Il modello IS-LM di
John Hicks |
Pochi anni dopo la pubblicazione della Teoria Generale di Keynes, l’economista
britannico John Hicks (1904-1989), semplificando e forzando in alcuni punti le
idee di Keynes elaborò una teoria chiamata sintesi
neoclassica, che per la sua semplicità e chiarezza è dato ancora trovare in
molti manuali di macroeconomia.
I discepoli ortodossi di Keynes non
apprezzarono molto la sintesi neoclassica: furono essi (per la precisione una
degli allievi di Keynes, Joan Robinson) a coniare per questa scuola il nome di keynesiani bastardi (dove “bastard”, in
inglese come in italiano, ha il senso etimologico di “discendenza non pura”).
Consideriamo il seguente grafico:
Proviamo a spostarci lungo
l’asse orizzontale, cioè a far aumentare il reddito nazionale. Secondo il
ragionamento di Hicks, l’ostacolo principale all’aumento del reddito è che, spostandosi
ad es. più a sinistra del reddito di equilibrio di 10 mld $ si viene a creare
un vuoto inflazionistico che riporta il reddito indietro.
Secondo Hicks, non ci si potrà
spostare da 10 mld $ fino a che il saggio di interesse rimarrà al 5%. Se però
il saggio di interesse scendesse, le famiglie risparmierebbero di meno e
spenderebbero di più per consumi, mentre contemporaneamente le imprese
aumenterebbero gli investimenti: questi due movimenti (innalzamento della
funzione di consumo e aumento degli investimenti nel grafico) sposterebbero più
a destra il reddito nazionale.
Quindi, secondo Hicks, un certo
livello di reddito esige un certo saggio di interesse: più il reddito è
elevato, meno propense a spendere sono le famiglie e più basso deve essere il
saggio di interesse. La curva del grafico superiore che sintetizza questo
ragionamento è chiamata “curva I-S”, perché si tratta dell’insieme di
combinazioni reddito-saggio di interesse in cui I = S.
Consideriamo ora il seguente
grafico:
Secondo Hicks, all’aumentare
del reddito Y aumenta anche la domanda di scorte monetarie transattive (cioè
allo scopo di finanziare acquisti e scambi). Se non vi è sufficiente moneta
transattiva il reddito Y non potrà ad es. passare da 10 mld $ a 12 mld $.
Infatti, se le imprese producessero beni per 12 mld $, l’aumentato bisogno di
scorte monetarie delle famiglie le spingerù a vendere titoli, facendone
diminuire il valore ed alzando il saggio di interesse, in modo che scendono gli
investimenti e il reddito e si torna al punto di partenza:
Y↑, Boff↑,
PB↓, i↑, I↓, Y↓
dove Boff è
l’offerta di titoli, PB è il prezzo dei titoli ed i il saggio di
interesse.
L’unica possibilità di portare
il reddito da 10 mld $ a 12 mld $ è di abbassare il saggio di interesse: poiché
le scorte monetarie speculative dipendono dal saggio di interesse più
fortemente delle scorte transattive, questo ridurrebbe le scorte speculative
rendendole disponibili per le transazioni, e il reddito Y potrebbe aumentare.
Pertanto, come mostra la curva
LM, ogni livello di reddito Y va associato ad un ben determinato saggio di
interesse: quello che assicura la disponibilità delle scorte transattive
necessarie.
Combinando le due curve IS ed
LM si ottiene il reddito di equilibrio:
Nella figura 0504261700 si vede
come il reddito di equilibrio è pari a 10 mld $: sebbene ogni punto del
quadrante sia una combinazione teoricamente possibile di reddito e saggio di
interesse, nelle quattro aree in cui le curve dividono lo spazio avremo le
situazioni di squilibrio nel mercato della moneta (Md > Mo
oppure Md < Mo) e nel mercato dei beni (I < S
oppure I > S).