ero turbato dall'aver così mal giudicato lo stato mentale di carrie. Mi piaceva pensare che ero un dottore migliore, che non avrebbe aggravato i suoi problemi con un'altra personalità. Che lo volessi o no ero suo "papà", e Janette divenne "mamma". Del tutto accidentalmente avevo avuto una "figlia" in modo istantaneo.

Debra, la mia nuova "figlia" si comportava assolutamente come un bambino. Ridacchiava continuamente e non aveva gli impulsi sessuali associati ad una persona adulta. Sembrava crescere mano a mano che la conosenza procedeva. Alla fine mi disse che sentiva le prime fitte di desiderio sessuale e voleva il mio consiglio su cosa significassero e come gestirle.

A dispetto della sua natura infantile, Debra  giocò un ruolo di crescente importanza come salvatrice di Carrie. Quando Carrie o una delle altre sub-personalità tentavano di commettere suicidio, Debra subentrava e recava aiuto. Talvolta interveniva proprio nel momento in cui Carrie stava per assumere una dose letale di pillole di un tipo o di un altro. Altre volte, prendeva il controllo quando Carrie tentava di tagliarsi i polsi, portando il corpo al pronto soccorso per aiuto.

Durante le poche successive sessioni, Carrie sembrava più inclinata a fronteggiare il suoi problemi mentali. Ammetteva che la gente la chiamava con nomi diversi in momenti diversi e sembrava avere schemi di comportamento diversi per ogni nome. Le chiesi se poteva chiarire meglio la faccenda, e lei disse che avrebbe provato.

La seduta successiva Carrie portò nel mio ufficio una lunga lista. Comprendeva quindici soggetti differenti, e riportata, tra le altre, le preferenze sul cibo, vestiti e divertimenti. Quattro nomi apparivano nella lista - Carrie, Wanda, Sandra e Naomi - e ciascun nome era connesso ad una lista di soggetti che indicavano i differenti gusti in varie attività delle sub-personalità. Ricordo che a una delle altre personalità alternative piacevo, un'altra aveva paura di me, una terza mi odiava e la quarta voleva aiutarmi a risolvere i problemi di Carrie.

Carrie trovò la lista di personalità alternative e delle loro caratteristiche e me la portò. Era così abituata a eventi inspiegabili che la scoperta della lista sembrò una sorpresa di piccolo conto. Non sapeva come le era arrivata, ma razionalmente presumette che fosse una conseguenza della sua mlattia. Sapeva solo che dovevo averla, così me la portò.

Carrie non sembrò mai riuscire ad accettare la propria malattia. Non riuscì ad avere il tipo di esperienza profonda che Janette aveva raggiunto con i suoi "autostoppisti". Carrie si dava da fare per migliorare le sue condizoni e stava diventanto dempre più capace di affrontare la vita, ma alla fine questo non si rivelò sufficiente. Se fosse stata in grado di accettare completamente la sua malattia, col conseguente desiderio di stare meglio, forse sarebbe sopravvissuta. Non lo saprò mai.

Poiché Carrie non sviluppò mai una accettazione profonda della su amalattia, e poiché aveva tutta un'altra serie di seri problemi personali che rendevano più grave la sua condizione, fui costretto a sviluppare una serie di cure altamente anticonformiste durante la sua terapia.

Uno dei suoi principali sintomi era la convinzione che sarebbe soffocata fino a morire. Prima che la incontrassi, era stata ospedalizzata perché si era rifiutata di mangiare. Ai tempi aveva una forte volontà di vivere, ed era così certa che sarebbe soffocata con qualche cibo che decise che l'unico modo di sopravvivere era di affamarsi. La gravità della sua fissazione era tale che, anche se a quel tempo frequentava una scuola per infermiere non capiva che la conseguenza della denutrizione era la morte.

Lo psichiatra che stava curando Carrie fu in grado di indurla a mangiare di nuovo, ma non poté alleviare le sue paure. Era anche convinta che sarebbe morta durante il Capodanno del 1972, una convinzione che era in qualche collegata alla paura di strozzarsi. Non sembrava esserci un particolare significato collegato a quella data, tuttavia era sicura che sarebbe accaduto.

Verso la fine del 1972, Carrie cominciò ad esplorare un'area a cui molti psichiatri non pensavano neanche. Anche adesso mi chiedo come e perché feci quel che feci. Esito ancora a discutere questo aspetto del caso con i miei colleghi, sebbene abbia appreso sin da allora, durante discussioni e meeting presso le numerose associazioni psichiatriche e di ipnoterapeuti cui appartengo, che anche gli altri si erano trovati a fronteggiare problemi simili.

Poco prima del Natale del 1972 Carrie era stata ospedalizzata dopo che trovai che cambiava personalità in modo incontrollabile quando era sola a casa. Chiamai uno psichiatra più anziano, uno che era anche esperto in ipnosi, per fare una valutazione medica. Dal momento che stavo per lasciare la città per una vacanza di una settimana, gli avevo chiesto di prendersi cura di Carrie mentre ero via.

Quando ci incontrammo per discutere il suo caso, il suo internista mi mostrò parecchi rapporti dattiloscritti di un certo Dottor Robert Leichtman di Sausalito, in California. Il Dottor Leichtman aveva abbandonato la pratica medica in Ohio per diventare pastore unitariano e poi insegnante di dinamiche della mente, un programma di self-help popolare ai tempi. Il mio amico dottore doveva solo mandare a Leichtmann il nome, l'indirizzo e i principali problemi di un paziente difficile. A casa sua, Leichtman sarebbe entrato in trance e in qualche maniera avrebbe ottenuto una rilevazione psichica dello stato mentale del paziente, come pure una rilevazione della sua vita.

Questo per me non aveva assolutamente senso, ma, a quel tempo, avevo esaurito le mie risorse con Carrie. Era entrata e uscita dal reparto psichiatrico così tante volte per tentativi di suicidio che praticamente avevamo una stanza riservata a lei. Questa volta, con la sua convinzione che stava per morire prima dell'iminente Rose Bowl di football, non avevo idea di cosa fare di diverso per cortocircuitare qualsiasi cosa stesse accadendo entro di lei.

Quando il mio collega, una figura rispettabile nella comunità medica mi mostrò queste relazioni non avevo niente da perdere chiedendo al dottor Leichtman di fare una ricerca psichica su Carrie. Dissi al mio amico di procedere con la richiesta, mentre ero via con la famiglia al lago Tahoe.

Quando la nostra famiglia celebrò l'arrivo del 1973, mi aspettai di avere una qualche premonizione se Carrie avesse avuto qualche sorte terribile quella notte, come temeva, ma non percepii niente di diverso dal solito, e ritornai a casa a Santa Cruz per vedere cosa era successo.

Tra la posta che si era accumulata nella mia casella delle lettere c'era una lettera dal Dottore Leichtmann, datata 25 dicembre 1972, che diceva quanto segue:

 

 

Parlando in tutta serietà, lei è posseduta da uno stregone depravato che se ne impadronì circa due anni fa dopo averla molestata per qualche tempo addietro. Alcune delle "convulsioni nevrotiche" erano un sintomo di questa entità che operava su di lei.

La possessione è ora molto forte, e un problema tanto maggiore dal momento che l'anima originaria non era molt evoluta. La nuova anima (il possessore) viene da una donna che morì di overdose e complicazioni a New York e si chiamava Bonny Pierce (o Price) nel 1968. I suoi parenti vivevano a Oswego, nello stato di New York. Mi pare di aver captato un indirizzo, 1421 Endicott St. o qualcosa di simile. Bonnie morì prima dei trent'anni nell'area di New York, mi pare nell'area dei Queens. Ora vuole ricominciare a soddisfare i suoi desideri sessuali e le sue passioni attraverso il corpo di Carrie. Il nome di suo padre sembra essere Roy.

A causa di questa entità (Bonny) Carrie sta avendo un peggioramento delle sue condizoni, sebbene alcuni dei suoi sintomi di resistenza si siano ridotti. Bonny è responsabile per le fantasie lunatiche più gravi che lei ha al momento.

Sia chiaro che la vittima ha invitato questa entità con la sua immaturità e la sua condizione alquanto depravata. Il seme cattivo non fruttifica su terreno non fertile. C'era un interesse comune nella promiscuità che le attirò una verso l'altra. La droga e alcune esperienze di magia di basso livello aprirono la porta a questo. In vita Bonnie era una vera "cagna aggressiva". Carrie è stata passiva nella sua resistenza. La combinazione era ideale per la possessione.

La terapia sarà difficilissima. C'è poco da lavorare con la personalità di Carrie. Ma l'anima è ancora responsabile e in tenuo contatto con la personalità. Come è sempre il caso, la cura deve essere diretta ad appellarsi ad una autorità più alta della personalità. Questo significa indirizzare l'appello o comandare la sua uscita nel nome e per la forza di Cristo, lo Spirito della Giustizia di Dio e simili. Insieme con il tentativo di scacciare l'intruso, si deve chiedere ail vero abitante del corpo (Carrie) di tornare nel corpo.

Durante l'ipnosi, al possessore deve essere ordinato di andarsene in nome di Cristo, ma questo potrebbe non funzionare per un lungo periodo, perché tali entità sanno come resistere alla normale suggestione. E' sempre il potere di Cristo piuttosto che il potere delle suggestioni verbali che agisce. Effettivamente, l'ipnosi potrebbe condurre ad un aggravamento della possessione  persino ad iniziarla quando è utilizzata come autoipnosi perché conduce ad uno stato passivo e può indebolire la volontà nel lungo periodo. E in uno stato passivo, sfortunatamente la suggestione potrebbe non sempre venire da un terapeuta o da un nastro registrato ma da una entità che è in agguato sulla soglia della coscienza.

Naturalmente, se potrete indurre qualche aspetto della personalità di Carrie a cooperare con questi tentativi, sarà molto più probabile il successo. Questo è possibile. Tentativi di integrare gutti gli aspetti avversi  con la personalità dominante probabilmente porterà ad una possessioine completa Fatto in modo ingegnoso, produrrà l'espulsione della entità non desiderabile. L'orientamento deve sempre quello di espellere le personalità indesiderabili che sono spesso solo una mascherata fatta dalle entità che possiedono in combinazione con una difesa naturale del sunconscio per tenere fuori l'equivalente di un "ascesso mentale".

La fantasia sul Capodanno è intesa a rompere il cordone della vita e rendere la possessione permanente. La vera Carrie sarà allora impossibilitata a ritornare, qualsiasi cosa si tenti. L'aspettativa di "rinascere" fornisce la spinta necessaria per spazzare via l'ultima traccia di Carrie dal suo stesso corpo. Nella sua ultima vita Bonnie ha fatto notevoli studi di stregoneria e conosce come fare queste cose (questa è stata la vita del 20° secolo a New York). Ma può trovarsi peggio di quanto si aspetti.

I suggerimenti di Leichtman mi scossero parecchio e mi fecero pensare. Non avevo mai prestato molta attenzione al concetto di possessione spiritica; non era mai stato parte dell'attività di mio padre come pastore di chiesa. E' vero aveva citato il Nuovo Testamento dove Gesù scacciava demoni e istruiva i suoi discepoli a farlo in suo nome. Ma questo era 2000 anni prima. Non avevo mai incontrato prima nessuno che pensasse che la possessione fosse possibile, almeno non negli Stati Uniti.

 

 

Avevo un amico con talenti psichici, così gli feci la stessa domanda, dicendogli che Carrie aveva una sindrome MPD. La sua risposta confermò quella del Dottor Leichtman:

 

 

Sembra che Bonny sia capace di "creare" le personalità alternative. Da un lato provvede lo stimolo che è gestito dal subconscio in una specie di maniera schizofrenica. Il controllo non sembra essere grande a sufficienza né la sua intelligenza sufficiente per creare consciamente pesonaggi fittizi e personalità separate. Piuttosto, è il sofisticato tentativo della personaltà di tenere fuori o guarire l'invasione della coscienza che produce le personalità.

Trattandola con l'ipnosi, per favore abbandonate ogni nozione ingenua che il subconscio non mente, o sarete messi seriamente fuori strada.

Bene, eccoci qui. Cosa avrebbe dovuto fare uno psichiatra onesto, appartenente all'ordine, proveniente dalla middle class, che non portava i capelli lunghi, di fronte a simili consigli? Li lessi e vi riflettei sopra. Sapevo che il trattamento dei malati mentali era stato appannaggio del clero fino a pochi secoli prima. Dal momento che la possessione è stata storicamente curata con i riti di esorcismo, e dal momento che non conoscevo alcun prete locale che fosse esperto in tali materie, e dal momento che la mia linea familiare comprendeva una lunga serie di ecclesiastici, risalendo indietro fino alla Mayflower, decisi che avrei tentato io stesso l'esorcismo.

 

 

Chiesi al mio amico dottore di unirsi a me e alla paziente in ospedale un sabato mattina, il 18 di gennaio del 1973. Lungo la strada presi una sfera di cristallo assicurata ad una catenella che mi aveva dato il Dottor Leslie LeCron in un corso di ipnosi parecchi anni prima. Dissi a Carrie che eravamo pronti per una sessione terapeutica e che l'altro dottore si sarebbe occupato del registratore mentre io procedevo con l'induzione ipnotica. Non le avevo mostrato le rilevazioni psichiche né vi avevo accennato il alcun modo. Solo l'altro dottore ed io ne eravamo a conoscenza.

Una volta che Carrie fu ipnotizzata le parlai delle sue esperienze di vita e chiesi se Bonnie era presente. Cercai di dare l'idea che Bonnie era solo un'altra sub-personalità. Carrie era consapevole della sua malattia, cosicché menzionare il nome probabilmente non avrebbe portato alla creazione di un'altra sub-personalità. Non volevo suggerire l'idea di uno spirito esterno. Lei mi disse che non esisteva nessuna Bonnie.

Dopo aver concesso a Carrie tutto il tempo per far emergere Bonnie, se mai esistesse realmente fuori di lei, ero sul punto di lasciar perdere. Non era accaduto niente, e l'intero episodio mi faceva sentire un po' stupido, Ora sembrava una cattiva idea essersi spinti tanto in là, sebbene sapessi che la mia paziente non avrebbe avuto danno dalle mie azioni.

Il dottore che assisteva prese un pezzo di carta e scrisse un appunto suggerendo di "andare più a fondo dell'ipnosi". Non avevo alcuna idea di cosa intendesse, ma seppi dopo che il suggerimento derivava da un corso a cui aveva partecipato. Gli era stato detto che se l'ipnosi non produce gli effetti desiderati, il soggetto può essere portato ad un livello più profondo, dove poteva capitare di tutto.

Suggerii a Carrie di entrare in un livello più profondo, ciò che lei apparentemente fece. Non so come ci riuscì. Questa situazione non si era mai verificata, e a quel tempo ero interessato ai risultati, non ai ragionamenti.

La cosa successiva che feci fu se qualcuno chiamato Bonnie stava influenzando la sua vita. Questa volta disse di sì. Divenne anche molto agitata. Mi disse che voleva liberarsi di Bonnie, e le sue parole erano una preghiera angosciosa.

La mia voce divenne profonda e con un tono di comando. Sentivo che un esorcista avrebbe dovuto essere una persona forte e autorevole, in pieno controllo della situazione. La sua potente retorica avrebbe agito come un canale per l'energia guaritrice di Dio, terrorizzando lo spirito e costringendolo ad andarsene. Se questa era anche l'immagine che Carrie si faceva di un esorcista, allora il mio approccio sarebbe stato perfetto.

"Sulla tua testa c'è una sfera di cristallo" dissi con una voce tonante. Stavo tenendo la mia sfera di cristallo sulla sua catena. Non aveva alcun significato, eccetto un significato simbolico. "Ordino a Bonnie di lasciare il corpo di Carrie e di entrare in questa sfera di cristallo. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Bonnie, lascia libera Carrie! Per tutto ciò che è santo, lascia Carrie! Lascia Carrie in pace e vai via! Qualunque sia il luogo in cui vanno gli spiriti, vai in quel luogo e lascia Carrie! Quando la sfera di cristallo avrà finito di oscillare, allora Bonnie se ne sarà andata e Carrie sarà in pace"

Pensavo che quest'ultima fosse una bella trovata. Naturalmente stavo tenendo la catena più ferma che potevo e la sfera non poteva muoversi. O no?

Guardai al cristallo e notai che si stava muovendo in cerchio con una sua propria forza centrifuga. Rimasi sorpreso. Guardai alla mia mano e appariva ferma, tuttavia la sfera stava ruotando piuttosto rapidamente.

"O-Okay, Carrie, non appena Bonnie se ne sarà andata da te, mi dirai si alzando il tuo indice destro

Alzare l'indice non ha niente a che fare con l'esorcismo ma è una tecnica standard nell'ipnosi. Utilizzando un indice come "si" e un altro come "no" il paziente può rispondere rapidamente alle domande, dal momento che parlare durante l'ipnosi richiede spesso uno sforzo.

Improvvisamente il cristallo iniziò a rallentare il movimento. Al che, Carrie alzò il dito nel segno di "si", segnalando che Bonnie se n'era andata. Io dissi allora, "Bene, Carrie, hai fatto. Voglio che tu riposi per il tempo che ti è necessario. Quando aprirai i tuoi occhi e ti sveglierai, sarai una nuova persona. Sarai la persona che vorrai essere, con la forza, la saggezza e la conoscenza che saranno migliori per te. Sarai libera dall'handicap paralizzante che ti sei trascinata e riuscirai a gestire qualsiasi problema ti si presenterà, proprio come hai superato questo problema, lo scoglio maggiore della tua vita, e l'hai superato bene. Ora ti lasceremo riposare, e puoi tornare indietro quando ti senti a posto e pronta. Quando avrai sviluppato nella tua mente la risoluzione necessaria, sarai la migliore persona che le tue capacità consentiranno".

L'intero esorcismo durò due minuti e mezzo. Dieci minuti dopo, parlai con Carrie, che commentò, "Avevo sempre pensato che c'era qualcosa, uno spirito o una visione o un'ombra di qualcosa con me. Ma ora non è qui. Odiavo chiudere i miei occhi perché l'avrei visto. Niente più di una paurosa sensazione che sto per morire. Era diverso dalla voglia di morire per il tormento delle personalità multiple. Questo è un sentimento differente che ho nutrito per lungo tempo. Ora mi sento come se ci fosse speranza, mentre prima non mi sentivo così".

Mi rallegrai dei commenti di Carrie, ma ero alquanto a disagio per l'intera esperienza. Sapevo quello che avevo visto, ed era confermato dall'altro dottore. Carrie era posseduta? La palla di cristallo aveva girato a causa di "Bonnie" o aveva girato perché inconsciamente facevo ruotare la catena? Carrie disse in seguito che, mentre tenevo la palla sopra la sua testa aveva sentito una forza salire attraverso il suo corpo e attraverso la testa. Tuttavia io e l'altro dottore stavamo osservando attentamente Carrie. Se la mia mano si fosse mossa leggermente non l'avrei notato, sebbene potesse essere una causa sufficiente della rotazione che si verificò.

Era questa la risposta? Non lo so. Tutto quello che posso dire è che lei perse la sua paura di morte imminente per soffocamento. Non si preoccupò più sul Capodanno, e non le accadde niente in quel periodo. Per quello che mi riguardava, se le mie azioni aiutavano la paziente a progredire verso una personalità integrata e normale, costituivano un successo. Ma non avevo l'intenzione di mettermi in imbarazzo di fronte ai miei colleghi ammettendo che avevo fatto quell'esperimento.

Ero ora il fiero possessore di una sfera di cristallo stregata invece di una paziente stregata. Che dovevo farne. Il mio collega chiamò Leichtman per avere istruzioni. "Seppellite la palla, o Bonny potrebbe venir fuori di nuovo".

In un parco pubblico trovai un luogo adeguato di sepoltura per Bonny.

Vagai a caso in una isolata area di picnic che mi sembrò perfetta. Scavai una buca profonda circa otto pollici e tirai fuori la palla di cristallo e la catena sigillate in un sacchetto di plastica. Vedendo un verme che era nella buca ebbi una grande idea. Se Bonny usciva, perché non darle subito un nuovo corpo? Non poteva causare grosso danno come verme. Così misi il verme nel sacchetto con la palla e seppellii il tutto nella buca. Come indicatore della tomba piantai un rametto nel terreno soffice. Poi tornai a casa.

Tre mesi dopo chiesi a Leichtmann un follow-up e la sua comunazione è la seguente:

 

 

L'"esorcismo" di Bonny sembra essere stato completo ed efficace. Psichicamente è stata una cosa molto reale. Fortunatamente lei è sufficientemente pragmatico da aver tentato qualcosa di efficace, anche se strano! Per quel che vale, un elemento che serviva solo a nutrire il lato oscuro di Carrie è stato rimosso permanentemente. Sfortunatamente Carrie ha un suo proprio lato oscuro. Questa è la ragione de perché non c'è stato un drammatico venir meno dei problemi. La possessione è possibile solo in circostanze abbastanza insolite come quella in oggetto.

 

 

Un paio di mesi dopo, la sua terza valutazione psichica fu ancora più incoraggiante:

 

 

Abbiamo un ben maggiore cambiamento per il meglio. C'è un cambio di qualità nel contenuto del corpo astrale. Questa è l'unica maniera di valutare la effettiva costituzione della personalità. Mi riferisco alla vera capacità di amare, odiare, provare risentimento, gelosia ecc. piuttosto che l'espressione conscia che è l'unica cosa che molte persone riconoscono.

Sembra che il controllo e l'autodisciplina è migliore e anche la motivazione è migliorata. Lei sembra capire che deve alla fine smettere di giocare con se stessa e  dedicarsi allo scopo di integrare queste "cose nella sua testa". In un senso minore, c'è una parte sana che sta accettando la responsabilità per tutte queste facce alternative della personalità. Finché sia incoraggiata a pensare che esse sono realmente distinte i muri rimarranno, e la veste di ferro della scusa che "qualcuno mi ha costretto a farlo" può essere usata.

Nella analisi occulta lei sembra aver intrappolato o corto-cirtuitato l'espressione di un certo modo negativo di espressione finché non potrà essere sloggiato a favore di mezzi più sani. E' qualcosa che si indebolirà se i suoi atteggiamenti e comportamento consci saranno mantenuti ragionevolmente positivi.

Tenga sempre a mente che non c'è molta sostanza nella sua testa, anche può eventualmente indossare una maschera di comportamento maturo e mantenerlo per tutto il tempo. Questa è tutta la cura che può essere ottenuta, ma sarà spontaneamente generata dal suo subconscio quando lei sarà sufficientemente sana da farlo. Credo che questo sia già avvenuto (secondo quanto mi riferisce). Diventerà perciò dominante alla fine e in misura limitata accetterà le responsabilità per se stessa e per gli altri. Ma il carattere di base sarà sempre pieno di buchi. Parlo qui delle riserve di energia e di sostanza del subconscio

 

 

Se uno accetta questo tipo di radiografia della mente, stavo facendo progressi.

Durante la cura, Wanda iniziò ad apparire con crescente frequenza. Odiava Carrie e disprezzava il marito di Carrie. (Wanda non aveva mai sposato nessuno. Questo era un "errore" di Carrie). Quando non faceva risse nei bar, prendeva qualsiasi strumento tagliente le capitasse a tiro e tagliava le braccia di Carrie. Wanda non era in grado di rendersi conto che ferire Carrie era lo stesso che ferire se stessa. Era consumata dall'odio, e un tale puro veleno non rispondeva alla voce della ragione e della logica.

Durante questo periodo Randolph Hornsby cominciò a considerare la possibilità di divorziare. Carrie non gli offriva più alcun piacere; lo spaventava. Se era brutale con Carrie - e gli piaceva una tale violenza - Wanda poteva attaccarlo, e così lei non si curava di cosa lui potesse farle. Lei lo avrebbe ucciso se lui non scappava di casa in quei momenti.

Randolph trovava anche che il costo della cura di Carrie stava esaurendo la sua assicurazione medica. Si informò sulla possibilità di ottenere aiuto dal sistema sanitario gratuito, specialmente in ragione del fatto che Carrie non era più capace di mantenere un lavoro permanente. Ma sarebbe stato aiutato solo se la coppia fosse stata legalmente separata o divorziata.

Randolph soppesò le alternative. Poteva vivere con una donna bellissima ma totalmente imprevedibile le cui spese kediche stavano spazzando via la sua assicurazione sanitaria, o poteva divorziare da lei e lasciare che fosse lo stato a pagare le fatture. Decise che il divorzio era la soluzione migliore per lui.

Io fui contento della decisione di Randolph. Aveva una girlfriend pronta e molto convenientemente andò a stare con lei, lasciando la casa a Carrie. Lei fu scioccata dalla sua azione, depressa e amareggiata, ma io sapevo che a lungo termine sarebbe stata meglio. Sfortunatamente, lei stava bevendo pesantemente, e io dovevo stare attento a possibili tentativi di suicidio. Il mio piano terapeutico sia per Carrie che per Janette veniva sviluppato per prove ed errori. Non c'era niente su cui basarsi tranne congetture, sebbene i passi che facevo erano funzionali e li avevo applicati con successo ad altri pazienti.

All'inizio avevo deciso di concentrarmi solo sulle difficoltà maggiori dei pazienti. Volevo esplorare le circostanze che circondavano la creazione di ciascuna personalità alternativa. A quel tempo la fuga fisica era impossibile per la paziente e una fuga mentale con la creazione di una personalità alternativa era l'unico meccanismo a sua disposizione. Sentivo che se avessi potuto scoprire questi episodi, aiutare il paziente adulto a capirli e a trovare nuovi modi di gestire questi problemi, le personalità alternative alla fine si sarebbero fuse in un individuo intero che avrebbe funzionato normalmente.

Una tale affermazione circa l'integrazione suona calma e ragionevole. Ma a quei tempi non c'era assolutamente nulla di valido nella letteratura psichiatrica riguardante l'integrazione. Stavo di nuovo facendo un lavoro pionieristico in un nuovo territorio. Non sapevo come ottenere la salute mentale in una paziente con una malattia mentale così estrema. Pensai che, dal momento che la persona era stata capace di farcela solo con la stampella psicologica di una personalità alternativa, l'introduzione di una via alternativa di gestire la faccenda sarebbe stata di beneficio. Le mie teorie si dimostrarono valide, e altri psichiatri hanno adottato delle variazioni. Tuttavia non abbiamo ancora una comprensione sicura del perché la mente diviene intera dopo che il paziente impara a gestire i vecchi traumi in modo nuovo.

Questo è uno dei problemi della psichiatria. C'è così tanto che non sappiamo sulla mente umana, ma la nostra curiosità intellettuale deve essere tenuta a freno dal nostro incarico princpale di aiutare la guarigione del paziente. Così, accadono durante la terapia cose per cui non abbiamo spiegazione. L'integrazione è un buon esempio. Sebbene possiamo condurre i pazienti ad una solida salute mentale, le ragioni per cui il nostro approccio funziona rimangono spesso un mistero.

Avevo poco tempo per speculazioni intellettuali a quel tempo. La mia preoccupazione era una persona che aveva disperatamente bisogno di aiuto e io dovevo fare tutto quel che era necessario per tenerla viva finché non avessi trovato un modo di aiutarla costruttivamente.

Man mano che la terapia di Carrie procedeva, mi trovai a ricorrere al tipo di procedura anticonvenzionale che avevo utilizzato per l'"esorcismo". Non sorprendentemente queste procedure spesso si dimostrarono più utili, sia nel caso di Carrie che in altri casi, perché MPD è un problema molto complesso e non facilmente risolvibile con i trattamenti "da manuale".

La mia seconda avventura in questo territorio si ebbe come risultato di una nuova crisi nella vita di Carrie. La crisi fu scatenata dall'imminente divorzio di Carrie e dalle pressioni che riceveva sia da suo padre che da me.

Dopo che Randolph se ne fu andato, il padre di Carrie la chiamò ripetutamente per chiederle se volesse andare in barca con lui. Le sue intenzioni erano buone - voleva aiutarla in un periodo difficile. Sfortunatamente lei stava bevendo molto e divenne offensiva con lui. Poiché lui non poteva realmente capire ciò che lei stava attraversando, divenne a sua volta infuriato. Le disse che se lei non avesse risposto in modo educato alla sua risposta di aiuto, se ne poteva andare all'inferno per quel che a lui importava. Chiuse la conversazione dicendole che non voleva più avere a che fare con lei

Allo stesso tempo, appresi che Carrie si era presa una multa per eccesso di velocità per aver guidato a più di novanta miglia l'ora sull'autostrada e aveva scampato per un pelo uno scontro con un camion. Questa era una delle varie multe che si era presa sin dall'inizio della mia terapia con lei, sebbene questa era più seria. La sconsideratezza della sua azione aveva posto lei e altri sulla strada in serio pericolo. La informai che doveva installare un meccanismo di controllo sull'acceleratore per ocntrollare la sua velocità o altrimenti avrei contattato le autorità e fatto revorare la sua patente. A dispetto della sua malattia, Carrie era capace di guadare in sicurezza, cosicché nel passato non c'era stato bisogno di infastidirla parlando alla polizia. Ma quest'ultima multa mi costrinse a dare un giro di vite per assicurare che degli innocenti non soffrissero per il suo comportamento sconsiderato sulle strade. Carrie rispose alle mie azioni e alle parole del padre come ad un attacco nei confronti suoi e del suo comportamento infantile e irresponsabile. Sentiva che le era stato detto di crescere "o altrimenti…". L'estrema enfasi sull'"altrimenti" era la sua percezione. Noi stavamo solo cercando di insegnarle ad agire in modo responsabile per il bene di tutti.

Sebbene Carrie aveva cominciato a fare affidamento sulle personalità alternative meno frequentemente, queste pressioni sembrarono essere troppo. Una sera suo padre ricevette una telefonata isterica da lei. "Devo crescere" singhiozzò". "Devo proprio crescere". Non riusciva a dire altro, e il padre non poté avere una reale conversazione.

Il giorno successivo Carrie venne a trovarmi. Ma lei non era lì. Stava attivando personalità alternative una dopo l'altra. La sua faccia era come uno schermo cinematografico che sfarfallava, l'immagine che cambiava costantemente. Non avevo idea a chi stessi parlando. Poteva essere una sub-personalità familiare o qualcuna nuova. Non c'era modo di dirlo.

Feci a Carrie un certo numero di domande elementari su se stessa e non riuscì a rispondere. Non sapeva come contare. Non riusciva ad addizionare piccoli numeri. Non poteva dire il nome di personalità che aveva conosciuto da qualche tempo. Non sapeva i nomi dei suoi familiari, dove viveva o qualsiasi altra cosa. Era regredita ad uno stato di non cognizione su se stessa e ciò che la circondava.

Carrie aveva all'epoca un boyfriend, e gli chiesi di portarla a casa e di stare con lei. Avvisai anche i suoi genitori della situazione. Aveva bisogno di aiuto per vestirsi, andare in bagno, e svolgere le più semplici faccende. Era una situazione che mi spaventava.

Fortunatamente, Carrie non rimase in quello stato a lungo. Il suo boyfriend, con cui era stata in contatto per tutte le superiori, acconsentì a recarsi da lei il più possibile durante la settimana successiva. Lei sembrò rimettersi di momento in momento e, dopo una settimana, funzionava di nuovo normalmente. Ad oggi, non so spiegare cosa accadde o perché si riprese.

Una coppia di settimane dopo, Carrie entrò nel mio studio estremamente agitata. "Non posso più dormire nella mia camera da letto" mi disse. Viveva nella casa che aveva diviso con Randolph prima del divorzio. C'erano due stanze da letto al secondo piano. Lei e il suo ex-marito avevano dormito nella camera di destra; la camera di sinistra era tenuta di riserva. Aveva una porta che conduceva alla scala antincendio.

"Ogni volta che vado nella mia camera da letto" mi disse, "sento una voce maschile che mi dice che morirò. L'unico modo in cui io possa dormire senza sentire la voce è nell'altra camera da letto".

"Ma anche la camera di riserva non sembra a posto. La maniglia della porta continua a muoversi quando non c'è nessuno. Apro e guardo la scala antincendio ma non c'è nessuno. Guardo persino tutt'intorno alla casa, nei cespugli, dovunque qualcuno si potrebbe nasondere ma non c'è nessuno là fuori. Ma la maniglia continua a muoversi".

"E il bagno" continuò con la voce che diventava stridula. Sembrava sull'orlo dell'isteria. "Io… Io non posso guardare nello specchio del bagno di sopra. Quando lo faccio, mi vedo in una bara, morta. Non vedo il mio riflesso. Vedo me stessa morta. Vedo me stessa… me stessa…". Iniziò a singhiozzare.

Ci sono momenti in cui uno psichiatra si sente assolutamente impotente. Il paziente è ovviamente tormentato, disperatamente bisognoso di aiuto, ma il problema che presenta è così complesso che sembra sfidare ogni rimedio. Questo era il caso di Carrie.

Più tardi quel pomeriggio, parlai con un altro dottore, e esaminammo le possibili cause del problema di Carrie. Nessuno di noi due sapeva cosa fare, così decisi di visitare la casa e osservare io stesso.

I due giorni successivi, pensai costantemente a cosa avrei fatto quando avessi raggiunto la casa di Carrie, ma le risposte non venivano. Ripensai mentalmente ad alcune delle sue personalità alternative, decidendo alla fine che qualsiasi cosa stesse succedendo, era probabilmente collegata alla personalità piena di rabbia di Wanda, l'alcolista violenta. Ma cosa fare?

Sabato andai al mio studio prima di andare da Carrie, e mi capitò di gettare uno sguardo alla mia scrivania. All'inizio della settimana avevo ricevuto un fermacarte come omaggio promozional da parte di una compagnia farmaceutica. Era a forma di pillola gigante, qualcosa di cui non avevo proprio bisogno, ma poiché sono uno che non butta mai via niente, l'avevo lasciato sulla scrivania. Per nessuna ragione conscia me lo misi in tasca. Forse l'avrei dato a Wanda, pensai tra me e me sorridendo, una pillola gigante per una rottura gigante [gioco di parole in inglese: a giant pill for a giant "pill" N.d.T.].

La mia mente ha sempre lavorato a due differenti livelli. Ci sono le mie azioni consce, quelle decisioni attentamente ponderate, ben meditate basate esclusivamente sull'esperienza e le conoscenze. Poi ci sono le mie azioni intuitive, le cose che faccio perché "sento" che sono giuste per me. Era il mio lato intuitivo che doveva controllare le mie azioni successive. Persino oggi non riesco a trovare altra spiegazione.

Carrie mi mostrò la stanza da letto dove capitavano tutti i problemi. Si teneva ben distante dalla porta quando vi entrai. Era ancora parecchio agitata, sebbene manifestò sollievo per la mia presenza.

Arrivai al letto, sedetti e chiusi gli occhi. Tentati di bloccare tutti i pensieri e le emozioni dalla mia mente eccetto quelle collegate a ciò che mi circondava. Focalizzai la mia attenzione sulla stanza, tentando di percepire quello che Carrie aveva sperimentato. Non sapevo cosa speravo di apprendere, ma sembrava valer la pena di provare.

Improvvisamente divenni agitato: potevo percepire la presenza di qualcosa di sbagliato nella stanza. Rabbrividii, non sapendo se la stanza fosse realmente "maligna" o se avevo lasciato che la mia immaginazione prendesse il sopravvento. Forse semplicemente il terrore di Carrie mi aveva influenzato.

Lasciai la stanza da letto e guardai nello specchio del bagno. Tutto quello che vidi fu il mio riflesso, sebbene mi resi conto che questo era il bagno in cui Wanda si era tagliata i polsi molte volte in passato.

Improvvisamente una spiegazione mi divenne chiara. Carrie stava avendo esperienze in stanze dove erano accaduti eventi estremamente spiacevoli. Wanda era spesso in bagno, sempre per prendere pillole o afferrare un rasoio per fare violenza al corpo che spartiva con Carrie.

La stanza da letto era dove Randolph faceva l'amore con Carrie. Ma i loro rapporti non erano normali. Lui prese l'abitudine di eccitarsi vedendola provare dolore. Usava tutti i tipi di oggetti per farle del male, spesso infilandoli nella sua vagina. Non c'era da meravigliarsi che lei si sentisse così a disagio in una stanza in cui erano capitate cose così orribili.

Carrie andò in bagno e io la feci sedere sulla toilet col coperchio abbassato. Poi procedetti a parlare con Wanda come se mi potesse udire. Non la chiamai fuori, perché non volevo che assumesse il controllo del corpo di Carrie. Le parlai dicendo, "Wanda, il tuo tempo è arrivato! Sto per liberarmi di te, Wanda. Hai torturato Carrie abbastanza a lungo. Ora devi andartene da qui!".

Wanda era stata creata per esprimere l'ostilito e la rabbia che Carrie non era in grado di gestire. Se Carrie si fosse lasciata andare alla rabbia in circostanze normali non ci sarebbe stato bisogno di Wanda. Carrie non era mai stata in grado di dire a nessuno che le loro azioni la turbavano. All'esterno accettava tutto ciò che ciascuno faceva, all'interno covava rabbia e ostilità  finché queste non la sopraffecero e Wanda uscì per esprimerle.

Rabbia e ostilità sono come quantità di energia accumulate in un contenitore di limitata capacità. C'è un punto in cui traboccano, e quello era quando Wanda prendeva il controllo. Pensai che  se potessi in qualche modo spingere Carrie ad esprimere la sua energia rabbiosa, questo poteva ridurre la forza di Wanda e forse lei poteva imparare a gestirla senza ricorrere alle altre sub-personalità.

I pazienti con disturbo di identità multipla hanno una eccellente immaginazione. Possono usare descrizioni verbali per creare realtà nelle loro menti. Il simbolismo per loro è importante. Così decisi di combinare questi elementi della personalità di Carrie per eliminare le sue paure.

Non ricordo esattamente cosa dissi. Stavo fronteggiando una crisi, e dovevo agire velocemente perché Carrie aveva difficoltà a concentrarsi sulle mie parole. Come acquisii più esperienza con questi pazienti, affinai e sviluppai una simile routine per usarla regolarmente. E' più elaborata e richiede che il paziente si concentri intensamente, cosicché la uso principalmente nello studio o all'ospedale, quando intorno le cose sono più tranquille.

In quel momento, però, istintivamente afferrai il grosso fermacarte e lo tenni contro il palmo di Carrie. Eravamo palmo contro palmo, il fermacarte tra le nostre mani, mentre lei sedeva sul water. Le dissi di spingere la rabbia di Wanda da dentro il suo corpo nel fermacarte. Le dissi di prendere la rabbia dalla sua testa, dalle sue braccia, dalle sue gambe, e dalle altre parti del corpo, così come dal pavimento, dai muri e dal soffitto della stanza da letto. Volevo che eliminasse ogni percezione delle forti emozioni di Wanda. Menzionai tutti gli oggetti che vedevo nel bagno, inclusi asciugamani, sapone, e persino il suo dentifricio. Qualsiasi cosa Carrie avesse usato, lo aveva usato indubbiamente anche Wanda.

Non avevo idea se la presenza di Wanda effettivamente permeasse gli oggetti fisici nella stanza. Comunque ero certo che Carrie credeva nella presenza dominante della sua irata personalità alternativa, e io avevo bisogno di lavorare entro il suo sistema di valori.

Carrie cominciò a torcere e voltare il corpo, gemendo, lamentandosi e tendendosi. Si contorse e spinse in un genuino tentativo di liberare il suo corpo dal male personificato da Wanda. Come lo spinse nella "pillola", le dissi che sarebbe stata perfettamente in grado di gestire la rabbia in futuro. Comunque, invece di immagazzinarla finché non la sopraffaceva, avrebbe dovuto esprimerla immediatamente.

Poi Carrie passò il momento. Il suo corpo si rilassò, e crollò in avanti, costringendomi a tenerla perché non battesse la testa al suolo. In un istante si era ripresa e sedeva dritta, la faccia rilassata, il suo corpo libero dalla tensione. Sorrideva ed era felice. Guardava nello specchio e mi diceva che non vedeva altro che il riflesso della sua faccia. Non c'era più la bara con Carrie morta.

Decisi di portare il mio simbolismo un po' più oltre. Presi il fermacarte e io e Carrie andammo fino al fiume, che distava poco più di un isolato da casa sua. Poi gettai il fermacarte nell'acqua, affogando simbolicamente Wanda.

Quando tornammo a casa andammo in camera da letto per vedere come Carrie si sentiva riguardo la stanza. Era meno a disagio, ma sentiva che c'era ancora tensione. Decidemmo di eseguire un rito analogo.

Mi guardai intorno nella stanza, cercando qualcosa di simbolico da usare, mentre Carrie mi dava più informazioni sul tipo di violenza sessuale di cui godeva suo marito. Gli piaceva infilarle oggetti su per il retto, ma non volle essere più specifica tranne che per descrivere il dolore e l'umiliazione che provava in quei momenti.

Considerando quegli orribili ricordi, sentii che il simbolismo avrebbe dovuto rappresentare il sesso sadomasochistico. Presi un portacenere di vetro e dissi a Carrie che rappresentava la vagina di una donna, dal momento che era concavo. L'incavo usato per tenere la sigaretta rappresentava il pene eretto. Le dissi che la punta rovente di una sigaretta era il dolore del trattamento sadico che aveva subito.

Misi il portacenere sul letto e dissi a Carrie che lei sarebbe divenuta un magnete per tutte le vibrazioni cattive che riempivano la stanza. Tutta la violenza e il dolore sarebbero state attratte nel suo corpo. Poi seguimmo la stessa routine che avevamo usato nel bagno, spostando questa malvagità nel portacenere. Ci vollero due minuti, e quando fu conclusa, lei annunciò che era esausta.

Come partii, intascando il portacenere per portar via la presenza maligna, Carrie era in camera da letto e dormì. Era la prima volta in due settimane che poteva stare in quella stanza senza sperimentare terrore. Mi disse poi che dormì come una bambina. Andai al centro raccolta rifiuti e gettai il portacenere in un mucchio di rifiuti prima di tornare a casa. Non aveva senso correre alcun rischio.

Quando tornai allo studio, pensai a ciò che avevo fatto. Se qualcuno mi avesse detto, quando iniziai la scuola di medicina, che un giorno avrei incoraggiato i pazienti ad espellere l'energia maligna in un fermacarte, avrei pensato che la pensona era pazza. Non ero neanche certo di credere che era accaduto; non avevo idea se una "energia maligna" realmente esistesse. Sapevo solo che le mie immagini avevano colpito una corda affine in Carrie, e che le mie azioni le avevano dato requie.

Pensai alla possibilità di contattare altri psiciatri per scoprire se avevano mai utilizzato questi metodi inconsueti. Volevo sapere che non ero l'unico, che altri dottori avevano rischiato di essere presi per pazzi a causa di un paziente. Comunque, non ho mai avuto il coraggio di realizzare questo desiderio. Avevo paura che sarei stato ridicolizzato e ostracizzato dai ranghi dell'American Psychiatric Association.

Mai più, mi ripromisi. In nessun caso avrei ripetuto una tale bravata. E tuttavia avevo attraversato la linea tra la psichiatria praticata per l'approvazione dei propri colleghi e la psichiatria praticata a beneficio del paziente. In quel momento seppi che avrei sempre seguito i miei istinti e le mie esperienze piuttosto che manuali i cui autori non avevano mai incontrato pazienti come i miei.

Aveva qualche importanza se qualcuno avesse osservato quel che avevo fatto con Carrie e avesse pensato che ero pazzo? Naturalmente no. Quello che feci mi sembrò giusto in quel momento perché aiutò la mia paziente. Le sue paure e allucinazioni svanirono. Sapevo di non averla liberata da Wanda. Carrie doveva ancora apprendere a sbrigarsela senza la stampella delle personalità alternative. ma era più forte, più felice, e più rilassata, tutti passi necessari per la sua guarigione. Poteva guardare all'esperienza in modo positivo. Era stata vantaggiosa.

All'inferno l'ortodossia! Da quel momento in poi, decisi che avrei fatto qualsiasi cosa pensavo avesse potuto funzionare per aiutare un paziente. Se era qualcosa che qualcuno non aveva mai registrato nella letteratura studiata alla scuola di medicina non importava. Il paziente era l'obiettivo del mio lavoro; la salute mentale del mio paziente era l'obiettivo dei miei sforzi. Se potevo aiutare una mente tormentata ad accettare la realtà, a conoscere gioia, amore, amicizia, e la bellezza della vita, allora qualsiasi cosa avessi fatto sarebbe stata giusta.

La mia posizione mi ha spesso posto in contrasto con i colleghi, ma ho continuato a provare l'insolito quando necessario. Il benessere dei miei pazienti è l'unica considerazione, e posso confrontare la mia percentuale di successi con quella di chiunque altro.

Non mi piace essere un solitario. Duole sapere che sono stato messo in ridicolo come pazzo da persone che non contestano i miei successi, solo i miei metodi. Certe volte sicuramente desidererei il plauso che potrei ricevere se i miei metodi fossero più tradizionali. Ma più ancora voglio che i miei pazienti stiano bene in fretta. Qualche volta, specialmente con casi di MPD, questo significa rigettare l'ortodossia per qualsiasi cosa funzioni in un particolare momento per un particolare paziente.

Ogni giorno con un paziente MPD è una sorpresa. Talvolta la situazioni possono essere spassose; altre volte sono tragiche. Una delle più dolorose lezioni che Carrie mi insegnò è quanto può essere forte una personalità multipla. Lei non pesava più di 45 chili; il suo corpo era sottile e non aveva grossi muscoli. Chiunque avrebbe potuto sopraffarla con poco sforzo. Questo perlomeno era vero quando lei era se stessa.

L'incidente più violento capitò verso la fine della vita di Carrie. Aveva un lavoro e si era risposata, questa volta con un alcolista spiantato che aveva incontrato nel centro di cura per l'alcolismo quando era una infermiera. Era un disturbato mentale che era stato sbattuto fuori da ogni centro di cura dell'alcolismo perché era stato continuamente ubriaco nei cinque anni passati. L'ospedale dove lavorava Carrie sarebbe stato l'ultimo, perché aveva finito i soldi. Sposare Carrie sembrava essere una risposta a tutti i suoi problemi; sarebbe stato sostenuto da qualcuno che non faceva caso al fatto che bevesse. Naturalmente il matrimonio non ebbe la mia benedizione, un fatto di cui nessuno dei due si curò.

Il matrimonio fu un disastro sin dall'inizio. La coppia litigava, beveva troppo e fece debiti. A suo credito, il nuovo marito di Carrie suggerì che forse avevano fatto un errore. Ma Carrie, invece di essere d'accordo su questo fatto ovvio, esplose contro di lui, e lui con riluttanza accettò di continuare a far funzionare le cose.

Un pomeriggio ricevetti una chiamata dal marito di Carrie. Disse che Carrie era esplosa con lui senza alcuna ragione dopo essere tornata dalla casa della sorella. Si comportava in modo così strano che lui mi chiese se potevo venire ad aiutarlo a fronteggiare il problema. Guidai fino a casa loro, dove stavano scaricando la spesa dalla sua auto.

"Dottor Allison" disse Carrie, "che bello vederla. Era di passaggio o è venuto per qualcosa?"

Era simpatica, calma e in perfetto controllo. Non capivo cosa avesse voluto dire il marito. Quando fui invitato a casa, li accompagnai in cucina. Carrie posò la spesa, sorridendo felice. Improvvisamente Carrie si trasformò completamente, la sua faccia indurita, gli occhi fiammeggianti.

"Maledettofigliodiputtanabastardotiodio" urlò, le parole che si accavallavano, la sua voce dura che riecheggiava tra le pareti. Si scagliò contro di me, con i pugni che scattavano contro il mio corpo. I colpi erano forti, quasi come quelli di un pugile, e temetti seriamente che mi uccidesse.

Rannicchiai il mio corpo, alzando le braccia per parare i colpi. Poi allungai le braccia e le afferrai i polsi. I suoi pugni colpirono il mio collo e lo stomaco. Il dolore corse per il mio corpo. Temetti di svenire e che lei mi prendesse a calci fino ad uccidermi prima che suo marito potesse venire in mio soccorso. La tenni disperatamente, ignorando il modo in cui ripetutamente colpì col ginocchio il mio stomaco e i genitali. Carrie si contorse e rivoltò nella mia presa. Le sue braccia erano di acciaio, e le le liberò dal mio controllo. Poi corse verso il bagno, si fermò, si voltò e ne uscì.

"Salve, dottor Allison" disse la donna che avevo di fronte, "Certo che era veramente arrabbiata con te, eh?", ridacchiò, scrollò le spalle e mi guardò timidamente. "Spero che non l'abbia ferita. Mi ci è voluto un po' per prendere il controllo"

"Debra?" chiesi, "sei tu?"

"Naturalmente" fece una risatina, "e sono veramente dispiaciuta di come lei si è comportata. Io…"

"Tumaledettobastardofigliodiputtanastoper" urlò la persona che avevo visto prima. Si scagliò contro di me di nuovo, e questa volta suo marito la bloccò. Come lei cadde in avanti, le strinsi le braccia intorno e insieme la tenemmo a terra. Io pesavo il doppio, e suo marito era piuttosto grosso, e tuttavia era tutto ciò che potevamo fare per tenerla sotto controllo mentre telefonavo alla polizia e chiamavo degli agenti e un'ambulanza.

Quando gli agenti arrivarono, ero a malapena in grado di aprire loro la porta. Videro il marito di Carrie e me che lottavamo con la donna minuta e bella e mi chiesero cosa non andasse. Come cominciai a spiegare il suo corpo si afflosciò e sentìì di nuovo delle risatine.

"Può lasciarmi ora, Dottor Allison, sono Debra. Sono proprio poliziotti? Facciamo un giro con l'auto della polizia? Ho sempre voluto andare alla stazione di polizia". Ridacchiò di nuovo.

Spiegai la situazione ai quattro poliziotti, sebbene sia certo che non credettero ad una parola di ciò che dissi. Fortunatamente arrestarono Carrie in precedenza quando aveva combinato guai nei bar e in altri luoghi pubblici, e pensarono che vi fosse una possibilità che avessi ragione. E tuttavia c'era qualcosa di bizzarro nel vedere suo marito, quattro robusti poliziotti e me scortare questa delicata bellezza finché non salì sull'ambulanza.

"Posso avere un passaggio? Suonate la sirena? Voi…"

"succhiacazzomaialiiononvadodanessunaparteconvoifiglidi". L'altra donna era tornata. Colpì un agente allo stomaco, pestò il piede ad un altro fratturandoglielo, colpì al collo il terzo, e improvvisamente ci fu un parapiglia, con quattro agenti, due infermieri dell'ambulanza, suo marito e io a malapena in grado di arginarla.

Dopo parecchi minuti gli agenti le misero le manette e la assicurarono con cinghie alla barella, dove giacque urlando per tutto il tragitto verso l'ospedale.

Non scoprii mai quale fosse quella personalità alternativa. Al tempo dell'incidente la maggior parte delle personalità di Carrie erano scomparse. Sospetto che avesse accumulato rabbia contro il suo nuovo marito. Non voleva ammettere di aver fatto un errore. Non voleva lamentarsi con me o discutere i comportamenti di lui che non le piacevano. Invece soppresse tutti i suoi sentimenti finché non fu più possibile contenerli. Dal momento che si era rifiutata di gestirli in modo sano, gestì il problema come aveva sempre fatto. Creò una nuova e ultra-violenta personalità. Ero sicuro che non fosse Wanda, dal momento che era un certo tempo che Wanda era scomparsa e non era stata così patologicamente violenta verso le altre persone. Questa persona era di sicuro nuova e speravo di non vederla più di nuovo.

Il giorno dopo, visitai Carrie in ospedale. Aveva una amnesia totale riguardo tutto ciò che era accaduto dal momento in cui aveva lasciato la casa della sorella finché non si era svegliata alle otto di mattina nella stanza di isolamento dell'ospedale. Era parecchio imbarazzata e agitata quando le riferii i dettagli. Non era fiera di ciò che aveva fatto, ed era molto preoccupata che pensassi male di lei.

Tentai di calmare Carrie e di spiegarle che non ce l'avevo con lei. Pensai di aver chiarito che l'avevo a cuore ed ero veramente desideroso che stesse meglio. Forse ci riuscii. Forse quello che dissi non fu sufficiente. Forse i suoi problemi emozionali erano così schiaccianti che persino la consapevolezza dell'amore e della sollecitudine degli altri non significavano niente per lei. Non so.

Quando Carrie fu dimessa, andò a casa e tirò fuori la sua scorta di medicinali. Aveva messo da parte campioni omaggio di sedativi alla clinica per il trattamento dell'alcolismo dove lavorava. Li prese con una massiccia dose di vodka. Il suo nuovo marito trovò il suo corpo freddo nella loro doccia quando tornò indietro a riprendersi i vestiti. Si era uccisa dopo aver scoperto che lui l'aveva abbandonata.

Come fronteggia uno psichiatra la perdita di una paziente? Non so come lo fanno gli altri. E' un soggetto che nessuno di noi ha voglia di affrontare o discutere. Tuttavia la morte fa parte della nostra pratica. Quando arriva, lo shock può essere devastante.

Nel mio caso, la morte di Carrie provocò una ricerca interiore di chi ero io e dove stavo andando. Fu l'esperienza più dolorosa che abbia mai attraversato e avrei voluto essere stato più attento per prevenire il suicidio. Avevo ancora altri pazienti che avevano bisogno del mio aiuto. Andai avanti, più vecchio, più triste, con un dolore che va diminuendo col tempo ma non sparirà mai del tutto.

Il caso di Carrie mi costrinse a rivedere alcuni punti della mia pratica professionale e mi aiutò a diventare più sensibile ai bisogni individuali dei miei pazienti. Lei mi insegnò a rimanere aperto alla esplorazione di strade nuove e ignote della mente e mi introdusse al concetto di parapsicologia nella mia pratica psichiatrica. Per la prima volta mi ero trovato di fronte a circostanze che non potevano essere spiegate con le comuni conoscenze psicologiche. La presenza di Bonnie, l'idea di possessione da parte di spiriti, è un concetto che non si accorda con le precise categorie definite da Freud, Jung e altri pionieri della psichiatria. Arrivai a capire che nonostante tutto quello che potessi sapere, i miei pazienti avevano esperienze che sfidavano sia la logica che il pensiero tradizionale. E nondimeno dovevo gestire queste esperienze in un modo efficiente. Avrei dovuto rimanere aperto ai nuovi concetti.

Spero di non incontrare mai più un'altra Carrie o Janette, e tuttavia sentii, dal momento in cui ebbi quei due casi, che nel mondo ce n'erano molti di più di quanto si era compreso sino a quel momento. forse l'unica ragione per cui erano rari era perché altri psichiatri avevano chiuso la mente a tali possibilità.

Così continuai con la mia pratica. A volte sentivo come se agissi meccanicamente, specialmente i primi giorni dopo la morte di Carrie. Poi cominciai a superare l'esperienza, tornando a funzionare in modo efficiente. Accettai che Janette aveva scelto di vivere e Carrie aveva scelto di morire. Non potevo far tornare indietro l'orologio, ma potevo far sì che una tale perdita non si verificasse più.

 

 

 

 

 

personalità multiple e possessione secondo lo psichiatra ralph allison

 

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Riportiamo qui di seguito quanto dice lo psichiatra Ralph Allison, uno dei maggiori esperti sulle personalità multiple, con più di quaranta casi all'attivo, e ha pubblicato un libro molto noto, Minds in Many Pieces, in cui racconta delle sue esperienze con questo disturbo.

Ho affrontato brevemente l'argomento della possessione spiritica nel caso di Carrie. A quel tempo, dopo molto scandagliare l'anima, decisi di fare un passo radicale e di effettuare un esorcismo per aiutare Carrie a liberarsi di alcune schiaccianti paure. La mia procedura ebbe successo, sebbene non ero sicuro di come o perché funzionasse. Non so se Carrie fosse autenticamente posseduta o semplicemente lo pensava; so che il mio esorcismo si è dimostrato un valido strumento terapeutico.

Naturalmente pensavo che Carrie sarebbe stato il mio primo e ultimo incontro con gli spiriti e gli esorcismi. Inizialmente, consideravo l'idea di possessione con altrettanto scetticismo quanto i miei colleghi, e ero felice di fare a meno di una procedura che creava così tante controversie e critiche.

Comunque, negli anni che seguirono, molti dei miei altri pazienti con MPD mostrarono sintomi simili. Ripetutamente incontrai aspetti o entità delle loro personalità che non erano vere sub-personalità. E' naturalmente possibile che le personalità multiple siano particolarmente sensibili a tali esperienze. Ma in molti di questi casi, era difficile liquidare questi episodi insoliti e bizzarri come illusioni. In assenza di ogni spiegazione logica, giunsi a credere nella possibilità della possessione spiritica.

Le entità a cui mi riferisco, non possono semplicemente essere considerate genuine personalità multiple. Come abbiamo visto, una sub-personalità serve a scopi definiti e pratici. E' uno strumento per far fronte ad emozioni o situazioni che il paziente non sa gestire. Può esprimere rabbia, dolore, sessualità, gioia, amore o paura, ma c'è sempre una motivazione logica per l'esistenza della personalità e un momento conosciuto in cui è stata creata. Alcune personalità, ad esempio, sono create per una determinata situazione e spariscono immediatamente dopo. Se un paziente non sa cosa mangiare per pranzo o che film vedere, una sub-personalità può creare un'altra personalità proprio per prendere quella decisione. Questo è un tipico schema di comportamento di molti soggetti con personalità multipla, dal momento che è il loro metodo principale di fronteggiare qualsiasi crisi, indipendentemente dalla sua importanza relativa.

Così, la scoperta di una entità che non serve ad alcuno scopo riconoscibile presenta un problema diagnostico. Cosa interessante, queste entità si riferiscono a se stesse come "spiriti". Nel corso degli anni, ho incontrato troppi di questi casi per scartare completamente la possibilità della possessione da parte di spiriti.

Il caso di Elise è forse un classico esempio. Iniziai a curarla quando aveva ventiquattro anni. A quel tempo aveva sedici personalità e una gerarchia di cinque Alti Soccorritori. Ogni sub-personalità serviva ad uno specifico scopo nella sua vita e ciascuna fu creata per gestire un trauma che lei non poteva fronteggiare. Alla fine, dovevo scoprirne un numero più che doppio, dal momento che Elise affrontava tutti i problemi della vita creando personalità alternative. Elise era, di fatto tipica dello schema di comportamento descritto sopra. Creava spesso una sub-personalità semplicemente per gestire una decisione o un problema di poco conto.

Durante una delle nostre sedute, ipnotizzai Elise per discutere la morte recente di sua nonna. Fu un trauma che non era stata capace di affrontare, e stavamo esplorando nuove vie per farlo. Quando finimmo, Elise improvvisamente svanì e il controllo fu preso da un maschio chiamato Dennis.

L'apparizione di una personalità maschile in un corpo femminile non mi sorprese. Era una situazione già capitata. E' molto comune in pazienti di sesso femminile che credono che i loro padri volessero un figlio invece di una figlia. Per ottenere l'affetto paterno, creano una personalità alternativa maschile per diventare il figlio che i loro padri desideravano.

Cominciai subito ad interrogare Dennis, tentando di apprendere tutto ciò che potevo su di lui. Alla fine della nostra sessioen, comunque, era ovvio che Dennis non era una sub-personalità; non serviva ad alcun scopo, né potei individuare il momento della sua "nascita". Per sua propria ammissione, rimaneva con Elise solo perché era attratto sessualmente da Shannon.

Shannon era una delle altre personalità di Elise, o così pensavo al quel tempo. Era stata creata quando Elise, allora ventiduenne, aveva perso il suo bambino. Il trauma fu così terribile che Elise lasciò che Shannon prendesse le redini della situazione. Shannon ritornava ogni Ottobre e controllava il corpo fino al 31 Marzo - l'anniversario della lunga malattia e alla fine della morte del bambino. Shannon era emotivamente forte e sicura di sé, assolutamente capace di funzionare a dispetto del dolore. Dennis si era innamorato di lei.

Fui completamente preso di sorpresa da questa storia. Ecco una situazione dove una sub-personalità si innamorava con un'altra. Semplicemente non pareva possibile, psrsino entro i confini del bizzarromondo del disturbo di identità multipla. E tuttavia non c'era alcuna altra spiegazione logica per l'esistenza di Dennis. Elise non aveva mai mostrato tendenze lesbiche e non aveva bisogno di una personalità maschile per gestire le varie situazioni critiche della sua vita. Senza alcuna linea-guida non sapevo realmente cosa fare, così provai a ragionare logicamente con Dennis.

La logica è sempre stato un utile strumento nel trattare con una personalità di sesso opposto. In uno dei miei casi, l'uomo si manifestò un giorno che la mia paziente donna dovette usare il bagno. Era in un grande magazzino in quel momento e, naturalmente il "maschio" che controllava il corpo si recò nel bagno degli uomini. Dopo una discussione con uno dei commessi, finalmente entrò e andò all'orinatoio e scoprì che il "suo" pene mancava. Ai suoi occhi era una improvvisa castrazione, e l'effetto fu terrificante. "Lui" non era realmente in grado di affrontare il fatto che forse la paziente in realtà era una donna, ma "lui" divenne così debole che recedette nella mente per un lungo periodo. Quando venne fuori di nuovo la paziente era così vicina all'integrazione della personalità che fu relativamente facile eliminare la personalità maschile.

Chiesi a Dennis come si aspettava di poter fare sesso con Shannon, sperando che la mia logica lo vrebbe scosso. Lui però spiegà che quando Shannon aveva il controllo del corpo di Elise, Dennis entrava in qualsiasi uomo con cui lei stesse uscendo. Quando Shannon andava a letto con quell'uomo, Dennis era dentro di lui, e si godeva le sensazioni.

Quando Dennis finalmente se ne andò, venne fuori Shannon e si lamentò di lui. Confermò ogni cosa che lui aveva detto e riferì che a lui piaceva farle conoscere la sua presenza dandole un pizzicotto subito dopo il sesso. Normalmente nessuno degli uomini con cui era andata al letto le dava un pizzicotto. Questo avveniva solo quando Dennis era dentro un particolare uomo. Era il suo biglietto da visita, e Shannon lo odiava per questo.

Fui completamente sconcertato da questa svolta. Avevo cercato di capire e definire Dennis come un altro tipo di sub-personalità, ma tutte le evidenze sembravano contraddire questa ipotesi. Pensai che era possibile che una sub-personalità potesse esistere senza nessuna ragione nota o momento di origine, ma era completamente impossibile che entrasse nel corpo di qualcun altro. Ma sia Shannon che Dennis sostenevano che lui lo facesse di frequente.

Sapevo che qualcosa era sbagliato. L'idea che una sub-personalità potesse lasciare il corpo a volontà non aveva senso. C'era una una valida ragione psicologica per la creazione di una personalità alternativa. O le notizie che avevo sentito di Dennis non erano esatte, o semplicemente non era una sub-personalità.

Alla fine decisi di intervistare l'ISH (Inner Self Helper) di Elise, che aveva un quadro generale della situazione. Esso insistette che Dennis non era una personalità. Era uno spirito e non sarebbe stato eliminato dal normale processo di integrazione.

A dispetto dei miei precedenti incontri con "spiriti" non ero per niente preparato a credere a questo giudizio. Sebbene potessi accettare la possibilità del mondo spirituale ad un livello intellettuale, non ero capace di rapportarmi al concetto emozionalmente. Decisi di intervistare di nuovo Dennis e di registrare su nastro tutto quello che avesse detto. Volevo una prova, per poter riportare ad altri questa stupefacente informazione, e volevo essere in grado di riascoltare la conversazione, per cercare di assuefarmi personalmente con ciò che avevo inavvertitamente scoperto.

La nostra conversazione all'inizio si tenne sulle generali. Poi gli chiesi come aveva originariamente conosciuto Shannon.

"La vidi manifestarsi e pensai "Fantastico, hey, è proprio quello che voglio" mi disse.

"Dov'eri in quel momento?"

"In giro a fare le mie faccende"

"Ce ne sono altri che fluttuano tra le persone?"

Non sapevo veramente cosa chiedere o persino cosa intendevo con la domanda. Dal momento che affermava di essere uno spirito, pensavo che fosse possibile per lui vivere lontano dal corpo.

"Ero in qualcun altro"

"Perché non sei rimasto lì?"

"Perché a Shannon sembrava non piacere"

Risi a questa affermazione e chiesi a Dennis se avesse mai trovato un corpo maschile da usare come sede permanente. Con riluttanza ammise che non ne aveva. Shannon non era stata costante per un periodo sufficiente. Ma gli piacevano le possibilità della situazione. Disse, "Se lei trova qualcuno che le piace, fantastico! Io mi installerei lì! Ma lei non lo fa. E' troppo schizzinosa"

Dennis continuò, "Non vuole sposarsi. Tutto ciò che vuole è - come dice lei - essere se stessa".

Dennis poi spiegò che era stato in due o tre uomini, ciascuno dei quali aveva avuto una relazione con Shannon. Discutemmo anche il suo atteggiamento nei confronti della personalità originaria e delle altre personalità sino ad allora scoperte e nessuna di esse lo interessava. Voleva solo Shannon. Lei era l'unica che amava a dispetto del fatto che entrambi erano in apparenza creazioni della stessa mente.

Alla fine chiesi a Dennis se aveva avuto un corpo suo

"Molto tempo fa" disse con un tocco di tristezza.

"Cosa facevi?"

"Ero un agente di cambio, finché qualcuno non mi sparò"

"Dove vivevi?"

"Da qualche parte giù nel Sud - Louisiana"

"Quanti anni avevi quando fosti ucciso?"

"Sui settanta"

"Perché fosti ucciso?"

"Perché qualcuno mi puntò una pistola ed esplose il colpo".

"Capisco, ma quello che volevo sapere…"

"Ho subito una rapina!"

"Oh, okay. Eri un agente di cambio di successo?"

Dennis disse che aveva solo un successo moderato. Ma gli piacevano gli aspetti rischiosi del gioco.

"Quando fosti ucciso… in quale anno?"

"1940 o giù di lì. Non ricordo"

"Mi sono sempre chiesto com'è essere colpito e morire"

"Fa male. La parte riguardante il morire… quella non fa male. E' arrivare lì che fa male"

"Com'è una volta arrivati lì?"

"Non fa più male"

"Che tipo di esperienza hai avuto quando ti sei reso conto che non avevi più quel corpo per portarti in giro?"

"Mi diede uno shock d'inferno!" disse. Poi aggiunse, "Specialmente quando mi resi conto che mi stavano seppellendo. Dio, puoi immaginare il nome che mi diedero?"

"Nome?"

"Julius"

"Julius e poi?"

"Questo non te lo dirò mai"

"Abbiamo un sacco di persone seppellite nel cimitero qui" aggiunsi. "Mi chiedo sempre cosa avviene al loro spirito quando sono seppelliti"

"Non sono uno di loro"

"Lo so che non lo sei"

"E' freddo là sotto e io decisi così, tu sai che è una cosa proprio strana guardare il proprio funerale. Perché stiamo parlando di me? Parliamo di Shannon. Lei mi piace sul serio"

"O-Ok. Dimmi cosa ti piace di lei"

"Ogni cosa"

"Permettimi di chiedertelo, come agente di cambio avevi anche allora una vita piacevolmente romantica?"

"Sì. Mia moglie non gradiva assolutamente"

"Era frustrante?"

"A causa sua, sì"

"Avevi delle amiche per queste cose?"

"Sì, un paio"

"Mi chiedevo com'è che sei così attaccato al sesso ora. Stai recuperando il tempo perduto?"

"Perché ho perso un sacco di tempo. Voglio dire, i corpi in cui mi sono imbattuto. Non ci crederesti. Frankenstein sembrava più bello, persino al cinema".

"Non li scegliesti tu?"

"No, capitava così"

"Nascesti entro di essi o entrasti dentro di essi o entrasti in età adulta? Occupasti i loro corpi come quello di Elise?"

"No, mi attaccai ad essi"

"Tu quindi entri e controlli qualcuno, li possiedi e li controlli, ed essi fanno quel che vuoi finché non te ne vai?"

Dennis disse che poteva farlo, che non era mai rinato in un nuovo corpo. Spiegò che era assegnato a ciascun corpo in cui entrava e andava con gente che aveva una identità ben definita. Non fu mai chiaro su chi lo "assegnasse", però. Descrisse alcuni dei corpi in cui era entrato:

"C'era questo minatore con la più brutta moglie della città. Io non ci feci caso. Ma una volta che riflettei sulla situazione dissi, 'assolutamente no'. Mi separai dopo cinque giorni".

Dove vivevi durante quei cinque giorni?"

"All'interno del corpo"

"Una volta che lo lasciasti, dove te ne andasti?"

"Fuori dal corpo"

Continuò, "Poi trovai un tipo a San Francisco che era un marinaio nei primi anni Sessanta, penso. No, prima. Ma, Dio, poteva avere le ragazze più carine, ed erano tipe scaltre"

"I marinai sono a volte molto fortunati"

"Sfortunatamente morì di meningite spinale, che fu una vera seccatura"

Dennis passò quasi tre anni con lui, e rimase finché non morì. Era l'ultimo corpo che aveva usato regolarmente prima di unirsi ad Elise ed incontrare Shannon, "l'amore della mia vita".

Dennis sosteneva di essere entrato dentro Elise nel 1968, cinque anni prima che la incontrassi. Ammise di aver partecipato ad uno stupro di gruppo che Elise subì a quell'epoca. Aveva lasciato il corpo di Elise per entrare in quello degli uomini che la violentarono.

Parlammo della relazione di Dennis con Shannon, e gli spiegai che a lei non piaceva. "Dice che sei brutto. Ha detto, 'hai mai visto la sua faccia?' dissi, 'No, non l'ho vista'". Poi aggiunsi, "se lei continua a rifiutarti, perché sei così testardo?"

"Perché lei mi piace"

"A un certo punto dovrai lasciar perdere e trovare qualcun altro"

"Io sono un tipo tenace"

"Lo so, ma stai sprecando tempo, non pensi?"

"Non fintanto che posso fregarla. L'ho fatto un paio di volte - più di un paio"

Dennis svanì poco dopo, e Shannon ritornò a lamentarsi della situazione, aggiungendo che a nessuno nel corpo di Elise piaceva Dennis. A dispetto di tutti i miei sforzi, non fui in grado di trovare una spiegazione plausibile per la sua esistenza se non la teoria dell'esistenza degli spiriti.

Alla fine parlai con l'ISH (Inner Self Helper: aiutante interiore) di Elise. Mi disse che Dennis era entrato in Elise quando lei e un gruppo di suoi amici, quasi diciottenni, avevano fatto esperimenti di magia nera. Lui era entrato nella sua mente mentre lei stava aprendosi alla possessione satanica. Mi fu detto che Dennis poteva essere portato via dal corpo il giorno successivo, se gestivo la cosa da solo, stando ben distante da Elise mentre lo facevo, in modo che non vi sarebbe stato alcun rischio che Dennis sarebbe entrato nel mio corpo.

Elise fu ipnotizzata il giorno successivo, poi riportata indietro al giorno che celebrò la cerimonia occultistica con i suoi amici. Mi disse che stava per unirsi ad alcuni amici nei boschi e udire una conferenza sul mondo degli spiriti da parte di una entità chiamata Michael, che era un presunto spirito lui stesso. Io non sapevo che pensare di questo, sebbene era chiaro che lei credeva di star praticando un vero rituale occulto in quel momento. Sentiva che era malvagia e faceva parte di un gruppo di persone malvage. Provai a ragionare con Elise come avrei fatto se lei fosse realmente venuta da me nel 1968. Le dissi che ciò che stava facendo poteva essere emotivamente distruttivo. Sottolineai anche  che Dio era amore; la sua descrizione degli insegnamenti di Michael non si ricollegava all'amore. Dal momento che Elise parlava frequentemente di ricercare l'amore divino, pensai che questo avrebbe avuto qualche peso, anche se per il momento la sua mente era cinque anni nel passato. Comunque lei era scettica e chiese che io provassi in che modo le sue azioni potevano farle del male.

Tirai fuori il registratore e le feci ascoltare il nastro della mia conversazione con Dennis. Volevo che sapesse cosa le sarebbe successo se avesse continuato a giocare con l'occulto. Inizialmente, a causa del fatto che la voce di Dennis era più profonda della sua, ebbe difficoltà ad identificarsi con chi parlava. Ma quando Dennis menzionò il suo nome fu turbata.

Elise volle delle prove addizionali, e così chiamai uno dei suoi Alti Aiutanti per guidarla. Sapevo per esperienza che la mente di un paziente può fornire le risposte necessarie quando è il momento, e speravo che accadesse ora.

Improvvisamente tutto cambiò. Gli occhi di Elise, che erano stati chiusi, si aprirono. Una voce diversa dalle altre che avevo udito disse "Ed è così che tutto cominciò". Invece di esorcizzare Dennis, mi trovavo di fronte ad un altro spirito. Lo spirito era femminile, e ulteriori domande mi fecero apprendere il fatto che il suo nome era Michelle, e che era responsabile dell'esaurimento delle pile nei primi due registratori che avevo usato per riprodurre il nastro di Dennis.

Michelle mi informò freddamente che era contro Dio. Sapeva che avrebbe dovuto lasciare Elise un giorno, come Dennis, ma giurava che non se ne sarebbe andata senza combattere. Disse anche che Shannon non poteva integrarsi finché Dennis non se ne fosse andato, e che lei sarebbe rimasta per tutto il tempo che Shannon fosse stata presente.

Elise in quel periodo era in ospedale, e io non avevo idea di cosa fare. La mia intervista terminò in modo inconcludente. Ma, quella sera, Elise iniziò a cambiare personalità ogni trenta secondi. L'infermiera che assisteva al fenomeno era spaventata e mi chiamò a casa. Naturalmente tornai all'ospedale più in fretta possibile.

L'infermiera conosceva le mie tecniche e cercò di parlare all'Inner Self Helper prima che arrivassi. Le fu detto che era tempo di eliminare Dennis e Michelle.

Non appena arrivai, l'infermiera e io portammo Elise in una macchia d'erba nello spiazzo dell'ospedale, dove potesse muoversi senza farsi male urtando qualcosa. Scivolò a terra e improvvisamente iniziò a gridare, "Vai via dal mio corpo! Via! Via!"

Una voce differente urlò: "Non ho intenzione di andarmene!"

Poi Elise gridò, "Se c'è un Dio mi aiuti!"

Pochi secondi dopo perse i sensi.

Si risveglio pochi miniti appresso, ma non era la stessa persona che era entrata nell'ospedale. Era Elise com'era a ventidue anni e la scoperta fu uno shock. Iniziò a diventare isterica, poi la sua mente lasciò che subentrasse un'altra personalità. Questa personalità, Sandi, ritornò quietamente nel reparto. Lungo la strada, descrisse la visione di tre sfere blu scuro, con contorni neri e profili grigi, una più larga delle altre due, che stavano apparentemente lasciando la mente di Elise.

Il mattino seguente, parlai col suo Inner Self Helper, che disse che Michelle, Dennis e un altro spirito femmina che non avevo incontrato avevano tutti lasciato il corpo. Questo era ciò che Sandi aveva visto. Lei disse anche che la storia di Dennis riguardo le sue origini era corretta, e che l'Inner Self Helper aveva ancora del lavoro da fare prima di eliminare completamente gli spiriti che influenzavano la mente di Elise.

Non sapevo praticamente cosa dire o fare. Sebbene possa accettare la possibilità della vita dopo la morte e l'esistenza di un mondo di spiriti, è veramente sconvolgente sperimentare un tale incontro. Niente, nella letteratura psicologica poteva dare conto di ciò che avevo visto. Persino le mie teorie sulle personalità multiple non sembravano più valide. Volevo discutere la cosa, ma con chi? Avevo i nastri di Dennis e la conferma della infermiera che aveva assistito a qualcosa di quanto era avvenuto. Tuttavia l'intera esperienza era così aliena che tutto quello che potevo fare era guardare con timore e sperare di stare andando nella giusta direzione.

Continuai a lavorare con elise durante la sua permanenza nell'ospedale. Usai l'ipnosi per farla regredire, e affrontammo alcuni dei primi traumi. Le mostrai nuove vie di farvi fronte e in generale seguimmo la routine che aveva avuto successo con gli altri pazienti.

Poi un giorno fui chiamato dall'infermiera. Mi incontrai con l'Inner Self Helper, che mi disse che erano stati fatti i preparativi per l'eliminazione di Shannon. Dovevo supervisionare l'intero processo. Mi fu detto che Shannon era di fatto lo spirito di un bambino di Elise che era norto pochi mesi dopo la nascita. Shannon non era una personalità creata per far fronte al trauma della perdita. Shannon era lo spirito del bambino, ed Elise avrebbe dovuto eliminare Shannon.

Portai Elise in una sala per conferenze vuota da cui erano stati tolti i mobili. Lei cadde al suolo e, per la mezz'ora successiva, si rotolò in terra con l'allucinazione che Shanon era la su anemica. Dapprima udii la voce di Shannon urlare: "Ti ucciderò, fosse l'ultima cosa che faccio".

Poi Elise gridò, "Vai fuori da me! Vai fuori da me!"

Le mani di Elise andarono al suo volto come se tentasse di agguantare il suo proprio collo e strangolare se stessa. Lei combatté per il controllo, urlando "Io credo in Dio! Io credo!". Si contorse e rotolò, combattendo qualcosa dentro di sé, mentre io e l'infermiera le impedivamo di farsi male.

Improvvisamente si fermò. Allargò le braccia e gridò: "Chiedo che tu te ne vada!". Allora tutto si acquietò; la battaglia era terminata. Scivolò al suolo priva di sensi, poi si risvegliò qualche minuto dopo. Una sub-personalità prese il controllo e la riportò nella sua camera e a letto.

Pensai che il problema fosse risolto. Pensavo che chiunque o qualunque cosa Shanno poteva essere se n'era andata, ma mi sbagliato. Il giorno successivo una Shannon molto quieta si manifestò per dirmi che era realmente lo spirito del bambino di Elise. Era anche pronta ad andarsene. "Morirò tra poche ore", disse. "Io sarò in un altro bambino, oltre Elise, in un altro tempo".

Shannon continuò, "Ho cessato la battaglia. Non so perché. Lei non mi sognerà più e ricorderà a malapena il bambino. Non sono mai stata in grado di aiutare lei. Ho cercato di fermare le altre personalità dal provare a guarire. Ero gelosa del fatto che Elise stava procedendo verso qualcosa di buono. Quando lei starà bene sarà una grande risorsa per lei… Io ho causato molto danno e sofferenza. Da un certo punto di vista ho vinto e da un altro ho perso. Tornerò di nuovo. Elise è importante per lei. Vede lei, dottore, come una persona che cerca di aiutare moltissime persone. La sua fede in Dio sta diventando forte"

Io stavo tentando di capire il ruolo di Shannon, così chiesi cosa aveva fatto per Elise. Lei replicò, "Ho fatto in modo che le cose andassero per il verso giusto per lei, tipo liberarmi di suo marito. Un giorno lei imparerà a gestire le proprie ferite. Io le ho mostrato che inferno possono essere. Volevo più di tutto arrivare a Sandi. Lei ha tutte le abilità che io volevo. La aiuti a ritrovare i suoi ricordi. Non penserà mai a me come ad una persona".

Shannon continuò a parlare, facendomi l'equivalente di un discorso di addio. Finalmente, mi strinse solennemente la mano e disse "Dopo che Elise avrà fatto il suo pisolino me ne sarò andata".

Elise si risvegliò con amnesia, ma gradualmente recuperò la gran parte della sua memoria nei successivi tre giorni. Ma comunque, tornò a casa senza ricordare la battaglia con Shannon.

Cosa significa tutto questo? Non lo so. Dennis e gli altri certamente non si conciliano con nessuna delle mie teorie circa le personalità multiple, e tuttavia questo non significa che le mie attuali conclusioni sono corrette. Sono certo solo che queste entità sembravano esercitare una influenza su Elise, e, in loro assenza, lei è stata capace di migliorare le sue condizioni.

Sophia, un'altra delle mie pazienti, ebbe una esperienza ancora più bizzarra. la sua terapia era andata molto bene, e io previdi una riuscita integrazione finale. Però, fui grandemente stupito di scoprire che due personalità erano rimaste anche dopo l'integrazione finale. I loro nomi erano Mary e Maria, e nessuna delle due serviva ad uno scopo riconoscibile, né avevano in alcun modo i tratti tipici delle genuine personalità alternative. Mary voleva essere una suora, ma non poteva, perché Sophia era sposata. A Maria piaceva socializzare in modo molto sobrio. Non diventò mai ubriaca né esibiva lo scatenato comportamento sessuale tipico di tali personalità. Entrambe godevano della vita ma si rifiutavano di darsi ad attività che avrebbero recato danno o influenzato negativamente Sophia.

Dopo ripetuti interrogatori sotto ipnosi, mi fu detto della nascita di Sophia. Avevo fatto regredire Sophia al tempo della sua nascita, e ascoltai con sbalordimento la sua descrizione.

Sua madre aveva dato alla luce tre neonati. Il dottore che la fece partorire era anche l'amante di sua madre e evidentemente non voleva che i bambini nascessero. Uccise i primi due, ma non poté uccidere Sophia perché un vicino capitò a casa durante il  suo parto. Temendo la scoperta, il dottore lasciò vivere Sophia.

Secondo quanto Sophia disse sotto regressione ipnotica di età, gli spiriti dei tre neonati aleggiarono intorno ai corpi, cercando di entrarvi dopo che ciascun bimbo fu partorito. Ma i primi due spiriti furono lasciati senza corpo dopo le uccisioni. Lo spirito di Sophia entrò nel corpo vivo dell'ultimo bambino, poi divenne preoccupato che gli spiriti dei suoi fratelli potessero essere soli. Li invitò a spartire il corpo di Sophia, ciò che essi fecero, grati.

Dopo dieci giorni di terapia, Sophia mi informò che non aveva più bisogno di Mary e Maria con lei. Io misi una bottiglia in ciascuna delle sue mani, poi la misi in trance. Usando una profonda voce professionale, le ordinai di mandare Mary fuori dal suo braccio sinistro nella bottiglia che aveva in mano e Maria fuori dal braccio destro nell'altra bottiglia. Sophie grugnì, gemette e si agitò sulla sedia, apparentemente raggiungendo le profondità del suo essere per portare fuori gli spiriti. Quando si rilassò, gli spiriti se n'erano andati. Io presi le bottiglie e la svegliai dalla trance.

Dopo averle dato un po' di tempo per riprendersi, la misi in trance e chiamai Mary e Maria nello stesso modo che avevo usato durante le settimane di terapia. Esse non risposero, né riapparvero più. Se n'erano andate, sebbene non saprò mai come o perché.

Un altro caso di possessione riguardò una mia paziente di 24 anni chiamata Francine, che fu ospedalizzata perché non era assolutamente più in grado di funzionare. Solo una settimana prima Francine aveva rivelato due sub-personalità nel mio studio, una che odiava violenemente gli uomini, l'altra una debole e piuttosto incapace soccorritrice.

Francine era stata allevata dalla nonna, che apparteneva alla chiesa episcopale, e dalla madre che apparteneva a quella pentecostale. Durante i suoi primi anni, Francine era stata circondata da parenti che parlavano in lingue durante i servizi pentecostali alla chiesa. Più tardi si ribellò e divenne una eroinomane, e passò un anno in una clinica per la riabilitazione gestita da un ministro pentecostale che parlava in lingue e scacciava i demoni come parte della sua terapia.

Mentre Francine era nell'ospedale, doveva partecipare ai gruppi di terapia. Durante una sessione, divenne estremamente agitata e si rese conto che la sua personalità persecutrice stava prendendo il sopravvento. Corse alla sua stanza e guardò fuori della finestra, dove cominciò a vedere demoni. L'infermiera tentò disperatamente di calmarla, ma senza risultato. Alla fine fu portata all'ospedale. Sfortunatamente, non c'era nulla che potessi fare per aiutarla a rilassarsi.

Improvvisamente Francine iniziò a ripetere sillabe ancora e ancora, come se recitasse una poesia in una lingua straniera. Era una vocalizzazione coerente, e sospettai che stesse parlando in lingue.

Lentamente la voce di Francine divenne sempre più forte. Poi si voltò bruscamente verso la finestra, alzò le armi e urlò, "Nel nome di Gesù, ti bandisco. Ti bandisco da questa stanza!". Continuò a gridare le parole ancora e ancora. Poi, bruscamente, si fermò, si stese sul letto e si mise a dormire.

L'episodio venne ripetuto due o tre volte ancora nei giorni che seguirono. Il suo Inner Self Helper mi disse che Francine era stata realmente posseduta e che le sue azioni avevano scacciato i demoni.

Esiste realmente la possessione demoniaca? Non lo so. Comunque, ho sviluppato alcune teorie basate sulle mie esperienze e ho identificato cinque livelli di possessione spiritica, almeno nella mia pratica.

Il primo livello di possessione - possessione di grado I - è facilmente comprensibile in termini psichiatrici. Può anche essere etichettata come nevrosi ossessivo-compulsiva, un termine con cui molti dei miei colleghi si sentono a proprio agio. In tali casi, la paziente è controllata da un'idea, ossessioni, atti involontari, compulsioni o dipendenza da alcol o droghe.

Una donna con una nevrosi ossessivo-compulsiva venne da me per il trattamento della depressione e una compulsione a lavarsi le mani. Molti anni prima l'acqua era schizzata da un bagno pubblico in uno dei suoi occhi procurandole una congiuntivite. Da allora in poi lei evitò i bagni pubblici perché credeva che un altro incidente del genere le avrebbe causato cecità. La sua idea fissa dei pericoli dei bagni pubblici ostacolò molto la sua vita sociale. Dovette rinunciare al lavoro di segretaria di studio legale che aveva, e non poteva prendere parte ad alcuno degli eventi culturali della città.

Quasi ogni psichiatra ha curato questo tipo di nevrosi. In alcuni dall'atto compulsivo può derivare danno fisito e il paziente può subire gravi lesioni o anche morte accidentale.

Molti psicoterapeuti concordano sul fattoche è estremamente difficile curare una tale persona con normali terapie ambulatoriali, e i pazienti sono spesso incoraggiati a partecipare a terapie di gruppo o ad unirsi a gruppi organizzati in modo simile a quelli degli Alcolisti Anonimi. Solo quando il paziente si rende conto che è dominato da una dipendenza o da una idea ossessiva che può potenzialmente distruggerlo può trovare la forza necessaria per cambiare. L'"esorcismo" è auto-iniziato e supportato dal gruppo. Una volta che ha avuto luogo, inizia la ricostruzione di una nuova vita.

Gli alcolisti che si sono uniti all'Alcoholics Anonymous parlano della loro impotenza quando sono di fronte all'alcol. Parlano anche di chiedere aiuto ad un potere più grande del loro. Si sostengono l'un l'altro, sviluppando alla fine modi alternativi di affrontare i loro problemi. Le idee che seguono, come il programma in dodici passi degli Alcolisti Anonimi, sono in tal modo adattabili ad altre dipendenze (Giocatori Anonimi, Drogati Anonimi, e numerosi altri).

I soggetti con personalità multipla sono vittime di una possessione di grado II, che è il risultato del controllo del corpo da parte di una personalità alternativa sviluppata da una persona con una struttura isterica della personalità. In molte culture, una personalità persecutrice sarebbe considerata un classico esempio di uno spirito maligno che invade il corpo di una persona giovane e onesta. Ma l'ipnosi profonda mostra le radici psicosociali della dissociazione mentale. In questo modo, questa sub-personalità è capace di gestire l'aggressione repressa. Con adeguate informazioni dall'inconscio del paziente non c'è alcun bisogno di tirare in ballo spiegazioni soprannaturali.

La possessione di grado III siha quando l'influenza che controlla la persona sembra provenire dalla mente di un altro essere umano. A questo livello potrebbe trattarsi di stregoneria. Per esempio, una donna messicana molto americanizzata venne nel mio studio lamentando depressione e debolezza fisica. Questi sintomi si erano sviluppato dopo che suo nipote rimase ucciso in un incidente d'auto la notte prima del suo matrimonio. La madre del giovane (la sorella della mia paziente) la incolpò della sua morte. La sorella e la madre visitarono una strega locale e furono visti da altri membri della famiglia celebrare dei riti di magia nera per recare danno la mia paziente. Sotto ipnosi, chiesi la causa del problema, e si manifestò una voce che si identificò come la sorella della mia paziente, e spiegò le radici del suo odio per la mia paziente. Ammise che aveva provocato tutte le sofferenze subite dalla mia paziente l'anno che era passato. dopo che le dissi ditornare nel suo corpo e di lasciar stare la mia paziente, la mia paziente si svegliò senza nessun ricordo dlela sessione di ipnosi, ma con i sintomi alleviati.

Non fui capace di seguire lo svolgimento di questo caso, così non ho una diagnosi accurata delle condizioni mentali della mia paziente. Ma so che considerava la stregoneria una pura superstizione e personificava la tipica sofisticata donna di casa americana. Sia sua sorella che la madre di quella erano ancora molto superrstiziose e credevano pienamente nei rituali del folklore messicano che coinvolgevano la stregoneria. Esse acquistarono candele nere e altri ammennicoli da una strega locale e celebrarono regolarmente tali rituali. Essi credevano pienamente che una mente potesse influenzare negativament eun'altra a distanza. La voce si era presentata per nome come la sorella, e odiavala mia paziente perché era così benvoluta da tutti mentre lei era disprezzata dalla maggior parte di quelli che la conoscevano. Era il suo modo di punire la mia paziente per la sua popolarità.

La possessione di grado IV è il controllo da parte dello spirito di un altro essere umano. Una giovane, che aveva anche una sindrome MPD, si trovò costretta a camminare da casa sua fino al porto senza sapere perché. Quando finalmente riguadagnò consapevolezza dei suoi atti e il controllo del suo corpo, andò ad un telefono e chiamò un amico. La visitai a casa poco tempo dopo, la ipnotizzai, e chiesi cosa fosse responsabile per questo strano comportamento. Una voce si manifestò e sostenna di essere lo spirito di una donna che era annegata tra le onde dell'Atlantico mentre cercava tra le barche del porto suo marito e i suoi bambini che l'avevano abbandonata. Sostenne che si era impadronita del corpo della mia paziente per proseguire la ricerca. Dopo che accettò di lasciare la paziente, questa cessò di essere costretta a camminare vicino all'acqua.

Conoscevo bene la paziente, e avevo familiarità con le altre personalità. Era spesso posseduta da entità che sostenevano di essere buoni o cattivi spiriti, e questo era confermato dalle sue personalità soccorritrici. Questo particolare spirito non aveva finito di fare quello che voleva fare, cioè ritrovare la sua famiglia. Lo spirito non aveva accettato la realtà della sua morte e aveva dovuto impadronirsi del corpo di una persona ricettiva che viveva vicino ad un porto.

La possessione di grado V è il controllo da parte di uno spirito che non ha mai vissuto come essere umano e che si identifica come agente del male. Una volta visitai una giovane uomo che era stato ferito sul lavoro quando una parte di maccinario gli era caduta in testa. Aveva avuto a seguito di ciò numerose crisi convulsive, ma gli esami neurologici non mostravano lesioni sufficienti a spiegare la causa delle crisi. Iniziò anche a udire una voce che gli diceva che stava per morire in breve tempo. Durante l'ipnosi, chiesi la ragione di questi sintomi.

Una voce venne fuori, sostenendo di essere il diavolo. Questo diavolo sostenne di essere entrato nell'uomo molti anni prima, quando era con l'esercito USA in Giappone. L'uomo era corso in una casa in fiamme per salvare un giapponese e, quando lo fece, una esplosione lo scaraventò fuori della casa. Il soldato fu in ospedale per molti mesi e fu molto insoddisfatto della qualità delle cure mediche. Questo diavolo sostenne di essere responsabile per l'incidente sul lavoro e di tutti i successivi sintomi fisici e mentali.

Mi assicurai un consulto con un sacerdote locale, che vide apparire lo stesso diavolo semplicemente recitando il Rituale Romanum. Il sacerdote riteneva che questo diavolo fosse realmente un cattivo spirito, e lo espulse recitando l'esorcismo.

Le regole dell'esorcismo furono scritte nel 1614 nel Rituale Romanum della Chiesa Cattolica erano concepite per affrontare le forze del male. Solo il potere di Dio e dei suoi angeli può conquistare tali entità. Nella storia reale su cui il libro L'esorcista è basato, si pensò dapprima che il bambino coinvolto fosse posseduto dallo spirito della zia defunta. Solo quando il prete iniziò il rito formale di esorcismo è stato riportato che la possessione ebbe inizio. Occorsero sei settimane di esorcismi notte e giorno per riportare il bambino alla salute.

Non posso liquidare l'esperienza dei miei pazienti - le entità scoperte in molti di questi casi semplicemente non riflettono il classico accettato schema di disturbo di identità multipla. Né sono l'unico psichiatra che ha fatto tali sconcertanti scoperte in molti di questi casi semplicemente non riflettono il classico, accettato schema di MPD. Né sono l'unico psichiatra ad aver fatto tali sorprendenti scoperte. Altri psichiatrihanno riferito  simili esperienze e io ho scambiato corrispondenza con molti professionisti che sono arrivati a conclusioni simili sull'origine e gli scopi delle sub-personalità. Questi professionisti hanno curato pazienti dominati da "qualcuno" che semplicemente non rientra negli schemi. E in molti casi, essi non sanno quali passi intraprendere.

Io posso solo ripetere la mia personale opinione - che un dottore efficiente deve usare qualsiasi metodo sia di grande beneficio per il paziente. Nei miei casi, questo ha spesso voluto dire l'utilizzo di tecniche che sono bizzarre, non ortodosse, e persino religiose come natura. Ma questi metodi hanno curato con successo molti pazienti, e il benessere del paziente deve essere l'unica preoccupazione.

I pazienti possono in qualche caso essere realmente posseduti? Non lo so. Forse le mie cure sono le mosse giuste per le ragioni sbagliate. Forse non sto esorcizzando uno spirito ma, piuttosto, tentando la sorte con un approccio non troppo convenzionale al problema delle personalità multiple. A questo punto posso solo descrivere le esperienze che ho avuto. Si spera che negli anni a venire qualche altro ricercatore o io saremo in grado di sviluppare risposte concrete per questo affascinante, altamente controverso aspetto della condizione mentale umana.

 

 

 

 

 

la "perdita dell'anima" e il punto di vista sciamanico. la teoria e la pratica di sandra ingerman.

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Un esempio di applicazione dello sciamanesimo a problemi psicologici e spirituali occidentali moderni viene da una sciamana bianca che ha avuto una preparazione come psicoterapeuta. Ingerman, una studentessa dell'antropologo/sciamano bianco Michael Harner, ha sviluppato un classico metodo sciamanico per gestire la perdita di anima che è adattato a certi segmenti della cultura occidentale. Ingerman va oltre l'approccio di Colin Ross, che adatta metodi sciamanici alla tecniche ipnoterapeutiche per lavorare con pazienti MPD. Piuttosto, Ingerman sostiene di praticare il modello di sciamanismo classico, in primo luogo quello descritto da Michael Harner, e in secondo luogo da Mircea Eliade. Vede la dissociazione come una forma di "perdita di anima" alla base di molte forme di malattia fisica e mentale, non solo disordini dissociativi e MPD. Il suo approccio distingue tra rituale sciamanico e sessioni di psicoterapia. L'uno non è il sostituto per l'altro. Dopo il recupero di un'anima, Ingerman crede che la psicoterapia aiuti molto del lavoro di integrazione dei ricordi, delle energie e degli affetti ritrovati.

Ingerman crede che il punto di vista sciamanico sulla perdita dell'anima abbia molto da dire sulla esperienza diffusa di perdita di anima nella società occientale moderna. Il suo lavoro va oltre la semplice applicazione ai disordini dissociativi per rivolgersi a una varietà di disturbi che lei afferma abbiano come causa sottostante la perdita di anima. Comunque, Ingerman interpreta la perdita di anima come dissociazione. In linea con il classico punto di vista sciamanico, sostiene che quando una persona è traumatizzata o subisce uno shock è possibile una perdita di anima. Questo punto di vista ha considerevoli implicazioni cliniche.

Se facciamo una breve ricognizione delle sindromi cliniche che richiedono maggiormente l'attenzione degli operatori della salute mentale oggi, troviamo una varietà di disturbi quali quelli definiti dal Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders (DSM IV), il sistema di classificazione nosologica del professionisti della salute mentale. I paradigmi per etichettare le patologie mentali nella società occidentale sono presi da questo manuale legittimato pubblicamente e professionalmente. I clinici devono specializzarsi o impratichirsi riguardo le sindromi o disturbi classificati in questo manuale. Tra i più comuni disturbi riconosciuti dal DSM IV che sono usualmente oggetto di terapia ci sono i disturbi dell'umore (ad esempio depressione maggiore e distimia), le sindromi ossessivo-compulsive (addictions: gioco compulsivo, sesso compulsivo, shopping compulsivo, rischio compulsivo ecc.), i disturbi del comportamento alimentare, i disturbi di identità, i disturbi di aggiustamento, e specialmente i disordini traumatici collegati a combattimento o abuso sessuale. Alcuni di questi disordini sono prodotti dalla pressione delle condizioni di vita moderne, dal vivere in un mondo radicalmente secolare, svuotato del senso del sacro e che manca di dare aiuto a una psiche che si frammenta per le richieste di una società industriale, tecnologica e sempre più multiculturale. Ma è anche probabile che uno sciamano tradizionale abbia molto da dire su questi disordini dei tempi moderni, e li reinterpreterebbe senza dubbio in termini di categorie sciamaniche. Tra queste categorie, la perdita di anima e la possessione potrebbero essere quelle più probabilmente impiegate.

Secondo il classico punto di vista sciamanico, questi vari disordini, che sono spesso visti come distinti e solo occasionalmente sovrapposti, sono in realtà il risultato di una fondamentale perdita di potere o energia vitale descrivibile come perdita di anima. Lo sciamano oggi guarderebbe ai disturbi alimentari, allo stress post-traumatico, alla depressione alla codipendenza, alle personalità borderline e narcisistiche, ai disturbi di identità e di angoscia come sintomi superficiali di una più profonda perdita di energia e vitalità, cioè di perdita di anima.

Nel suo pionieristico libro Soul Retrieval: Mending the Fragmented Self (Il recupero dell'anima: la guarigione del Sé frammentato) Ingerman sostiene di essere sia una terapeuta che una sciamana esperta e di essere in grado di porre la sua pratica terapeutica entro questi due quadri di riferimento. Osservando le difficoltà che si trovano di fronte i medici moderrni nella nostra cultura, Ingerman sostiene che la perdita di anima è molto diffusa nella nostra cultura, e che è la regola piuttosto che l'eccezione. Molte persone non si sentono intere, riempiono il vuoto con comportamenti additivi, co-dipendenza, relazioni in cui subiscono violenza, malessere cronico, lavoro come droga. Molti di quelli che non si sentono interi cercano sollievo in una varietà di terapie secolari o spirituali, spesso passando da un terapeuta o guru ad un altro nella speranza di trovare ciò che manca loro. Talvolta la terapia ristagna, perché il terapeuta non sta lavorando con la persona nella sua interezza. Qualche parte dell'anima è sfuggita o è persa.

Secondo il punto di vista sciamanico classico di queste sindromi come effetto di perdita di anima, parti della nostra anima hanno viaggiato lontano, verso altri regni (realtà non ordinaria) come risultato di uno shock o trauma che spesso, ma non necessariamente, avviene nell'infanzia.

Ingerman, in possesso di un punto di vista che si avvicina alla comprensione comune della dissociazione patologica, ritiene che questa dissociazione abbia uno scopo: proteggere il resto dell'organismo e aiutare a sopravvivere al trauma o alla perdita. Secondo questo punto di vista, una volta che parti di anima sono andate perse, o dissociate, la gente può soffrire di una varietà di sintomi fisici, psicologici e spirituali come effetto della risultante perdita di energia. Tale perdita di energia può impedire che la gente conduca vite sane, piene e creative. Il punto di vista di Ingerman sull'esistenza di frammenti di anime corrisponde alla idea delle società tradizionali che esiste più di un'anima. Di fatto, lo storico delle religioni Ake Hultkrantz ha indicato ciò che egli chiama due complessi animici tra i popoli tribali (specialmente i nativi americani). Un complesso costituisce l'anima vitale o l'anima corporea, che governa il corpo e la mente. Queste sono potenze che sostengono gli individui quando sono in stato di coscienza lucida. Queste anime o parti di anima governano i movimenti del cuore, le emozioni, e la volontà dell'individuo in stato di veglia. L'altra anima è l'anima libera o anima-immagine; è attiva specialmente durante il sonno. Questa anima libera può vagabondare nel sonno e nel sogno. Può anche essere rubata o persa come risultato di trauma, shock o magia. Secondo Hultkrantz l'anima libera può distaccarsi dalla persona e divenire portatrice dell'ego. E' proprio l'anima libera che può essere rapita da un parente defunto o altra entità spirituale o da uno stregone. Improvvisi shock e lesioni (traumi) possono distaccare l'anima libera e scagliarla oltre il corpo o farla perdere, normalmente viaggiando o venendo attirata nella terra dei morti. Invece per Ingerman, le parti di anuma possono vagabondare dovunque nel cosmo composto di tre piano che costituisce la realtà non-ordinaria; raramente lei trova che sono andate nella terra dei morti.

Le descrizioni di Hultkrantz delle due differenti anime è accettata da Ingerman. Questa studiosa è familiare con questa duplice distinzione. Ma lei parla dell'anima come un intero le cui parti, a causa di shock o traumi, possono andarsene o essere rubate, producendo varie forme di disturbi mentali e fisici come risultato della diminuzione della potenza vitale. Secondo la sua visione, è l'anima libera che fa il viaggio per recuperare l'anima perduta. Se il paziente accmpagna lo sciamano, è l'anima libera del paziente che lo fa. Come pure è l'anima libera dello sciamano che, insieme all'animale totemico, va in cerca della parte di anima perduta. Quelle che Hultkrantz chiama le anime vitali sono per Ingerman le parti di anima che sono state dissociate a causa dello shock, del trauma e di altre lesioni. Sono le parti del sé vitale che devono essere recuperate dall'anima libera, con la successiva integrazione e comprensione. La sua nozione di perdita di anima come perdita di parti vitali dell'anima o psiche è una valida e utile integrazione teorica dei due complessi animici. La sua nozione di queste parti di anima come energie vitali ha molto in comune con le varie potenze di cui parla Hultkrantz. In definitiva, il punto di vista di Ingerman presuppone una concezione dell'anima non turbata e non traumatizzata come una totalità che diviene frammentata e i frammenti che divengono parti di anima. Questa comprensione modifica solo leggermente la concezione sciamanica tradizionale e al contempo getta unponte tra la teoria e la pratica sciamanica e le pratiche e teorie moderne, tra sciamanismo classico e moderna psicoterapia.

La teoria della perdita dell'anima può essere utile per trattare disturbi collegati a traumi, che si presentano così frequentemente ai terapeuti oggigiorno. Per esempio, nei disturbi dissociativi di identità, in precedenza chiamati disturbi di personalità multipla (MPD) e nei disturbi post traumatici da stress (PTSD) è utile considerare la parte patologicamente dissociata come posta in qualche punto nel reame psichico o nell'inconscio collettivo, dove può essere contattata dal terapeuta, recuperata e successivamente reintegrata nella struttura dell'ego e della personalità cone un tutto. Secondo Ingerman il luogo dove si trova la parte perduta di anima può essere dovunque in uno dei mondi o piani di coscienza dei reami di realtà non ordinaria. Lei impiega un metodo classico sciamanico per diagnosticare, localizzare e recuperare queste parti perdute di anima dei suoi pazienti. Ingerman descrive la costruzione di uno spazio rituale:

 

 

La prima cosa che faccio è accendere una candela in una stanza buia; questo è il modo in cui richiedo la presenza dello spirito nella stanza. Successivamente stendo una coperta al suolo per me e il mio paiente. Tengo a portata di mano il mio cattura-spiriti di cristallo nel caso ne abbia bisogno. Ho riscontrato che talvolta nel mio viaggio ho difficoltà a trattenere parti di anima. Un cristallo può effettivamente agire come un confortevole ricovero per le parti di anima mentre continuo il mio viaggio. Il mio cristallo agisce come un dispositivo di aspirazione che cattura le parti dissociate… Successivamente chiedo al cliente di stendersi sulla coperta, spiego che quando sarò pronta a iniziare mi stenderò accanto a lui, in contatto con spalla, fianchi e caviglie.

Prima che inizi il mio viaggio, mi inginocchio accanto al mio cliente. Fischio per chiamare a me gli spiriti aiutanti cosicché lavoriamo insieme, poi comincio a suonare e cantare il mio canto di potere, un canto che mi è arrivato molti anni fa

 

 

Ingerman prosegue descrivendo un tipico ingresso in uno stato di consapevolezza sciamanico (SSC: Sciamanic State of Consciousness) accompagnato dalla guida sonora del tamburo. Dice che lei ha un assistente che suona, oppure utilizza un nastro registrato. Mentre il cliente rimane passivo, può però accompagnare Sandra Ingerman in qualche livello di trance. E' compito di Ingerman, però localizzare e recuperare le parti perdute di anima: "La mia responsabilità è di individuare le parti di anima e riportarle almio cliente". Ingerman generalmente chiede al suo animale di potere aiuto per trovare la parte o parti di anima perdute legate al problema del paziente. Di contro all'approccio di Colin Ross, i metodi di recupero sciamanico di Sandra Ingerman non sono impiegati solo per il proposito di recuperare delle sub-personalità perdute in pazienti MPD. Vengono rintracciate parti di anima che sono dietro una vasta tipologia di sintomi, che comprendono senza esaurire l'elenco abusi, comporamenti additivi, lutto, depressione, sfiducia.

Quando intraprende un recupero, Ingerman non sa in anticipo per qual via riceverà informazioni sulle parti di anime perdute. Qualche volta vede in dettaglio immagini della scena del trauma; altre volte vede solo l'immagine di un bambino di tre-quattro anni in una realtà non-ordinaria. Ci sono anche volte che il suo spirito animale le fornisce l'informazione: "Vai, prendi il bambino". Ingerman crede che può sempre chiedere maggiori informazioni se ne necessita. In genere riesce a trovare la parte perduta di anima, spesso immaginata come un bambino (dal momento che è a quell'età che si hanno i traumi più devastanti per lo sviluppo futuro); torna con essa e si mette seduta. Poi la soffia nel petto (in prossimità del centro del cuore) del paziente e nella fontanella in cima alla testa del paziente, esattamente come hanno fatto gli sciamani tradizionali per migliaia di anni, perché credono che questi sono gli ingressi e le uscite naturali degli spiriti vitali.

Questa una esperienza emotiva molto forte per il paziente. Secondo Ingerman i suoi pazienti generalmente riferiscono sensazioni di essere energizzati, svegli, più vivi di quanto ricordino siano mai stati. Cosa interessante, molti dei suoi pazienti sono in cura presso altri terapeuti. Essi possono essere bloccati perché mancavano della forza di fronteggiare qualcosa o di andare avanti nella loro guarigione o sviluppo. Dopo il recupero di un'anima frequentemente hanno l'energia e la vitalità per andare avanti di nuovo, coraggiosamente e creativamente nel processo di guarigione o evoluzione interiore. Un processo psicoterapeutico che era ad un punto morto viene dinamizzato.

E' importante notare che Ingerman ritiene che il recupero sciamanico dell'anima non è un sostituto per la psicoterapia. Il recupero in sé non è sufficiente; c'è molto lavoro psicoterapeutico successivo da fare. Il recupero può riportare indietro ricordi e energie perdute, ma è il compito della terapia successiva, secondo lei, quello di compiere il vero lavoro di integrazione e di apprendimento di come vivere come persona maggiormente completa e integrata. Se ci sono altre parti di anima perdute che sono il risultato dissociativo di altri traumi (come nel caso delle personalità multiple), essi devono attendere che termini la psicoterapia e l'integrazione prima che si possa intraprendere un altro recupero.

Il lavoro di Ingerman è più complesso e ricco di quello che possiamo indicare qui. Ella descrive nuovi adattamenti di metodi sciamanici come pure tutta una serie di approcci classici alla perdita dell'anima. Come nuovo approccio riporta ad esempio, una spedizione sottoterra, nella "Caverna dei bimbi perduti" dove sono confinati centinaia di "bambini perduti, tristi, feriti, e soli". Più classicamente, descrive lo sforzo eroico e la grande esperienza che è richiesta per recuperare parti di anima dal regno dei morti. In un contesto che ricorda la stregoneria classica e la possessione spiritica, discute l'importanza di saper contrattare la liberazione di parti di anima rubate da adulti che da piccoli hanno sviluppato una eccessiva dipendenza da varie persone (come genitori che erano eccessivamente dipendenti dai loro bambini). Dopo che questo adulto è morto, secondo Ingerman, la sua anima è ancora attaccata alla persona di cui aveva bisogno. Questo punto di vista ha molto in comune con il caso dell'individuo posseduto da complessi di Jung. Può essere una esperienza che depriva di vitalità, che può essere corretta con tali metodi negoziatori di recupero. L'approccio di Ingerman prende l'equivalente della stregoneria e della possessione e li trasforma attraverso una comprensione psicologica di come un individuo contemporaneo può influenzare negativamente la salute e la vitalità di un altro. Questo non è puro sciamanismo classico, ma un adattamento molto creativo e utile ai problemi degli occidentali di oggi.

Sebbene abbiamo visto che il recupero sciamanico di Ingerman possa essere impiegato nei confronti di una grande varietà di disturbi la sua importanza particolare sta nella rilevanza per i disordini dissociativi, e in particolare, oggi, per i disturbi traumatici legati ad abusi sessuali. Non solo viene fornito un altro modello di come sciamanesimo e spiritualità possano guarire tali disordini, ma viene fornito un ponte concettuale tra i disordini delle società tradizionali che richiedono l'intervento dello sciamano e le forme moderne di sofferenza psicologica e spirituale.

 

 

 

 

 

"perdita di anima" e dissociazione nella prospettiva junghiana

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La psiche moderna, ritiene Jung, non è poi così oderna come ci piacerebbe credere. La psicologia della persona primitiva e moderna è fondata nella stessa psiche di due milioni di anni strutturata archetipicamente che deve le sue origini biologiche e psichiche a un antenato preumano molto più antico. Come i primitivi, la persona moderna sviluppa una seria psicopatologia quando le antiche intenzioni archetipiche della psiche sono frustrate o contrastate.

Non si può negare che c'è un diffuso malessere nella psiche moderna che corrisponde con quello che lo sciamanismo classico considera una perdita di anima. Jung credeva che il fenomeno che le società tradizionali chiamavano "perdita dell'anima" può essere interpretato psicologicamente in termini di: 1) una diminuzione della personalità; 2) possessione da parte di un complesso (cioè dissociazione patologica). Queste due nozioni sono interdipendenti nella psicologia junghiana.

Ricordiamo che Ingerman afferma che la grande varietà di sintomi che si presentano a molti psicoterapeuti oggi sono di fatto sintomi di perdita di anima. Ricordiamo anche l'asserzione di Ingerman che la perdita di anima significa perdita di parti vitali di noni stessi, cioè perdita di vitalità, di energia. L'idea di parti perdute di noi stessi si lega bene con le idee di Jung sui compless, di complessi autonomi che si separano dalla unione con la psiche e funzionano indipendentemente da quella unione. La perdita di anime vitali, energie vitali, si adatta bene alla nozione junghiana di libido. Quando Jung parla, nel linguaggio formulato dal suo maestro Pierre Janet, di perdita di anima come un tipo di abaissement du niveau mental, intende che c'è una perdita o rallentamento nella ego-coscienza. La ego-coscienza precipita dal suo apice e diventa attenuata mano a mano che l'energia psichica si ritira dal funzionamento esecutivo dell'dgo. Questo avviene quando un complesso autonomo si separa (dissocia) e attrae tanta energia e contenuto psichico intorno a se stesso che diviene "gonfio" e potente. Quando il complesso inizia ad agire per conto proprio, indipendentemente dalle intenzioni dell'ego e dal suo programma, e dal Sé archetipico nella sua ricerca di regolare e bilanciare la psiche, la naturale integrità è frantumata.

Gli analisti junghiani, quando parlano di ego, normalmente intendono l'"io" che noi crediamo di essere. L'ego è la nostra immagine di noi stessi, ciò che noi crediamo essere. Identifichiamo il nostro nome con esso. Generalmente, quando diciamo "Io penso che…" o "Io sento che…" è il nostro ego che sta parlando. Mentre Jung credeva che l'ego è anche un complesso pechè attraeva e organizzava una varietà di processi consci e inconsci, l'ego può essere analizzato nelle sue capacità di intelletto razioale, la sua abilità di compiere atti di volontà, di avere i propri sentimenti e desideri e di ricordare il passato e progettare future azioni (cosiddetto planning).

Il ricercatore dei fenomini di coscienza Erst Hilgard, che confermò attraverso studi di laboratorio che di fatto noi "facciamo più di una cosa alla volta per la maggior parte del tempo" ha suggerito che la ipotizzata unità della coscienza è una illusione; che la coscienza è sempre multiforme e complessa. Da un punto di vista junghiano, l'unità della coscienza può essere una illusione ell'io che vuole essere il padrone nella propria casa.

La psicologia junghiana ha compreso sin dal suo inizio la molteplicità entro la precostituita unità della psiche. Spesso io non sono quello che pensa, né quello che sente, vuole, decide o agisce. Al contrario, spesso è all'opera qualche complesso autonomo che si impadronisce dell'io. Quando un complesso possiede l'io, lo forza ad operare fuori della sua prospettiva. In questo modo prospettive e scopi dell'io sono bypassati. L'io tende ad essere largamente inconsapevole degli altri complessi ed è facilmente ingannato credendosi colui che governa la casa.

Dobbiamo rendere chiaro che la concezione junghiana della coscienza non si limita all'ego, dove si ha il picco della consapevolezza. L'ogo è spesso non consapevole degli altri complessi nell'inconscio personale e dei nuclei archetipici nell'inconscio collettivo; ma l'inconscio possiede entro di sé di vari livelli di coscienza. Gli altri complessi sono inconsci, potremmo dire, dalla prospettiva dell'ego. Di fatto essi hanno un alto livello di consapevolezza e intenzionalità, e sono consapevoli ciascuno dell'altro e dell'ego e della sua prospettiva.

I complessi autonomi spesso si cristallizzano in risposta alla loro consapevolezza della prospettiva dell'io. Questo diviene estremamente evidente nei disordini dissociativi ed è illustrato nel modo più drammatico nel MPD. Da un punto di vista junghiano, le sub-personalità nei soggetti MPD sono di fatto dei complessi altamente elaborati, personificati e spesso energeticamente e emozionalmente carichi. Nei pazienti MPD un complesso può essere personificato in parecchie sub-personalità. Quando sono attivate, queste manifestazioni personificate, autonome dei complessi si comportano in modi che usurpano le intenzioni e i desideri dell'io.

Abbiamo già menzionato che i disturbi dissociativi che si trovano nella nostra società sono il risultato di un trauma, spesso di massicci abusi sperimentati durante l'infanzia. Durante un tale trauma, pezzi di psiche si staccano e dissociano per eseguire certe funzioni psichiche che mettono in grado l'organismo psicofisico del bambino di sopravvivere. Da un punto di vista junghiano, tutti noi sperimentiamo qualche grado di disagio infantile traumatico, mancanza di empatia dei genitori o abuso manifesto. Tali traumi impediscono e frustrano l'intento archetipico, l'hardware vecchio di due milioni di anni della psiche umana. Un certo grado di dissociazoine è normale, persino desiderabile. Un grado eccessivo di dissociazione è patologico e impedisce la pienezza e integrità della persona. In forme meno severe è stato un livello di funzionamento nevrotico. Forme estreme di dissociazione patologica sono implicate nelle psicosi e nei disordini dissociativi. Mentre non tutti sviluppiamo disordini dissociativi di identità, è importante capire che tutti abbiamo complessi, alcuni dei quali possono divenire più o meno autonomi e interrompere il procedere naturale della psiche verso la pienezza e l'integrità. Nelle personalità multiple c'è un grado più alto di dissociazione patologica che nelle cosiddette persone normali. Ma molti di noi non sono così lontani dalla esperienza di molteplicità patologica quanto amerebbero credere.

Secondo la concezione junghiana tutti abbiamo complessi. Sono i complessi autonomi che causano seri problemi e che Ross e Ingerman trattano con metodi sciamanici. Sono generalmente il risultato di esperienze traumatiche infantili. Questi complessi autonomi indotti traumaticamente tendono a causare un grado più serio di disintegrazione psichica rispetto alla norma, con le parti che si sono separate che divengono fortemente estraniate dai programmi, le energie e le intenzioni dell'ego, riducendo in tal modo la sua energia e vitalità. Allo stesso modo, queste parti fortemente separate possono resistere agli sforzi di integrazione del Sé archetipico, il centro organizzativo profondo della psiche come unità.

Le parti separatesi, avendo privato l'ego di energie vitali non sono perse per sempre. Diventano aspetti dell'ego messi in ombra, che attendono un riconoscimento cosciente e spesso reintegrazione. La reintegrazione è possibile e il loro recupero è lo scopo sia della psicanalisi junghiana che della guarigione sciamanica. L'analista junghiano Robert L. Moore ha scritto degli effetti disintegratori del trauma, del valore delle parti che divengono dissociate e della possibilità della loro reintegrazione:

 

 

Durante traumi precoci, i nostri Ego che stanno emergendo sono aspetti repressi e scissi della psiche che genitori, fratelli o la società trovano inaccettabili. Questi aspetti scissi possono essere pensieri, sentimenti, immagini o associazioni. Spesso sono di un certo valore e meritano di essere richiamati. Possono portare con sé talenti nascosti, intuizioni, abiità o sentimenti veritieri che possono rendere la nostra personalità più saggia e completa se potessimo reintegrarli. Finché la reintegrazione non avviene, la nostra psiche è come uno specchio rotto, che trattiene nei frammenti ciò che era una volta un riflesso completo.

 

 

E' importante notare qui che il recupero dell'anima può essere attuato con metodi diversi da quelli sciamanici. L'ipnosi, la magia, la psicanalosi e altre discipline terapeutiche hanno tutte dei metodi per integrare parti scisse o perrrdute del sé. La coa importante è che c'è una potenzialità di recupero e integrazione come pure una tecnologia per realizzarla. Gli junghiani da tempo seguono Jung nel fare affidamento nelle capacità di auto-guarigione della psiche, e nel credere che il terapeuta si limita a favorire e osservare il processo naturale. Secondo la concezione junghiana lo ciamano, in virtù del suo uso della trance, della dissociazione, delle immaginario e di altri metodi e abilità rituali, non solo è in grado di accedere e recuperare parti perdute del sé, ma è in grado di accedere e mobilizzare le energie guaritrici del dottore entro di noi e cioè del Sé archetipico.

Accedendo alle parti scisse lo sciamano, dal punto di vista junghiano, può essere visto come utilizzante uno strumento, la trance, simile alla immaginazione attiva per arrivare, quando vuole, all'inconscio personale e collettivo del suo paziente (a seconda di dove le energie scisse si trovano). Un vantaggio particolare dello sciamano è la topografia che ha acquisito attraverso numerosi viaggi estatici. Questa mappa del mondo interiore serve come una guida per la navigazione, un modo per concettualizzare i vari luoghi in cui queste parti dell'anima possono errare o essere tenute prigioniere (ad esempio dalla numinosità di un archetipo).

Le potenzialità della psicologia junghana riguardo la comprensione della dissociazione patologica e della perdita di anima oggi è considerevole. Come la concezione di Ingerman, Jung ha un modello della psiche come una unità originale e indifferenziata. Jung aggiunge una prospettiva dinamica a questa totalità. Alla nascita c'è una totalità indifferenziata e inconscia, che poi deve diventare differenziata attraverso il processo di individuazione e alla fine arrivare ad una totalità più matura e differenziata. L'unità è sempre potenziale, e può sempre essere frammentata dai traumi. Come lo sciamanesimo classico, Jung ha una spiegazione della perdita di energie caratteristica della perdita di anima. Ha unmodello psicologico per interpretare queste parti della psiche che si scindono e diventano autonome in conseguenza di un trauma. Come Ingerman, ritiene che questa dissociazione è alla base di molti problemi moderni. A differenza dello sciamanesimo, l'analisi e la psicoterapia junghiana (e numerose altre psicoterapie) hanno molti metodi per facilitare la reintegrazione delle parti precedentemente dissociate e ora recuperate della psiche (immaginazione attiva, analisi dei sogni, sand tray therapy (disporre sabbia colorata e piccoli oggetti a formare un microcosmo personale), danza, analisi del transfert.

 

 

 

 

 

possessione ed esorcismo dal punto di vista junghiano

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Ci sono due questioni che saranno esaminate qui. La prima questione ha a che fare con una possibile spiegazione junghiana della possessione demoniaca, ovvero delle cosiddette sub-personalità maligne. La seconda questione cerca di capire in che modo il rituale esorcistico possa essere più efficace che il modello di trattamento biomedico e psicologico.

In risposta alla prima questione possiamo dire che una prospettiva junghiana tende a congetturare che la possessione da un cosiddetto cattivo spirito è in realtà una forma di possessione da parte di un complesso autonomo, o da una sub-personalità che è altamente elaborato e la cui rabbia e sdegno è così intensa che è rivolta all'interno contro il sistema del sé. In casi tipici di MPD, una sub-personalità infuriata spesso attacca l'ospite o altre sub-personalità entro l'ospite. Tale sub-personalità spesso pensa che queste altre persone interiori siano state deboli e abbiano permesso l'abuso, e dunque lo meritano. Dobbiamo tenere a mente che questi punti di vista cognitivamente distorti si sviluppano in un bambino che manca della maturità e della capacità cognitiva di giudicare correttamente la sua situazione, conoscere quali sono le opzioni e prendere misure adeguate. Un tale bambino soggetto ad abuso non ha l'opzione di esprimere la rabbia, perché è pericoloso farlo, e allo stesso modo non è permesso chiedere aiuto ad altri adulti. Così le energie della rabbia devono essere tenute dentro. Sono così intense che una specifica sub-personalità viene spesso creata per contenerle. La funzione psicologica di una sub-personalità meschina e rabbiosa nella economia della libido del sistema MPD è di gestire questa enorme rabbia. Ma persino questo compito può sopraffare la sub-personalità e devono esserne create altre per sopportarne il peso. Talvolta la sub-personalità che ospita la rabbia e/o quelle associate sempliremente non possono contenere bene la rabbia; la carica affettiva è troppo forte. Essa può allora tornare indietro contro il sé e le altre parti del sé (sub-personalità). Nella sua pratica clinica lo psicoterapeuta Michael Smith ha visto sub-personalità infuriate attaccare, fare a pezzi, deridere altre sub-personalità. Questo può essere visto come una versione esagerata del tipo di monologo autocritico che le persone depresse usano abitualmente per erodere la loro autostima.

Se la persona che possiede grosse quantità di rabbia dissociata, dovesse crescere in una cultura (o sottocultura) che ha un sistema di credenze nel soprannaturale che spiega la dissociazione patologica in termini di spiriti ancestrali o possessione demoniaca, è pronta la scena per il modellamento culturale di questa sacca dissociata di rabbia in uno spirito maligno, un demone o il diavolo stesso. Indipendentemente dalle sue cause traumatiche, che siano iniziate con un abuso, la violazione di un tabù, traffici con l'occulto o checchessia, una volta che questa enorme energia psichica è modellata in un essere maligno soprannaturale, la sua forza malevola diviene pericolosa e minaccia la vita. Essa si schiera e identifica se stessa con gli aspetti oscuri archetipici della realtà alternativa delle rispettive culture e comincia a bestemmiare tutto ciò che è sacro. A causa della sua identificazione con il male archetipico, c'è anche un aumento che si sviluppa in tale maniera che l'ego del paziente è semplicemente sopraffatto dal maligno intruso. Essendo identificato con il male, l'individualità non può più appellarsi al sacro per aiuto. Viene così dissociato dalle energie di integrazione e guarigione del Sé archetipico. Diventando un potente complesso autonomo o sub-personalità continua a crescere entro il paziente, attraendo col potere di una grande numinosità affettiva tutti i contenuti che può. Da un punto di vista junghiano è come se il complesso o sub-personalità è diventato maligno un cancro psichico che divora l'identità psicologica e spesso il corpo della vittima finché non rimane niente se non l'intruso, e il paziente muore (a causa di esaurimento neurologico e insufficienze organiche).

Questa influenza maligna può diventare così forte e così intelligente che diviene pericolosamente affascinante, e seduttivo per altri. Questa è la ragione del fatto che l'esorcista è talvolta travolto dal demone; la sua malignità e astuzia sono affascinanti, e il puro mostrarsi della libido è numinoso e può agire come un acido corrosivo sulla struttura dell'ego del terapeuta. Qualcuno dei complessi/sub-personalità deve essere originato per annullare la personalità maligna. Altri elementi libidinali devono essere sottomessi dall'ego, mediante lo sviluppo di un asse ego-archetipo e i contenuti psichici del complesso devono essere subordinati alle energie ordinanti/integranti del sé archetipico. Ma dal momento che questo incontra ostilità e sfida e con intelligenza, sconfigge automaticamente ogni tentativo di una terapia con le parole. E' libido fuori controllo. Questo potente livello nucleare di energia è veramente caotico e selvaggio e si sottometterà solo ad un rituale adeguato alla sua intensità. In molte società tradizionali, più grande è il demone o la malattia, più grande e potente è il rituale e la preparazione del rituale per combattere il cattivo spirito. Nel rituale esorcistico cattolico, le energie positive di Dio Padre, Dio Figlio, dello Spirito Santo e di tutti i santi e i profeti e gli angeli sono richiamati per comandare e scacciare lo spirito invasore in nome di Cristo. Queste formule possono essere ripetute all'infinito, la lunghezza del rito corrisponente al potere del demone, per giorni, settimane, mesi o persino anni.

Jung credeva che era compito del rituale imporre una restrizione sulle energie libidico istintuali fuori controllo. Credeva che il rituale esorcistico in particolare, era capace di ripristinare l'integrità dell'ego e rafforzarlo rialzando la barriera della repressione e riportando gran parte della libido fuori controllo indietro nell'inconscio. Il compito del guaritore, psicoterapeuta o sciamano che sia, è di spegnere l'attività autonoma del complesso maligno esaurendolo e prosciugando la sua carica affettiva. Allora deve avere luogo una subordinazione di quella parte alla totalità più grande sotto il controllo del Sé archetipico. In molte culture tradizionali, questo è ottenuto dal guaritore invocando la divinità locale (che è la portatrice della proiezione del Sé archetipico) come potere guaritivo che mette in fuga lo spirito invasore e ripristina l'ordine. Al paziente viene poi richiesto di fare omaggio e di continuare il culto della divinità, il include il diventare suo devoto, o indossare sacri amuleti che rappresentano le sue energie guaritrici (come il crucifisso cattolico per proteggere contro influenze maligne).

Lo sciamano, visto da una prospettiva psicologica, è stato un maestro del rituale di imposizione di forme restrittive sulle energie caotiche istintuali e archetipiche. L'esorcismo, che ha le sue radici nello sciamanesimo, è la più drammatica espressione di questo controllo rituale. 

 

 

 

 

 

ipotesi antropologiche sulla possessione

 

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In questo paragrafo, dobbiamo risolvere il conflitto tra due idee sulla natura umana, tra la teoria degli esseri umani come sistemi biofisiologici e la "teoria dell'anima". Dopo aver analizzato molteplici casi di possessione, che riguardano entità benevole, pericolose o malvage, è logico che occorra considerare la questione di quanto siano reali. Ha ragione l'antropologo americano Weston La Barre quando fa la battuta "là non cè niente se non noi"? Ed è effettivamente importante? In questa discussione io voglio sostenere invece che ci sono buone ragioni per dare una riveduta a posizioni come quella di La Barre, e che in effetti la cosa ha importanza, anzi ne ha moltissima.

Se sosteniamo che nel nostro mondo la gente è reale e gli spiriti non lo sono, questa è in fin dei conti una semplice opinione. Presuppone che sappiamo ciò che si intende per "reale". Nel mondo occidentale, il dibattito sulla natura della realtà ha infuriato sin dai tempi in cui i Greci hanno posto il loro stilo sulle tavolette di argilla. Ogni volta che c'è stato un significativo cambiamento culturale l'idea su ciò che è la realtà ha subito un conseguente cambiamento e la realtà stessa sembta divenire sempre meno conoscibile. Alla fine Newton arrivò alla conclusione che mentre le vibrazioni dei suoni e dei colori colpiscono gli apparati dei sensi e questo è trasmesso alla mente, il mondo reale è celato dietro questi fenomeni. Gli attributi del mondo esterno che eravamo sicuri di aver percepito sono solo i nostri contributi. La moderna scienza della natura, dopo un periodo di estrema baldanza, quando era sicura che i suoi strumenti fossero capaci di scoprire la realtà "oggettiva", è tornata a questa posizione. Essa ammette che non è possibile separare l'osservatore da ciò che è osservato. Un antropologo farebbe un passo più in là affermando che ciò che è accettato come reale in una particolare situazione non è deciso dall'individuo ma dalla cultura entro cui la situazione è iscritta.

Questa natura culturalmente relativa anziché assoluta della realtà non causa problemi finché gli esseri umani fanno parte di una società piccola, omogenea e soprattutto egualitaria: ognuno concorda più o meno su ciò che è reale e ciò che non lo è. Però, progressivamente in questo secolo, gli esseri umani si trovano in grandi e complesse organizzazioni statali. Queste strutture sociali non sono ugualitarie. Ci sono quelli che hanno potere e prestigio e quelli che non lo hanno. Ciò che è reale, allora è di fatto dettato dalle convinzioni di coloro che hanno potere e prestigio in queste società stratificate.

Come ci si può aspettare, non tutti in una grande società stratificata occidentale hanno la stessa idea di ciò che è la realtà. Al vertice c'è un establishment culturale-scientifico che non vuol rinunciare al punto di vista che ha garantito ad esso sicurezza e potere. Esso ha imparato parecchio sulle leggi di natura e i suoi membri conoscono definitivamente e incrollabilmente ciò che la realtà è, ed essa non include gli spiriti.

Cosa accade alla religione in simili circostanze? Se si trattasse solo di fedi, convinzioni, sistemi di pensiero, essi potrebbero essere aggiustati per potersi avvicinare o conciliare con quanto stabilito dalle autorità scientifiche, come è avvenuto con il Concilio Vaticano II. Ma quando il fatto religioso include anche delle esperienze non è possibile alcun aggiustamento, perché l'esperienza è il più potente dei persuasori, e così si ha conflitto.

Il conflitto è meno stridente in paesi come Giappone, Brasile, Haiti, dove una persona che incappa in una esperienza di possessione ha meno possibilità di finire in un ospedale psichiatrico.

Altrove gli attacchi allo spiritismo (ad esempio alle sorelle Fox), ai pentecostali, agli esorcisti sono violenti e incessanti. Putroppo, coloro che sono affetti da possessione necessitano soprattutto aiuto e guarigione. L'esorcismo funziona, le altre strategie no, e tuttavia diagnosi e cura sono dettate non da ciò che funziona, ma dal paradigma scientifico dominante riguardante la natura della realtà.

Alla fine, cosa possiamo dire circa la realtà delle entità spirituali? Possiamo quantomeno rilevare che l'esperienza della loro presenza durante la possessione è accompagnata da cambiamenti fisici osservabili. Dovremmo tenere presente che stabilire se che tali cambiamenti vengano prodotti internamente o creati da agenti esterni non è possibile. Nessuno può provare o confutare che gli evidenti cambiamenti nelle mappe cerebrali durante la possessione, come pure in un paziente con disturbo di personalità multipla, siano prodotte da processi psicologici o dalla invasione da parte di una entità estranea. Oltre a ciò, come antropologi culturali, possiamo richiamare l'attenzione sul fatto che le caratteristiche di questi esseri cambiano nel corso dell'evoluzione culturale, cosicché essi sono realmente parte della scena culturale. Possiamo anche notare che in tutte le comunità religiose nel mondo, di qualunque appartenenza culturale, le persone indicano col loro comportamento che per loro le entità spirituali sono parte di una realtà più larga e onnicomprensiva. Mano a mano che il contatto con queste esperienze in un mondo che si va culturalmente restringendo diviene meno frequente, è opportuno che noi trattiamo le esperienze altrui con rispetto, e se incontriamo delle persone di fede che sono anche esseri sofferenti, è opportuno che le affrontiamo nei loro termini e non nei nostri.