I CINQUE DISCEPOLI DI PADRE PAMBONE |
Una notte di moltissimi secoli fa, nel
deserto di Scete, presso un insediamento di monaci, due figure
arrancavano per lo stretto sentiero che saliva verso la chiesa passando dinanzi
alle celle scavate nella roccia.
"I
fratelli mormorano della tua predilezione per Moisé" dice Pacomio a padre
Pambone.
Padre Pambone
non risponde. Sono arrivati dinanzi alle celle dei suoi cinque discepoli. Piove
e tira vento. Passando, Pambone li chiama ad uno ad uno; si odono borbottii,
imprecazioni. Sono intanto giunti dinanzi ad un anfratto che si nota a
malapena, poco più della tana di un animale.
Pambone chiede
a Pacomio: "si sono aperte le celle dei monaci?"
"No",
risponde Pacomio.
Allora Pambone
si volta e sussurra dinanzi all’anfratto: "Moisé, partiamo per la Nitria.
Ora".
Prima che
abbia finito di pronunciare le parole, un’ombra compare accanto a loro,
silenziosa come quella di un sicario. Moisé sussurra: "Quale strada
prendiamo, Padre?".
"Ho
cambiato idea. Torna nella tua cella" gli risponde il padre.
Sulla strada
del ritorno Pambone dice a Pacomio: "Non dorme mai. Ha sempre dinanzi agli
occhi i suoi peccati. Possiamo noi fare come lui. Ora sai perché è il mio
prediletto"