SALUTE MENTALE E LONGEVITA' CON LE MEGAVITAMINE |
PREFAZIONE DI LINUS
PAULING AL LIBRO BRAIN ALLERGIES
VITAMINE E SALUTE PSICHICA (DA
PHILPOTT-KHALITA, BRAIN ALLERGIES)
LINUS PAULING, HOW TO LIVE LONGER AND FEEL BETTER
I PERICOLI DEGLI PSICOFARMACI
(DA BRAIN ALLERGIES)
CARENZE NUTRIZIONALI NELLA
DIETA OCCIDENTALE E INTEGRATORI
ALIMENTARI
PAULING DISCUTE I PRESUNTI EFFETTI NEGATIVI DELLE MEGAVITAMINE
PREFAZIONE DI LINUS PAULING AL LIBRO BRAIN ALLERGIES
Cent'anni fa, era
generalmente accettato che la malattia mentale fosse associata con una
anormalità nella struttura e composizione del cervello. Seguì poi un periodo,
iniziato nei primi decenni del ventesimo secolo e protrattosi sino al presente,
in cui l'enfasi era sulla spiegazione psicologica della malattia mentale.
Durante gli ultimi anni (1980) è avvenuto un altro cambiamento di idee, in
parte come risultato di maggiori informazioni sulla struttura del cervello e
che il suo funzionamento dipende dalla sua composizione e struttura. E' noto
che la presenza nel cervello di molecole di N-diethyl-Dlysergamide, mescalina o
altre sostanze psicoattive è associato a profondi effetti mentali. Già nel 1799
lo scienziato britannico Humpry Davy descriveva varie reazione soggettive
all'inalazione del gas di ossido nitrico. Questo gas e altri anestetici possono
produrre anestesia generale, un notevole cambiamento nel funzionamento del
cervello.
Si sa che il corretto
funzionamento del cervello richiede la presenza nel cervello stesso di molecole
di molte sostanze differenti. La malattia mentale, normalmente associata alla
mlattia psichica, deriva da una bassa concentrazione di una qualsiasi di un
certo gruppo di vitamine: tiamina (B1), nicotinamide o acido nicotinico
(B3), pridossina (B6), cobalamina (B12), biotina, acido
ascorbico (vitamina C), e acido folico. Altre sostanze, che non sono vitamine,
influiscono pure sul funzionamento del cervello quando interviene un
significativo cambiamento nella loro
concentrazione. Tra esse vi è l'acido glutammico, uno degli aminoacidi presenti
nelle proteine.
L'idea che un cambiamento
nel comportamento e nell'equilibrio mentale può derivare dal cambiamento delle
concentrazioni di varie sostanze che sono normalmente presenti nel cervello è
una idea importante. Essa è la base della psichiatria ortomolecolare. L'altra
idea è che sostanze del nostro ambiente possono avere profondi effetti sulla
salute mentale e il comportamento. Esse possono essere presenti nei cibi o nel
nostro ambiente naturale o essere introdotte nell'ambiente come risultato di
processi tecnologici.
Un'allergia è una
reattività esagerata di un organismo vivente a una sostanza estranea che
talvolta si scatena a seguito di una esposizione alla sostanza stessa, spesso
in quantità molto basse. Le allergie sono molto specifiche. Si ritiene che le
reazioni allergiche risultino da una combinazione delle molecole della sostanza
che causa l'allergia con sostanze caratteristiche del nostro corpo. Queste
sostanze sono gli anticorpi. L'esposizione ad un allergene può sensibilizzarla
nel senso di far sì che successive esposizione all'allergene provochino una
risposta caratteristica, spesso consistente in un comportamento alterato.
Un cibo vegetale o
animale mangiato dall'uomo, a meno che non sia stato sottoposto a insoliti
processi di raffinazione, consiste di decine di migliaia di sostanze di diverso
tipo. La gran maggioranza di queste sostanze
può fungere da antigene, sensibilizzando determinate persone. Alcune
allergie interessano il cervello facendo sì che l'esposizione a particolari
allergeni risulti in particolarità di comportamento.
(DA PHILPOTT-KHALITA, BRAIN
ALLERGIES)
I farmaci, sostanze estranee
normalmente non presenti nel corpo, alterano radicalmente l'ambiente
biochimico/psichico. Così facendo sedativi e antidepressivi (fenotiazina,
butirophenones, SSRI ecc.) controllano e/o sopprimono i sintomi psichiatrici.
Sfortunatamente il sottostante disturbo
metabolico che è il principale responsabile dei sintomi mentali rimane
trascurato. Inoltre i farmaci provocano dannosi effetti collaterali che
aggiungono ulteriori complicazioni all'esistente patologia biochimica alla base
della malattia mentale.
Alcuni degli effetti più
seri sono causati dall'uso cronico di sedativi soppressori di sintomi, e includono
morte coronarica, discinesia tardiva, Parkinson e dipendenza dal farmaco.
Questi farmaci causano inoltre ulteriore dipendenza dell'organismo e aumentano
persino la possibilità di sviluppare diabete conclamato.
Gli psichiatri
ortomolecolari sostengono un tipo di trattamento completamente diverso per la
malattia mentale. Questo approccio alternativo è basato sull'idea che un
cervello dal funzionamento sano è basato sull'equilibrio
biochimico/nutrizionale, sulla protezione da agenti esterni allergenici e da
campi biomagnetici nocivi delle singole cellule dell'organismo e in particolare
del cervello. Questo trattamento cerca di andare alle vere cause della malattia
mentale.
A questo proposito gli
psichiatri ortomolecolari ritengono che il cibo, le sostanze chimiche con cui
si viene in contatto nell'ambiente hanno effetti sul comportamento, in quanto
possono cambiare la chimica del cervello così drasticamente che il normale
comportamento è radicalmente alterato. Il risultato finale di questa
alterazione del chimismo cerebrale è la malattia mentale o il disturbo
emozionale.
Tali cambiamenti nel
comportamento del soggetto intervengono a causa di reazioni maladattive (allergico-immunologiche,
di dipendenza o di altro tipo) a determinati cibi, sostanze chimiche, sostanze
inalabili con cui si viene a contatto nella vita di tutti i giorni, sostanze
che variano da soggetto a soggetto.
L'approccio
ortomolecolare mira alla eliminazione di tutte le sostanze nocive presenti
nella dieta o nell'ambiente che producono sintomi a livello psichico attraverso
una dieta di rotazione e test per l'individuazione degli allergeni.
Una dieta di rotazione
unita ad una completa eliminazione dei cibi e delle sostanze chimiche
ambientali inalate o altrimenti assunte offre il migliore trattamento possibile
per sindromi psichiatriche e disturbi emotivi sia lievi che gravi.
Una rotazione della dieta
dovrebbe essere organizzata in modo da evitare che ciascuna categoria di cibo
sia mangiata più frequentemente di due volte a settimana.
Ma questo dovrebbe essere
preceduto da una astensione della durata di tre mesi dai cibi sospettati, come
cereali contenenti glutine (frumento, avena, segale, orzo), latticini e molti
prodotti derivati dagli idrocarburi che si trovano nei cibi o nell'ambiente o
sono inalati. Tra i più comuni derivati degli idrocarburi con cui veniamo
giornalmente in contatto vi sono candele, cere e prodotti per la pulizia, spray,
prodotti di bellezza, profumi, coloranti, fumi combusti, pesticidi. Le sostanze
individuate in questo modo come più dannose per lo specifico individuo devono
essere evitate permanentemente.
In particolare il glutine
è la sostanza che scatena le reazioni più violente e quindi il candidato più
probabile nella individuazione delle sostanze che provocano sintomi fisici o
mentali.
La gamma di reazioni al
glutine comprende problemi gastrointestinali (disturbo celiaco, morbo di
Crohn), sindrome di Tourette, cefalee e sintomi emotivi e mentali come senso di
tensione, ansietà, fobie, depressione, pensieri ossessivi o compulsivi fino
alla depressione maggiore, alle allucinazioni e illusioni.
In aggiunta a questo il
glutine è anche una sostanza che genera forte dipendenza. Il glutine subisce
una prima demolizione nello stomaco ad opera della pepsina e dell'acido
cloridrico, demolizione che produce un narcotico molto attivo chiamato
esorfina. Questo narcotico genera dipendenza quando è assorbito dal piccolo
intestino invece di subire una ulteriore digestione ad opera degli enzimi
pancreatici e dei bicarbonati di sodio e potassio.
Il secondo pilastro
dell'approccio ortomolecolare è costituito dagli integratori: una
supplementazione che aumenti la concentrazione di vitamine, oligoelementi,
minerali, acidi grassi essenziali, enzimi, amminoacidi e ormoni che normalmente
si trovano nel corpo umano allo scopo di compensare e correggere i deficit nutrizionali dei
pazienti.
Tra gli acidi grassi sono
essenziali l'acido linoleico e quello linolenico. Tra gli amminoacidi arginina
e istidina (essenziali per i bambini), isoleucina, leucina, lisina, metionina,
fenilalanina, treonina, triptofano, valina. Tra le vitamine la biotina (B7),
cobalamina (B12), acido folico (B9),
niacina (B3), acido pantotenico (B5), piridossina
(B6), Riboflavina (B2), Tiamina (B1), vitamine
A, C, D, E, K. Fra i minerali calcio, cloro, cromo, cobalto, rame, fluoro,
iodio, ferro, magnesio, manganese, molibdeno, nickel, fosforo, potassio,
selenio, silicio, sodio, stronzio, zolfo, vanadio, zinco.
Ecco i dosaggi
giornalieri consigliati: vitamina C (5-12 g), magnesio (250-500 mg), zinco
(15-30 mg), niacina (B3) (500-3000 mg), B6 (25-100 mg), B12
(1 g), cistina (500 mg), taurina (500 mg). Vanno poi assunti enzimi pancreatici
proteolitici ed acidi grassi essenziali.
L'80% della popolazione
americana ha un probabile deficit di acidi grassi essenziali (EFA, Essential Fatty Acids), che includono
acido linoleico e linolenico. Questi importanti nutrienti sono necessari a
livello biochimico sia dal nostro corpo che dal nostro cervello e sono
disponibili solo attraverso la dieta. Olio estratto dai residui della
spremitura dell'uva, olio di borragine, olio di lino sono tra le altre buone
fonti di EFA.
Le prostaglandine necessitano
degli EFA per la loro sintesi. Esse giocano un ruolo importante nel ridurre
vari tipi di processi infiammatori, allergici o meno. La carenza di EFA espone
quindi alle conseguenze di processi infiammatori localizzati nel cervello o in
altre parti del corpo.
La famiglia di virus
neurotropi e linfotropi che comprende il virus di Epstein-Barr, il
citomegalovirus, l'herpes virus #6 è il punto di
partenza di vari tipi e gradi di disordini cerebrali (ipercinesia, disordini
maniaco-depressivi, dislessia, autismo, schizofrenia ecc). Questo comune
denominatore di disordini cerebrali è una infezione virale dalla famiglia degli
herpes virus linfotropi. L'infezione ha origine nella prima infanzia prima che
il cervello raggiunga la maturità nella tarda adolescenza. Si tratta di una
encefalite cronica, latente, con danni progressivi al cervello specie nelle
aree delle emozioni, del giudizio e della percezione. L'infezione è
progressiva e si può manifestare come un
disordine cerebrale meno importante nell'infanzia e svilupparsi nella tarda
adolescenza e dopo i venti anni come una psicosi grave. Studi del livello degli
anticorpi protratti per più anni hanno mostrato
che questi tipi di infezioni virali nel cervello sono croniche e
fluttuanti.
Come risultato dello stress derivante da tali infezioni
virali nascoste, si sviluppano reazioni allergiche o maladattive ai cibi, alle
sostanze chimiche inalate o con cui si viene altrimenti in contatto che
peggiora i sintomi mentali. Carenze nutrizionali e immunologiche completano
questo circolo vizioso del deterioramento della chimica cerebrale.
Il biomagnetismo è il terzo pilastro della medicina
ortomolecolare. Mi sia permesso di esemplificare l'efficacia di tale strumento
con l'esposizione di un caso clinico. Un soggetto di nome Karl era psicotico e
credeva di incarnare Gesù Cristo. Si scoprì che era estremamente allergico a
certi cibi e derivati degli idrocarburi. Karl aveva un frutteto che irrorava
periodicamente con pesticidi. Isolato dai contatti con i pesticidi e dai cibi che
i test avevano rivelato come allergeni Karl si riprese dalla psicosi in 5
giorni. Karl scoprì di poter tenere sotto controllo i suoi sintomi dormendo su
un materasso magnetico e con dischi magnetici in capo al letto, dalla parte
della testa. Quando l'esposizione ad idrocarburi rischia di alterare il suo
comportamento, egli utilizza due magneti sui lobi temporali e i sintomi sono
rapidamente attenuati. Egli non usa più sedativi o antidepressivi.
Un altro paziente, diagnosticato autistico sin dall'età di
cinque anni, era figlio di dottori, e poté usufruire di tutte le terapie
disponibili. A diciassette anni era chiaramente schizofrenico, con bizzarri
movimenti facciali e delle braccia. Non si riusciva a capire quello che tentava
di articolare. L'eliminazione dalla sua dieta del glutine e di altre sostanze
chimiche cui si rivelò allergico produsse la recessione dei sintomi nell'arco
di cinque giorni. Con l'aiuto di psicoterapia e di magneti piazzati sui lobi
temporali egli apprese a comunicare in modo intelligibile. Fu rilevata e curata
una deficienza di cistina e taurina. Attualmente egli guida l'auto, frequenta i
corsi d'arte all'Università e vive da solo in appartamento, facendo le pulizie
e preparandosi i cibi.
Il campo magnetico positivo (orientato nord-sud) induce gli
elettroni a ruotare in senso orario, mentre il campo magnetico negativo li fa
ruotare in senso antiorario. Il campo magnetico positivo è quello del disturbo
da stress. Produce un effetto di eccitazione nelle cellule umane che può essere
sufficientemente alto da indurre una psicosi in soggetti predisposti.
L'intensità di un campo magnetico si misura in gauss. Più alto è il campo
positivo, maggiore l'eccitazione delle cellule. Un campo magnetico positivo
sufficientemente forte può indurre crisi psicotiche in coloro che sono
predisposti.
Il campo magnetico negativo è quello della guarigione e
della normalizzazione delle funzioni biologiche. Calma i neuroni e induce al
riposo, al rilassamento, al sonno e alla guarigione. Quando è sufficientemente
alto in termini di gauss può anche produrre anestesia generale e un
proporzionale rallentamento dell'elettroencefalogramma.
Un campo magnetico negativo può tenere sotto controllo
l'eccitamento neuronale che dà luogo a nevrosi, psicosi, crisi epilettiche, allergie
cerebrali, dipendenze e discinesie.
Durante tutte le reazioni allergiche più forti è presente
ipossia acida e perdipiù il corpo produce radicali liberi come perossido di
idrogeno, radicali di idrossile, acidi, alcoli e aldeidi. Questi prodotti si moltiplicano
grazie allo stato di ipossia acida. I radicali liberi producono infiammazione e
ingrossamento in ogni cellula interessata dalla reazione maladattiva. Il
processo produce deficienza di ossigeno, uno stato estremamente dannoso per le
cellule. Cellule nervose in queste condizioni hanno come risultato depressioni,
allucinazioni, illusioni, ossessioni e compulsioni e altro ancora. Si deve
ripristinare lo stato alcalino del pH. Questo permette di disgregare i radicali
liberi rilasciando l'ossigeno tossico in essi intrappolato e inizia il processo
di guarigione.
I campi magnetici negativi evocano una risposta biologica
di iperossia alcalina e possono quindi modificare lo stato acido sopra
descritto. Essi attivano l'enzima ossireduttase che contribuisce a disgregare i
radicali.
I campi magnetici negativi riducono tutti i tipi di
infiammazioni e reazioni maladattive, siano fisiologiche o mentali. Il loro
principale effetto è l'attivazione dell'enzima ossireduttase, in grado di
attaccare radicali liberi, perossidi, acidi, alcoli e aldeidi prodotti dello
stato tossico della cellula e in grado di liberare l'ossigeno dal suo stato
vincolato nei radicali. In tal modo si promuove la presenza di ossigeno
molecolare e di pH alcalino nella cellula, condizioni entrambe ottimali per il
suo funzionamento.
Il metabolismo del corpo umano funziona in modo ottimale
solo se viene mantenuto costantemente
uno stato di iperossia alcalina a tutti i livelli (cellulare, tissutale,
organico e sistemico). Tutte le reazioni maladattive locali sono caratterizzate
da uno stato acido-ipossiemico locale
Esperimenti hanno mostrato che un campo magnetico negativo
impedisce il gonfiore che normalmente è provocato da punture di insetto. Ansia,
depressione, fobie, sindromi ossessive/compulsive, illusioni, allucinazioni,
depressioni psicotiche sono state trattate con successo dalla magnetoterapia,
persino nelle loro fasi acute. La maggior parte dei sintomi si attenua
nell'arco di dieci minuti, sebbene altri richiedano fino a 30 minuti. I sintomi
non si ripresentano per un periodo protratto. L'applicazione del campo
magnetico può essere ripetuta tutte le volte che è necessario.
Il polo negativo del campo magnetico va posto sull'area
interessata. Tanto più alta è l'intensità in gauss del campo magnetico, tanto
più efficace è il trattamento. I magneti usati sono dischi di circa 4 cm e di
un centimetro di spessore, con i poli magnetici sulle facce opposte. Per il
trattamento di disordini mentali gravi due dischi vanno posti sui due lobi
temporali, oppure uno al centro della fronte e l'altro sul lobo temporale, o
uno sul lobo temporale e uno sul lobo occipitale, a seconda dei sintomi da
trattare. Si utilizzano anche materassi magnetici e magneti posti alla testiera
del letto.
I testi ufficiali di psichiatria e neurologia omettono
completamente gli effetti scatenanti che hanno sull'equilibrio psichico di
reazioni a cibi, sostanze chimiche solide o volatili.
Ippocrate, mille anni fa,
diceva "il tuo cibo sia la tua medicina; la tua medicina sia il tuo cibo"
Nel 1968 Pauling coniò il
termine "medicina ortomolecolare" per indicare la medicina che
combatte disturbi organici, infezioni, disturbi psichici aumentando o
ripristinando nel corpo e nel cervello il livello di molecole essenziali al suo
buon funzionamento (vitamine, minerali, oligoelementi, ormoni, aminoacidi,
enzimi ecc.).
I livelli di molecole
essenziali richiesti variano grandemente da individuo a individuo.
La psichiatria ortodossa
da ormai cinquant'anni utilizza sostanze normalmente non presenti nel corpo e
capaci di alterarne l'equilibrio biochimico a livelli subletali (perché tali
sostanze a livelli maggiori sono letali o
comunque estremamente dannose per
l'organismo). Queste sostanze alterano radicalmente l'equilibrio biochimico e
quasi sempre producono effetti collaterali indesiderati. Il punto comunque è
che tali sostanze non eliminano o prevengono il processo patologico di base,
che la medicina ortomolecolare ritiene essere un alterato chimismo dovuto a
carenza di molecole essenziali. E comunque, che questo alterato chimismo sia
curabile o meno ripristinando la concentrazione di molecole essenziali, i
farmaci della psichiatria ortodossa non ripristinano in alcun modo un corretto
funzionamento biochimico, ma semmai lo incasinano ulteriormente, limitandosi in
cambio ad attenuare i sintomi comportamentali indesiderati a prezzo di effetti
secondari a volte irreversibili (discinesia tardiva, parkinson, ecc.)
La somministrazione
endovena di fenotiazina a ratti di laboratorio produce la perdita del 20% delle
cellule cerebrali del corpo striato, perdita da cui probabilmente dipende lo
sviluppo delle discinesie e del parkinson in soggetti trattati a lungo con
psicofarmaci.
Applicare il principio
"mens sana in corpore sano", cioè provare a individuare carenze di
molecole essenziali e a ripristinarle prima
di passare all'approccio farmacologico, per vedere se questo riesce a
ripristinare i normali processi mentali appare molto più razionale.
Alla medicina
ortomolecolare caldeggiata da Pauling i medici ortomolecolari hanno affiancato
l'ecologia umana, che ricerca le
cause di patologie fisiologiche o psichiatriche in sostanze assunte o inalate
dall'ambiente o in allergeni presenti nei cibi e la magnetoterapia. Pauling ha avallato l'approccio ecologico, ma si è
mantenuto cauto sulla terapia magnetica.
L'ecologia umana o
ecologia clinica ritiene che sostanze presenti nel cibo o nell'ambiente possono
sconvolgere il chimismo del cervello o del corpo e provocare sintomi
fisiologici o psichiatrici anche molto gravi.
Non pochi pazienti il cui
comportamento viene controllato con psicofarmaci conducono una esistenza non
produttiva e socialmente isolata a causa dei pesanti effetti collaterali, che
consistono non solo nell'ottundimento e nell'inerzia provocati dai farmaci più
potenti, ma anche in effetti collaterali socialmente invalidanti quali tic
gravi, tremori, continui movimenti involontari di braccia e gambe, smorfie ecc.
Gli psicofarmaci
cominciarono ad essere usati negli anni '50. A differenza delle vitamine e delle
molecole naturalmente presenti nel corpo umano, gli psicofarmaci sono
brevettabili, e quindi garantiscono alti profitti alle imprese farmaceutiche. I
profitti a loro volta finanziano la ricerca di altri farmaci, da proporre una
volta che i brevetti del vecchio farmaco siano scaduti. I profitti consentono
anche di finanziare una rete di informatori farmaceutici e l'offerta di
consistenti benefits ai medici che
accettino di utilizzare i farmaci. Senza contare che molti ricercatori
costituiscono il loro pedigree
proprio dalla sperimentazione di questi nuovi farmaci. In Italia, come in
Francia o altrove, migliaia di ricercatori costruiscono la loro carriera
accademica ripetendo esperimenti che sono già stati fatti anni prima dalla FDA
e dai ricercatori statunitensi, i cui risultati sono a disposizione di ogni
ricercatore. I ricercatori delle cliniche universitarie sono contattati dalle
imprese farmaceutiche, che offrono loro la possibilità di pubblicare articoli
scientifici grazie alla sperimentazione dei loro farmaci. La Eli Lilly finanzia
un intero complesso di laboratori a Pisa, dove il prof. Cassano conduce le sue
ricerche, una parte delle quali riguardano Prozac, Zyprexa e altri farmaci
brevettati dalla suddetta multinazionale.
La cura mediante megadosi
di vitamine è estremamente costosa (gli autori di Brain Allergies calcolano che nel primo periodo di attacco mediante
somministrazione endovena di vitamine del complesso B, enzimi e aminoacidi si
arrivi mediamente a spendere 1000 dollari al mese), e forse questa è un'altra
causa del disfavore in cui è caduta tra i medici.
Secondo i medici
ortomolecolari, oltre agli psicofarmaci, è stato l'avvento della psicoterapia
di massa che ha ulteriormente contribuito a far dimenticare il detto di
Ippocrate "il tuo cibo sia la tua medicina": "il tuo mal di
testa è un sintomo psicosomatico derivante da conflitti irrisolti con i
genitori" e slogan del genere capovolsero del tutto il rapporto
corpo-psiche, affermando che è la psiche ad agire sul corpo e non i processi
corporei sulla psiche.
Di fatto, oggi gli
psichiatri non operano una diagnosi differenziale in base alle carenze
nutrizionali dell'individuo, ma solo in base alle categorie di sintomi
riportate sul manuale diagnostico DSM IV.
Una volta individuati i sintomi psichiatrici nel DSM IV essi tendono ad
interpretare le manifestazioni organiche come effetti psicosomatici del
disturbo psichico
Anche nel caso in cui gli
studi hanno mostrato una significativa correlazione tra certe malattie
psichiche (es. schizofrenia) e deficit di sostanze o biochimica alterata essi
non prendono in considerazione come approccio di elezione la possibilità di
eliminare queste alterazioni tramite una corretta nutrizione e la
somministrazione di vitamine e altre molecole essenziali.
Molti medici
ortomolecolari dichiarano di essere stati testimoni di crisi psicotiche indotte
da assunzione di nutrienti contenenti allergeni o di inalazione di sostanze
come idrocarburi o pesticidi.
E' noto che la
somministrazione di alcune sostanze (LSD, anfetamine) è utilizzata dai
ricercatori per indurre psicosi sperimentali in tutto simili a quelle che si
verificano spontaneamente. Questo dimostrerebbe secondo i medici ortomolecolari
che qualsiasi sostanza in grado di alterare in modo importante il chimismo corporeo
e soprattutto cerebrale può indurre o accentuare una patologia psichica.
Un corpo impoverito di
nutrienti essenziali da una dieta monotona, da junk food, da carboidrati raffinati, è ancora più vulnerabile ad
allergeni presenti nei cibi e nell'ambiente. I due effetti (deficienza di
molecole essenziali e presenza di allergeni) si cumulano.
I medici ortomolecolari
sostengono che una percentuale importante di diagnosi psichiatriche (inclusa
schizofrenia) sono in realtà casi di reazioni allergiche a sostanze presenti
nei cibi o nell'ambiente o comunque sono significativamente aggravate da tali
reazioni.
I medici ortomolecolari
hanno descritto "psicosi da cereali" e "psicosi da
latticini", i cui sintomi – anche molto gravi – spariscono rapidamente
dopo quattro giorni di digiuno o di rimozione di cereali o latticini.
Idrocarburi (fumi di
benzina, fumi combusti di auto) e i loro derivati impiegati in una gamma
vastissima di prodotti di utilizzo quotidiano sono parimenti scatenanti di
psicosi o nevrosi in soggetti sensibili.
Il tabacco è un potente
allergene: circa il 75% della popolazione è allergico al tabacco, e nondimeno
una percentuale sempre più alta di soggetti lo assume quotidianamente ad alte
dosi.
Sono sufficienti quattro
giorni di rimozione della sostanza, o 4 giorni di digiuno nel caso in cui non
si conoscano le sostanze dannose, per provocare la remissione dei sintomi
psichiatrici in molti soggetti.
Si dovrebbe sospettare
anche dell'acqua che sia chimicamente trattata, cioè dell'acqua non di sorgente
o filtrata o distillata.
I cibi non contengono
solo allergeni naturali (come il glutine) ma ormai contengono residui di
pesticidi, coloranti, additivi chimici. Quel che la medicina ufficiale non
dice, secondo i medici ortomolecolari, è che queste sostanze sono in grado di
scatenare sintomi importanti anche e
soprattutto a livello mentale e psichiatrico.
I medici ortomolecolari
propongono una complicatissima "dieta a rotazione di 4 giorni",
basata su alcuni principi: 1) un alimento, che sia allergenica o no, non
dovrebbe essere consumato più di una volta in 4 giorni; 2) alimenti
appartenenti ad una stessa categoria hanno effetti simili, quindi ci deve
essere un giorno di interdizione anche tra il consumo di alimenti appartenenti
alla stessa categoria. Dopo che sono stati individuati i cibi che provocano
reazione, il soggetto dovrebbe mantenere per tutta la vita il regime di
rotazione di 4 giorni rispetto a tali cibi.
Tali complicate diete a
rotazione non sono presenti negli scritti di Pauling.
Il nostro corpo assorbe
dall'ambiente numerosi minerali tossici, in particolare metalli, tra cui piombo
e mercurio. Il tabacco introduce nell'organismo una incredibile quantità di
minerali tossici, perfino radioattivi. Uno degli obiettivi della medicina
ortomolecolare è detossificare l'organismo tramite opportune sostanze. Come si
vedrà, la vitamina C è un potentissimo detossificatore.
Gli psichiatri non
praticano diagnosi differenziali diverse da quelle basate sulla presenza di
sintomi mentali o emotivi. Non praticano diagnosi differenziali basate sulla
presenza/sensibilità a sostanze presenti nell'ambiente o nei cibi o basate
sulla presenza/assenza di deficit nella concentrazione di molecole essenziali
al buon funzionamento della chimica del corpo.
In parte ciò è dovuto alla
laboriosità e difficoltà dei protocolli per individuare allergeni. Ma per
quanto riguarda le carenze nutrizionali oggi disponiamo di metodi molto rapidi
di diagnosi, come ad es. l'analisi dei capelli.
Il principio della
"supernutrizione" o delle "megadosi" caldeggiato da Pauling
afferma: 1) che il corpo deve disporre in quantità adeguata di almeno 40
molecole essenziali (chiamate anche "nutrienti"); 2) che le RDA
indicate nei testi medici non rappresentano in alcun modo i livelli ottimali,
quanto piuttosto i livelli minimi per evitare la malattia conclamata (livelli
compatibili quindi con uno stato cronico subpatologico); 3) che nessun singolo nutriente può avere effetti
apprezzabili, ma che devono essere ripristinati i livelli ottimali di tutti i nutrienti essenziali per
ottenere effetti significativi; 4) che le necessità nutrizionali e le
propensioni a deficit nutrizionali variano in modo molto marcato da individuo e
individuo.
Gli studi sulla pellagra
e su altre avitaminosi contengono implicazioni che sono sfuggite alla medicina
ufficiale, ma che i medici ortomolecolari indicano come molto importanti: 1)
tra i sintomi più importanti di molte avitaminosi, come ad es. la pellagra ci
sono immancabilmente i sintomi psichiatrici;
2) una prolungata avitaminosi può portare a disturbi psichiatrici permanenti e irreversibili (lo psichiatra di fama internazionale Luigi Amaducci,
in una intervista del 1995 con il giornalista Giovanni Maria Pace ha ammesso
che nell'Ottocento la popolazione manicomiale era prevalentemente costituita da
soggetti con danni cerebrali o psichici permanenti dovuti a carenze
nutrizionali); 2) Una prolungata avitaminosi può determinare come conseguenza
permanente un bisogno estremamente alto di vitamina, parecchie volte superiore
a quello della popolazione normale, per poter continuare a mantenere la salute
psichica.
Un deficit di vitamina B1,
B3, B6, acido folico, acido pantotenico, vitamina C
possono provocare, ciascuno separatamente
malattia mentale e disturbi psichici. Queste vitamine sono importantissime per
il corretto funzionamento del chimismo cerebrale e una loro deficienza
interrompe numerosi processi metabolici essenziali. Deficienze di queste
vitamine sono state riscontrate in una notevole percentuale di soggetti
psichiatrici. Deficienze importanti di vitamina C, B6 e zinco sono
state riscontrate nei soggetti schizofrenici. Un deficit di vitamina B12 è
stato riscontrato in tutti i pazienti
psichiatrici, e uno stato subcarenziale nella popolazione in generale. Un
deficit di vitamina B12 può causare una varietà di sintomi, che
includono incapacità di concentrazione, stati stuporosi, depressione,
agitazione patologica, stati allucinatori.
Non di rado gli allergeni
provocano una avitaminosi e un depauperamento di altre molecole essenziali,
come rame, zinco, manganese. Ad esempio, soggetti con severa allergia al
glutine mostrano livelli anormalmente bassi di rame e acido folico e sintomi
come ipereccitazione, paranoia, stati allucinatori in tali soggetti sono
eliminati dalla somministrazione di niacina, B12 e acido folico.
Linus Pauling ebbe a
dichiarare "Io non ho dubbi che molti pazienti schizofrenici trarrebbero
beneficio da un'aumentata assunzione di vitamina C"
Il potassio è una
molecola collegata alla salute mentale. Sintomi del suo deficit sono
spossatezza estrema, debolezza muscolare, anaffettività, tutti sintomi
riscontrati nei volontari sottoposti a una dieta carente di tale sostanza. Il
potassio è un componente essenziale del fluido intracellulare; è necessario per
la corretta crescita e funzionamento dei nervi e è necessario per determinate
reazioni enzimatiche e di sintesi delle
proteine dei muscoli. Caffè, alcool, uso eccessivo di sale e zucchero provano
deficienza di potassio. Uso di diuretici e persino eccessivo consumo di acqua
(oltre tre litri al giorno) possono impoverire le riserve di potassio.
Il 99% del calcio
dell'organismo è localizzato nelle ossa e nei denti. Il resto, presente nei
tessuti molli, è necessario per importanti funzioni: contrazioni dei muscoli,
incluso il battito cardiaco; coagulazione del sangue; trasmissione degli
impulsi neuromotori. Sintomi di deficienza di calcio è irritabilità muscolare,
fragilità delle ossa. Dosi molto alte di vitamina C possono chelare il calcio
estraendolo dal corpo; il metabolismo del calcio richiede inoltre magnesio,
fosforo, vitamine A e D, proteine e un pH normale.
Il magnesio è essenziale
nei processi enzimatici, regola il pH del corpo, serve per la contrazione
muscolare, la sintesi delle proteine, l'utilizzo delle vitamine C, E e del
complesso B. Una dieta con alta assunzione di calcio richiede magnesio.
L'alcool provoca deficienza di magnesio. La deficienza di magnesio provoca
depressione, irritabilità, tremori, battito cardiaco irregolare, cirrosi e
indurimento delle arterie.
Un eccesso di fosforo può
produrre perdita di calcio
Lo zinco, presente in
tutti i tessuti, è essenziale per la sintesi delle proteine e per l'azione di
più di trenta enzimi. In quantità di traccia è richiesto per il metabolismo
delle vitamine del complesso B.
Il manganese è essenziale
per il funzionamento dei nervi e del cervello. E' indispensabile per la sintesi
dell'acetilcolina, e ci sono indizi che una sua deficienza possa essere
correlata all'insorgere del diabete.
Un eccesso di sodio può
danneggiare cuore e reni.
Tenere presente che gli
ortomolecolari richiedono megadosi soprattutto quando vi sia un severo
squilibrio metabolico.
Elevate dosi di vitamina
B6 si ritiene producano una deficienza relativa di riboflavina (B2); per
evitarlo è opportuno somministrare insieme B6 e B2 in eguale ammontare.
Il pancreas fornisce gli
enzimi proteolitici, che aiutano la demolizione delle proteine in aminoacidi.
Questi enzimi agiscono anche controllando le reazioni infiammatorie nel corpo.
Tra le molte sostanze che possono scatenare tali reazioni ci sono i chinini. Le
reazioni scatenate dai chinini sono le più frequenti, le più gravi e le più
dolorose. I chinini sono ormoni prodotti in risposta a sostanze scatenanti
(cibi, sostanze chimiche ecc.) a cui una persona è allergica. I sintomi delle
infiammazioni non sono provocati direttamente dalla sostanza, ma sono mediati
dai chinini, che producono infiammazioni ovunque, anche nel cervello. Gli
enzimi proteolitici del pancreas sono in grado di bloccare i chinini. Il fegato
produce l'enzima proteolitico ortoteina (superossido-dismutasi) che è pure esso
un importante agente di controllo delle infiammazioni. Il sangue contiene
l'enzima proteolitico fibrinolisina. L'eparina (che non è un enzima
proteolitico) è un'altra sostanza capace di controllare i processi
infiammatori.
La prima conseguenza
della deficienza di enzimi proteolitici è una insufficiente demolizione delle
proteine in aminoacidi. Si crea un circolo vizioso particolarmente nocivo
perché gli enzimi proteolitici sono essi
stessi composti di aminoacidi. Una deficienza di enzimi proteolitici
tenderà quindi ad auto-aggravarsi. Questo anche perché una scarsa produzione di
aminoacidi nel tratto digestivo non attiverà nella mucosa duodenale la
produzione dell'enzima colecistichinina, che stimola la produzione di enzimi
proteolitici nel pancreas.
Visto che la maggior
parte degli ormoni e degli anticorpi sono composti di aminoacidi, una
deficienza di aminoacidi produce una deficienza di tali sostanze. Queste
deficienze ormonali e immunologiche provocano nei tessuti un consumo eccessivo
di vitamine e oligoelementi, specie zinco, magnesio e vitamina B6.
Questo diminuisce tra l'altro ulteriormente la funzionalità del pancreas, oltre
che indebolire l'organismo nei confronti di infezioni e invasioni microbiche.
La maldigestione delle
proteine riempie il sangue di molecole proteiche non demolite (peptidi) che
scatenano la reazione del sistema immunitario, con produzione di chinini e
conseguenti processi infiammatori localizzati. Le infiammazioni da chinini a
differenza di quelle da istamine, sono maggiormente dolorose, perché più attive
sulle terminazioni nervose. Si tenga presente che persino i processi digestivi ordinari fanno entrare in fibrillazione
il sistema immunitario, perché riversano nel sangue una cascata di migliaia di
sostanze estranee, che il sistema immunitario deve vagliare. Nel caso di un
malfunzionamento del pancreas e del sistema degli enzimi digestivi questo stato
si aggrava fino a divenire un vero disordine biochimico.
La digestione nello
stomaco avviene in ambiente acido (pH 1,8-3), mentre nell'intestino tenue in
ambiente alcalino (pH maggiore di 6.8). Il pancreas produce bicarbonato e i
fluidi pancreatici hanno pure essi pH di 8. Uno scarso funzionamento del pancreas
impedisce agli agenti alcalinizzanti di attaccare i succhi gastrici acidi che
provengono dallo stomaco e l'intestino tenue diventa acido; la sua mucosa può
esserne danneggiata e gli enzimi proteolitici non possono funzionare.
Una delle conseguenze del
malfunzionamento del pancreas è una ridotta attività dell'enzima lipasi, che
provoca una alterazione del metabolismo dei lipidi con un anormale livello di
acidi grassi nel sangue. Il rapporto fosfolipidi/colesterolo si altera anche
nelle membrane cellulari, indebolendole e promuovendo così una minore
resistenza a sostanze tossiche
I sedativi più potenti
(come le fenotiazine), antidepressivi come la imipramina cloridrato, il litio
producono frequentemente parkinsonismo, discinesia tardiva e favoriscono l'insorgere
del diabete.
La cura mediante la
somministrazione di enzimi proteolitici tiene sotto controllo i processi
infiammatori nel corpo e nel cervello.
Un supplemento di
bicarbonato, enzimi proteolitici e amminoacidi è una potente terapia contro gli
stress fisiologici che possono provenire da molte fonti, compreso consumo di
alcool, allergeni e tabacco, e può arrivare a rendere inutili anche sonniferi e
sedativi.
I medici ortomolecolari avvertono che nella
cura con i nutrienti va osservato il "teamwork principle": i
nutrienti – amminoacidi, minerali e in particolare le vitamine – non agiscono singolarmente nel corpo, ma
sempre influenzandosi reciprocamente. Di conseguenza, anche se la vitamina C è
un agente estremamente potente, andrebbe presa insieme ad un adeguato complesso
di altre vitamine e minerali.
Tutto il sistema
endocrino può essere sconvolto da reazioni allergiche, da deficit di vitamine e
nutrienti.
Un altro organo che, se
colpito da reazioni allergiche o deficienze nutritive provoca un disordine
endocrino generalizzato sono le ghiandole surrenali, responsabili della
produzione di più di sessanta ormoni costicosteroidi.
Infezioni non
diagnosticate sono spesso alla base di un processo che può portare anche a
squilibri psichici. Gli schizofrenici, come altri soggetti clinici che hanno
una componente organica nella loro malattia ospitano di solito da 10 a 15
infezioni. In un caso furono scoperte 29 infezioni in atto, comprese quelle da
funghi e batteri e stafilococchi. Il microrganismo Progenitor Cryptocides viene regolarmente osservato in tutti i casi
di analisi microbiche di malati mentali.
Siffatte invasioni
microbiche sono la conseguenza e lo stadio finale del deterioramento biochimico
che segue a carenze nutritive e ad assimilazione di sostanze allergeniche.
Un'altra misura efficace
invocata dalla medicina ortomolecolare sono gli autovaccini, prodotti a partire da tossine o batteri isolati dalle
feci, urine o sangue del soggetto.
Il dottor Roger Williams ha
proposto una tabella di assunzioni giornaliere in misura minima ("basic
health insurance") e in megadosi, che viene riportata alla fine di questo
documento, ma ritiene che questi nutrienti siano sufficienti come assicurazione
minima, ma aggiunge che questi elenchi non menzionano nessuno specifico
aminoacido, enzima o ormone che potrebbe essere ugualmente benefico.
I medici tendono a
pensare che ipoglicemia/iperglicemia sono collegati ad una incapacità di
gestire gli zuccheri. Il test è fatto col glucosio, ma vengono banditi tutti
gli zuccheri. Ma ipo/iperglicemia possono essere prodotte da altri cibi e da
sostanze chimiche: grassi, carboidrati, proteine, idrocarburi, tabacco
producono curve anomale degli zuccheri nel sangue. In altre parole:
l'ipoglicemia non va identificata con un alterato metabolismo dei carboidrati,
ma inquadrata in un più generale disturbo da reazione allergica.
Ricerche sulla carenza di
B2 hanno riscontrato una serie di disturbi di personalità al limite di vere e
proprie malattie psichiche. Cambiamenti
furono verificati su cinque scale di comportamento (ipocondria,
depressione, deviazione di tipo psicopatico, isterie e ipomania) nonché sulla
forza muscolare della mano. Questi effetti sono stati riscontrati dal
trentanovesimo al cinquantaduesimo giorno di limitazione di B2, in assenza di
qualsiasi altra sintomatologia clinica.
B3 è la vitamina
dell'equilibrio mentale e nervoso, secondo alcuni potrebbe essere la vitamina
dell'ottimismo per eccellenza.
Lo stress è un fattore
che brucia il retinolo e tende a ridurre la capacità del timo di produrre
anticorpi. Ciò significa che il fatto che ansie, depressioni e superlavoro
siano i presupposti di una malattia infettiva ha riscontro scientifico.
Terapie di niacina su
malati di schizofrenia hanno fatto registrare talvolta la comparsa di stati di
depressione
B3 aiuta a prevenire il
mal di testa, è un ricostituente del sistema nervoso e quindi sostiene i
depressi
LINUS PAULING, HOW TO LIVE LONGER
AND FEEL BETTER
La vitamina C esercita una
generale azione antivirale e fornisce una qualche protezione non solo contro il
raffreddore ma anche altre malattie virali come influenza, mononucleosi,
epatite e herpes.
Nel libro di Pauling si
consiglia di consultare il medico solo quando seriamente malati perché
consultarlo troppo è pericoloso. Si
afferma che l'ospedalizzazione è da evitare per quanto possibile, perché è pericolosa: il tasso di decessi tra la
popolazione ospedalizzata è superiore a quello della popolazione non
ospedalizzata nelle medesime condizioni di salute.
Szent-Gyorgy, lo
scopritore della vitamina C, era in completo disaccordo con I medici sulla RDA.
Egli ne prendeva 1 g al giorno.
Ecco le raccomandazioni
di Pauling:
▸ Assumere vitamina C ogni
giorno (6-18 g o più). Non saltare un solo giorno.
▸ Assumere vitamina E ogni
giorno (400 UI o più)
▸ Assumere vitamine del
complesso B ad alto dosaggio ogni giorno:
▸ B1 50-100 mg
▸ B2 50-100 mg
▸ B3 300-600 mg
▸ B6
(piridossina) 50-100 mg
▸ B12 (cobalamina) 0,1-0,2
mg
▸ Acido folico 0,4-0,8 mg
▸ Acido pantotenico 100-200
mg
▸Assumere vitamina A ogni giorno (25.000 UI)
▸ Assumere un
multiminerale che garantisca almeno 100 mg di calcio, 18 mg di ferro, 0,15 mg
di iodio, 1 mg di rame, 25 mg di magnesio, 3 mg di manganese, 15 mg di zinco,
0,015 mg di molibdeno, 0,015 mg di cromo, 0,015 mg di selenio
▸ Mantenere basso
l'apporto di saccarosio. Non dolcificate the o caffè, non mangiate cibi molto
dolci. Evitate i desserts. Non bevete bibite.
▸ Bere abbondantemente
acqua
▸ Mantenersi attivi, fare
qualche esercizio. Non esaurirsi fisicamente oltre le proprie possibilità
normali.
▸ Bere alcolici con
moderazione
▸ NON FUMARE
▸ Evitare lo stress. Fare
un lavoro che piaccia. Essere felici nella propria famiglia.
La differenza essenziale
tra vitamine e minerali è che i minerali possono essere tossici. Le compresse
multivitaminiche-multiminerali non possono essere quindi raddoppiate per
ottenere l'ammontare desiderato di vitamina, ma vanno supplementate con
vitamine pure.
La vitamina C cristallina
anidra si conserva indefinitamente al riparo dalla luce. La soluzione patisce
la luce e l'ossigeno.
L'interruzione anche per
un solo giorno dell'assunzione di vitamine può avere un effetto rebound che
abbassa le difese immunitarie. Questo pare provato per la vitamina C ma
sussiste anche per le altre vitamine, probabilmente.
Dosi supplementari di
vitamina C vanno portate con sé e prese non appena si sentano sintomi di
raffreddore oppure si sia stati esposti al freddo o a persone con malattie
infettive.
Ai primi segni di
raffreddore e influenza (mal di gola, muco nel naso, dolori muscolari,
malessere generale) si deve assumere due o più mg di vitamina e continuare il
trattamento ogni ora per parecchie ore. Se i sintomi spariscono dopo la prima o
seconda dose, ritornate al regime originario. Se continuano, arrivate pure a
10-20 g di acido ascorbico al giorno. Tenete presente che la sparizione dei
sintomi non coincide con la definitiva eradicazione dell'infezione virale e che
questo regime va continuato per un adeguato periodo di tempo.
Si può applicare una
soluzione di 3g/100 ml di acqua nel naso mediante contagocce (venti gocce). In
tal modo si raggiunge localmente una concentrazione di ascorbato mille volte
superiore di quella ottenibile somministrando la vitamina per via sistemica.
Nel 1964 Osmond e Hoffer
pubblicarono un libro sulla cura della schizofrenia mediante somministrazione
della vitamina B3 (niacina) in altissime dosi (50 grammi al giorno).
La carenza di tale vitamina provoca la pellagra, uno dei cui sintomi è la
demenza.
Se ci si prendesse la
briga di leggere la letteratura medica si troverebbe che soggetti carenti di
vitamina B12 normalmente divengono psicotici persino prima di divenire anemici.
Pauling trovò che
disturbi mentali erano associati a carenze di vitamina C (depressione),
vitamina B1 (depressione), vitamina B6 (convulsioni),
acido folico e biotina.
Nel 1985 Pauling risponde
efficacemente a coloro che affermano che le evidenze sperimentali circa
l'efficacia della vitamina C sono basse o inesistenti. Egli è andato a
consultare gli studi citati e ha notato che in uno addirittura c'è stata una
riduzione del 31% dei giorni di malattia, e che le dosi erano molto basse (200
mg) e l'esperimento è durato solo sei mesi. I critici notano che le reserve di
vitamina C sono svuotate da forti infezioni, non da un raffreddore che dura un
weekend.
Si ammette comunque che
bisogna mantenere alte le scorte di vitamina C. Basse scorte organiche di
vitamina portano alla malattia.
Una percentuale delle
proteine è ossidata a scopo energetico in acqua, ossido di carbonio e urea
contenente nitrogeno. Ecco perché dobbiamo rinnovare la scorta di proteine col
cibo.
Alte assunzioni di
proteine richiedono una maggiore escrezione di urea dai reni e aumentano il
loro sforzo.
Gli amminoacidi
essenziali (che non possono essere prodotti dal corpo sono istidina, leucina,
isoleucinal lisina, metionina, feninalanina, treonina, triptofano, valina. Per
ogni aminoacido c'è una dose richiesta
Una dieta vegetariana è
povera in lisina e metionina
I grassi
"saturi" sono quelli in cui qualcuno dei 4 legami del carbonio,
invece che ad altri atomi di carbonio o all'ossigeno è legato a H2.
Gli amidi sono demoliti
in molecole di glucosio
Per milioni di anni
l'organismo umano ha metabolizzato solo 300 g di glucosio (principalmente da
amidi) al giorno. La quantità di fruttosio metabolizzata è stata di 8 g.
Il saccarosio è un
disaccaride: si scinde in glucosio e fruttosio. Secondo Pauling è l'enorme
quantità di fruttosio cui non siamo abituati a fare danni.
Bere acqua evita i
calcoli e la gotta.
La gotta risulta dalla
formazione di cristalli di urato di sodio nelle giunture e tendini e la
pseudo-gotta dalla formazione di cristalli di calcio pirofosfato diidrato
La correlazione tra
colesterolo nel sangue e accidenti coronarici è innegabile, ma il metodo di
abbassare il colesterolo nel sangue riducendo I grassi è discutibile. Anzitutto
perché i grassi ingeriti non vanno direttamente nel sangue. Il saccarosio pare
il responsabile. Il glucosio risultante dalla sua scissione va nel fegato e nei
muscoli senza provocAre danni. Il fruttosio invece produce acetato, che è un
precursore del colesterolo.
Una elevata assunzione di
calcio protegge da malattie cardiovascolari e cerebrovascolari
Pauling dice che mangiare
pesce è benefico, sia che si tratti di pesce grasso o pesce magro.
La vitamina E combatte l'aterosclerosi
Una dieta con elevate
assunzione di acidi grassi polinsaturi, secondo Pauling, può distruggere le
riserve corporee di vitamina E e causare lesioni muscolari, lesioni cerebrali e
degenerazione dei vasi sanguigni. Raccomanda di non utilizzate grandi quantità
di oli polinsaturi nella dieta senza un corrispondente aumento di vitamina E.
Pauling sostiene
l'opportunità di assumere 10 UI di vitamina E. Dice che non sono stati
segnalati effetti nocivi di un superdosaggio, ma nel libro viene messo un
asterisco per segnalare che tale affermazione non corrisponde alle ricerche più
recenti (2000)
Un eminente
cardiochirurgo somministrava vitamina E contro la trombosi
C'è la possibilità che il
cervello possa soffrire di localizzate avitaminosi cerebrali o altre disturbi
localizzati da deficit. Una sorta di scorbuto o anemia cerebrale
I deficit nella
assunzione o produzione endogena di molecole essenziali si possono manifestare
attraverso sintomi diagnosticati come psicosi di vari tipi ed essere trattati
mediante terapie volte a modificare il trattamento o la personalità del
paziente.
Nella nona edizione dell'Encyclopaedia Britannica (1881) la
malattia mentale è definita come una patologia cronica del cervello che produce
come sintomi disordini mentali. Intorno al 1929 la situazione era cambiata, in
gran parte per lo sviluppo della psicanalisi da parte di Sigmund Freud. Le
precedenti definizioni di malattia mentale nell' Encyclopaedia furono rimosse e sostituite da discussioni che
riportavano due punti di vista: quello della scuola materialistica, che
riteneva che vi fossero concomitanti modifiche strutturali del cervello, e
quella della scuola psicogenetica, che riteneva che la malattia mentale fosse
il risultato di anomalie dell'ego e che le modifiche cerebrali fossero causate
da processi psichici anormali.
Persino ora, dopo 50
anni, pur avendo una estesa conoscenza degli effetti dei farmaci psicotropi,
dei tumori del cervello, delle lesioni cerebrali, dell'effetto di virus
silenti, della mancanza di proteine e di altri fattori che influenzano
chiaramente la funzionalità del cervello, ci sono ancora professionisti che
praticano la psicanalisi e che ignorano volutamente la fisiologia cerebrale e
indirizzano le loro terapie all'ego.
Quando fu introdotto
l'uso della vitamina B3, furono curate con successo non solo i sintomi fisici,
ma anche le psicosi di migliaia di pazienti affetti da pellagra. In tempi
recenti molti altri ricercatori hanno rierito sull'uso di niacina per il
trattamento dei disturbi mentali. Hoffer e Osmond hanno utilizzato sin dal 1952
questa vitamina in forti dosi in aggiunta alla terapia convenzionale, per il
trattamento degli schizofrenici.
Una mancanza di vitamina B12
conduce alla malattia mentale, spesso più evidente e pronunciata delle
conseguenze fisiche. Una deficit di tale vitamina può essere causato da anemia
perniciosa o da una mancanza genetica nel succo gastrico delle sostanze
necessarie per trasferire la vitamina nel sangue, o da una parassitosi da tenie
ittiche della famiglia Diphyllobothrium,
o da una proliferazione eccessiva della flora batterica, che richiede aumentate
dosi di vitamina. Il disturbo mentale associato con l'anemia perniciosa spesso
appare anni prima dello svilupparsi dell'anemia stessa.
Ci sono anche evidenze
epidemiologiche che persino modesti deficit di vitamina B12 possono condurre
alla malattia mentale. Bassi livelli serici sono stati riscontrati in pazienti
di manicomi. Livelli più bassi che nella popolazione sono riscontrati in tutti
i malati mentali.
I test di intelligenza
sono influenzati dalla concentrazione di vitamine, come la C
Giovani pazienti
ritardati hanno mostrato un aumento del QI dopo somministrazione di vitamine
L'autismo, che è una
malattia genetica (così dice Pauling) beneficia dal trattamento con vitamine,
in particolare con vitamina B6
Soggetti epilettici non
ebbero crisi durante il periodo di somministrazione di vitamine
I disordini affettivi
sono una forma di malattia mentale che riguarda un sentimento o emozione o una
alterazione rivelato da una reazione inadeguata alle circostanze obiettive. I
disordini schizofrenici sono forme di disordine affettivo che tendono ad essere
cronici e che sono collegati a vari sintomi psicotici, come inganni,
allucinazioni, e deterioramento del funzionamento mentale per lunghi periodi di
tempo. Quasi tutti abbiamo periodi di depressione, tristezza, dolore a seguito
di decessi di congiunti o forti delusioni, nonché periodi di esaltazione che
seguono successi importanti. E' solo quando tali periodi durano troppo, che il
tono dell'umore è troppo accentuato, e la persona è insensibile alle
rassicurazioni e ad altri tentativi di aiuto che essa può essere descritta come
psicotica e interessata da un disordine affettivo. La schizofrenia e altri
disordini affettivi sono le cause
principali di malattia mentale. Si stima che circa il 12% degli uomini e il 18%
delle donne soffrono o hanno sofferto per una qualche forma di disordine
affettivo nel corso della loro vita. I disordini affettivi hanno una varietà di
cause, tra cui farmaci (contraccettivi, altri farmaci steroidei, Levo-dopa,
resurpina, cocaina, sedativi, anfetamine ecc.) o malattie fisiche (influenza,
epatite, mononucleosi, encefalite, tubercolosi, sifilide, sclerosi multipla,
cancro ecc.). Altre cause ancora sono le carenze vitaminiche (vitamine B1, B3,
B6, B12) o reazioni allergiche a cibi, sostanze chimiche e altri fattori
ambientali. Una migliore dieta è spesso utile.
Hoffer e Osmond
ipotizzarono che il cervello degli schizofrenici sintetizzasse una sostanza
simile all'LSD (dietilamide dell'acido lisergico), e che una vitamina come la B3
(niacina o nicotinamide) essendo un agente dimetilatizzante potesse
contrastarla. Studi di casi clinici e studi epidemiologici in doppio cieco
mostrarono significativi – a volte drammatici – miglioramenti in pazienti
trattati con alte dosi di vitamina C e B3.
Già prima di Hoffer e
Osmond, altri medici che trattavano con niacina sintomi come l'artrite notarono
notevoli miglioramenti nella salute mentale e fisica mediante questa vitamina.
Alcuni medici notarono
come la vitamina B6 riequilibrasse il metabolismo del triptofano
alterato nelle donne che prendevano la pillola
La vitamina C potrebbe
servire a controllare reazioni allergiche.
L'istamina è contenuta
nei granulociti delle cellule di molti tessuti, specialmente pelle, polmoni e
stomaco. E' rilasciata quando un
antigene (es. polline) si combina con il suo specifico anticorpo. Il suo
rilascio può anche essere stimolato da certi farmaci o da disruption of
tissues.
Quando è rilasciata
istamina, essa si combina con specifiche proteine e iniziano le reazioni che
sono caratteristiche della ipersensibilità. Nella pelle i capillari si
dilatano, ecc.
Pauling non è contrario
agli antistaminici, ne cita solo (blandi, a mio avviso) effetti collaterali
(sonnolenza, nausea ecc.)
La vitamina B6
può controllare le infiammazioni tipiche delle donne gravide e del tunnel
carpale.
Uno studio ha mostrato
che uno degli enzimi di cui la vitamina B6 è coenzima ha una
attività enzimatica molto maggiore se viene assunta vitamina B6,
dimostrando così che normalmente esiste nei soggetti un deficit di tale
vitamina.
La concentrazione della
vitamina C nell'umor acqueo dell'occhio è molto alta.
Una bassa assunzione
quotidiana di vitamina C può portare a cataratta
Alte dosi di vitamina B2
contrastano la cataratta.
La cattiva salute dei
fumatori può essere attribuita in parte alla deficienza di vitamina C.
Il colesterolo non controllato
dal controllo del saccarosio o mediante vitamina C forma depositi gialli nella
pelle sotto gli occhi
Ogni danno o lesione al
corpo, ogni malattia, ogni stress aumenta l'età fisiologica di una persona e
diminuisce la sua aspettativa di vita. L'ammontare preciso della diminuzione
conseguente dell'aspettativa di vita può essere misurato.
Il modo per evitare la
malattia in età successive è non avere avuto malattie in età precedenti. Saremo
capaci di mantenere la salute se abbiamo eliminato le malattie "innocue",
come il raffreddore comune, difterite, morbillo ecc. La loro eliminazione si
dimostra la misura in assoluto più efficace.
Un moderato esercizio
fisico abbassa moltissimo il tasso di mortalità
La vitamina C ha un
controllo simile a quello dell'aspirina sulle prostaglandine e in più, dice
Pauling, mentre l'aspirina controlla solo i sintomi dell'attacco batterico e
virale, la vitamina C è efficace contro i virus e batteri.
Altri antipiretici
provocano danni a fegato e reni
Gli antistaminici sono
più tossici dell'aspirina. 20 g di aspirina uccidono; 1-2 grammi di
antistaminici uccidono. Gli antitosse hanno la stessa elevata tossicità degli
antistaminici.
Il fatto che l'aspirina
provoca glaucoma. era stato anticipato da Pauling, che puntava pure il dito su
necrosi renali, sanguinamento e distruzione della mucosa gastrica.
Numerose osservazioni
sperimentali e cliniche hanno segnalato che pazienti portatori di vari tipi di
neoplasie (carcinoma alla vescica, carcinoma polmonare) mostrano frequentemente
bassi livelli sierici di vitamine, in particolare A e C e oligoelementi.
Qualsiasi infezione
impoverisce l'organismo di vitamina. Il fegato mette in circolo il retinolo
immagazzinato e le nostre riserve calano pur non dando segni a livello ematico
di carenze particolari. Quando questo avviene le mucose e l'epitelio del nostro
organismo entrano in riserva per quel che riguarda la protezione. Secondo
alcuni medici forti dosi di vitamina A sarebbero in grado di spegnere focolai
antitubercolari negli animali.Secondo altri non si può pensare alla cure di
bronchite se non si associa a qualsiasi farmaco una buona dose di vitamina A.
Sembra accertato che il retinolo aiuta l'organismo a difendersi dalle infezioni
delle mucose che rivestono l'apparato respiratorio, quello gastroenterico e
quello urogenitale.
In laboratorio un ratto privato di vitamina A
muore in genere dopo 10 settimane, perché prende infezioni, comincia ad avere
difficoltà di respirazione e perde rapidamente peso.
Regola che sovrintende a
tutte le vitamine B: non si può assumere per lungo periodo una sola senza
creare squilibri e aumentato fabbisogno delle altre
Non è mai consigliabile
prendere megadosi di singoli minerali o vitamine perché è solo l'insieme di
essi che consente al fisico di compiere determinati processi biochimici
I PERICOLI DEGLI PSICOFARMACI (DA BRAIN ALLERGIES)
La medicina ortodossa
comporta la somministrazione di sostanze chimiche estranee (che normalmente non
si trovano nel corpo umano) a livelli subletali nel trattamento di malattie
degenerative e infettive di tutti i tipi. Nel caso di disturbi mentali ed
emozionali, questo include la somministrazione di un gruppo di droghe
conosciute come phenotiazines e butytrophenones (conosciuti come
"neurolettici") in dosaggi che variano da molto modesto a molto alto.
Alcuni esempi di ben conosciuti antipsicotici di questa categoria sono
Stelazine, Chlorpromazine, Haloperidol, fluphenazine. Comunque, ciò che è
maggiormente interessante, e allo stesso tempo tragico riguardo i neurolettici
è il fatto che quando sono usati regolarmente per un certo periodo di tempo,
ciò che avviene spesso nelle cliniche psichiatriche per i malati mentali, il
rischio di infliggere danni permanenti al fegato, alla pelle, alla cornea, al
midollo osseo, cuore e specialmente al sistema nervoso centrale è grandemente
aumentato. Medici e pazienti dovrebbero essere allarmati dalla lista di prove sempre più numerose di
reazioni dannose e persino mortali che risultano dall'uso cronico di farmaci
antipsicotici neurolettici. Ad esempio reazioni allergiche della pelle,
reazioni allergiche del midollo che producono agranulocitosi, distruzione del
fegato, epatite, morte per infarto coronarico causato da silente deterioramento
del sistema di irrorazione del cuore. Ma probabilmente l'effetto più conosciuto
dell'uso prolungato dei neurolettici è la tendenza a produrre un disturbo molto
serio del sistema nervoso centrale noto come discinesia tardiva.
Questa condizione è
caratterizzata da turbe dei movimenti muscolari, specie della faccia, e da
tremito e rigidità nelle pani e nei piedi. La memoria e la capacità di
concentrazione sono pure spesso
drasticamente deteriorate. Il discinetico si trova involontariamente a fare
smorfie, a compiere atti di masticazione, a mostrare a lingua e a strizzare gli
occhi; può anche ridere o piangere senza sentire le emozioni che
provocherebbero tali azioni. Molti di questi pazienti vivono inuo stato di
costante sofferenza, isolati socialmente dal loro comportamento incontrollato e
incapaci di portare a termine il compito più semplice.
Passate indagini di
soggetti cronicamente istituzionalizzati
ha mostrato la prevalenza di discinesia tardiva dall'uno al 55 per
cento, con gli studi più recenti che mostrano percentuali più alte. Questi
studi hanno mostrato che i pazienti con alto rischio di discinesia tardiva sono
donne che abbiano usato neurolettici per più di due anni e di età superiore a
55 anni. Perdipiù uno studio del 1977 ha mostrato che il 43% di un campione di
pazienti esterni avevano sviluppato discinesia tardiva. L'età media è
relativamente giovane (45,5 anni) e non vi è alcuna correlazione tra discinesia
tardiva e sesso, età, anni di uso dei neurolettici, numero di trattamenti
anticonvulsivi, abuso di alcool o anfetamine o disturbi neurologici nei pazienti o nelle loro famiglie.
La FDA aveva già
raccomandato nel 1973 ai medici di ridurre al minimo l'uso di neurolettici in
pazienti cronici e specialmente di età
superiore ai 50 anni. Consigliava di interrompere immediatamente il trattamento
al sopraggiungere di segni di discinesia tardiva perché è stato provato che
tali sintomi iniziali possono essere irreversibili.
L'aspetto grave della
discinesia è che spesso non risponde al trattamento con farmaci anticolinergici
e gli anti-parkinson. Il verificarsi immediato di sintomi extrapiramidali (un
altro nome della discinesi tardiva) è così comune che è divenuto usuale
prescrivere farmaci antiparkinson
anticolinergici insieme ad antipsicotici. Tali farmaci, che attenuano i sintomi
extrapiramidali immediati possono incrementare il rischio di discinesia
tardiva. Inoltre talvolta interferiscono col trattamento della psicosi
aggravando le reazioni ostili e in qualche caso causando uno stato
confusionale.
La cosa ancora più
assurda e tragica è che fin troppo spesso i grotteschi movimenti tipici di questo disturbo sono interpretati
dal personale e dai medici come segni convalidanti una diagnosi di disturbo
psichiatrico da trattare con farmaci al fine di "sopprimere lo stato di
alterazione nevrotica" o con psicoterapia al fine di "trattare i
conflitti soggiacenti".
Il trattamento con
megavitamine e meganutrienti (acidi grassi, amminoacidi, minerali) si è spesso
dimostrato sorprendentemente efficace nel trattamento di casi refrattari ad
altre cure. Recenti ricerche mostrano qualche speranza che un simile
trattamento risulti benefico anche per la discinesia tardiva, dato che i
farmaci tradizionali hanno effetti distruttivi sui livelli essenziali di
minerali e vitamine nel corpo e conseguentemente il loro ripristino ne può
contrastare gli effetti.
Sono stati gli studi di
Richard Kunin che per primi hanno suggerito la relazione tra neurolettici e
riduzione dei livelli dei nutrienti essenziali. Ad esempio le fenotiazine sono
potenti chelanti del manganese, che è un essenziale attivatore enzimatico. Nel
suo studio Kunin riporta almeno quindici casi clinici in cui di miglioramento
di pazienti discinetici trattati con dosaggi supplementari di manganese, che
erano risultati refrattari con i tradizionali antiparkinsoniani. Studi recenti
mostrano che oltre al manganese altri nutrienti possono indurre un
miglioramento nei casi di discinesia. Kunin citava un caso clinico in cui il
manganese si era dimostrato inefficace, si era avuto un miglioramento
impiegando alte dosi di vitamina B3. Alte dosi di colina, un
precursore del neurotrasmettitore acetilcolina, hanno ridotto
significativamente in nove pazienti su venti.
Pazienti che avevano
manifestato discinesia tardiva caratterizzata da movimenti oro-facciali dopo
l'interruzione del trattamento con neurolettici, sono stati trattati con
vitamina B6, ottenendo un miglioramento in 4 casi su 5.
Tutto starebbe quindi a
suggerire che i neurolettici provochino un deficit di alcune vitamine e nutrienti.
Esiste la possibilità che altri nutrienti (vitamine, amminoacidi, minerali,
enzimi) possano essere deficitari in soggetti trattati con neurolettici.
Alcuni studi mostrano un
aumento da quattro a cinque volte del rischio di sviluppare diabete in pazienti
trattati con farmaci sedativi. Alcuni ospedali sono finiti sotto indagine
giudiziaria per l'accresciuto tasso di mortalità dei loro reparti psichiatrici.
I medici di tali ospedali hanno ammesso che in diversi casi la morte
sopravviene perché la discinesia tardiva colpisce il riflesso di deglutizione,
facendo sì che il paziente, invece di inghiottire, inali cibo o muco, oppure
sopravviene perché i sedativi riducono la resistenza alle infezioni virali o
batteriche, ad esempio polmonari.
Secondo la medicina
ortomolecolare i farmaci sono sostanze chimiche estranee al corpo (che
normalmente non si trovano nel corpo) che ne alterano radicalmente le vie
metaboliche e spesso e volentieri interferiscono con l'azione delle vitamine,
dei minerali, degli aminoacidi, degli enzimi e degli altri nutrienti.
Diversi medici
ortomolecolari si sono lamentati che viene loro impedita con severe reprimende
la somministrazione di megadosi di vitamina C ai pazienti psichiatrici che
invece sembrerebbero beneficiarne, per i presunti effetti nocivi che tali dosi
potrebbero produrre.
LE CARENZE DI VITAMINE NELL'ALIMENTAZIONE MODERNA E GLI
INTEGRATORI ALIMENTARI
La carenza di vitamina A
viene dalla mutata alimentazione del dopoguerra. Le verdure per molti sono
laboriose e lunghe da cuocersi. A questo si aggiunge la scarsissima propensione
ad assumere retinolo dalle frattaglie. In genere i consumi si orientano
verso carni come il manzo e il maiale,
che hanno scarsissime quantità di vitamina A.
La vitamina B1 (tiamina)
è abbondante nella corteccia esterna dei cereali, esattamente quella che viene
buttata nei processi di raffinazione.
La nostra alimentazione
si orienta verso carne di manzo, il filetto per intenderci, scartando carni
popolari come il maiale.
La farina di avena
possiede un contenuto di tiamina tre volte superiore a quello delle uova
Si sono riscontrate
carenze di vitamine B1 e B2 nel 25% dei casi di individui anziani e giovani.
Questo è da attribuire ai trattamenti tecnologici cui le derrate alimentarei
vengono sottoposte, in quanto la struttura chimica delle vitamine può subire
modificazioni determinandosi riduzioni anche cospicue del contenuto
inizialmente presente nell'alimento. Tra questo processi vengono elencati sia
quelli ad alta temperatura (cibi preconfezionati) che le conservazioni in
congelatore, soprattutto se la catena del freddo è stata interrotta,
determinando una lesione della parete cellulare che provoca la fuoriuscita di
importanti elementi.
Il pesce congelato che
viene scongelato nei banchi pesce dei supermercati subisce una perdita di
nutrienti.
Quindi nei paesi
industrializzati è forte la carenza di vitamina B1
A distanza di anni la
carenza di vitamina B1 può determinare, a distanza di anni, gravi malattie di
cuore.
La mancanza di vitamina
B1 crea danni seri innanzitutto al sistema nervoso centrale. Chi diventa
irritabile, emotivamente instabile, si sente sempre stanco, ha reazioni
eccessive dinanzi a situazioni di stress, ha probabilmente carenza di tiamina. La carenza provoca una
stanchezza mentale, che può arrivare fino al vero e proprio intorpidimento e
alla mancanza di memoria. Se improvvisamente vi trovate in questo stato allora
state bruciando o non assimilando sufficiente tiamina e quindi avete bisogno di
un dosaggio superiore a quello fisiologico. Gli esperimenti condotti negli USA
su ragazzi ai quali sono state somministrate dosi maggiorate di tiamina hanno
dato "maggiore vivacità mentale, stabilità emotiva, serenità e gusto per
la vita" (fonte: staff di Prevention).
Beviamo alcool, fumiamo,
prendiamo caffè, viviamo sotto stress, passiamo intere ore della giornata in
zone inquinate, in mezzo al traffico e ai gas venefici, siamo costretti a
subire forme di radioattività prima sconosciute, mangiamo una quantità di
additivi chimici da fare impazzire qualsiasi laboratorio, mangiamo dosi di
grassi, zuccheri, farine raffinate impensabili per i nostri nonni.
Quando diciamo di non
farsi illusioni sulla quantità di vitamine che effettivamente riusciamo a prendere
dall'alimentazione quotidiana diciamo una cosa ormai confermata dai maggiori
studiosi di scienza dell'alimentazione.
La forma degli alimenti
non corrisponde più al loro contenuto: un'arancia staccata dall'albero un mese
rima di arrivare sulla tavola non ha lo stesso contenuto di vitamine.
I pionieri della ricerca
hanno aperto la strada alla sperimentazione in positivo: vitamine non più e non
solo per evitare grandi carenze, ma vitamine per migliorare lo stato di salute
individuale.
"Da quanto detto, risulta
che non esiste una categoria di persone esenti dalla necessità di fare
riferimento quotidiano agli integratori alimentari". Molti medici, anche i
più illuminati, sostengono che le vitamine sono indispensabili a chi ha un
fabbisogno accresciuto: bambini nell'infanzia e nell'adolescenza, donne
incinte, nutrici che allattano, anziani. Ma fin qui si ragiona solo in termini
di "categorie a rischio". Secondo la convinzione di una schiera
sempre maggiore di scienziati e nutrizionisti, la vitamine, assunte quotidianamente
e con tutte le cautele che via via spiegheremo, potrebbero far ottenere sia un
allungamento del life span (aspettativa
di vita) sia un miglioramento della qualità della vita attraverso
un'ottimizzazione del sistema immunitario e una vivacizzazione dei processi
metabolici.
In tutta la Unione
Europea sono in circolazione gli integratori alimentari, alcuni derivati (a
nostro parere sono i migliori) direttamente dai prodotti naturali, altri di
sintesi. Grosso modo da tutte le case produttrici sono utilizzate alcune
vitamine che hanno scarse controindicazioni e alcuni minerali dei quali si
conosce il sicuro effetto.
Nessuno può considerare
integratori alimentari quelli che contengono alcune vitamine come la K che
vanno prese con molte cautele e solo dietro stretto consiglio medico. Lo stesso
criterio vale per alcuni minerali che sono ancora allo studio presso i
laboratori. Si sa che il vanadio potrebbe essere utile a pervenire malattie di
cuore, ma il fabbisogno individuale non è stato ancora stabilito e quindi i
complessi multiminerali non prevedono né il vanadio né altre sostanza
inorganiche su cui la ricerca è agli inizi.
Le vitamine hanno un loro
periodo di attività. La data di scadenza è importante perché i prodotti perdono
di efficacia allontanandosi dalla data di fabbricazione. Non devono subire
sbalzi di temperatura né finire in frigo e poi sul tavolo da cucina
Gli anziani sono tra
coloro che devono assumere più
vitamine
I biscotti hanno scadenze
di mesi. Come mai, se fate un biscotto in casa dopo una settimana di frigo lo
dovete buttare?
Scatolame, insaccati
hanno inesorabilmente additivi. Oli di semi sono "lavati" con
derivati della benzina nel migliore dei casi.
Perdipiù il burro, l'olio
extravergine di oliva e gli altri ingredienti "sani" nei cibi
industriali sono di qualità estremamente scadente.
Stoccaggio nei magazzini,
esposizione prolungata al sole, quella nei reparti refrigerati dei supermercati
sotto luce artificiale, il calore della cottura fa perdere la stragrande
maggioranza delle sostanze nutritive che servirebbe a proteggerci.
la luce artificiale che
irradia le verdure e gli altri cibi dei supermercati ne impoverisce
irrimediabilmente il contenuto nutritivo.
Oggi dovremmo stare
meglio, perché la nostra alimentazione è senz'altro più ricca e varia, senza
contare che la razionalizzazione di certi processi porta ad alimenti più
integri, se ci si passa il termine, e quindi all'origine più
"vitaminizzati". Ma non è così. Basta una distribuzione complessa
come quella dei paesi industrializzati perché al consumatore arrivino le
spoglie di un alimento depauperato di tutto ciò che poteva essere vitale.
Prendiamo la frutta. La vitamina C, riportano gli studi di Fidanza, contenuta
in un'arancia, diminuisce drasticamente
dopo poco tempo e si può valutare che l'acido ascorbico di una mela che
arriva sulla nostra tavola dopo due mesi (neanche tanto) si riduca di due
terzi. Con le verdure va anche peggio, perché bastano pochi giorni per ridurla
a zero. Non è solo la luce artificiale a provocare danni. Quella del sole non è
da meno. Se il latte resta esposto alla luce solare per due ore il 90% della B2
si perde. Meno se il cielo è nuvoloso. Se siamo accorti, portiamo il latte
appena munto in una stanza con poca luce, ma anche in questo caso nel giro di
un giorno si perde il 30% di b2
La maggioranza delle
vitamine idrosolubili sono inesorabilmente danneggiate dal calore e dalla
cottura. Durante le operazioni di cottura casalinghe dei vegetali, frutta e cereali freschi si può andare incontro a
perdite vitaminiche che si aggirano in media attorno al 75% e possono arrivare
al 100%. In particolare vengono distrutte vitamine idrosolubili come tiamina,
riboflavina e la vitamina C.
La vitamina C si perde
anche se usiamo la pentola a pressione (che pure per altri versi è tra i
sistemi più "sani" di cucinare) o a vapore e diventa totale con
qualsiasi tipo di bollitura.
La vitamina A è molto
resistente alla cottura, ma con la frittura la perdita diventa ingente
Se prendiamo un alimento
stoccato in magazzino dopo la raccolta (ma come facciamo a saperlo?) partiamo
da una perdita del 35% di vitamina A e da una riduzione del 20% di
betacarotene. Se prendiamo una margarina e la mettiamo in pentola la vit. A si
riduce dal 16 al 100% se la margarina rimane in padella per un'ora
Il betacarotene è più
stabile, ma sopra i 180° in 10 minuti svanisce
La vitamina C si perde
nelle patate messe a bollire già sbucciate. Se le patate si friggono la perdita
aumenta di un ulteriore 30-50%
Friggere fa male alle
vitamine. scompare la metà di acido pantotenico scompare negli alimenti cotti,
mentre il pane che comperiamo ha una diminuzione del 20% di tiamina, 30% di
acido folico.
Quanto a lavare i
vegetali in acqua abbondante, lasciandoli a bagno fino alla cottura è
un'abitudine pessima, perché minerali e vitamine idrosolubili passano
direttamente nel lavandino
Le tecniche moderne di
demolizione dei cibi fanno la parte del leone nell'opera di depauperamento
delle vitamine. Noi mangiamo pane e pasta bianchi. Così abbiamo eliminato
ingenti quantità di vitamine. I minerali, più resistenti, sono ridotti: zinco
del 78%, cromo 98%, manganese 86%.
La farina bianca non
conserva nessun minerale. Il calcio se ne va al 60%, fosforo al 70, magnesio
all'84, ferro all'86, selenio 15
Dovremmo usare il riso
integrale non brillato
Il riso brillato perde
minerali fino al 90% e non ha quasi nulla
Se tutto questo accade
agli elementi "stabili" come i minerali potete immaginare cosa
succede alle vitamine dalle tecniche industriali dei cibi. Essiccamento, inscatolamento,
sbiancamento delle verdure distruggono sostanze vitali.
Lo sbiancamento
costituisce un danno non quantificabile. Lo sbiancamento a vapore degli spinaci
per la durata di due minuti provoca una perdita del 12% di tiamina,
riboflavina, vitamina C e niacina, mentre se i minuti sono tre-quattro e lo
sbiancamento viene fatto per immersione la vitamina C scompare fino al 36%. Se
l'immersione dura 45 minuti scompare al 94%.
Nessuno di noi potrà mai
chiedere al fruttivendolo come è stata trattata la verdura che sta comprandone
proprio la più bella a vedersi potrebbe essere la più sprovvista di vitamine.
I prodotti inscatolati
vengono prima sterilizzati.
La conservazione per
disidratazione spesso comporta processi ad alta temperatura
Meglio le tecniche di
disidratazione che quelle di sterilizzazione termica. Questo procedimento non
provocherebbe gravi danni se i prodotti disidratati non fossero già stati in
precedenza "trattati" e "stoccati".
La surgelazione sarebbe
un buon procedimento se tutto avvenisse
secondo determinate regole, cosa più difficile di quello che pensiamo. Speso lo
stesso meccanismo di surgelazione, il tragitto, la distribuzione, l'arrivo a
casa il nostro disordine provocano il processo, sia pure accennato di
scongelamento e ricongelamento che danneggia le molecole degli alimenti e
provoca la fuoriuscita degli enzimi. Inoltre tutto deve essere conservato a
bassissime temperature, perché sotto il 18° il contenuto di vitamine si
mantiene inalterato, mentre a temperature superiori ai 9 gradi si perde in
grande quantità.
Più del processo di
congelamento fanno male agli alimenti l'esposizione alla luce del supermercato
e l'ossigeno imprigionato nei contenitori sigillati
Spesso non è
surgelazione, ma congelazione, e il danno alla parete cellulare è maggiore.
A questo panorama
catastrofico vanno aggiunti altri due sistemi moderni di conservazione dei
cibi: i preconfezionati e surgelati e l'infinita varietà di additivi chimici.
Esistono ormai tabelle sul contenuto vitaminico degli alimenti pronti che
potreste portare al supermercato. La vitamina A è distrutta al 70% (40%
betacarotene) ed è la più resistente. Tenere gli alimenti preparati nel frigo
provoca altre distruzioni
Ogni tanto un additivo
viene dichiarato mutageno e cancerogeno. Ma la stragrande maggioranza di quelli
in circolazione ha scarse verifiche sui tempo lunghi e spesso viene tollerata
anche quando è provatamente dannosa: es. i nitrati usati come stabilizzanti del
colore e conservanti degli insaccati. Nitriti e nitrati sono dichiaratamente
nocive, formano nell'intestino nitrosammine cancerogene.
Anna Powar, docente di
nutrizione all'Università della California, sostiene che il danno più grave
all'alimentazione del dopoguerra è indotto dalla perdita dei minerali-traccia.
Una pianta fertilizzata con i comuni trifasici non assimila minerali-traccia
perché il terreno è impoverito. Senza contare che le colture intensive spesso
non lasciano alla terra il tempo di ricaricarsi. L'agricoltura intensiva
produce verdure e frutta povere di minerali-traccia. Il diabete è in grande
aumento e secondo alcuni è da imputare alla carenza di cromo; i disturbi della
pelle possono essere riconducibili a carenze di zinco; la pressione alta può
essere dovuta alla mancanza di potassio
nei cibi e a un eccessivo uso di sodio; l'aterosclerosi e cancro sono
malattie correlate a una mancanza di selenio e manganese, utili a produrre
interferone, importante difesa dell'organismo. L'assunzione che facciamo dei
minerali importanti è da tutti i punti di vista assolutamente insufficiente.
Tra gli elemnti dannosi, perché distruggono minerali, pone gli agenti chelanti
che vengono usati nella preparazione industriale dei cibi. Inoltre i minerali
che resistono nelle verdure potrebbero non essere biodisponibili e quindi
assimilabili dall'organismo. La nostra alimentazione spesso non consente di
legare il minerale a certi aminoacidi che devono essere consumati entro un'ora
per una giusta assimilazione dei metalli. La gamma infinita dei disturbi
intestinali, dalle diaree alla costipazioni croniche, che affligge l'umanità
proprio in base all'alimentazione moderna rende ancora più difficile
l'assimilazione dei minerali.
I processi ad alta
temperatura che ormai sono diffusissimi. Burattazione ad alta velocità,
pastorizzazione di creme, maionesi, birra, essiccazione di pasta, the, frutta
secca al alta velocità.
Fidanza nota che negli
ultimi anni le ricerche in campo immunologico
hanno messo in evidenza un nuovo ruolo
terapeutico delle vitamine: quello protettivo. Le vitamine proteggono le
cellule e i sistemi biologici dall'azione lesiva degli agenti chimici e fisici.
La sempre più larga introduzione in terapia di molecole di sintesi, l'immissione
nell'ambiente di sostanza tossiche e l'uso crescente di additivi alimentari,
coloranti e conservanti, determinano un maggiore inquinamento intorno
particolarmente dannoso per il protoplasma cellulare. Inoltre nell'organismo si
accumulano, a causa delle errate abitudini alimentari, metaboliti intermedi che
alterano considerevolmente gli equilibri
biochimici e che sono uno degli elementi determinanti delle malattie
metaboliche e degenerative. Fondamentalmente l'azione protettiva delle vitamine
consiste o nell'attivare le funzioni fisiologiche oppure nel potenziare e
mantenere integre le difese organiche.
PAULING DISCUTE GLI ASSERITI EFFETTI
NOCIVI DELLE "MEGAVITAMINE" DIVERSE DALLA VITAMINA C
L'American Health
Foundation avvisava: "Le cosiddette megavitamine
dovrebbero essere evitate. Le vitamine sono elementi essenziali della nostra
nutrizione, ma ad alto dosaggio divengono farmaci e dovrebbero essere assunte
solo per la cura di specifici disturbi. Dosi molto elevate delle vitamine
liposolobili A e D producono ben noti effetti nocivi, e questo probabilmente è
vero anche per le altre. Dosi molto altre di vitamina C sono escrete
principalmente dalle urine. In mancanza di indicazioni che alte dosi di
vitamine sono sicure, occorrerebbe evitarle".
L'Handbook of poisoning, di R. Dreisbach, farmacologo alla Stanford
University School of Medicine menziona tra le sostanze potenzialmente tossiche
le vitamine A, D, K, K1 (una forma
della vitamina K) e le vitamine del gruppo B.
La vitamina K non deve
preoccupare perché raramente viene inserita negli integratori in commercio.
Anche perché adulti e bambini ne ottengono una dose adeguata dalla propria
flora intestinale. Una prescrizione medica è richiesta solo nei casi di
neonati, donne lavoratrici, pazienti in overdose da anticoagulanti. Sarà il
medico che in caso di somministrazione ne valuterà i rischi di tossicità.
Pauling ribadisce
ripetutamente che di aspirina si muore (soprattutto i bambini) mentre di
intossicazione da vitamine si viene danneggiati talvolta ma non si muore.
Per una normale crescita
ossea la vitamina D è richiesta insieme a calico e fosforo. E' probabilmente
bene non superare le RDA di vitamina D indicate nelle tabelle. Tra gli effetti
dell'intossicazione da vitamina D vi sono nausea, vomito, diarrea, anemia,
ipofunzionalità renale, acidosi, proteinuria, pressione alta, calcificazioni,
debolezza muscolare, dolori articolari.
La scrittrice di
dietologia Jane Brody ha affermato che la vitamina A è stata la causa del
numero maggiore di casi di intossicazione da vitamine. Ma non riporta alcun
caso di morte. I casi peggiori che riporta comprendono come sintomi solo
confusione, disidratazione, iperirritabilità, cefalea, dolori addominali e alle
gambe, vomito, irrigidimento del collo, pelle secca, labbra screpolate,
rigonfiamento dei nervi ottici e aumentata pressione endocraniale.
L'assunzione giornaliera
di dosi di vitamina A da dieci a ottanta volte la RDA può causare effetti
collaterali moderatamente seri. Dreisbach, nel suo manuale sugli avvelenamenti
dice che una dose da venti a cento volte maggiore della RDA può col tempo
causare dolorosi rigonfiamenti nodulari del periostio, rigonfiamenti,
osteoporosi, prurito, eruzioni cutanee, ulcerazioni, anoressia, aumento della
pressione intracranica, irritabilità, sonnolenza, alopecia, ingrossamento del
fegato (occasionalmente), diplopia e papilledema.
Una ripetuta e regolare
assunzione di questa vitamina liposolubile stoccata fa aumentare le riserve
corporee e daultimo la sua attività può raggiungere un tale livello da dare
manifestazioni come mal di testa da aumentata pressione intracranica e altre.
Assunzione di 100.000-150000 IU al giorno per un anno o più hanno causato
questi problemi in alcune persone ma non in altre. La RDA è 5000 IU. Pauling
consiglia di non superare 50.000 IU. Ogni persona che assume dosi molto alte di
vitamina A deve stare attenta a sintomi di intossicazione.
La vitamina B1
non ha dosi fatali e non ha effetti tossici rilevati. La RDA è 1,4 mg e una
assunzione di 50-100 mg è tollerata dalla maggior parte delle persone e
risultare di beneficio.
La vitamina B2
non ha dosi fatali conosciute e non ha dosi conosciute che producano seri
effetti tossici. La RDA è 1,6 mg. 50-100 mg sono tollerati dalla maggior parte
delle persone e possono essere di beneficio.
La vitamina B3
(niacina) non ha una dose letale conosciuta. 100 mg o più assunti di niacina
possono causare arrossamenti, prurito, vasodilatazione, aumento del flusso
sanguigno cerebrale e diminuzione della pressione sanguigna cerebrale. Gli
arrossamenti spariscono dopo quattro giorni di ritorno al dosaggio ordinario.
Dosi molto alte di nicotinamide può causare nausea in alcune persone. La RDA è
18 mg. 5000-3000 mg assunti per anni da pazienti schizofrenici non hanno
mostrato effetti tossici
La vitamina B6
(piridossina) non ha dose letale conosciuta. Quando è assunta giornalmente in
dosi molto alte, causa un significativo danno neurologico in alcune persone. La
vitamina B6 è l'unica vitamina idrosolubile che ha una tossicità
significativa.
Piridossina è il nome
usato per diverse sostanze (piridoxol, piridoxal, pyrdoxamine, pyridoxal
phosphate, pyridoxamine phosphate) che hanno la stessa attività contro
convulsioni, irritabilità, lsionii della pelle, ridotta produzione di
linfociti.
Fino al 1983 la si
riteneva non tossica, ma quell'anno apparve una comunicazione medica circa una
neuropatia periferica (insensibilità delle punte dei piedi, tendenza a
barcollare) con dosi di 2000-5000 mg al giorno per 4 mesi. La neuropatia
scomparve cessando l'uso della vitamina.
Indurre da un caso in cui
era stata assunta una dose mille volte superiore alla RDA la regola che non si
deve superare la RDA sembra a Pauling un volersi privare dei benefici effetti
di tale vitamina. Gli psichiatri ortomolecolari raccomandano 200 mg al giorno e
taluni pazienti assumono da 400 a 600 mg. Singole dosi di 5000 mg non producono
seri effetti.
Non è conosciuta una dose
letale per acido folico, acido pantotenico, vitamina B12 e biotina. Queste 4
vitamine sono considerate non tossiche.
Lo stesso scopritore
della folacina ha scritto che una dose maggiore di 2000 microgrammi invece dei 400
mcg della RDA sarebbero raccomandabili, ma inspiegabilmente la FDA raccomanda
di non superare il limite inferiore"
Alcuni medici esitano a
prescrivere alte dosi di acido folico perché può mascherare i sintomi di anemia
perniciosa da deficienza di B12 sostituendone parzialmente l'azione (le due
vitamine sono richieste entrambe per la produzione di globuli rossi e modollo
osseo), permettendo tuttavia ai danni neurologici di svilupparsi.
Oggi possiamo fare
analisi per individuare deficienza di vitamina B12 e limitare la folacina non è
necessario. Ma, appunto, bisognerebbe fare analisi per il deficit di vitamina B12.
Malgrado esistano effetti
collaterali, non esiste dose letale di vitamina C e non si può propriamente
parlare di intossicazione da vitamina C a nessun dosaggio, anche altissimo.
Non esiste dose tossica
conosciuta dei tocoferoli, le sostanze raccolte sotto il nome di vitamina E.
La vitamina E ha molte
funzioni benefiche, incluso il trattamento di disordini cardiaci e muscolari.
Funziona sia come antiossidante generale, in sinergia con la vitamina C e in
specifiche interazioni con proteine e lipidi non ancora ben chiarite.
Molte persone hanno
assunto dosi molto più alte della RDA di vitamina E per lunghi periodi di tempo
senza segni di intossicazione.
La vitamina E e la
vitamina C formano una notevole coppia di antiossidanti.