MOISE' E L'ESERCITO INFERNALE

    

 

 

        Moisé era stato un famoso ladrone e assassino. Incontrato un giorno padre Pambone nel deserto, fu toccato dalla grazia e si fece monaco al suo servizio. Ma le tentazioni non smettevano di agitarlo con le immagini dei piaceri e delle dissipazioni della sua vita precedente.

        Un giorno egli si presenta disperato al padre Pambone, osando interrompere il suo ritiro, e gli dice che non riesce più a resistere alle immagini della lussuria, e che fuggirà dal monastero, non riuscendo più a sottrarsi alla sua rovina.

        Pambone gli ordina allora, prima di partire, di scalare il più alto pinnacolo del monastero e, lì giunto, sedersi a guardare ai quattro punti cardinali.

        Moisé, non osando negare questa ultima obbedienza al suo amato padre, sfidando ogni momento il pericolo di precipitare, si arrampica sulla guglia più alta. Intanto si fa sera. Lì giunto, guarda dapprima ad occidente e la luce rosata del tramonto gli accarezza il volto. Egli si sente come la lontana sfinge dal volto dipinto di rosso, che ascolta il canto dei pianeti. E’ come se contemplasse il suo giorno estremo, quando il monaco, rivolto ad occidente, recita la sua ultima preghiera alla luce morente del sole. Sente uno strano distacco dalla vita sotto di lui.

        Guarda ad oriente, verso le città. Le luci nella piana gli paiono piccolissime. Le stelle brillano nel cielo  grandi come limoni. La luna immensa lo ipnotizza con la sua presenza. Il vento gelido gli sottrae il suo calore.

        Chiude gli occhi e li riapre. Guarda dinanzi a sé, verso sud. Ed ecco che vede nell’oscurità arrivare dal basso una torma di demoni, delle macchine di guerra dalle forme distorte e irte di punte, un brulicare di corazze, di artigli e di zanne, che a poco a poco si ingrossa e mano a mano che la luce della luna si fa più vivida sulla pianura, si rivela una enorme, sterminata armata. Sono demoni che vengono per lui. E’ colto da un terrore indicibile.

        Ma ecco che percepisce un movimento dietro di lui e si volta: non può credere ai suoi occhi: tutta la montagna, tutte le montagne alle sue spalle sono occupate da schiere e schiere di creature angeliche in assetto di guerra. Gli angeli sono lì per lui, per affiancarlo nella sua lotta con le tenebre. I loro vessilli garriscono. Le loro armature risplendono. Moisè torna a guardare nella piana: dove erano i demoni è ora un turbine naturale che si allontana rapidamente.

        Moisé scende lentamente e penosamente dalla guglia e ritorna nella cella. Ora sa di non essere più solo nella sua lotta, e che non abbandonerà più il Padre Pambone e i fratelli del monastero.