IL MAESTRO IN CIMA ALLA MONTAGNA

     

 

 

 

        Un giorno un pellegrino si presentò alla porta di un monastero dove si diceva vivesse un sant’uomo dotato di poteri taumaturgici e della visione del futuro.

        Si presentò sul tardi, quando le porte erano ormai state chiuse. Venne ad aprirgli un monaco scarmigliato e dall’abito non troppo pulito, che, ascoltate le sue scuse per essersi presentato ad ora tarda e il suo desiderio di vedere il sant’uomo, gli disse bruscamente: “seguimi”.

        Quasi a passo di corsa, seguendo lo strano monaco, il pellegrino percorse il refettorio, la biblioteca, il chiostro e il giardino, in fondo al quale si apriva una porta su una scalinata che portava agli edifici superiori del monastero, situati in cima al monte che lo sovrastava. Il monaco, invece di rallentare, accelerò, quasi correndo su per i gradini.

        Dopo una salita che al pellegrino stravolto era apparsa interminabile, si ripeté la scena dell’attraversamento delle stanze – deserte – del monastero superiore. L’ultima stanza aveva una porta che si apriva su una scalinata identica a quella che avevano percorso.

        Sul limitare della discesa, il monaco prese congedo dal pellegrino, sempre più confuso, e gli disse di discendere per la scalinata, che l’avrebbe portato alla pianura dal lato opposto del monte. Poi gli chiuse la porta in faccia.

        Il pellegrino, disperato, poco prima che questa si chiudesse, gridò: “aspetti! mi aveva detto che avrei visto il sant’uomo!” e si sentì rispondere dall’altro lato: “il sant’uomo, se così vogliamo dire, sarei io. Ora mi hai visto e puoi tornare al tuo paese”.