LE VITAMINE PER IL CERVELLO |
I BENEFICI DELLA VITAMINA C
(DA LA DIETA CHE FA BENE ALLA MENTE)
LA VITAMINA B3
(ACIDO NICOTINICO O NICOTINAMIDE)
LA VITAMINA B5
(ACIDO PANTOTENICO)
(DA LA DIETA CHE FA BENE ALLA MENTE)
Il cervello è molto ricco
di vitamina C
Lo scorbuto colpiva di
preferenza soldati e marinai, vale a dire gli individui sottoposti durante le
lunghe campagne a sforzi fisici e psichici nel corso dei quali aumenta il fabbisogno di vitamina C. Ai tempi della
settima crociata venne denominata "peste" in quanto compariva con
caratteristiche epidemiche nelle roccaforti assediate o tra gli equipaggi delle
navi in occasione di lunghi viaggi. Lo scorbuto colpiva di preferenza soldati e
marinai, vale a dire gli individui sottoposti durante le lunghe campagne a
sforzi fisici e psichici nel corso dei quali aumenta il fabbisogno di vitamina C.
Lo scorbuto provoca
dolori alle articolazioni, emorragie dei capillari che irrorano le mucose,
riapertura di vecchie piaghe, perdita di peso, disturbi dell'ossificazione,
alterazioni delle gengive, spossatezza, minore resistenza alle infezioni. Se la
carenza non viene curata sopravviene il decesso.
La vitamina C interviene
negli ambiti più disparati: nella funzione ormonale, surrenale, tiroidea e
sessuale; nella biodisponibilità diferro, glucidi, lipidi,proteine e amminoacidi
(in particolare torisina e prolina); nel metabolismo muscolare e cerebrale; nel
controllo dell'ossificazione; nella lotta contro le infezioni batteriche e
rivali; nei meccanismi delle difese immunitarie. L'acido ascorbico interviene
inoltre nel metabolismo dell'istamina e modula le risposte endocrine e
allergiche. Taluni risultati sperimentali hanno di recente dimostrato il suo
effetto benefico nella prevenzione dei tumori.
Una giusta dose di
vitamina C assunta regolarmente riduce di 4 volte il rischio di cataratta.
Questa sostanza esercita infatti un ruolo importante rispetto a diverse
reazioni deleterie di ossidazione he riguardano l'ossigeno molecolare. Al
centro delle sue funzioni biologiche sembrano essere le sue proprietà
riduttrici e la sua reazione con i radicali liberi ossigenati.
Essa interviene
direttamente nella sintesi del collagene, componente essenziale dei tessuti
connettivi; Il collagene che si forma in
assenza di acido ascorbico ha fibrille poco numerose e portatrici di anomalie. La
cicatrizzazione e la guarigione delle ferite richiedono la costituzione e il
deposito di collagene nel punto stesso della lacerazione e questo può avvenire
solo con l'intervento della vitamina C.
Questa vitamina è un
autentico eccitante, e non va presa prima di coricarsi.
Favorisce la sintesi
della carnitina, necessaria per l'ingresso nei mitocondri degli acidi grassi
che vengono qui ossidati; da tale ossidazione deriva l'energia richiesta da uno
sforzo muscolare protratto.
Esercita una sottile
influenza sull'elaborazione e funzionamento del tessuto nervoso. La biosintesi
di taluni neurotrasmettitori (le catecolamine, adrenalina e noradrenalina)
richiede la sua presenza a livello della trasformazione della dopamina in
noradrenalina. La biosintesi delle catecolamine ha luogo in tessuti ricchi di
acido ascorbico, come il cervello e la ghiandola surrenale.
A dosi molto elevate
sembra avere un effetto antistress, per lo meno nei topi. Topi immobilizzati e
trattati con dosi massicce di vitamina C producevano meno ormoni dello stress.
Il quoziente intellettivo
cresce di 4 unità quando la concentrazione plasmatica di vitamina C aumenta
della metà
Purtroppo l'eliminazione
della vitamina C si accompagna ad una perdita di minerali (calcio, magnesio…) e
di oligoelementi (ferro, rame, zinco) che potrebbe determinare altri stati di
carenza nel caso vengano venissero ingerite regolarmente dosi troppo elevate.
EFFETTI COLLATERALI DELLA VITAMINA C
Nei rari casi in cui il
paziente tendeva a sviluppare calcoli renali di ossalato dovuti all'alto
livello di ossalati nelle urine che si accompagna ad alti livelli di acido
ascorbico l'uso della vitamina B6 arrestava immediatamente tale
produzione.
Gli attacchi all'uso di
megadosi di vitamina C sono basati principalmente sulla correlazione tra
formazione di calcoli renali e l'assunzione di dosi molto alte di vitamina C.
Prima di tutto va precisato che ci sono diversi tipi di calcoli renali. La
tendenza alla formazione di calcoli del tipo più comune, composti di fosfati, è
effettivamente contrastata se il ph delle urine risulta acido. La vitamina C
può aiutare efficacemente e rapidamente a raggiungere un tale stato. Comunque
soggetti con predisposizione alla formazione di calcoli di urati e cistina
dovrebbero mantenere le urine alcaline. La vitamina C potrebbe incrementare
quindi il rischio di questi calcoli per la sua tendenza a rendere le urine
maggiormente acide. In tali rari casi l'acido ascorbico non dovrebbe essere
eliminato del tutto; piuttosto dovrebbe essere cambiata la forma della
somministrazione. L'acido ascorbico è di fatto alcalino se è usato l'ascorbato
di sodio, che rende le urine alcaline. E' poco probabile che la
somministrazione di vitamina C sotto forma di ascorbato di sodio promuova la
formazione di calcoli.
E' stata pure rilevata da
diversi medici la possibilità di un aumento dell'acido ossalico nelle urine
come conseguenza di dosi molto alte di vitamina C. Normalmente il corpo elimina
una piccola quantità di ossalato ogni giorno. Quando le quantità escrete di
ossalati aumentano si possono formare calcoli renali; ed è innegabile che
alcune persone possono iniziare a produrre livelli anormalmente alti di
ossalati come conseguenza dell'assunzione di dosi molto alte di vitamina C,
livelli che sono escreti dai reni. Il normale livello di escrezione di ossalati
è 40 mg in 24 ore. Un aumento della vitamina C assunta giornalmente può portare
tale escrezione a 300 o 400 milligrammi, livello che è decisamente troppo alto.
Si dovrebbe per questo interrompere il trattamento con megadosi di vitamina C?
I medici ortomolecolari rispondono di no con decisione. La vitamina B6
è in grado di prevenire la formazione di ossalati indotta dalla vitamina C. In
un caso clinico un paziente aveva iniziato ad assumere 8 grammi di vitamina C
al giorno e si scoprì che i suoi livelli di ossalati nelle urine erano
schizzati da 40 a 383 milligrammi. Il suo medico gli prescrisse 50 mg di
vitamina B6 due volte al giorno. Dopo sole due settimane gli ossalati scesero a 57 mg ed egli poté
continuare ad assumere alte dosi di vitamina C. Inoltre, si scoprì che il
paziente poteva comunque assumere fino a 1500 mg di vitamina C senza che i suoi
livelli di ossalati nelle urine salissero significativamente.
Va comunque tenuto conto
che le reazioni all'assunzione della vitamina C variano da individuo a
individuo, e che quindi altre persone possono tollerare livelli ben più alti di
1500 mg giornalieri di vitamina C senza sviluppare formazione di ossalati.
Dosi molto alte di
vitamina C possono chelare il calcio eliminandolo dal corpo, e quindi è
importante somministrare un supplemento di calcio. Insieme alla
somministrazione di calcio ci si deve assicurare che siano presenti adeguati
livelli di magnesio, fosforo, vitamine A e D, proteine, necessari per
l'assimilazione del calcio. In certi casi sono sufficienti 250 ml di latte al
giorno.
Alte dosi di vitamina C e
B6 andrebbero pure accompagnate, in qualche caso, da dosi più alte
di sodio e potassio.
L.A.Barness dell'università
della Florida ne cita 14. Ha dichiarato però che molti di loro sono
insignificanti o rari o più che altro fastidiosi ma senza vere conseguenze
fisiologiche.
Riguardo la sterilità c'è
un unico dubbio caso di sterilità causata da vitamina C.
Sui casi riportati di
affaticamento Barnes è scettico. Molti riportano al contrario un aumento di
energia
I casi riportati di
iperglicemia potrebbero essere dovuti ad una interferenza della vitamina C con
il test delle urine
Non sembra possibile che
reazioni allergiche riferire in concomitanza all'assunzione di vitamina C siano
realmente dovute ai crestalli di acido ascorbico o sodio ascorbato, che sono
praticamente puri e privi quindi di allergeni.
La diarrea da vitamina C
non ha gravi effetti, e dopo al massimo tre giorni dalla cessazione
dell'assunzione di megadosi cessa. Per evitare la diarrea è naturalmente meglio
prendere la vitamina a stomaco pieno.
La vitamina C protegge
dai polipi intestinali.
Non si dovrebbero tenere
le feci per più di un giorno. Contengono sostanze carcinogeniche la prolungata
esposizione alle quali può dare cancro al retto o al colon. Si verifica anche
un riassorbimento di acidi biliari che ritornano nel sangue, quindi nel fegato
e sono riconvertiti in colesterolo, rialzando il colesterolo ematico. La
ritenzione fecale può provocare alitosi pesante.
La vitamina C potrebbe
secondo alcuni aumentare il metano intestinale. Per minimizzare questi effetti
si potrebbero provare varie formulazioni della vitamina
Dice Pauling che non
dovrebbe sorprendere che dosi considerate ottimali di vitamina C irritino
l'intestino, perché gli animali le fabbricano nel loro corpo e non passano nel
loro intestino.
L'aspirina e il potassio-cloride
corrodono le pareti dello stomaco e causano ulcere. La vitamina C impedisce il
loro formarsi e aiuta la guarigione di ulcere già formate.
Un autore ha scritto
"quando si assumono dosi di vitamina C da 4 a 12 g come viene prescritto
talvolta per acidificare le urine allo scopo di contrastare alcune infezioni
del tratto urinario, può verificarsi la precipitazione di calcoli di urato e
cistina si possono verificare nel tratto urinario. Pertanto andrebbero evitate
dosi molto alte di vitamina C in pazienti con predisposizione alla gotta, alla
formazione di calcoli di acido urico o alla cistinuria".
Pauling replica che questa
affermazione è errata. Gli autori avrebbero dovuto scrivere che dosi molto
elevate di acido ascorbico dovrebbero essere evitate in questi pazienti, ma che
non c'è ragione di astenersi dalla vitamina C in alte dosi, perché può essere
assunta come ascorbato di sodio, che non acidifica le urine. La vitamina C è di
fatto uno ione di ascorbato. Questo ione ha una carica elettrica negativa e non
potremmo assumere la vitamina C senza
aggiungervi qualche atomo che ha una carica elettrica positiva.
Nell'acido ascorbico questo atomo e uno ione di idrogeno H+;
nell'ascorbato di sodio è lo ione di
sodio Na+; nell'ascorbato di calcio è la metà di uno ione di calcio
1/2 Ca++. Ciascuna di queste sostanze contiene vitamina C, che è lo
ione di ascorbato, e contiene anche qualcos'altro. Gli effetti di questo
"qualcos'altro", ione di idrogeno, sodio o calcio, non dovrebbero
essere confusi con gli effetti dello ione di ascorbato.
Pare che la vitamina C
possa favorire la gotta
E' noto che ci sono due
tipi di calcoli renali e quindi che esistono due modi distinti di controllare
la calcolosi. I calcoli della prima classe comprendono una buona metà dei
calcoli urinari, e sono composti di fosfato di calcio, magnesio ammonio fosfato,
carbonato di calcio o un mix di queste sostanze. Tendono a formarsi in urina
alcalina e coloro che vi sono predisposti dovrebbero mantenere acide le loro
urine. Un buon mezzo per ottenere ciò è 1 g di acido ascorbico al giorno.
L'acido ascorbico è usato da molti medici a tale scopo, per prevenire infezioni
del tratto urinario, specialmente da parte di microrganismi che idrolizzano
l'urea per formare ammoniaca e in questo modo alcalizzano le urine e promuovono
la formazione di calcoli della prima classe.
I calcoli renali della
seconda classe tendono a formarsi in urina acida e sono composti da ossalato di
calcio, acido urico o cistina. Soggetti con predisposizione a tali calcoli
dovrebbero tenere le urine alcaline. Questo può essere fatto assumendo la
vitamina C sotto forma di ascorbato di sodio o assumendo l'acido ascorbico con
una punta di sodio-idrogeno-carbonato (la soda del whisky and soda) o un altro alcalizzatore.
Un grammo di acido
ascorbico al giorno mantiene acide le urine
Non un singolo caso è
stato riportato nella letteratura medica di una persona con calcoli dovuti ad
alte dosi di vitamina C. C'è la possibilità che per qualcuno aumenti la
tendenza alla formazione di calcoli ossalici. E' noto che l'acido ascorbico può
essere ossidato in acido ossalico nel corpo. In media l'escrezione di acido
ossalico è di 38 mg (16-64 mg). Questa media aumenta di 3 mg per 2 g al giorno
di acido ascorbico e di 12 mg per g g di acido ascorbico. Una assunzione
addizionale di 8 g al giorno portava gli ossalati a 45 mg e di 9 g a 68 mg, con
una punta di 150 mg escreta da un soggetto. E' probabile che la maggior parte
delle persone non abbia conseguenze da
alte dosi di vitamina C, ma alcuni pochi dovrebbero essere attenti, esattamente
come devono stare attenti a non mangiare spinaci e rabarbaro, che hanno un alto
contenuto di ossalati. Ci sono soggetti con predisposizione genetica alla
formazione di ossalati.
Un articolo medico ha
riportato che alte dosi di vitamina C prese insieme al cibo distruggono la
vitamina B12, conducendo all'anemia perniciosa. Pauling replica che l'articolo
non è affidabile, perché le condizioni nelle quali il cibo è stato investigato
nel laboratorio non erano paragonabili a quelle di un cibo nello stomaco.
L'articolo originale è stato dimostrato errato a causa del loro inaffidabile
metodo di analisi e che di fatto la vitamina C non distrugge la vitamina B12
nel cibo in nessun significativo ammontare.
Gli autori dell'articolo
studiarono un pasto con un modesto contenuto di vitamina B12 e un pasto con alto
contenuto di vitamina B12, quest'ultimo contenente 90 g di fegato bovino alla
griglia. Alcuni dei pasti furono addizionato con 100-250-500 mg di avido
ascorbico. I pasti furono omogeneizzati in un frullatore, tenuti per trenta
minuti a temperatura corporea e poi analizzati col metodo degli isotopi
radioattivi. Fu riportato che 500 mg di vit. C distruggevano il 95% della
vitamina B12 nel pasto ipovitaminico e il 50% in quello vitaminico (con
vitamina B12).
Era noto che la
idrossicobalamina e la cianocobalamina in forma pura sono attaccate e ditrutte
dall'acido ascorbico in presenza di ossigeno e ioni di rame, ma il grado di
distruzione risultante dall'esperimento era inusitatamente alto. A Pauling qualcosa
sembrava anomalo nell'esperimento: l'ammontare di vitamina B12 nei pasti senza
acido ascorbico era molto basso rispetto a quanto avrebbe dovuto essere (circa
un ottavo). E' noto che una parte della vitamina B12 nei cibi è fortemente
legata alle proteine e ad altri costituenti del cibo. Ci sono delle procedure
per liberare queste quantità di vitamina. Se queste procedure non vengono usate
si rileverà solo l'ammontare di vitamina B12 libera. Una ripetizione
dell'esperimento con metodi aggiornati di dosaggio della vitamina C trovarono
che l'ammontare di vitamina B12 non era significativamente modificato dalla
vitamina C, e un ammontare di vitamina B12 da sei a otto volte quello riportato
nell'esperimento incriminato. Pauling conclude che un ammontare di 500 mg non
danneggia la vitamina B12.
La presenza di vitamina C
nelle urine può falsare I test sulla glicosuria
Anche l'analisi del
sangue nelle feci può essere falsata dalla vitamina C
Quando una persona assume
una ordinaria quantità di vitamina C ogni giorno la concentrazione di ascorbato
nel sangue rimane costante a 15 mg per ml. Soggetti che assumono 1,2,4 g
arrivano a 20 mg, ma dopo qualche giorno questa concentrazione decresce.
Questo fenomeno pare
suggerire l'esistenza, accanto al gene che produce gli enzimi per metabolizzare
l'acido ascorbico di un gene di controllo, che attiva il primo solo in presenza
di acido ascorbico, in modo simile al gene di controllo dell'escherichia coli che attiva il gene per
l'enzima necessario per la demolizione del lattosio solo se l'ambiente diviene
ricco di lattosio. Se l'ambiente è ricco di glucosio e non è necessario
demolire il lattosio il gene produttore dell'enzima viene inibito dal gene di
controllo.
L'assunzione di alte dosi
di vitamina C probabilmente iperattiva il gene degli enzimi necessari per
utilizzare la vitamina C e quando si diminuisce l'apporto di tale vitamina,
l'eccesso di enzimi provoca un avitaminosi, una sorta di effetto rebound.
Questo effetto dura una settimana o due.
Forse esistono soggetti
con una anomalia genetica che produce un eccesso di enzima che ossida la
vitamina C
Non sembra probabile che
la vitamina C possa causare aborti
I PERICOLI DEGLI PSICOFARMACI (DA BRAIN ALLERGIES)
La medicina ortodossa
comporta la somministrazione di sostanze chimiche estranee (che normalmente non
si trovano nel corpo umano) a livelli subletali nel trattamento di malattie
degenerative e infettive di tutti i tipi. Nel caso di disturbi mentali ed
emozionali, questo include la somministrazione di un gruppo di droghe conosciute
come phenotiazines e butytrophenones (conosciuti come "neurolettici")
in dosaggi che variano da molto modesto a molto alto. Alcuni esempi di ben
conosciuti antipsicotici di questa categoria sono Stelazine, Chlorpromazine,
Haloperidol, fluphenazine. Comunque, ciò che è maggiormente interessante, e
allo stesso tempo tragico riguardo i neurolettici è il fatto che quando sono
usati regolarmente per un certo periodo di tempo, ciò che avviene spesso nelle
cliniche psichiatriche per i malati mentali, il rischio di infliggere danni
permanenti al fegato, alla pelle, alla cornea, al midollo osseo, cuore e
specialmente al sistema nervoso centrale è grandemente aumentato. Medici e
pazienti dovrebbero essere allarmati
dalla lista di prove sempre più numerose di reazioni dannose e persino
mortali che risultano dall'uso cronico di farmaci antipsicotici neurolettici.
Ad esempio reazioni allergiche della pelle, reazioni allergiche del midollo che
producono agranulocitosi, distruzione del fegato, epatite, morte per infarto
coronarico causato da silente deterioramento del sistema di irrorazione del
cuore. Ma probabilmente l'effetto più conosciuto dell'uso prolungato dei
neurolettici è la tendenza a produrre un disturbo molto serio del sistema
nervoso centrale noto come discinesia tardiva.
Questa condizione è
caratterizzata da turbe dei movimenti muscolari, specie della faccia, e da
tremito e rigidità nelle pani e nei piedi. La memoria e la capacità di
concentrazione sono pure spesso
drasticamente deteriorate. Il discinetico si trova involontariamente a fare
smorfie, a compiere atti di masticazione, a mostrare a lingua e a strizzare gli
occhi; può anche ridere o piangere senza sentire le emozioni che
provocherebbero tali azioni. Molti di questi pazienti vivono inuo stato di
costante sofferenza, isolati socialmente dal loro comportamento incontrollato e
incapaci di portare a termine il compito più semplice.
Passate indagini di
soggetti cronicamente istituzionalizzati
ha mostrato la prevalenza di discinesia tardiva dall'uno al 55 per
cento, con gli studi più recenti che mostrano percentuali più alte. Questi
studi hanno mostrato che i pazienti con alto rischio di discinesia tardiva sono
donne che abbiano usato neurolettici per più di due anni e di età superiore a
55 anni. Perdipiù uno studio del 1977 ha mostrato che il 43% di un campione di
pazienti esterni avevano sviluppato discinesia tardiva. L'età media è
relativamente giovane (45,5 anni) e non vi è alcuna correlazione tra discinesia
tardiva e sesso, età, anni di uso dei neurolettici, numero di trattamenti
anticonvulsivi, abuso di alcool o anfetamine o disturbi neurologici nei pazienti o nelle loro famiglie.
La FDA aveva già
raccomandato nel 1973 ai medici di ridurre al minimo l'uso di neurolettici in
pazienti cronici e specialmente di età
superiore ai 50 anni. Consigliava di interrompere immediatamente il trattamento
al sopraggiungere di segni di discinesia tardiva perché è stato provato che
tali sintomi iniziali possono essere irreversibili.
L'aspetto grave della
discinesia è che spesso non risponde al trattamento con farmaci anticolinergici
e gli anti-parkinson. Il verificarsi immediato di sintomi extrapiramidali (un
altro nome della discinesi tardiva) è così comune che è divenuto usuale
prescrivere farmaci antiparkinson
anticolinergici insieme ad antipsicotici. Tali farmaci, che attenuano i sintomi
extrapiramidali immediati possono incrementare il rischio di discinesia
tardiva. Inoltre talvolta interferiscono col trattamento della psicosi
aggravando le reazioni ostili e in qualche caso causando uno stato
confusionale.
La cosa ancora più
assurda e tragica è che fin troppo spesso i grotteschi movimenti tipici di questo disturbo sono interpretati
dal personale e dai medici come segni convalidanti una diagnosi di disturbo psichiatrico
da trattare con farmaci al fine di "sopprimere lo stato di alterazione
nevrotica" o con psicoterapia al fine di "trattare i conflitti
soggiacenti".
Il trattamento con
megavitamine e meganutrienti (acidi grassi, amminoacidi, minerali) si è spesso
dimostrato sorprendentemente efficace nel trattamento di casi refrattari ad
altre cure. Recenti ricerche mostrano qualche speranza che un simile
trattamento risulti benefico anche per la discinesia tardiva, dato che i
farmaci tradizionali hanno effetti distruttivi sui livelli essenziali di
minerali e vitamine nel corpo e conseguentemente il loro ripristino ne può
contrastare gli effetti.
Sono stati gli studi di
Richard Kunin che per primi hanno suggerito la relazione tra neurolettici e
riduzione dei livelli dei nutrienti essenziali. Ad esempio le fenotiazine sono
potenti chelanti del manganese, che è un essenziale attivatore enzimatico. Nel
suo studio Kunin riporta almeno quindici casi clinici in cui di miglioramento
di pazienti discinetici trattati con dosaggi supplementari di manganese, che
erano risultati refrattari con i tradizionali antiparkinsoniani. Studi recenti
mostrano che oltre al manganese altri nutrienti possono indurre un
miglioramento nei casi di discinesia. Kunin citava un caso clinico in cui il
manganese si era dimostrato inefficace, si era avuto un miglioramento
impiegando alte dosi di vitamina B3. Alte dosi di colina, un
precursore del neurotrasmettitore acetilcolina, hanno ridotto
significativamente in nove pazienti su venti.
Pazienti che avevano
manifestato discinesia tardiva caratterizzata da movimenti oro-facciali dopo
l'interruzione del trattamento con neurolettici, sono stati trattati con
vitamina B6, ottenendo un miglioramento in 4 casi su 5.
Tutto starebbe quindi a
suggerire che i neurolettici provochino un deficit di alcune vitamine e
nutrienti. Esiste la possibilità che altri nutrienti (vitamine, amminoacidi,
minerali, enzimi) possano essere deficitari in soggetti trattati con
neurolettici.
Alcuni studi mostrano un
aumento da quattro a cinque volte del rischio di sviluppare diabete in pazienti
trattati con farmaci sedativi. Alcuni ospedali sono finiti sotto indagine
giudiziaria per l'accresciuto tasso di mortalità dei loro reparti psichiatrici.
I medici di tali ospedali hanno ammesso che in diversi casi la morte
sopravviene perché la discinesia tardiva colpisce il riflesso di deglutizione,
facendo sì che il paziente, invece di inghiottire, inali cibo o muco, oppure
sopravviene perché i sedativi riducono la resistenza alle infezioni virali o
batteriche, ad esempio polmonari.
Secondo la medicina
ortomolecolare i farmaci sono sostanze chimiche estranee al corpo (che
normalmente non si trovano nel corpo) che ne alterano radicalmente le vie
metaboliche e spesso e volentieri interferiscono con l'azione delle vitamine,
dei minerali, degli aminoacidi, degli enzimi e degli altri nutrienti.
Diversi medici
ortomolecolari si sono lamentati che viene loro impedita con severe reprimende
la somministrazione di megadosi di vitamina C ai pazienti psichiatrici che
invece sembrerebbero beneficiarne, per i presunti effetti nocivi che tali dosi
potrebbero produrre.
PAULING DISCUTE GLI ASSERITI EFFETTI
NOCIVI DELLE "MEGAVITAMINE" DIVERSE DALLA VITAMINA C
L'American Health
Foundation avvisava: "Le cosiddette megavitamine
dovrebbero essere evitate. Le vitamine sono elementi essenziali della nostra
nutrizione, ma ad alto dosaggio divengono farmaci e dovrebbero essere assunte
solo per la cura di specifici disturbi. Dosi molto elevate delle vitamine
liposolobili A e D producono ben noti effetti nocivi, e questo probabilmente è
vero anche per le altre. Dosi molto altre di vitamina C sono escrete
principalmente dalle urine. In mancanza di indicazioni che alte dosi di
vitamine sono sicure, occorrerebbe evitarle".
L'Handbook of poisoning, di R. Dreisbach, farmacologo alla Stanford
University School of Medicine menziona tra le sostanze potenzialmente tossiche
le vitamine A, D, K, K1 (una forma
della vitamina K) e le vitamine del gruppo B.
La vitamina K non deve
preoccupare perché raramente viene inserita negli integratori in commercio.
Anche perché adulti e bambini ne ottengono una dose adeguata dalla propria
flora intestinale. Una prescrizione medica è richiesta solo nei casi di
neonati, donne lavoratrici, pazienti in overdose da anticoagulanti. Sarà il
medico che in caso di somministrazione ne valuterà i rischi di tossicità.
Pauling ribadisce
ripetutamente che di aspirina si muore (soprattutto i bambini) mentre di intossicazione
da vitamine si viene danneggiati talvolta ma non si muore.
Per una normale crescita
ossea la vitamina D è richiesta insieme a calico e fosforo. E' probabilmente
bene non superare le RDA di vitamina D indicate nelle tabelle. Tra gli effetti
dell'intossicazione da vitamina D vi sono nausea, vomito, diarrea, anemia,
ipofunzionalità renale, acidosi, proteinuria, pressione alta, calcificazioni,
debolezza muscolare, dolori articolari.
La scrittrice di
dietologia Jane Brody ha affermato che la vitamina A è stata la causa del
numero maggiore di casi di intossicazione da vitamine. Ma non riporta alcun
caso di morte. I casi peggiori che riporta comprendono come sintomi solo
confusione, disidratazione, iperirritabilità, cefalea, dolori addominali e alle
gambe, vomito, irrigidimento del collo, pelle secca, labbra screpolate,
rigonfiamento dei nervi ottici e aumentata pressione endocraniale.
L'assunzione giornaliera
di dosi di vitamina A da dieci a ottanta volte la RDA può causare effetti
collaterali moderatamente seri. Dreisbach, nel suo manuale sugli avvelenamenti
dice che una dose da venti a cento volte maggiore della RDA può col tempo
causare dolorosi rigonfiamenti nodulari del periostio, rigonfiamenti,
osteoporosi, prurito, eruzioni cutanee, ulcerazioni, anoressia, aumento della
pressione intracranica, irritabilità, sonnolenza, alopecia, ingrossamento del
fegato (occasionalmente), diplopia e papilledema.
Una ripetuta e regolare
assunzione di questa vitamina liposolubile stoccata fa aumentare le riserve
corporee e daultimo la sua attività può raggiungere un tale livello da dare
manifestazioni come mal di testa da aumentata pressione intracranica e altre.
Assunzione di 100.000-150000 IU al giorno per un anno o più hanno causato
questi problemi in alcune persone ma non in altre. La RDA è 5000 IU. Pauling
consiglia di non superare 50.000 IU. Ogni persona che assume dosi molto alte di
vitamina A deve stare attenta a sintomi di intossicazione.
La vitamina B1
non ha dosi fatali e non ha effetti tossici rilevati. La RDA è 1,4 mg e una
assunzione di 50-100 mg è tollerata dalla maggior parte delle persone e
risultare di beneficio.
La vitamina B2
non ha dosi fatali conosciute e non ha dosi conosciute che producano seri
effetti tossici. La RDA è 1,6 mg. 50-100 mg sono tollerati dalla maggior parte
delle persone e possono essere di beneficio.
La vitamina B3
(niacina) non ha una dose letale conosciuta. 100 mg o più assunti di niacina
possono causare arrossamenti, prurito, vasodilatazione, aumento del flusso
sanguigno cerebrale e diminuzione della pressione sanguigna cerebrale. Gli
arrossamenti spariscono dopo quattro giorni di ritorno al dosaggio ordinario.
Dosi molto alte di nicotinamide può causare nausea in alcune persone. La RDA è
18 mg. 5000-3000 mg assunti per anni da pazienti schizofrenici non hanno
mostrato effetti tossici
La vitamina B6
(piridossina) non ha dose letale conosciuta. Quando è assunta giornalmente in
dosi molto alte, causa un significativo danno neurologico in alcune persone. La
vitamina B6 è l'unica vitamina idrosolubile che ha una tossicità
significativa.
Piridossina è il nome
usato per diverse sostanze (piridoxol, piridoxal, pyrdoxamine, pyridoxal
phosphate, pyridoxamine phosphate) che hanno la stessa attività contro
convulsioni, irritabilità, lsionii della pelle, ridotta produzione di
linfociti.
Fino al 1983 la si
riteneva non tossica, ma quell'anno apparve una comunicazione medica circa una
neuropatia periferica (insensibilità delle punte dei piedi, tendenza a
barcollare) con dosi di 2000-5000 mg al giorno per 4 mesi. La neuropatia
scomparve cessando l'uso della vitamina.
Indurre da un caso in cui
era stata assunta una dose mille volte superiore alla RDA la regola che non si
deve superare la RDA sembra a Pauling un volersi privare dei benefici effetti
di tale vitamina. Gli psichiatri ortomolecolari raccomandano 200 mg al giorno e
taluni pazienti assumono da 400 a 600 mg. Singole dosi di 5000 mg non producono
seri effetti.
Non è conosciuta una dose
letale per acido folico, acido pantotenico, vitamina B12 e biotina. Queste 4
vitamine sono considerate non tossiche.
Lo stesso scopritore
della folacina ha scritto che una dose maggiore di 2000 microgrammi invece dei 400
mcg della RDA sarebbero raccomandabili, ma inspiegabilmente la FDA raccomanda
di non superare il limite inferiore"
Alcuni medici esitano a
prescrivere alte dosi di acido folico perché può mascherare i sintomi di anemia
perniciosa da deficienza di B12 sostituendone parzialmente l'azione (le due
vitamine sono richieste entrambe per la produzione di globuli rossi e modollo
osseo), permettendo tuttavia ai danni neurologici di svilupparsi.
Oggi possiamo fare
analisi per individuare deficienza di vitamina B12 e limitare la folacina non è
necessario. Ma, appunto, bisognerebbe fare analisi per il deficit di vitamina B12.
Malgrado esistano effetti
collaterali, non esiste dose letale di vitamina C e non si può propriamente
parlare di intossicazione da vitamina C a nessun dosaggio, anche altissimo.
Non esiste dose tossica
conosciuta dei tocoferoli, le sostanze raccolte sotto il nome di vitamina E.
La vitamina E ha molte
funzioni benefiche, incluso il trattamento di disordini cardiaci e muscolari.
Funziona sia come antiossidante generale, in sinergia con la vitamina C e in
specifiche interazioni con proteine e lipidi non ancora ben chiarite.
Molte persone hanno
assunto dosi molto più alte della RDA di vitamina E per lunghi periodi di tempo
senza segni di intossicazione.
La vitamina E e la
vitamina C formano una notevole coppia di antiossidanti.
Interviene nella sintesi
dei pigmenti visivi. Contribuisce all'efficienza del sist immunitario, al
metabolismo degli ormonisteroidei e alla spermatogenesi. Coadiuva il faegato
nel neutralizzare le tossine di talune sostanze vale a dire interviene nella
funzione epatica di disintossicazione a protezione del cervello. Vitamina A e
carotenoidi (tra i quali betacarotene) inzieme ad altri micronutrienti (in
particolare vit. E, C e selenio) a proteggere dai radicali liberi dagli
attacchi da parte delle forme attive dell'ossigeno. Tutti insieme prevengono
alcuni tumori, l'aterosclerosi, la cataratta e l'invecchiamento precoce. Il
betacarotene contribuisce a stabilizzare le membrne biologiche.
In occidente la carenza
di vitamina A è rara.
Guardare molto la
televisione secondo alcuni medici brucerebbe più vitamina A, esattamente come
stare sempre sotto certe luci artificiali.
ipovitaminosi da vitamina a
Un deficit di
vitamina A provoca mancanza di adattabilità dell'occhio al buio. Può provocare opacizzazione
della cornea, prurito e infiammazioni agli occhi con gonfiore e arrossamenti
delle palpebre. Vi sono inoltre sintomi a carico della pelle, papule costituite
con ammassi di cellule cheratinizzate
Un capitolo a
parte merita la carenza di vitamina A nei casi ripetuti di bronchiti,
raffreddori, sinusiti e polmoniti. Si tratta di una mancanza di protezione del
virus che attaccano mucose e sistema respiratorio. Chi manca di retinolo ha in
genere una minore resistenza alle infezioni
Carenze di
retinolo potrebbero venire da una forma latente o palese di ipertiroidismo.
ipervitaminosi da vitamina a
Dosaggi molto
elevati di vitamina A (30.000 UI) per lunghi periodi possono dare
ipervitaminosi da vitamina A. Al disopra o al disotto della quantità necessaria
di vitamina A la stabilità della membrana viene alterata. L'ipervitaminosi è
dannosa per la cellula. Ratti in ipervitaminosi mostrano emolisi sia in vivo
che in vitro.
Per la
stragrande maggioranza dei medici americani si ha ipervitaminosi quando si
superano le 100.000 UI al giorno.
I medici
americani consigliano, se è necessario prendere dosi così alte per lunghi
periodi, di sospenderle due giorni ogni 5 di assunzione. Secondo il dietologo
americano Donsbach, op. cit., basterebbe sospendere per 72 ore la vitamina A
(stiamo parlando della forma derivata dagli animali) per eliminare qualsiasi
eccesso si fosse accumulato nel fegato. Infatti la caratteristica di queste
forme di ipervitaminosi è che il fegato, come d'abitudine per le sostanze
preziose per la salute, tende a immagazzinare la vitamina per rimetterla in
circolazione in caso di necessità. Basta perciò "dimenticare" di
assumere la vitamina A durante il week end per rimettere in genere le cose a
posto.
Quando scatti
l'ipervitaminosi non è chiaro: Molti ricercatori hanno messo a punto una serie
di sintomi: mal di testa, caduta di capelli, pallore; secondo altri un'alta
pressione intracranica, nausea, vomito, diarrea, screpolatura delle labbra,
dolori alle ossa, pruriti, fegato gonfio.
Secondo
alcuni dosi di 300.000 UI possono creare una ipervitaminosi cronica, mentre
dosi di 20.000 UI dovrebbero essere innocue anche per periodi indeterminati.
Il fegato
avrebbe la capacità di immagazzinare circa mezzo milione di UI e per arrivare a
dosi singole tossiche bisognerebbe calcolare almeno due milioni di UI
L'ipervitaminosi
di 13 cisretinolo, un derivato della A è teratogena per le donne incinte,
perché si possono creare degenerazioni del sistema nervoso nel feto.
E' contenuta in
particolare nel rognone, lievito di birra, semi di girasole, farina di grano
integrale.
Dopo 6 giorni di carenza
si osservano (in uomini giovani) stanchezza, intelligenza affievolita, irritabilità
e crampi, anomalie nell'elettrocardiogramma. Se la carenza persiste il
volontario lamenta anomalie nervose, in particolare alle estremità, spesso
dolorose.
Il cervello risponde
innanzi tutto alla vitamina B1: esso trae infatti l'energia dal glucosio, i cui
meccanismi di utilizzo necessitano di questa vitamina. In caso di deficit grave
compaiono sintomi come l'abolizione dei riflessi tendinei, degenerazione
muscolare progressiva, danno cardiaco e turbe psichiche gravi. Oltre a
contribuire alla produzione di energia, infatti, tale vitamina consente il
funzionamento regolare dell'insieme di neuroni il cui mediatore di
comunicazione è l'acetilcolina ("colinergici"), che sono gli stessi
danneggiati dall'Alzheimer. Ma anche altri neuromediatori vengono colpiti
Un consumo eccessivo di
zuccheri deve essere bilanciato da un surplus di vitamina B1, in caso contrario
si rischia la depressione. I primi pazienti cui venne somministrata una
soluzione glucosata per un tempo prolungato cominciarono a sentirsi depressi
come conseguenza della carenza di vitamina b1; poiché le scarse scorte di
questi malati si esaurivano rapidamente, il loro corpo si era impoverito di
tale vitamina. I bulimici che consumano bevande zuccherate e dolci farebbero
bene a preoccuparsi.
Il riso raffinato è amido
puro. Il riso integrale contiene alcuni minerali e vitamine, tra cui la B1, che
contribuiscono al buon utilizzo degli zuccheri dell'amido. Una dieta di riso
raffinato può rendere apatici per carenza alimentare.
Il beriberi significa in
malese "non posso non posso" in riferimento all'impossibilità -
cerebrale, nervosa e muscolare - di compiere movimenti. E' una patologia
potenzialmente letale.
Come per le vitamine
idrosolubili, l'eccesso rispetto ai bisogno fisiologici viene rapidamente
eliminato attraverso le urine. L'organismo umano possiede dunque scarse riserve
di vitamina B1.
Il pane costituiva in passato una delle principali
fonti di tiamina, ma il suo consumo è molto diminuito; inoltre il pane bianco
ne contiene da 3 a 4 volte in meno del pane integrale. 2/3 si perdono per
cottura. Gli alimenti surgelati la mantengono. Anche le lenticchie ne
contengono
L'aspirina e gli
antiacidi distruggono vitamina B1
La vitamina B2 è
importantissima per la retina. La carenza può provocare all'inizio occhi
arrossati, poi provoca congiuntiviti e
infine cataratte.
E' contenuta in
particolare nel fegato, rognone, cuore. In misura minore lievito e semi di
girasole
Questa vitamina favorisce
l'efficacia di altre vitamine, in particolare B1 e B3. Garantisce l'utilizzo
equilibrato ditutte le energie alimentari e collabora con le altre vitamine,
senza assumere mai il ruolo di prima donna. Non solo rende i neuroni
comunicativi, ma la sua presenza garantisce anche una pelle bella e funzionale
e delle mucose efficienti, tanto delle labbra e della lingua quanto delle parti
intime. Inoltre rafforza gli occhi.
Mangiare vitamine e acidi
grassi essenziali migliora la condotta dei giovani delinquenti: la diminuzione
degli atti violenti è del 26%
La mancanza di vitamina B2
è rara nell'uomo
LA VITAMINA B3 (ACIDO NICOTINICO O NICOTINAMIDE)
La vitamina B3 previene
trombosi. E' fibrinolitica. E' usata nella terapia delle tromboflebiti. E'
usata nella fase cronica delle embolie e trombosi arteriose. E' usata in tutti
i casi di insufficienza arteriosa di qualsiasi parte del sistema vascolare.
E' contenuta in
particolare nel fegato di manzo
La pelle (soprattutto
viso, collo, arti), l'intestino il sangue e pa psiche sonoin perfetta forma.
L'acido nicotinico e la
nicotinammide (amido dell'acido nicotinico) possiedono un'attività vitaminica
identica
L'organismo è in grado di
sintetizzare una parte della niacina che gli è necessaria dal triptofano, ma è
necessaria la presenza di vitamina B6.
La pellagra colpiva le
famiglie contadini povere che si nutrivano quasi esclusivamente di mais.
Provoca demenza, dermatite, diarrea, ma il quadro dominante è dato dai sintomi
psichiatrici, che son oi più precoci e costanti. All'inizio le alterazioni del
comportamento sono di tipo psico-nevrotico, poi compaiono stati i
sovreccitazione che divengono poi confusionali. Quando il deficit si protrae
per diversi anni, può consolidarsi in una demenza irreversibile, che può
causare persino la morte.
La carne fornisce il
triptofano, precursore della vitamina B3
Il mais non solo è privo
di niacina e povero di triptofano, ma possiede un fattore che inibisce la
trasformazione di questo amminoacido in vitamina.
Oggi si osservano forme
minori di avitaminosi di B3 negli alcolisti, in individui che si nutrono male o
soffrono di disturbi da malassorbimento oppure sottoposte a trattamento con
alcuni medicinali.
Non sono stati verificati
effetti tossici da B3 con multivitaminici in commercio
I sonniferi potrebbero
forse distruggere la vitamina b3
sovradosaggio di vitamina b3
Andrebbe
somministrata solo dietro consiglio
medico se si è diabetici, se si hanno glaucoma, ulcera o problemi di fegato
Non sono
state riscontrate dosi tossiche
Terapie di
niacina su malati di schizofrenia hanno fatto registrare talvolta la comparsa
di stati di depressione
LA VITAMINA B5 (ACIDO PANTOTENICO)
Garantisce dinamismo, nervi
saldi, intelligenza viva e digestione efficiente armoniosa, nonché chioma
scintillante.
E' il costituente
principale del coenzima A e interviene nelle reazioni che liberano energia a
partire da glucidi e acidi grassi. Del resto contribuisce direttamente alla
sintesi di acidi grassi e di numerosi altri componenti come gli steroli, tra i
quali troviamo anche alcuni ormoni sessuali In termini generali attiva il
metabolismo dei tessuti
La concentrazione di vitamina
B6 nel cervello è 100 volte quella del sangue. Garantendo una buona
comunicazione grazie all'elaborazione di neuromediatori, consente di superare
l'astenia, di vincere l'irritabilità e di evitare la depressione. Grazie alla
sua presenza il sangue svolge al meglio il proprio ruolo e irrora efficacemente
il cervello; la pelle e le mucose sono sane.
Partecipa a numerosi
sistemi enzimatici; almeno una cinquantina. Esercita un'azione determinante nei
processi metabolici cerebrali, in particolare nella sintesi di taluni
neurotrasmettitori che assicurano la comunicazione frai neuroni. In questa
funzione risiede appunto la sua eccezionale importanza biologica. Interviene nella distruzione e sintesi di
amminoacidi,nelle relazioni tra il metabolismo degli amminoacidi e quelli dei
glucidi, nella degradazione del glicogeno durante uno sforzo muscolare e in numerose
altre reazioni indispensabili alla vita, tra cui la sintesi dell'emoglobina. In
questo modo garantisce buona ossigenazione del cervello.
Bambini privati
accidentalmente di tale vitamina nel latte cadevano in convulsioni.
Gli anziani sono soggetti
relativamente al rischio di deficit di B6, che può d'altronde manifestarsi nel
caso di un'alimentazione fortemente iperproteica, che ne aumenta il fabbisogno.
In realtà la carenza è spesso legata a un'effettiva malnutrizione o
all'assunzione di medicinali che esplicano un'attività antivitaminica.
Le specie più carnivore,
come gatti e pesci manifestano subito sintomi da carenza, in particolare
disturbi di natura nervosa: convulsioni, estrema irritabilità, nuoto o
deambulazione erratici. Tali sintomi derivano dalla carenza di neuromediatori
nel cervello.
Evita la stanchezza e la
perdita di appetito. Unghie, pelle, ciglia, sopracciglia e capelli sono
lucenti. Coenzima importante per il metabolismo di glucidi o lipidi.
Le carenze spontanee sono
rarissime. In alcuni casi è legato al consumo di albume crudo, che contiene
avidina, antagonista della biotina.
Garantisce un buon sonno
e una buona memoria, evita irritabilità e affaticamento. Consente al sangue di
adempiere armoniosamente le proprie funzioni in particolare di ossigenazione
degli organi. E' responsabile del regolare svolgimento di tutte le divisioni e
moltiplicazioni delle cellule e della loro crescita. Infatti interviene in
numerose sintesi: quella di uno dei 4 anelli del dna, quella den nucleo di
purina e quindi degil acidi nucleici, nonché nella sintesi della metionina,
aminoacido solforato molto importante. Di recente è stato scoperto il ruolo
nella riparazione del dna.
Partecipa a tutti i
sistemi in fase di costruzione o che presentano un rinnovamento rapido, es.
emrione o feto. Un deficit può provocare malformazioni o ritardo nello sviluppo
cerebrale.
L'acido folico garantisce
il rinnovo armonioso dei tessuti, in particolare mucose, globuli bianchi,
piastrine e globuli rossi; la carenza può provocare anemia megaloblastica, vale
a dire che i globuli rossi sono di grandi dimension ma in numero troppo esiguo.
La denominazione B12
indica alcune sostanze chiamate "cobalamine" (hanno un atomo di
cobalto).
Garantisce la vivacità
dell'intelligenza, il dinamismo del cervello e di conseguenza quello del corpo.
La carenza determina gli stessi disturbi che l'acido colico: disturbi
neurologici, psichici e alterazioni ematiche..
I sintomi neurologici
possono precedere di gran lunga quelli ematici. I disturbi sono estremamente
frequenti e una diagnosi precoce è indispensabile per evitare danni
irreversibili al sistema nervoso. I sintomi principali sono la perdita di memoria,
dolori e sensazioni anomale agli arti, raffreddamento, intorpidimento,
impressione di ustioni e difficoltà di deambulazione. A volte la persona
lamenta un'irrequietezza alle gambe, sente il bisogno irresistibile di muovere
gli arti e di camminare. Una carenza grave può costringere a letto.
Il trattamento con
vitamina B12 può evitare, se non recuperare, le alterazioni cognitive negli
anziani, a patto che venga iniziato prima della comparsa dei disturbi.
Trascorso un anno dalla manifestazione dei disturbi intellettuali infatti, il
trattamento diventa purtroppo inefficace.
Praticamente nessun
animale e nessun animale superiore possiede il materiale genetico che consente
la sintesi della B12. Le cobalamine vengono sintetizzate dai microrganismi,
batteri e lieviti. Nell'alimentazione umana la B12 è presente quasi
esclusivamente in alimenti di origine animale. Le carni bovine ne sono ricche,
perché la sintesi avviene nel rumine.
Carenze possono derivare
da diete vegetariane strette, ma anche da disturbi metabolici o
gastrointestinali eventualmente congeniti, o ancora dall'invecchiamento, che
determina una minore acidità dello stomaco dovuta alla riduzione dell'acido
cloridrico. Il deficit può inoltre essere causato dalla mancanza del
"trasportatore digestivo", chiamato "fattore intrinseco",
normalmente presente nel succo gastrico.
L'uomo è onnivoro e
pertanto deve assoltuamente mangiare carne e prodotti animali.
La vitamina B12 viene
scomposta dagli agenti riduttori (tra i quali la vitamina C), dagli acidi e
dalle basi; la luce a l'umidità accentuano tale effetto. La cottura ne fa
perdere 1/5.
Il metabolismo della
vitamina B12 necessita di altre vitamine, la B2 e la B3
Nota per la funzione
antiossidante viene esaltata per la capacità di proteggere dall'invecchiamento
e preservare l'intelligenza e la fertilità.
Grammi di alimento che forniscono il 50% RDA |
Vitamina E |
Vitamina E mg in 100 grammi di alimento |
9 |
olio di girasole |
58 |
15 |
olio di mais |
30 |
25 |
olio di germe di grano, di arachidi |
20 |
40 |
olio di oliva, vinacciolo |
15 |
125 |
olio di noci |
8 |
80 |
finocchio |
6 |
125 |
rosso d'uovo |
4 |
250 |
prezzemolo, prugne secche |
2 |
Ciò che viene definito
vitamina E è in realtà un misto di varie
sostanze, tocotrienoli e tocoferoli (alfa, beta, gamma, delta; inoltre l'alfa,
per esempio possiede 3 atomi di carbonio asimmetrici, da cui le 3 molecole
diverse). A ciascuna di queste diverse molecole viene attribuito un
coefficiente di attività vitaminica. Solo l'alfa-d-tocoferolo e non il
gamma-tocoferolo è biodisponibile e integrato nelle membrane biologiche,
incluse quelle del cervello.
A livello molecolare i
tocoferoli hanno un'importanza fondamentale. Essi svolgono diverse funzioni
neutralizzano in particolare le forme attive e tossiche dell'ossigeno e
annullano i radicali liberi; in altri temrini proteggono gli acidi grassi
insaturi dalle perossidazioni e contribuiscono così a mantenere ll'integrità e
stabilità delle strutture cellulari. Si integrano in un vasto sistema
protettivo, complesso e interattivo, in cooprazone con il betacarotene, la
vitamina A, la vitamina C e diversi enzimi che funzionano con il selenio, il
rame, lo zinco e il manganese
Potrebbe essere utile per
prevenire il parkinson. Lo stesso varrebbe per il morbo di alzheimer.
Data l'assenza di rischi
tossicologici e lo straordinario effetto protettivo che esercitano gli apporti
alimentari ei tocoferoli potrebbeo essere aumentati, in particolare per i
soggetti a rischio o per coloro che sono esposti a sostanze inquinanti. E'
raccomandabile il consumo più frequente di germogli di cereali e di verdure
verdi, di taluni prodotti animali ricchi di vitamina E come l'uovo e la scelta
irrinunciabile e non parsimoniosa di oli Vegetali polinsaturi ricchi di
alfa-tocoferolo. L'olio per condire l'insalata, se scelto iin modo oculato,
costituisce quindi una garanzia di salute.