IL MAESTRO CHE GIOCAVA A NASCONDINO |
Il maestro Naropa sfidò un giorno il suo
migliore discepolo a chi riusciva meglio a rendersi invisibile e introvabile.
Senza dire nulla, il discepolo chiuse
gli occhi, si concentrò e disparve. L’istante successivo Naropa sollevava una
pietra e prendeva tra le dita il piccolo insetto in cui si era trasformato il
discepolo.
Tornato che fu il discepolo in forma
umana, fu la volta di Naropa di sparire.
Per tre giorni il discepolo lo cercò in
ogni anfratto della montagna, sotto ogni sasso, sotto ogni sorgente, nelle
acque e nel cielo.
Il quarto giorno Naropa riapparve e si
mise tranquillamente fare colazione. Il discepolo non riusciva più a tenere a
freno la sua curiosità e alla fine interruppe il pasto del maestro per
chiedergli dove mai egli si fosse nascosto.
E si sentì rispondere: “Non mi ero
nascosto. Ero semplicemente dovunque. Quando sollevavi il sasso io ero il
sasso; quando guardavi nel cielo ero il cielo. Quando immergevi le mani
nell’acqua ero l’acqua. Quando respiravi ero l’aria che respiravi. Per questo
non mi hai trovato, perché cercavi una cosa, mentro io ero tutte le cose e
nessuna cosa”.