100 consigli per risparmiare

 

 

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  Non sopravvalutate le vostre entrate

  Non acquistate d’impulso

  I danni delle micro-spese

  La necessità delle informazioni

  L’errore di pensare in lire

  Spese “impreviste”, non significa spese “imprevedibili”

  Avere i soci giusti

  Valutate le vostre reti di sicurezza e regolatevi di conseguenza

  Ottimismo e pensieri positivi

  Avere un metodo

  Le recensioni di “Altroconsumo”

  Internet per risparmiare tempo e denaro

  Bandite il gioco dalla vostra vita

  Rilassati e spendaccioni

  Devo mangiare uova da allevamenti a terra?

  Devo stare attento a non acquistare cibi provenienti da organismi geneticamente modificati?

  Mangiare cibi "bio" è meglio? Dovrei passare al biologico?

  Come devo fare la spesa per risparmiare?

  Dove trovo i grassi omega-3 che fanno bene per la salute?

  Quale pesce comprano per la propria famiglia i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione? Lasciate stare il pescespada e passate al pesce azzurro: un vero tesoro nutritivo ad un prezzo incredibilmente basso.

  La soia è un alimento che può sostituire la carne e il pesce? Il latte di soia può sostituire il latte vaccino per i bambini?

  Qual è la frutta più vitaminica, e quella meno vitaminica?

  E' preferibile acquistare il farmaco generico, oppure quello originale?

  Perché mi converrebbe acquistare farmaci via internet in Inghilterra?

  Come procurarsi vitamina C di qualità ad un costo cinque volte inferiore a quello della farmacia

  Una cena urban style al ristorante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non sopravvalutate le vostre entrate

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Grave errore: sopravvalutare le entrate Nonostante tutti i buoni propositi di pianificazione, trovarsi senza un centesimo in tasca ben prima del nuovo stipendio è un'eventualità tutt'altro che impossibile. Il fatto è che, più o meno consciamente, quando ci troviamo fra le mani una certa somma di denaro (per esempio il giorno della paga o della pensione) fatichiamo a pensare a quando saremo agli sgoccio­li. E alla prima occasione di spesa, trovare un alibi che ci per­metta di abbassare la guardia senza troppi rimorsi non è cosa difficile: un credito che prima o poi ci sarà restituito, un ogget­to prezioso che più o meno esplicitamente sappiamo di poter vendere "se le cose si mettono male", qualche parente o ami­co su cui poter "eventualmente" contare ...

Non c'è niente di insolito né di colpevole in questi atteggia­menti: nessuno di noi è un robot e i nostri comportamenti (non solo nelle decisioni di spesa) possono essere condiziona­ti anche da fattori non strettamente razionali. Tutto ciò può av­venire in modo estremamente facile, senza che ce ne accor­giamo.

E può creare difficoltà gravi, specie se abbiamo valutato le fonti di reddito a fronte di un prestito bancario che dobbiamo restituire, o a fronte di un alloggio e di spese condominiali di cui non ci possiamo permettere l’affitto.

Talvolta la difficoltà nasce non da un errore sulla esistenza della voce positiva di bilancio, ma da un errore circa la data alla quale potremo disporre di questo denaro. Errori di calcolo anche di un solo mese possono rivelarsi rovinosi per un equilibrio finanziario delicato.

Ecco qualche consiglio per evitare questo errore:

  Non fare affidamento su fonti di reddito incerte - Per cal­colare quanto puoi spendere, prendi riferimento ciò che effet­tivamente hai, senza considerare ciò che potresti avere se ... Il fido della banca, un finanziamento a rate, l'anello d'oro che potresti vendere, il rimborso che aspetti dal Fisco, l'aumento che ti hanno promesso da mesi sono tutte fonti potenziali; I soldi veri sono quelli che hai in tasca e sul conto corrente.

  Riconosci le responsabilità e circoscrivile - La presenza di una situazione o di una persona che alimentano una "perdita" nelle tue finanze (un nuovo arrivato in famiglia, una malattia da fronteggiare, un partner da mantenere, .. ) possono trasformar­si facilmente in alibi per spendere in modo incontrollato, Met­titi a tavolino e valuta, voce per voce, quali sono le fonti di spe­sa effettivamente riconducibili a questa circostanza.

  Non spendere fino all'ultimo centesimo - Se pochi giorni prima dell'arrivo del nuovo stipendio o della pensione ti tro­vi con qualche banconota extra, non precipitarti a bruciarla alla prima vetrina che hai adocchiato, Dovresti riuscire a con­cludere il mese mettendo via qualche soldo: alla prima spe­sa imprevista (purtroppo capita: l'auto da riparare, una carie, l'intervento dell'idraulico ... ) ti aiuterà a non trovarti improv­visamente al verde,

  Una utilissima pratica – che dovrebbe diventare abitudine – è quella di creare, in vista di una spesa eccezionale o comunque non abituale né obbligatoria, come un viaggio, un vestito alla moda, un telefonino di ultima generazione, un foglio elettronico excel in cui elencate tutte le spese abituali e obbligatorie e fate il totale. Perdete un’ora per individuare tutte le vostre uscite regolari. Tornate nei giorni e nei mesi successivi a questo foglio fino a che non avrete fatto una azione capillare di ricognizione e un elenco completo di voci. Controllate il totale e confrontatelo col reddito disponibile, o meglio con una seconda colonna, “entrate”, dove elencherete le entrate effettive e sicure. In questo modo scoprirete immediatamente i passi falsi, ovvero le spese che vi lascerebbero in rosso.

 

 

Non acquistate d’impulso

 

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Risparmiare sembrerebbe una cosa facile. Compri quello che hai deciso e nessuno ti può obbligare ad acquistare altro. Ep­pure, come avrai forse notato se hai provato a tirare la cinghia per un certo periodo, questo proposito funziona solo in parte. In effetti nessuno, almeno così speriamo, ti obbligherà mai con la forza a spendere dei soldi. Ma, pur essendo perfettamente legali, e senza bisogno di persuasioni troppo occulte, le strategie del marketing e della pubblicità possono essere talmente astute da influenzare i comportamenti d'acquisto anche delle persone più autocontrollate. D'altro canto, per decidere in modo assolutamente razionale, conseguendo sempre il massi­mo vantaggio con la minima spesa, bisognerebbe quantome­no disporre di un'informazione completa e tempestiva su ogni argomento oggetto di scelta - si tratti del periodo per andare in ferie (come sarà il tempo? troverò molto traffico? incontrerò gente simpatica?) oppure del supermarket che offre un deter­minato articolo al prezzo migliore dei dintorni. Se così non fos­se, perché le aziende investirebbero miliardi di euro a questo scopo?

I professionisti della vendita sono bravissimi a fare leva sui nostri impulsi non razionali per persuaderci a comprare. Il loro mestiere è convincerci che un determinato prodotto è la rispo­sta più appropriata alle nostre esigenze. E se non abbiamo esi­genze che il prodotto può soddisfare arrivano addirittura a crearle; qualcuno li definisce "bisogni indotti": uno dei più ti­pici, per chi non ha particolari necessità di essere reperibili lon­tano da casa, è per esempio il telefonino.

I meccanismi su cui il marketing e la pubblicità fanno leva per persuaderci operano spesso a livelli semi-coscienti, per cui non è sempre facile riconoscerli ed eliminarli. Tuttavia, se riuscirai a farti un'idea di massima delle" armi" utilizzate dall'industria in questo campo, rispettare gli obiettivi di risparmio che ti sei po­sto ti sarà molto più facile. Prima di fare un acquisto, potrai passare rapidamente, a mo' di "lista di controllo" i fattori che potrebbero aver influenzato la tua scelta inducendoti a una spesa avventata. Ecco qualche esempio:

  La moda - «L'uomo è un animale politico», diceva Aristote­le: lungi dall'essere macchine indipendenti, siamo condizio­nati nelle nostre scelte da chi ci sta intorno. Gli esperti di consumi li chiamano gruppi di riferimento: per sentirci in sin­tonia con loro ci vestiamo in un determinato modo, ascoltia­mo una particolare musica, consumiamo alcuni alimenti in­vece di altri. Così, per puro spirito di emulazione, potremmo essere indotti a fare una scelta più costosa o, addirittura, ac­quistare un oggetto di cui non abbiamo un vero bisogno.

  L"'effetto regalo" - Promozioni e offerte speciali sono un'autentica manna dal cielo per chi vuole risparmiare. Ma quando ti imbatti in una svendita sotto costo o in un volan­tino che pubblicizza prezzi-bomba a caratteri cubitali, oc­chio a non fare di tutta l'erba un fascio. Il fatto che il vendi­tore "butti fuori" merce a un prezzo per lui poco convenien­te non ti impone di accettare il dono in tutti casi; al contra­rio, separa ciò che è conveniente da ciò che ti serve.

  L'''effetto scarsità" - Gli americani li chiamano "scarcity" e sono i beni che danno l'impressione di finire da un momen­to all'altro. Questa sensazione, il più delle volte, è frutto di un'attenta opera di comunicazione che si alimenta tipica­mente di frasi come "offerta limitata", "2000 pezzi disponi­bili", "se sarà fra i primi 10 a rispondere riceverà un regalo". A meno che tu non abbia la certezza che si tratti dell'affare della tua vita, quando ti trovi di fronte a questi inviti, tempo­reggia e imponiti di rimandare all'indomani la decisione di acquisto: si tratta perlopiù di espedienti messi in campo ad arte per non farti riflettere troppo.

  Packaging - Ancor prima che lo acquistiamo, ogni ogget­to suscita in noi decine di sensazioni. Non c'è da meravigliar­si che le aziende foraggino a suon di migliaia di euro i mi­gliori professionisti incaricati esclusivamente di occuparsi delle confezioni, dei colori e dei nomi che possono rendere i loro prodotti attraenti ed evocativi. Quando fai le spese fra scaffali sfavillanti non dimenticare il vecchio proverbio: "non è l'abito che fa il monaco".

  Valori e credenze - Tante volte, le buone occasioni ci sono pre­cluse solo perché non vogliamo vederle, perché siamo diffiden­ti nei confronti delle novità, o semplicemente un po' pigri; tante volte, questi atteggiamenti sono favoriti da convinzioni o modi di pensare che ereditiamo dall'ambiente in cui viviamo o cre­sciamo. Nell'Italia meridionale, per esempio, molte meno per­sone che al nord usano le assicurazioni a distanza, sebbene sia­no in genere più economiche: un comportamento che qualcuno spiega con il maggior peso che in meridione vie­ne dato alle relazioni personali e di amicizia ("scelgo quella compagnia perché conosco il promotore", "voglio vedere in faccia il mio interlocutore"). Un piccolo sforzo per pensare al di­fuori degli schemi e un atteggiamento positivo nei confronti del­le novità, in tanti casi, potrebbe fruttarti un bel risparmio.

Ecco qualche consiglio per resistere alle spese affrettate:

  In libreria, o altrove, portatevi un piccolo taccuino dove annoterete l’autore e il titolo del libro o le caratterstiche del prodotto. Questa semplice misura farà sì che il vostro subconscio si liberi dalla paura di non poter ritrovare più il vostro oggetto di desiderio e non vi spinga a comperarlo immediatamente

  Non fate shopping in televisione o su internet nelle ore notturne, perché è provato da studi scientifici che sono le ore in cui la solitudine alimenta la frustrazione e questo alimenta l’acquisto.

  Per lo stesso motivo, evitate di uscire per acquisti quando siete in stato di frustrazione perché qualcosa è andato storto nella giornata o non avete ottenuto il risultato che vi prefiggevate, perché la tentazione di gratificarvi con un acquisto è più forte.

 

 

I danni delle micro-spese

 

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Come un rubinetto gocciolante, le micro-spese possono consumare il budget come quelle più evidenti

Questa regola è molto importante, perché è il presupposto su cui si basa gran parte di un sistema razionale di risparmio. Le spese, di qualunque tipo esse siano, sono come l'acqua che sgor­ga da un rubinetto. A volte, per esempio quando si lavano i piat­ti, il rubinetto rimane aperto a tutta potenza per diversi minuti e chi lo usa è abbastanza consapevole che sta consumando una gran quantità di acqua. È ciò che succede quando si fa un acqui­sto di una certa importanza, per esempio ci si compra un orolo­gio nuovo, oppure quando si fa una spesa come il pagamento dell'affitto. Come chi ha aperto il rubinetto sa di consumare mol­ta acqua, in questi casi si è consapevoli di aver speso una certa cifra e nei giorni successivi è facile ricordarsi che il proprio con­to in banca è stato decurtato di un po' di soldi.

Il nostro rubinetto, tuttavia, ha un piccolo difetto: gocciola. Se il suo proprietario non si preoccupa di limitare questo problema, goccia dopo goccia l'acqua che ne esce sarà almeno altrettanto copiosa di quella consumata consapevolmente. Le gocce che cadono dal rubi­netto sono le piccole e quasi invisibili spese quotidiane; spese che, a conti fatti, possono pesare quanto i grandi acquisti. Pen­sa a un "innocuo" caffè al bar da 85 centesimi: preso per cinque mattine la settimana, significa oltre 210 euro in un anno - come un bel week-end in una città d'arte o un televisore nuovo.

Per la riuscita di una strategia di risparmio sarà importante focalizzarsi sia sulle aperture del rubinetto, sia tentare di limita­re lo stillicidio delle gocce che escono in modo incontrollato.

Le tattiche per innescare il risparmio non devono fare differenza fra piccole spese e grandi ac­quisti. Tra le tattiche di risparmio rientrano sia i consigli che potrebbero farti risparmiare in una so­Ia volta qualche centinaia di euro, sia suggerimenti per "lima­re" una manciata di centesimi ogni giorno

Una importante abitudine mentale per sensibilizzarsi a queste uscite che tendono a sfuggire alla nostra attenzione è quella che possiamo chiamare “base 30” o “base 365”. Chiediamoci cioè, ogni volta che facciamo una spesa giornaliera apparentemente piccola, quanto questa rappresenti su base mensile (“base 30”) o su base annuale (“base 365”). Ci potremo allora accorgere che la sosta giornaliera al bar ci viene a costare 60 euro mensili, o che il dolce con cui concludiamo sempre il pasto, da solo, ci viene a costare 50 euro mensili. E saremo in grado di regolarci di conseguenza.

 

 

La necessità delle informazioni

 

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Come, per risparmiare bisogna procurarsi qualcosa? Bisogna munirsi di un'attrezzatura? Bisogna acquistare degli strumen­ti? Sembra un controsenso spendere del denaro per rispar­miare; lo è solo in parte. Basta pensare che ci sono aziende che a questo scopo pagano fior di quattrini società ed "esperti di risparmio" (le loro qualifiche sui biglietti da visita sono in realtà molto più esotiche, del tipo "Expense Reduc­tion Manager"). Posta in questi termini, la decisione di "spendere per risparmiare" corrisponde a "fare un investimento", vale a dire un piccolo sacrificio destinato (si spera) a generare un vantaggio monetario superiore al suo costo.

Non ti si propone di assoldare anche te un consulente del risparmio. Il tuo investimento più fruttuoso, se vuoi risparmia­re, si chiama informazione.

Hai presente quelle scritte che si vedono ogni tanto sulle bu­che per le lettere dei condomini, del tipo: "Non imbucare pub­blicità. Grazie". Sarebbe interessante calcolare quanto grava­no su ogni inquilino queste ingiunzioni, in termini di occasioni di risparmio perse solo perché lo sgarbato volantino che an­nunciava una vendita sottocosto è stato rispedito al mittente. Ricordalo: conoscere è risparmiare. Tieni gli occhi aperti quan­do sei fuori casa; guarda le insegne, i negozi, scruta i cartello­ni pubblicitari: il paesaggio urbano è una fonte inesauribile di potenziali affari e opportunità per spendere in modo oculato. E la pubblicità, per quanto chiassosa e molesta, è lo strumen­to più formidabile per conoscerle e confrontarle.

Un caso banale ma non irrilevante finanziariamente potrebbe essere quello della persona che si reca al lavoro in auto mentre, se avesse consultato gli orari dei mezzi pubblici, avrebbe trovato una soluzione più conveniente ad un costro estremamente basso.

Non conoscere i punti vendita raggiungibili dalla tua abitazione e le loro caratteristiche (discount, ecc.) è fonte di perdita patrimoniale quasi sicura.

Non conoscere le agevolazioni ferroviarie, quelle per gli over 60, le formule per gli studenti, le offerte Microsoft per insegnanti e alunni vuol dire subire un danno economico più o meno rilevante.

Informarsi significa anche non fermarsi alla prima soluzione, anche se appare conveniente, Se vuoi veramente risparmiare, informandoti prima di una spesa scoprirai di sicuro una secon­da opzione più vantaggiosa, E se hai tempo, magari una terza, ancora più economica,

 

 

L’errore di pensare in lire

 

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Un sondaggio svolto in occasione del secondo anniversario della moneta unica rivelava che oltre il 70 della popolazione ammette disinvoltamente di vivere in un mondo virtuale dove la lira è ancora l'unica e indisturbata unità di misura di tutti i va­lori. Riconosciamolo: la lira, nelle nostre teste, la fa ancora da padrona. E quando, sventuratamente, ci troviamo dinanzi a un prezzo che per qualche curiosa ragione è espresso solo in eu­ro, risolviamo agilmente il problema con un'approssimativa moltiplicazione per duemila.

L'abitudine di fare i conti in questo modo, colpevolmente ali­mentata da mezzi di comunicazione che continuano a tradurre i prezzi "in vecchie lire", alla lunga non è solo poco pratica: è co­stosa. Rimanendo ancorato alla vecchia valuta, infatti, tenderai a ragionare per unità, perdendo le cognizioni dei centesimi, rele­gati inconsciamente a spiccioli di poco conto. Cosa che i cente­simi, quando si parla di euro, non sono affatto: fra una mortadel­la da 1,50 euro l'etto e una mortadella da 1,66 c'è una differen­za del 10. Che sarebbe apparsa più degna di attenzione se ri­spettivi cartellini avessero riportato 2904 e 3214 lire.

Questo fenomeno non è naturalmente sfuggito agli esperti di marketing delle aziende produttrici e delle grandi catene di distribuzione, ben liete di poter sfruttare una nuova e meno ac­curata percezione dei prezzi da parte del pubblico per "dirot­tarlo" verso gli articoli più costosi.

A falsare ulteriormente la nostra percezione dei nuovi prezzi, esponendoci al pericolo di spese più disinvolte, sono poi i tagli della nuova valuta: nell'età dell'euro le banconote sono utilizza­te perlopiù nelle spese di medio e alto importo. Per tutto il re­sto ci sono le monete - quelle monetine che noi italiani erava­mo abituati a trattare con sufficienza e a cedere con disinvoltu­ra, visto il loro scarso valore. Per chi, come ancora la maggior parte delle persone, è ancora psicologicamente attaccato la li­ra, riesce difficile associare a un banale conio bicolore, tanto si­mile alle vecchie 500 lire, quattro vecchie banconote da mille. Però il valore della moneta da 2 euro è quasi questo.

Per tutti questi motivi, prima di iniziare qualsiasi tattica di ri­sparmio è indispensabile che tu guadagni una fedele percezio­ne di quanto spendi. Pensare in euro è un piccolo mutamento di abitudini che vale la pena di compiere e che ti aiuterà in mo­do sorprendente a raggiungere i tuoi obiettivi. Per pensare nella nuova valuta, dovrai come prima cosa smet­tere di tradurre mentalmente in lire.

  Come in una storia d'amore finita, rimanere psicologica­mente attaccati alla vecchia fiamma non ti servirà che a ren­derti difficile la vita e precluderti i vantaggi della nuova fase. La lira è morta, dimenticala.

  Creati un listino mentale composto da 15 generi che acqui­sti quotidianamente, dal pane alla benzina, più cinque prez­zi "grandi", come il costo di un'automobile, l'affitto e lo sti­pendio. Imparalo a memoria, senza tralasciare i numeri che ci sono dopo la virgola.

  Il tuo listino perso­nale, alla lunga, sarà il nuovo riferimento per i prezzi che incon­trerai strada facen­do. Entro poche settimane, senza quasi accor­gertene, inizie­rai a pensare veramente nel­la nuova mone­ta. Benvenuto in Europa.

 

 

Spese “impreviste”, non significa spese “imprevedibili”

 

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Un ottimo esercizio di contabilità, simile a quello che abbiamo proposto per le uscite, consiste nella redazione di un elenco completo di tutte le spese “impreviste”. Iniziate questo elenco oggi. Sforzatevi di buttare giù tutti i tipi di spese impreviste che vi vengono in mente dalla vostra passata esperienza. State certi che ne avrete dimenticata la metà. Continuate ad aggiornare per diversi mesi questa lista mano a mano che le spese capitano o vi vengono in mente. Alla fine avrete una utilissima mappa da consultare per capire quanto potete spendere e quanto dovreste tenere di riserva a scopo precauzionale

 

 

Avere i soci giusti

 

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«La vita non è facile / ma a volte basta un complice / e tutto è già più semplice», cantava anni fa Vasco Rossi. Forse non pen­sava a una strategia di risparmio, ma la sua considerazione è perfetta per i nostri obiettivi. Risparmiare in compagnia è più facile, motivante ed efficace. È per questo motivo che, se vivi in famiglia o hai un partner, è buona norma che tu lo coinvol­ga nella tua strategia anti-spesa.

Valutate insieme il problema, discutete le possibili soluzioni e datevi un comune obiettivo di budget. Se hai figli, coinvolge­re anche loro sarà una mossa produttiva, oltre che certamente educativa. Non c'è nulla di male nel mettere a conoscenza i bambini in età scolastica che la famiglia sta fronteggiando una situazione finanziaria critica e che si sta dando da fare per risol­verla: li farà sentire responsabili e ti permetterà di raggiungere i tuoi obiettivi sentendoti dawero parte di una squadra.

Non tutti i famigliari, purtroppo, sono ugualmente "com­plici". Se hai a che fare con un compagno o una compagna dalle mani bucate, che nonostante i tuoi sforzi di convinci­mento e i tanti buoni propositi continua a disattendere la strategia di risparmio, potresti doverti rassegnare a fare da solo. In questi casi, puoi tuttavia cercare di limitare il danno. Una tattica è la separazione dei fondi: dividere fisicamente gli introiti famigliari in tre parti - una per te, una per il tuo part­ner spendaccione e una per le spese comuni, come l'affitto o gli alimenti dei figli. È importante che tu stabilisca preventi­va mente, assieme al tuo partner, l'importo esatto da far con­fluire nel fondo comune e che il denaro destinato a ciascun gruppo di spesa sia concretamente diviso: puoi conservare le "tue" banconote in un luogo inaccessibile o, se la situazione è critica, aprire tre distinti conti correnti economici via Internet, disponendo che quello riservato alle spese comuni possa essere utilizzato solo per prelevamenti con la firma congiunta di entrambi.

Non limitarti a cercare complici di risparmio all'interno della tua famiglia. Notevoli vantaggi possono derivare dal disporre di un network di risparmio, vale a dire da una rete di amici e conoscenti inte­ressati come te a comprimere le spese. Non si tratta solo di un supporto "psicologico" ma del concreto aiuto che potresti avere, solo per fare un paio di esempi, organizzando dei turni di baby sitting a rotazione con gli altri genitori  op­pure dividendo l'auto per andare al lavoro.

 

Valutate le vostre reti di sicurezza e regolatevi di conseguenza

 

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Di fronte ad una difficoltà finanziaria fa una grossa differenza se abbiate dei familiari che possano venirvi in soccorso, un coniuge che possa sopperire col suo reddito; come pure se avete acceso un solo mutuo oppure se avete già sfruttato tutte le possibilità di credito disponibili; se avete già impegnato o no il quinto dello stipendio.

Chiedetevi se in caso di catastrofe finanziaria ci sia qualcuno a soccorrervi. Valutate le vostre reti di sicurezza. Se non ne avete o ne avete poche, dovete cambiare radicamnte le vostre abitudini e fare della sicurezza finanziaria la priorità della votra vita. La sola Francia ha tre milioni di senzatetto che sono finiti per strada perché hanno sopravvalutato le loro risorse di emergenza.

 

 

Ottimismo e pensieri positivi

 

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È fisiologico, per chi si trova in una situazione di ristrettezza economica, indugiare in momenti di sconforto o in atteggia­menti di autocommiserazione. Anche se non ti trovi in condi­zioni di emergenza, e hai comprato questo libro perché hai in­tenzione di mettere da parte qualcosa per un tuo progetto, cerca di eliminare, dalle tue prossime scelte "risparrniose", le sensazioni di costrizione e di necessità.

Questo non è un manuale americano di automotivazione, del tipo "Rendi la tua vita straordinaria in dieci giorni". Nessuno ti sta dicendo che se hai uno scoperto in banca devi sentirti feli­ce. Tuttavia, è indispensabile che tu prenda fattivamente co­scienza che gli atteggiamenti negativi non hanno alcuna utilità nel risolvere il tuo problema. AI contrario, potrebbero realmen­te rendere la tua strategia di risparmio più difficile e faticosa. Gli psicologi definiscono questi meccanismi "profezie autoavve­ranti", vale a dire di convinzioni riguardo al proprio futuro che possono cambiare il futuro stesso. Uno dei tanti studi in propo­sito ha addirittura dimostrato come le persone che hanno aspettative negative sulla propria salute tendono effettivamen­te ad ammalarsi più di coloro che contano di passare una vita in salute. Non c'è nulla di magico o paranormale nelle profezie autoaweranti come questa; semplicemente, come lo studio ha dimostrato, le persone che pensano prima o poi di ammalarsi, mettendo in conto questa eventualità come cosa certa, tendo­no a curare meno la propria salute; non si preoccupano troppo dei danni del fumo, non si prendono la briga di farsi le analisi regolarmente, si alimentano spesso in maniera scorretta: tutti atteggiamenti molto più rari nel gruppo dei "sani".

Nei prossimi giorni, quando avrai iniziato la tua strategia di ri­sparmio, mantieni chiara la consapevolezza che le tue scelte non sono punizioni, né costrizioni cui devi sottostare: sono strumenti che ti permetteranno di raggiungere il tuo obiettivo. Elimina dal tuo vocabolario espressioni di autocommiserazio­ne del tipo "con i soldi le cose mi vanno sempre male", "ma­ledetto euro, diventa tutto sempre più caro", e pensa che, da oggi, ogni spesa sarà un'opportunità per risparmiare. Fatti i primi passi, completa l'opera. Vista da una nuova prospettiva, risparmiare sarà una sfida, non priva di aspetti divertenti: un'esperienza per metter­ti alla prova e misurare, giorno dopo giorno, i tuoi risultati. Ec­co una bella profezia autoavverante!

 

 

Avere un metodo

 

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C'è un modo sicuro per raggiungere i tuoi obiettivi di rispar­mio senza perdersi sulla strada delle buone intenzioni: avere un metodo.

Quando un ragazzo ha un rendimento insoddisfacente a scuola, a volte si sentono i professori dire "si applica, ma non ha metodo". Non si tratta di una frase fatta, oppure di una for­mula fumosa per dire con gentilezza che quel ragazzo è un po' tonto. Un metodo è, al contrario, qualcosa di molto concreto: è un insieme di regole pratiche per raggiungere pienamente un obiettivo nel modo più veloce possibile e facendo la mini­ma fatica. Di più: avere un metodo è anche il sistema più effi­cace per scansare le trappole di spesa che abbiamo visto fino­ra, perché ti permette di individuare facilmente gli errori e di correggerli. La prima cosa è creare il metodo con cui si potrà raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo metodo sarà la vostra strategia di risparmio.

 

 

Le recensioni di “Altroconsumo”

 

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Che si tratti di un'automobile o del detersivo per i piatti, scegliere il prodotto con il miglior rapporto qualità prezzo è un'arte che, ogni anno, può tradursi in centinaia di euro risparmiati. Dal 1973, l'associazione di consumatori Altroconsumo pubblica un'omonima rivista che, mese dopo mese, riporta nu­merose prove comparative dei prodotti più disparati, con utili in­dicazioni sui prezzi. L'abbonamento annuale ad "Altroconsumo" costa una settantina di euro (comprensivi, però, della tessera dell'associazione che dà diritto a numerosi servizi); magari divi­so con un amico, potrebbe tuttavia fruttarti risparmi consistenti.

Puoi chiedere informazioni allo 02668901 o visitare il sito www.altroconsumo.it.

Simile ad "Altroconsumo", ma meno orientata ai test, è la rivista "II Salvagente", che può essere richiesta in abbonamento al numero verde 800015260, C'è anche un sito Internet: www.ilsalvagente.it.

 

 

Internet per risparmiare tempo e denaro

 

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In molti casi, il modo più veloce ed economico per otte­nere il maggior numero di informazioni utili è navigare su In­ternet. AI prezzo di una telefonata urbana, Internet ti permette di consultare banche-dati di prezzi, confrontare offerte concor­renti, cercare le alternative pìù vantaggiose sui motori di ricer­ca e metterti in contatto con altre persone interessate al ri­sparmio con cui dividere i costi di molti momenti della tua gior­nata,

Non solo: con Internet potrai pagare bollette, effettuare opera­zioni di banca, sbrigare pratiche e quant'altro senza muoverti di casa o dali' ufficio: operazioni che, per chi lavora, significano spesso ore di permessi non retribuiti.

Naturalmente, se non hai ancora un computer connesso a Internet potrai ugualmente beneficiare della maggior parte dei nostri consigli. Ma in ogni caso ti suggeriamo vivamente, alme­no prima degli acquisti più "corposi", di farti un giro nella Rete per confrontare prezzi e caratteristiche, Anche gratis, utilizzando le postazioni ad accesso libero che ormai numerose biblioteche pubbliche mettono a disposizione dei navigatori.

Esistono siti che, con pochi clic di mouse, permettono di conoscere il negoziante che pratica il prezzo più basso di un de­terminato articolo, come CostaMeno (www.costameno.it) e Tro­vaprezzi (www.trovaprezzi.it) o Kelkoo (www.kelkoo.it). Altri siti, come Dooyoo (www.dooyoo.it) e Ciao (www.it.ciao.com) ti per­metteranno di conoscere facilmente le opinioni spassionate di migliaia di consumatori su tantissimi articoli, aziende e servizi, in modo da valutare la reale convenienza di tante scelte di spesa. Alla lunga potresti prenderci gusto, e magari ti piacerebbe avere un computer connesso a Intemet tutto per te, per acquisire di vol­ta in volta informazioni utili ai tuoi acquisti. Sarà il tuo investimen­to per risparmiare. Per navigare su Intemet basta anche una macchina di seconda mano, che potrai ottenere con poche deci­ne di euro o addirittura gratis. Se senti di appartenere alla schiera di coloro che temono le nuo­ve tecnologie e vedono tutto ciò che ha un interruttore come fu­mo negli occhi, forse questa è l'occasione per smetterla di com­piacerti della tua originalità. Le stesse biblioteche che offrono un accesso a Internet molte volte organizzano corsi (gratuiti o a prezzi "politici") per imparare a servirsene. Puoi trovarne anche presso un'università statale: gli atenei spesso istituiscono brevi serie di lezioni per i propri studenti che, come tutti i corsi univer­sitari' per legge devono essere accessibili da tutti, anche da chi non è iscritto. I sistemi operativi che fanno funzionare i compu­ter sono ormai estremamente facili e intuitivi e siamo certi che non ti servirà più di poche ore di pratica per destreggiarti.

 

 

Bandite il gioco dalla vostra vita

 

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Una diffusissima fonte di distorsione delle entrate è rappresen­tata dalle lotterie e dai concorsi a schedina, che fanno intrave­dere ai partecipanti la possibilità di vincere somme più o meno allettanti di denaro, Oltre a prestarsi con facilità a operare come alibi più o meno consapevole per non affrontare i problemi di spesa in modo razionale ("Faccio la schedina, e chissà che con un po' di fortuna non possa risolvere i miei problemi di bilan­cio", "), gli esborsi per partecipare, specie per chi gioca rego­larmente, possono alla lunga costituire un voce di spesa consistente, ragioni per cui ti sconsigliamo di investirci del denaro,

Da un punto di vista strettamente raziona­le, non esiste alcun gioco cui sia vantaggio­so partecipare: le società che organizzano i concorsi non sono associazioni di beneficenza; alla lunga loro guadagnano sempre e gli scommettitori, nel loro complesso, perdono,

Se non puoi proprio fare a meno di sperperare denaro in schedine e biglietti della lotteria, alme­no rivolgiti a quei concorsi che offrono maggiori pro­babilità di vincita, come la Tris e il lotto (a patto di pun­tare su pochi numeri), Il gioco con minori chance? Il Su­perenalotto.

 

 

Rilassati e spendaccioni

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Per quanti benefici possa portare con sé una situazione di relax, essere rilassati potrebbe avere un importante rovescio della medaglia quando si tratta di fare scelte d'acquisto oculate. Secondo uno studio apparso sul «Journal of Marketing Research», quanto più rilassati ci sentiamo al momento di entrare in un negozio, tanto più tenderemo a spendere soldi.

Utilizzando dei video e delle musiche di cui in un esperimento precedente era stato valutato l'effetto più o meno rilassante sulla psiche, i ricercatori avevano indotto nei 670 soggetti partecipanti due diversi stati di rilassamento: alcuni, a cui erano stati proposti video e musiche molto gradevoli, erano ora in uno stato di profondo rilassamento; 1'altro gruppo era stato esposto a musiche e immagini altrettanto gradevoli, ma con effetti meno rilassanti (senza però raggiungere livelli di stress).

A questo punto a tutti i soggetti è stata mostrata una scelta di prodotti con l'invito a valutarli in termini monetari. La loro valutazione avveniva secondo varie metodiche (per scongiurare che il ricorso a un singolo metodo di valutazione producesse un certo tipo di risultati), fra le quali la partecipazione a un'asta online.

Nel primo dei sei test condotti, le offerte fatte per una fotocamera digitale dai soggetti molto rilassati superarono dell' 11%  quelle dell' altro gruppo di soggetti, meno rilassati. Al contrario, le offerte degli individui meno rilassati si avvicinavano molto al valore stimato effettivo della fotocamera. La stessa tendenza si registrava nelle aste per gli altri prodotti, e il risultato finale era che i soggetti più rilassati li sovrastimavano in media del 15%.

Fra gli altri oggetti e servizi utilizzati per il test comparivano un trattamento benessere, una crociera, un lancio col bungee jumping, del gelato. In tutti i casi, gli individui più rilassati avevano attribuito a questi prodotti un valore molto più alto rispetto alloro valore commerciale.

La spiegazione di questo comportamento fornita dal responsabile della ricerca, il dottor Michel Tuan Pham, è che in un contesto rilassato il cervello non percepisce la minaccia, e ciò gli consente di riflettere in maniera astratta sul valore di prodotti e servizi. Quando deve valutare una fotocamera, per esempio, una persona più rilassata prenderà in considerazione i vantaggi derivanti dal possedere un oggetto che serve a catturare ricordi. Una persona meno rilassata, invece, tenderà a focalizzarsi su singole caratteristiche dell'oggetto e se questo valga effettivamente il prezzo richiesto.

Cosa ci insegna questo studio? Che prima di entrare in un negozio o di fare acquisti online è bene valutare qual è il nostro stato d'animo. Un pizzico d'ansia potrebbe farci risparmiare un sacco di soldi.

 

 

Devo mangiare uova da allevamenti a terra?

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In un recente libro (2014) il ricercatore Dario Bressanini cita studi di varie università che hanno prelevato dai supermercati cartoni di vari tipi di uova e li hanno confrontati. In realtà non c'è alcuna differenza tra le uova di galline allevate a terra e di quelle allevate in batteria. Anzi, pare addirittura che le prime siano meno fresche, perché, dato il maggiore costo, sono acquistate meno e quindi permangono per più tempo sugli scaffali.

Questo era prevedibile, perché “a terra” non vuol dire che le galline si nutrano di lombrichi, erbe e chicchi di piante selvatiche, tutti alimenti ricchi di omega 3, che potevano veramente fare la differenza tra un uovo di fattoria e un uovo di allevamento industriale. Perché questo avvenga in un allevamento a terra occorrerebbe disporre di uno spazio immenso dove far razzolare le centinaia o migliaia di galline ovaiole, cosa di cui non dispone alcuna azienda che rifornisce la grande distribuzione. In larga parte, quindi, l’alimentazione è costituita dagli stessi mangimi. Non fa nessuna differenza poi, per la composizione chimica dell’uovo, che certi produttori dichiarino i mangimi “biologici”, perché i controlli delle autorità sulle uova e i mangimi impediscono che vi si possano trovare residui tossici di qualche rilevanza.

Se volete, potete invece provare le uova arricchite con omega 3, prodotte da galline che hanno mangiato semi ricchi di questo prezioso grasso polinsaturo, come semi di lino o di colza. Le raccomanda una studiosa del calibro di Artemis Simopoulos, scienziata di fama mondiale, uno dei massimi esperti della dieta mediterranea, autrice del libro divulgativo The Omega Diet. Vedi in proposito, in questo documento l’articolo “Uova arricchite con omega-3: fanno bene?”.

 

 

Devo stare attento a non acquistare cibi provenienti da organismi geneticamente modificati?

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E' molto raro che un OGM produca danno all'uomo. A parte pochi casi, nella stragrande maggioranza dei casi, non c'è nessuna dimostrazione che gli OGM abbiano prodotto un simile danno.

Il nostro organismo è molto più resistente di quel che sembra. Si tenga presente che tutta la frutta e la verdura ordinaria contengono delle tossine naturali destinate ad uccidere gli animali e gli insetti che mangiano una quantità eccessiva di quella pianta impedendone la riproduzione. La quantità di veleni naturali che con la nostra dieta ipercalorica introduciamo nell'organismo non è piccola. Si tenga presente che tutta la pasta che mangiamo, i pomodori, le melanzane, le patate, sono state geneticamente modificate tramite irradiazione con i raggi gamma già fin dagli anni '50 per produrre varietà più produttive e resistenti. Ma questo non ha arrecato alcun danno evidente al nostro organismo.

Per esempio, il grano duro utilizzato dalla Barilla (come da tutti gli altri produttori di pasta di migliore qualità) è il grano CresoTM, ottenuto irradiando con radiazioni nucleari (raggi gamma) il grano Senatore Cappelli, prodotto negli anni '30 da uno straordinario agronomo italiano, Nazareno Strampelli, incrociando ben 100 varietà di grano provenienti da tutto il mondo…

In Francia i consumatori mangiano tranquillamente patate e cipolle irradiate con i raggi gamma perché durino a lungo e non facciano germogli, senza alcun problema, perché, cessata la brevissima irradiazione, sparisce ogni traccia di radioattività.

 

 

Mangiare cibi "bio" è meglio? Dovrei passare al biologico?

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Consiglio d'oro, che vi farà risparmiare un sacco di soldi: mangiate normale e lasciate stare il biologico.

I cibi biologici sono costosissimi, e non sono né più ricchi né meno inquinati di quelli non biologici

Le principali cause di morte in occidente sono il tumore al polmone e le malattie cardiovascolari. Abolire le sigarette, la riduzione dell'attività fisica, una alimentazione troppo ricca di calorie totali, di grassi animali e carboidrati raffinati farà molto di più per la vostra salute della conversione al "biologico".

Ecco una serie di ragioni per lasciar perdere il biologico:

I controlli non sono sempre seri. In Italia, poi, paese della corruzione per eccellenza, si può presumere che siano quasi sempre poco seri. Molti prodotti biologici vengono da regioni italiane che sono in testa alle classifiche delle truffe all'Unione Europea.

I cibi biologici non sono più "ricchi" di quelli non biologici. Perché un vegetale produca frutti, è necessario apportargli con un concime tutto ciò di cui necessita. Il concime biologico (letame) non è in grado di apportare ai vegetali tutti i principi necessari per produrre cibi pieni di sostanze utili.

Non è strettamente necessario mangiare biologico se si vogliono evitare i "veleni nel piatto". E' sufficiente (e molto meno costoso) stare alla larga da una semplice lista di cibi, che contengono più additivi o sostanze chimiche di altri (vedi)

I controlli di qualità di supermercati come Carrefour, Auchan o Esselunga sono molto rigorosi, e impediscono quasi sempre che cibi con una quantità di residui chimici superiore alla soglia fissata dalla legge finiscano nella nostra tavola. Con la frutta e la verdura acquistate al mercato è un altro discorso…

La normativa sugli alimenti biologici è a dir poco ambigua:

Non sono permessi molti dei pesticidi (erbicidi, insetticidi, fungicidi, ecc.) dell'agricoltura normale, ma alcuni sì: piretro (veleno di origine vegetale utilizzato anche nelle bombolette di insetticidi in commercio), rotenone (prodotto tossico in via di eliminazione dal biologico), solfato di rame (prodotto tossico, che non si lava via bene con l'acqua), idrossido di rame (idem), zolfo, paraffina, alcuni oli minerali e così via. Alcuni di questi prodotti non sono meno tossici dei pesticidi dell'agricoltura normale (il rotenone è più tossico)

La legislazione italiana ed europea stabiliscono controlli – e quindi limiti ai pesticidi e conservanti – riguardo il metodo di produzione, cioè riguardo le coltivazioni. Non proibisce di aggiungere conservanti o sostanze chimiche in fase di trasporto o stoccaggio. Non prevede controlli del limite di pesticidi, che potrebbero essere già presenti nel terreno e passare alla frutta e verdura anche se l'agricoltore è in regola perché non glie li somministra direttamente.

L'agricoltore biologico è autorizzato ad utilizzare pesticidi chimici nel caso che le colture siano a rischio.

Il ministero della sanità in Italia come in tutti i paesi europei, compie una costante azione di monitoraggio dei prodotti alimentari non biologici. Negli ultimi anni questa azione ha fatto sì che i cibi trovati con quantità di pesticidi fuori norma siano stati solo una piccola percentuale (3,44%). Quindi non è necessario mangiare biologico per sentirsi tranquilli.

Il fatto che un alimento abbia residui di pesticidi superiori a quelli di legge non implica assolutamente che sia tossico, perché i limiti di legge sono fissati molto, molto al disotto del livello tossico.

I vegetali sono pieni di sostanze tossiche naturali, evolute allo scopo di scoraggiare animali e insetti dal divorarli. Il nostro organismo è quindi notevolmente resistente a tossine e velini provenienti da ciò che mangiamo. La nostra specie si è adattata con successo a migliaia di sostanze nocive presenti nel mondo vegetale e perciò in molti alimenti. Prendiamo una patata, un cavolfiore o un cespo di lattuga biologici. Cosa c'è di più sano? direte voi. Eppure sono impregnati di sostanze naturali pericolose - almeno potenzialmente - per la nostra salute. La patata contiene due alcaloidi, la solanina e la chaconina, che sono dotati di potere inibitorio sulle colinesterasi, un gruppo di enzimi importanti per molte funzioni dell'organismo: è la stessa proprietà del malathion, un pesticida sintetico. In due etti di patate sono presenti 15 mg di alcaloidi e solo tracce infinitesimali di malathion, di cui arriviamo a ingerire non più di 0,015 mg al giorno. Né la solanina né la chaconina sono state studiate per accertarne il potere cancerogeno, mentre il malathion è stato oggetto di approfondite sperimentazioni. Eppure ingurgitiamo mille volte più alcaloidi della patat che malathion. I cavolfiori, i broccoli e il cavolo contengono notevoli quantità di indol-3-carbinolo, un composto che - come la famigerata diossina - può proteggere o aggravare la cancerogenicità di un altro cancerogeno naturale, l'aflatossina, a seconda della sequenza di somministrazione. Secondo alcuni calcoli il rischio di cancro insito in una porzione di cavolfiori sarebbe parecchie volte superiore a quello della dose massima giornaliera consentita di diossina. Le piante si sono evolute per almeno 500 milioni di anni affinando le loro armi chimiche contro i predatori. Gli animali si sono a loro volta adattati a questi pericoli, elaborando delle difese, come per esempio il continuo ricambio delle cellule più vulnerabili (pelle, bocca, esofago, stomaco, intestino e polmoni). L'Homo Sapiens, essendo l'ultimo arrivato, non ha fatto in tempo a provvedersi di un analogo apparato difensivo. Per giunta la sua dieta è cambiata drasticamente nel corso dell'ultimo millennio, allargandosi via via a comprendere piante e frutti - caffè, tè, patate, pomodori,manghi, avocado, kiwi - sconosciuti ai suoi progenitori, o prima impiegati essenzialmente a scopi medicinali (cavoli,broccoli, cavolfiori). I nostri piatti sono dunque infarciti di incognite, e noi siamo impreparati a farvi fronte. Naturalmente abbiamo imparato a scartare quei vegetali che avevano effetti tossici immediati. Ma nessuno è in grado di garantirci che certi tipi di piante che noi mangiamo abitualmente non siano responsabili di fenomeni a lungo termine, quali il cancro, che insorge a di­stanza di anni o di decenni rispetto alla causa che lo ha scatenato.

Come ha messo in luce. il biologo di Berkeley, Bruce Ames, moltissimi alimenti contengono sostanze naturali che si sono dimostrate cancerogene nel ratto o .nel topo. Tanto per fare qualche esempio: anice, mele, banane, basilico, melone, carote, sedano, succo di pompelmo, funghi, succo d'arancia, prezzemolo, pesche, pepe nero, ananas ... E la lista potrebbe conti­nuare. Sono i cosiddetti «pesticidi biologici», i veleni che le piante secernono per difendersi dagli aggres­sori. Ne sono stati scoperti decine di migliaia, ma sol­tanto su una cinquantina sono stati condotti dei test appropriati. E ben la metà di essi sono risultati cance­rogeni: una percentuale piuttosto elevata per farci concludere che la natura sia solo benigna.

È probabile, dunque, che quasi tutta la frutta e la verdura che compriamo al supermercato contenga qualcuna di queste sostanze. Non c'è da allarmarsi: l'effetto cancerogeno ad alte dosi osservato negli ani­mali non può essere automaticamente trasferito al­l'uomo che assume questi cibi in dosi molto più basse in rapporto alla sua massa corporea. Ames ha calcolato che. un americano medio (e perciò, probabil­mente, un cittadinò medio di qualunque paese svi­luppato), ingerisce giomalmente.1,5 grammi di pesti­cidi biologici, 10 mila volte di più dei residui di na­tura sintetica, comunque pochissimo rispetto alla dose che induce effetti tossici negli animali di labora­torio.

E poi, assieme ai veleni, le piante contengono an­che degli antidoti naturali, vitamine e antiossidanti. Non per nulla una dieta ricca in vegetali, lungi dall'essere sconsigliata, è ritenuta una buona preven­zione contro il cancro. E non c'è ragione di pensare che tali sostanze protettive non agiscano anche nei confronti degli inquinanti industriali.

L'80% delle ricerche sui composti chimici conte­nuti negli alimenti ha finora riguardato quelli sinte­tici: additivi, coloranti, pesticidi, farmaci. Quasi il 50% di essi ha rivelato proprietà cancerogene nei topi o nei ratti alla «dose massima tollerata». Molto ancora resta da fare in questo campo: secondo un rapporto dell'Ocse del 1990, circa metà dei prodotti chimici più diffusi attende ancora una adeguata valu­tazione tossicologica. Ma considerato che il 99,99% della nostra razione quotidiana di molecole tossiche è fornito da madre natura, sarebbe opportuno che lo sforzo di ricerca non si concentrasse solo sul restante 0.01%.

Non si tratta di minimizzare i problemi ambien­tali del pianeta in cui viviamo, ma di pensare e di agire in maniera più razionale anche in campo scien­tifico, per evitare ingiustificate ondate emotive a senso unico che non aiutano a migliorare le condizioni di salute della gente.

Qualcuno propone di sostituire ai pesticidi chimici delle piante «geneticamente manipolate», più resistenti agli insetti - e perciò anche più velenose. Ma forse sarebbe meglio che gli scienziati si dessero da fare per la identificazione e la purificazione di so­stanze naturali ottenibili dai vegetali, con l'obiettivo di valutarne il potenziale tossico e - perché no? - ma­gari anche terapeutico. E sarebbe importante che i chimici chiarissero all'opinione pubblica la natura e gli scopi della loro attività, per scrollarsi di dosso l'in­giusta etichetta di inquinatori. Del resto, questi mo­derni alchimisti non hanno nemmeno bisogno di di­fendersi, perché se spesso imitano la natura, qualche volta sono riusciti perfino a fare meglio di lei.

Il nostro organismo è abituato a smaltire una dose quotidiana di veleni. Oltre ai veleni naturali contenuti da millenni nei vegetali (vedi), smaltisce le tossine animali e della digestione, i prodotti tossici dei medicinali e altri veleni ancora. Una minima quantità di fitofarmaci e pesticidi non rappresenta un pericolo immediato

Quello che è rilevante per la salute è la quantità totale di pesticidi ingeriti. Chi mangia in modo non eccessivo, o coloro che praticano la restrizione calorica (vedi paragrafo) possono mangiare una porzione di alimento con un livello di pesticidi superiore a quello consentito e tuttavia assumerne di meno di chi mangia enormi quantità di cibo.

Inoltre, coloro che stanno attenti agli altri veleni che arrivano nel piatto sotto forma di additivi (conservanti, coloranti ecc.) nel cibo, pur mangiando frutta e verdura e cereali non biologici assumono meno veleni di coloro che non stanno attenti agli additivi.

Prodotti non trattati con conservanti o fitofarmaci, sviluppano muffe e batteri ben più dannosi per l'uomo. L'aflatossina è ad esempio un fungo che si sviluppa in vegetali non ben conservati e si accumula nell'organismo, che non riesce ad espellerla, provocando, grazie a tale accumulo, anche a distanza di anni, effetti tossici, danni al fegato e cancro.

In tutto il mondo si stanno facendo sforzi per limitare e controllare l'impiego di fitofarmaci, insetticidi e diserbanti, che spesso vengono somministrati in quantità eccessive e senza alcuna razionalità, inquinando il terreno e le falde acquifere. Tuttavia, l'uso della chimica in agricoltura non può per ora essere bandito se non a prezzo di un crollo della produzione, che innalzerebbe i prezzi in modo impossibile, e andrebbe anche a scapito del Terzo Mondo.

 

 

Come devo fare la spesa per risparmiare?

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Acquista secondo i reali bisogni nutrizionali, soprattutto quelli delle proteine, le cui fonti sono le più costose (carne, pesce, insaccati). Consulta le tabelle nutrizionali. Un adulto non ha bisogno di 150 gr. di carne al giorno. Perciò, se ad es. fai la spesa per te, scegli il vassoio con la pesata di 100 gr. anziché quello con la pesata di 180 gr. Non sono consigliate più di tre noci al giorno per le coronarie, perciò tu comprane solo due.

Un adulto maschio che non svolge lavori pesanti ha bisogno di non più di 2500 calorie al giorno. Una donna di non più di 1800 calorie. Il nostro organismo ha un meccanismo di omeostasi per cui riesce, almeno finché è giovane, a "gettar via" le calorie in eccesso e mantenere un peso costante. Questo vuol dire che tutte le calorie in eccesso sono soldi gettati al vento. E non si tratta di pochi soldi: un giovane adulto che consuma 3000 calorie invece delle 2500 necessarie ha elevato la sua spesa alimentare di ben il 20%

Controlla sempre le offerte speciali. Oggi molti supermercati le segnalano con appositi cartelli

Alcuni supermercati scontano del 20% prodotti vicini alla scadenza, come insalata e verdura

Controlla sempre, nell'etichetta del prezzo, il prezzo al kg e confronta i vari prodotti

Preferisci cibi poco trasformati a quelli ad alto grado di lavorazione. Ad esempio:

il pesce impanato costa il 40% in più di quello non impanato, il nasello surgelato costa il 40% in meno dei tranci di nasello

il minestrone knorr precucinato in scatola costa il 30% in più di quello surgelato e quest'ultimo costa il 40% in più di un minestrone fatto con verdure fresche (eh, sì, il minestrone surgelato, anche quello Carrefour, non è proprio a buon mercato…)

l'arrosto affettato di pollo o tacchino costa il 100% in più del tacchino da cuocere

I pasti precucinati (melanzane precucinate, lasagne precucinate ecc.) costano il doppio di quelli cucinati in casa

I prodotti di rosticceria costano il doppio di ciò che prepari a casa con ingredienti acquistati separatamente

Una confezione di tortellini, per la lavorazione, eleva il prezzo rispetto alla pasta e alla carne presi separatamente anche del 50% (a meno che non siano tortellini-schifezza): al loro posto proponi della pasta con un sugo di carne fatto da te.

Lo yoghurt o la ricotta costano meno dei fiocchi di latte, perché questi sono molto lavorati

Utilizza qualche prodotto discount. Nei supermercati Carrefour, Coop, Esselunga esiste la linea "discount", che ha prodotti controllati che costano la metà: yoghurt, latte, fagioli discount possono essere tranquillamente utilizzati al posto dei prodotti di marca senza nessun danno per la salute.

Su prodotti come carta igienica, fazzolettini orientati decisamente sul discount

Utilizza i prodotti a marchio del supermercato (Carrefour, Auchan ecc.) anziché quelli con marchi non del supermercato: sapone liquido, fagioli, spazzolini, dentifrici marchiati Carrefour sono perfettamente utilizzabili al posto di quelli più costosi.

Controlla sempre, sull'etichetta, qual è la ditta che produce i prodotti per Carrefour o Auchan: molto spesso sono ditte molto buone, come Polenghi Lombardo per il latte Carrefour, Icam per la cioccolata Coop ecc. In questo caso acquista senza esitare.

Patti estremamente chiari con i familiari (soprattutto i figli): nessun capriccio alimentare. Non sono ammessi "sofficini che mi piacciono" e "sofficini che non mi piacciono", "yoghurt che mi piacciono" e "yoghurt che non mi piacciono"; "pasta che mi piace" e "pasta che non mi piace", "fazzolettini di carta che preferisco" e "fazzolettini di carta che non mi piacciono". L'unico criterio è il rapporto prezzo-qualità.

Utilizza i naselli surgelati: risparmi l'80% sui surgelati in trancio o impanati

Evita cibi come sofficini, olive ripiene surgelate, pasti precucinati, perché il costo per kg è altissimo

Evita come la peste gli insaccati: il banco formaggi e insaccati è il banco del massacro economico con prezzi che vanno da 25 € a 70 € al kg.

Evita i prodotti di rosticceria: stesso discorso che per gli insaccati

Evita il latte "arricchito", "a digestione facilitata"; evita gli gnocchi con il "ripieno di formaggio" e simili: acquista il prodotto base, e non quello "arricchito", che sovente costa anche il 30% in più.

Evita i cibi biologici (vedi).

Evita la frutta e la verdura fuori stagione. I pomodori fuori stagione, le fragole fuori stagione e il radicchio fuori stagione sono una vera follia.

Ci sono delle ditte che praticano prezzi alti non giustificati dalla qualità, che per gli altri prodotti è appena un po' inferiore (es. Yomo o Abit): individua questi marchi ed evitali. Per latticini, pasta, detersivi, saponi, olio, aceto, biscotti, cioccolate, esistono marchi che si fanno pagare un prezzo esageratemente alto. Evita i produttori che praticano prezzi assurdamente alti con l'etichetta degli ingredienti esattamente identica a quella degli altri.

Fai la spesa con la calcolatrice e datti un budget. In questo modo tieni sotto controllo quanto spendi. Se vedi che hai sforato il budget, qualche semplice sostituzione o eliminazione dal carrello ti faranno risparmiare tantissimo.

Consulta, sul sito www.learningsources.altervista.org la tabella delle proteine meno care. Avrai delle sorprese.

Oggi ci sono molti siti che pubblicano i prezzi comparativi dei prodotti presso i vari supermercati, e addirittura delle app per telefonino. Usale.

Evita cibi come creme, tiramisù, tranci di torta, gelati, perché il prezzo al kg. di queste preparazioni è altissimo (a parte il danno per la salute)

Patatine, caramelle, cioccolatini hanno pure un prezzo per kg altissimo (le Pringles costano 70 € al kg, quasi come il caviale)

Evita i prodotti sfiziosi come le aragoste, i pesci costosi, le uova di quaglia, le cioccolate con ripieno di caramello, i biscotti Mulino Bianco ripieni di crema; i pomodorini sardi; l'aceto balsamico o di mele invece di quello di vino; le margarine arricchite con omega-3 e simili

Acquista il pane tipo 00 con farina, acqua, lievito sale. Evita il pane di semola, le biovette con aggiunta di grassi ecc. perché la lavorazione raddoppia il prezzo.

Per certe categorie di alimenti, esistono differenze di prezzo non giustificate dalla reale qualità: i pinoli costano quattro volte le nocciole e queste costano due volte le mandorle o i semi di girasole, che hanno la stessa quantità di omega-6; la carne di tacchino o pollo ha le stesse qualità nutrizionali (o poco meno) della fesa di vitello; l'aceto di mele o balsamico non hanno alcun pregio rispetto a quello di vino; la margarina non vale più del burro di qualità ordinaria; i fogli per fotocopia da 80 g/m2 non valgono più di quelli da 70 g/m2, eccetera

 

 

Dove trovo i grassi omega-3 che fanno bene per la salute?

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I grassi omega-tre proteggono il cervello da epilessie e ischemie e prevengono le malattie cardiovascolari. Sui meccanismi, però, fino a poco tempo fa, era buio completo. E’ recente una incredibile scoperta: una differenza di potenziale elettrico nella membrana dei neuroni determina tutto. A controllare la differenza sono le proteine Trek-1, che aprono e chiudono i canali della membrana. L’epilessia e gli stati comatosi sono causati dal blocco di questi canali. L’esperimento è stato fatto su tre gruppi di cavie. Al primo è stato tolto il gene della proteina Trek-1: nutrito con e senza grassi ricchi di omega-tre, si è mostrato molto vulnerabile a epilessie e ischemie. Il gruppo di cavie con Trek-1 è stato suddiviso in due: uno alimentato senza rassi omega-tre, l’altro con. Questo terzo gruppo ha mostrato una formidabile resistenza a ischemie e epilessie. Ecco cosa accade: i grassi non saturi si legano alla proteina Trek-1 per aprire i canali della membrana dei neuroni, permettendo così l’uscita degli atomi di potassio carichi di elettricità positiva. Il blocco dei canali impedisce ilriequilibrio delle differenze del potenziale elettrico tra parte interna ed esterna della membrana dei neuroni. Il blocco può essere prodotto dalle tossine. L’interazione tra omega-tre e Trek-1 apre i canali e salva le strutture neuronali dal blocco. I crostacei sono ricchi di omega-tre.

I grassi omega-3 sono straordinari per la salute delle coronarie e la prevenzione dell'infarto. Le popolazioni eschimesi che consumano grandi quantità di omega-3 non conoscono le malattie cardiovascolari.

Gli omega-3 non sono da confondere con gli omega-6, contenuti nelle noci e nei semi oleosi (anche loro necessari per la salute del cervello)

  I pesci più ricchi di omega-3, contrariamente a quanto si pensa, non sono i salmoni, ma gli sgombri, che costano molto poco, sono di piccola taglia e quindi non inquinati da piombo mercurio o altri metalli pesanti come i pesci di grossa taglia (pescespada, tonno), sono ancora abbondanti nel mediterraneo e nell'atlantico, e quindi non sono di allevamento.

I salmoni di allevamento, nutriti con mangimi, hanno pochi omega-3, perché questi grassi sono contenuti nel plancton che mangiano gli animali in libertà.

purtroppo sgombri e aringhe sono stati in questi ultimi anni aggrediti da un parassita che deposita nelle loro carni uova microscopiche che penetrano nel corpo dell'uomo e sviluppano vermi nematodi. ma niente paura: per distruggere le uova è sufficiente cuocere bene o surgelare il pesce per 2-3 giorni.

  Crostacei (aragoste ecc.) e cacciagione selvatica contengono anch'essi buone dosi di omega-3.

  Gli integratori (pillole di omega-3) non sono fonti da disprezzare, ma occorre scegliere solo prodotti sottoposti a ultrafiltrazione, perché i grassi dei pesci sono contaminati da metalli pesanti. Un ottimo prodotto, microfiltrato, è Omega3-rx della enervit, prodotto su licenza di Barry Sears (l'autore dellla dieta della "zona")

  Altra fonte di precursori di omega-3 è l’olio di semi di lino

È estratto dai semi della pianta Linum usitatissimum, molto utilizzata fino a qualche decennio fa per produrre capi di abbigliamento. A differenza degli altri oli vegetali, ricchi di grassi omega 6, l'olio di lino è molto ricco di acido linolenico, il capostipite dei grassi omega 3. Ne contiene fino al 58%: per soddisfare il fabbisogno giornaliero di grassi omega 3 ne bastano solamente 6 grammi al giorno!

L'acido linolenico è il più delicato tra gli acidi grassi: si ossida molto facilmente e di conseguenza il processo di estrazione dell'olio di lino deve essere fatto accuratamente, possibilmente in assenza di aria e a temperatura controllata.

Fino a qualche anno fa l'olio di lino spremuto a freddo veniva prodotto esclusivamente con ilmetodo Baglioni, a temperatura controllata, per lo più da piccole aziende biologiche.

Ora che il consumo è aumentato le aziende più grandi hanno adottato metodi molto meno delicati nei confronti del prodotto, che viene portato a temperature molto più alte che possono ossidare l'acido linolenico.

Inoltre nessun produttore propone confezioni totalmente opache che proteggano l'olio dalla luce; nessun negoziante lo conserva in frigorifero per proteggerlo dalla temperatura.

La probabilità di trovare un prodotto veramente fresco, quindi, è molto bassa.

Consigliamo quindi di evitare il consumo di olio di lino, a meno di non approvvigionarsi direttamente dal produttore, assicurandosi che utilizzi il metodo Baglioni e che conservi in frigorifero l'olio così prodotto.

Il prodotto va conservato in frigorifero in bottiglie scure, e va consumato nel giro di qualche settimana.

Ha un sapore caratteristico di noce, leggermente amarognolo. Quando irrancidisce prende un sapore sgradevole di pesce.

  Semi di Chia

La Chia è una pianta che cresce in Messico e Bolivia, della quale si utilizzano in prevalenza i semi. Pare siano una fonte ricchissima di omega-3 e che ne contengano più del salmone

 

 

Quale pesce comprano per la propria famiglia i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione? Lasciate stare il pescespada e passate al pesce azzurro: un vero tesoro nutritivo ad un prezzo incredibilmente basso.

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Qualche tempo fa, un ricercatore dell’Istituto per la Nutrizione, intervistato circa il tipo di pesce che acquistava per la propria famiglia, ha dichiarato di non aver avuto esitazioni nella scelta: il pesce azzurro è saporito, costa poco e presenta concentrazioni invidiabili di acidi grassi omega-3, fosforo, iodio e ferro. Appartengono a questa categoria le alici o sardine, le sarde o palamiti, le aringhe e gli sgombri

I filetti freschi di aringhe o di acciughe – inspiegabilmente snobbati dagli italiani - costano incredibilmente poco (5 euro e mezzo o poco più al chilo), apportano solo 87 calorie per etto e sono preziose fonti di elementi nutritivi.

L'aringa (clupea harengus) è un pesce diffuso prevalentemente nell'oceano Atlantico settentrionale. Vive nei mari freddi dell'Europa settentrionale, della Groenlandia, del Canada e del Nord America. È un pesce relativamente piccolo, arriva fino a 50 cm di lunghezza, panciuto, dalla pelle argentata. La pesca dell’aringa oggi viene effettuata dai pescherecci con reti a strascico ed è abbastanza abbondante sia per la facilità di riproduzione delle aringhe (ogni esemplare femmina depone fino a 40 mila nuove larve) sia per il fatto che le stesse si muovono in branchi molto densi.

L’acciuga o alice (engraulis encrasicolus) è diffusa nell’Oceano Atlantico orientale, tra la Norvegia e il Sudafrica. È presente e comune anche nei mari Mediterrando, Nero e d’Azov. Si tratta di un tipico pesce pelagico che si può trovare anche a grande distanza dalle coste, a cui si avvicina in maggio-giugno per la riproduzione. Di solito nella stagione calda non si incontra a profondità superiori a 50 metri. In inverno frequenta acque più profonde, attorno ai 100-180 metri nel Mediterraneo. Anch’essa, come l’aringa, è un pesce abbondante e perciò poco costoso oltre che non inquinato da sostanze tossiche, perché di piccola taglia.

Anche gli sgombri freschi (scomber scombrus) e le sarde o palamite (sarda sarda) sono un ottimo pesce azzurro, sebbene i primi siano meno a buon mercato di quelli precedentemente citati.

Il pescespada sarebbe di per sé un pesce ottimo, uno dei più magri e ricchi di proteine, ma purtroppo, come il tonno, la verdesca e altri pesci di grossa taglia, tende ad accumulare nelle sue carni quantità rilevanti di sostanze tossiche (metalli pesanti come il mercurio, ma anche diossina e policlorobifenili)

 

 

La soia è un alimento che può sostituire la carne e il pesce? Il latte di soia può sostituire il latte vaccino per i bambini?

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La soia è un alimento decisamente sopravvalutato, per diverse ragioni:

Il tanto decantato tenore proteico della soia è molto variabile. Solo il latte di soia e il tofu prodotti con soia proveniente dalle migliori coltivazioni hanno una accettabile quantità di proteine

La soia è un potente allergene, e quindi va attentamente verificata la compatibilità individuale

La soia è priva di tutte le vitamine e sostanze utili del latte umano e vaccino, e non andrebbe mai somministrata come unico alimento ai bambini

La soia è estremamente grassa (anche se si tratta di grassi insaturi), e quindi non è adatta a diete dimagranti

Le proteine della soia sono meno facilmente assimilabili e complete di quelle del latte, della carne, del pesce, dell'albume d'uovo

Una dieta a base di pesce non ha controindicazioni, ed elimina la necessità di una dieta completamente vegetariana

Leggete infine l’articolo sui pro e i contro della soia in questo documento. Vi darà una completa informazione, anche riguardo i potenziali pericoli della soia per la nutrizione dei neonati e dei bambini.

 

 

Qual è la frutta più vitaminica, e quella meno vitaminica?

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Arance, fragole, kiwi, fichi (ricchi di sali minerali), albicocche sono tra la frutta più vitaminica

Pere, mele, pesche, banane prugne, ciliegie sono la frutta più povera di vitamine e sali minerali

Le banane contengono solo potassio

L'uva contiene perlopiù zuccheri e poche vitamine. La sua buccia ha le antocianine, pigmenti rossi antiossidanti.

Le pesche contengono solo quantità di vitamina A reperibili anche nelle carote

I meloni contengono vitamina A ma poco altro

Le mele non hanno molte vitamine, ma hanno un potente antiossidante, la quercetina e preziose fibre idrosolubili, migliori di quelle della crusca (vedi)

 

 

E' preferibile acquistare il farmaco generico, oppure quello originale?

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Acquistare farmaci generici è decisamente sconsigliabile per varie ragioni: a) gli standard di efficacia terapeutica a cui devono soddisfare sono ridotti rispetto agli originali; b) gli eccipienti sono di dubbia qualità; c) la sperimentazione clinica, essendo farmaci a basso costo, è fatta in modo insufficiente; d) si sono addirittura verificati casi di generici che non bloccano le crisi epilettiche mentre il farmaco originale lo fa. A buon intenditor poche parole.

 

 

Perché mi converrebbe acquistare farmaci via internet in Inghilterra?

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Per il semplice fatto che i prezzi dei farmaci in italia sono scandalosi. Quelli degli integratori e dei prodotti da banco sono quasi criminali, assai superiori a quelli praticati nei paesi civili. Facciamo qui solo due esempi: 20 compresse da 500 mg di vitamina C in Italia costano circa 5 euro. Via internet, una confezione da 100 compresse si acquista a 7 euro, più due euro di costi di spedizione (rimborsati se l'ordine supera un modesto ammontare), e contiene anche estratti di acerola e rosa canina per aumentare la digeribilità del preparato.. Propecia (l'unico prodotto funzionante contro la caduta dei capelli) in confezione da 30 compresse costa online in Inghilterra 30 euro, contro i 60 a cui viene venduto da noi. E si potrebbe continuare all'infinito.

Farmacie online come http://www.chemistdirect.co.uk nel Regno Unito sono strettamente controllate dalle autorità e vendono prodotti assolutamente comparabili a quelli italiani. Unico lato negativo: a parte pochi casi, per molte categorie non si trova il prodotto di marca. Così, si può acquistare un multivitaminico a un quarto del prezzo praticato in Italia, ma non Multicentrum (Wyeth Laboratories) né Supradyn (Bayer). Ci sono tuttavia eccezioni: ad esempio ChemistDirect vende tutti i prodotti della gamma Garnier a prezzi stracciati rispetto all'Italia. Vale comunque la pena di fare una visita ad uno di questi siti. Ecco un elenco di prodotti che potrebbero interessarci: integratori di Omega-3; prodotti anti-age e anti-macchia per la pelle (che in Italia sono costosissimi); aspirina cardio da 80 mg; multivitaminici; vitamina C in compresse; integratori di calcio e vitamina D; Integratori di vitamine del complesso B, in particolare B12, molto costosa; Melatonina; detergenti per la pelle, shampoo e saponi neutri (Garnier); prodotti contro la degenerazione articolare a base di Glucosammina e Condroitina; integratori proteici; Propecia; Alli (compresse per ridurre l'assunzione di grassi).

 

 

Come procurarsi vitamina C di qualità ad un costo cinque volte inferiore a quello della farmacia

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Suggeriamo qui due modi. Il primo lo abbiamo illustrato nell’articolo “Perché mi converrebbe acquistare farmaci via internet in Inghilterra”, che consigliamo di leggere. Per chi non vuole ricorrere agli acquisti online c’è la semplice ricetta che Linus Pauling, premio Nobel per la chimica, dà per la preparazione galenica in farmacia, nel libro Cancer and Vitamin C: 100 grammi di acido ascorbico, 48 grammi di sodio bicarbonato, 200 millilitri di sciroppo di sorbitolo, 600 millilitri di acqua distillata. Portate la ricetta al vostro farmacista e fatevi mettere il tutto in una bottiglia scura (la luce brucia la vitamina C) che metterete in frigorifero e conserverete per non più di 4 settimane. Il suggerimento di Pauling per la dose giornaliera è di 4 cucchiai al giorno, pari a 10 g. di sodio ascorbato. Chi non volesse assumerne una tale quantità, può diminuire le dosi a mezzo cucchiaio (1750 mg) o meno.

Come ultima possibilità, una amica di chi scrive acquistava acido ascorbico in cristalli dalla farmacia (è possibile ottenerlo) e lo teneva in frigorifero, assumendone la punta di un cucchiaino quando necessario.

 

 

Una cena urban style al ristorante

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Cenare al ristorante, specie se è una abitudine fissa una o più volte alla settimana, può avere effetti negativi sul vostro peso e anche sulla vostra salute. Ma questo non vuol dire che dobbiate necessariamente privarvi del piacere di una cena in un locale simpatico, magari con amici, a favore di un self-service come Brek o Exki o di un ristorante macrobiotico o vegano. Ecco cosa consiglia Umberto Veronesi riguardo una cena al ristorante:

“Le porzioni servite al ristorante sono molto spesso troppo abbondanti. Pertanto il consiglio è non ordinare mai un pasto completo ma scegliere solo una combinazione tra l’antipasto e il primo o l’antipasto e il secondo, senza farsi mai mancare il contorno. Per contorno si intende insalata mista o verdure (non fritte o gratinate con formaggi). Attenzione: le patate non sono considerate contorni bensì un sostituto del pane. Evitate poi di fare aggiunte di sale ai piatti prima di averli assaggiati, scegliete dolci a base di frutta e ricordatevi che gli alcolici apportano calorie, quindi limitate il consumo a un bicchiere di vino rosso a pasto”.

Vorremmo attirare l’attenzione su una delle raccomandazioni di Umberto Veronesi, che a noi sembra quella più importante e consona ad uno stile di vita moderno e dinamico: non ordinate più di una portata (il contorno di verdura è raccomandato per ottenere ulteriori nutrienti: eliminarlo non fa alcun danno). Sempre più persone oggi, per una cena insieme o da soli, prima di andare al cinema, a teatro o di girare la città by night, si recano ad esempio da Eataly, che ha ristoranti separati per la carne, la verdura, gli affettati e formaggi, la pasta, il pesce, e cenano con un solo piatto. Il sottoscritto preferisce personalmente cenare con un ottimo piatto di pasta di Gragnano al sugo, e nell’attesa che il piatto arrivi si riempie più volte il bicchiere da una bottiglia di acqua minerale Lurisia. Il costo? Non arriva a dieci euro. E terminerete la vostra cena sazi e leggeri anche nella spesa.